3
è possibile infine una nuova concentrazione di potere nelle mani dei ‘professionals’
delle nuove tecnologie e delle reti.
Nell’analisi degli effetti delle nuove tecnologie sull’occupazione, assumono notevole
importanza le attività terziarie avanzate, sia in termini di quantità che di qualità
dell’occupazione.
3
L’incidenza netta sul lavoro delle nuove tecnologie, dipende dalla risposta della
domanda aggregata alla maggiore produzione ed alla nuova e migliore offerta.
Ricerche empiriche
4
hanno evidenziato come la domanda di servizi, specialmente nei
paesi industrializzati, mostri una dinamica di sviluppo superiore a quella di beni, sia
per quanto riguarda i servizi alle imprese che alle famiglie.
Le trasformazioni qualitative dei prodotti unitamente alle riduzioni dei costi che le
nuove tecnologie consentono, rendono inoltre possibile il soddisfacimento di una
domanda potenziale di servizi finora stagnante proprio per la mediocrità del rapporto
qualità/prezzo dell’offerta.
L’alta domanda di servizi avanzati richiede anche un cambiamento importante nella
struttura qualitativa del lavoro occupato, cambiamento che impone ai lavoratori una
grande capacità di adattamento al nuovo per non cadere nei pericoli della
dequalificazione.
La duttilità dell’individuo deriva dalla sua formazione di base, punto di partenza per i
futuri aggiornamenti professionali.
Da paesi che presentano un apparato produttivo marcatamente terziarizzato come
Stati Uniti e Giappone, all’avanguardia nell’introduzione e diffusione delle nuove
tecnologie, trae forza l’ipotesi che l’espansione della domanda e della produzione di
servizi possa essere talmente imponente da offrire nuove prospettive occupazionali di
sviluppo, sia nel settore specifico che nel complesso dell’economia.
3
“Progresso tecnico, flessibilità e lavoro nei servizi”,L. Frey, in < Progresso tecnico,
flessibilità, occupazione >, Quaderni di Economia del Lavoro/38, F. Angeli, Mi,
1989;
4
“Effetti occupazionali del progresso tecnico nel settore telecomunicazioni”,di M.
Frey e M. Vivarelli, in [ cit. nota 3 ];
4
Tuttavia il progresso tecnico se da un lato può stimolare l’occupazione nei servizi,
dall’altro segna un sensibile declino dei lavori nell’industria, restringendone il campo
ad attività sempre più specializzate ed inevitabilmente legate all’informatica,
condannando pertanto alla disoccupazione gli unskilled che presentano un forte gap
formativo, difficile da colmare, rispetto alle nuove leve.
La ricerca di flessibilità delle imprese attraverso il decentramento e
l’esternalizzazione di parte dell’attività produttiva, che ha interessato soprattutto
attività di trasporto, servizi finanziari e terziario avanzato, è stata attuata per aggirare i
vincoli di rigidità del mercato del lavoro e del capitale, antagonisti della competitività
in un mercato globale.
Le caratteristiche peculiari del telelavoro (TL) consentono il superamento di tali
vincoli, apportando una maggiore elasticità d’uso alla struttura produttiva attraverso
la flessibilità individuale del lavoro, resa esplicita mediante diverse modalità
organizzative (cap.3).
I problemi riguardanti la qualità delle risorse umane divengono in questo modo
strategici per l’evoluzione futura del terziario avanzato e del TL, ciò impone quindi
una revisione sostanziale della scuola secondaria, della formazione professionale e
dell’università, nell’ottica di lungo periodo di attive strategie formative su larga
scala.
5
La forte flessibilità dei nuovi beni-capitale altamente tecnologici necessita di un
rinnovamento nella rigida organizzazione produttiva industriale, per valorizzarne
appieno le potenzialità
6
.(cap.2)
In quest’ottica, innovazioni nella gestione del tempo di lavoro che flessibilizzano
l’occupazione all’interno dell’impresa e sfruttano integralmente i progressi nel campo
delle tlc e della telematica, incontrano le esigenze di competitività delle aziende oltre
che quelle di maggiore autonomia dei lavoratori.
5
nota 3, p. 125;
6
“Il mercato del lavoro sommerso: aspetti di continuità e nuove tendenze”, L. Frey,
in [ cit. nota 3 ], p. 141 e seg.;
5
Si può ipotizzare, considerata la continuità e rapidità dei processi innovativi
informatici, un progressivo abbassamento del costo dei beni capitale a tecnologia
avanzata, che può favorire, in un futuro imprecisato, il ritorno della famiglia ad unità
produttiva vera e propria, in una società in cui crescente sarà soprattutto la domanda
di servizi, di informazioni e di formazione.
L’intenzione di questo lavoro è dare un’interpretazione dei possibili nuovi sviluppi
occupazionali di un fenomeno noto da tempo come telelavoro, che si è evoluto grazie
ai progressi delle NTIC.
Imposto dalla ricerca di decentramento delle grandi imprese, il TL è andato rivelando,
con l’avanzare del progresso tecnico, diverse potenzialità d’uso che ben si legano al
settore ad alta intensità di lavoro dei servizi alle imprese e alle famiglie.(cap.4)
La descrizione del fenomeno TL nelle odierne differenziazioni applicative può già dar
conto di specifiche attese sul suo futuro; esso tuttavia, per le sue caratteristiche di
supporto tecnico ed umano, non è slegato da più ampi processi dinamici (ICT) di cui
anzi risulta essere un inevitabile corollario.
Processi che trovano a loro volta una interpretazione generale negli studi economici
che se ne sono interessati e da cui possono scaturire alcune considerazioni circa il
loro futuro.(cap.1)
6
CAP. 1 PROGRESSO TECNICO, DISOCCUPAZIONE E TELELAVORO
*introduzione
In un’analisi economica il telelavoro (TL) può essere inquadrato sotto due diversi e,
in questo caso, complementari aspetti del progresso tecnico
7
: come innovazione di
processo, quando introdotto per rendere più efficienti le strutture interne dell’azienda
(delocalizzazione); come innovazione di prodotto, sia nelle sue fondamenta tecniche
sia nelle sue nuove forme di offerta nate dalla recente tecnologia multimediale e che
mostrano già segni positivi di job creation, molto limitata invece nel caso del process
innovating.
La grande opportunità insita nel TL non si ferma a dei semplici miglioramenti
organizzativi o alla ricerca di maggiore efficienza del lavoro ma è legata alla
diffusione di un nuovo paradigma tecnologico: Information and Communication
Technology (ICT).(cap.2)
La rapidità di rinnovamento dell’ICT influenza radicalmente le abitudini di vita e di
lavoro della collettività, fino a destrutturarle nei modi e nei tempi imposti dal
precedente paradigma fordista.
Poichè il TL deve la propria esistenza al progresso tecnico nelle Nuove Tecnologie
dell’Informazione e della Comunicazione (NTIC), esso rientra nello studio teorico
degli effetti delle innovazioni sulla distribuzione del reddito nazionale circa la
diffusione o concentrazione di ricchezza, oltre che nell’interpretazione dei possibili
effetti sull’occupazione, più importanti in questa sede, i quali potrebbero bilanciarne
in positivo le caratteristiche labour-saving: introdurre TL, nelle sue diverse modalità,
crea o distrugge posti di lavoro?
Se esso produce disoccupazione tecnologica, nell’accezione classica, questa ha
connotati keynesiani o piuttosto strutturali?
8
7
“Il progresso tecnico nell’analisi economica”, di B. Jossa, in <Progresso tecnico e
sviluppo economico > ,(a cura di) B. Jossa, F. Angeli, Milano, 1969;
8
“Cambiamento tecnologico e occupazione”, P. Pini, il Mulino, Bologna, 1992,
pp. 11-31 / 99-131 / 281-291;
7
Nel nostro caso viene da pensare entrambi, in quanto il TL presenta evidenti benefici
sotto il punto di vista degli incrementi della produttività del lavoro occupato,
incrementi che consentono alle grandi aziende di ridurre i costi del lavoro sia in
termini relativi (crescono i margini di profitto) che assoluti (occorrono meno
dipendenti nella nuova organizzazione interna gestita per via telematica), in assenza
di un adeguato sostegno da parte della domanda.
I vincoli strutturali all’occupazione derivano invece dall’adozione di capitale
tecnicamente avanzato e in continua evoluzione (ICT), scarsamente compatibile con
una forza lavoro ancora oggi poco flessibile ai suoi mutamenti, per incapacità
individuali o preparazione inadegata al nuovo mondo del lavoro.
Più che inadeguata crescita della domanda, che nei settori tlc e servizi manifesta
invece notevole dinamismo, i vincoli all’occupazione si riscontrano in questo caso
nell’incompatibilità del capitale umano esistente sul mercato del lavoro con il nuovo
genere di capitale fisico.
Il riassorbimento della disoccupazione tecnologica, nel caso del TL, dipende pertanto
dai meccanismi compensativi operanti per sciogliere le strozzature dell’offerta, che
legano a loro volta le potenzialità dell’indotto della domanda (di servizi e di tlc
multimediali) sugli investimenti e quindi sulla nuova domanda di lavoro.
La crescente richiesta di servizi alle imprese e alle famiglie con la dilagante esigenza
di ottenere informazioni, in ogni istante e nel minor tempo possibile, fa ipotizzare la
presenza piuttosto di vincoli strutturali nell’offerta (produttiva e di lavoro) in
riferimento all’analisi dei possibili effetti compensativi all’uscita di forza lavoro per
l’implementazione delle NTIC nell’organizzazione aziendale.
Nel rapporto che lega il progresso tecnico e l’occupazione attraverso il TL per cercare
sviluppi di job creation, non è tanto importante enfatizzare la capacità del lavoro per
via telematica di massimizzare l’efficienza nell’impiego delle scarse risorse,
quanto piuttosto le opportunità che esso crea mediante la riproduzione continua del
ciclo produttivo, in cui l’interdipendenza e la cooperazione tra i diversi
8
settori determinano i margini di sovrappiù necessari a favorire le nuove decisioni di
investimento
9
.
Il riassorbimento di parte della disoccupazione tecnologica prodotta dalle NTIC può
avvenire attraverso il TL grazie ad alti investimenti nelle infrastrutture telematiche ed
a favore di istituti di formazione della forza lavoro più attenti ai mutamenti del
mercato del lavoro.
Dall’accumulazione di nuovo reddito e dalle autonome decisioni di investimento
possono discendere in mercati non perfettamente concorrenziali, come è il caso delle
tlc, alcune compensazioni all’occupazione esclusa dalle innovazioni labour-saving.
1.1- vincoli d’offerta ed effetti di reddito
Attualmente solo attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatiche è possibile alle
imprese sostenere i livelli di competitività richiesti dalla globalizzazione, nonchè
mantenere i redditi necessari alla creazione di margini per nuovi investimenti,
necessari per tenere il passo con il progresso tecnico.
Tutto il processo è legato alle autonome decisioni degli operatori, lasciando ben poco
spazio ai neoclassici automatismi del mercato
10
, per altro irrigidito, specie in Italia, da
vincoli sindacali, giuridici e di mobilità interna ed esterna del lavoro.
La selezione di un sentiero tecnologico di crescita, economica e sociale, oggi noto
come ICT, ha comportato la sua elevazione a principale fattore di incremento dei
redditi monetari e della loro distribuzione tra le diverse classi sociali, sotto l’influenza
di potenti gruppi oligopolistici e monopolistici nei mercati dei beni e del lavoro.
Proprio attraverso questi meccanismi non automatici il TL, come più recente
espressione dell’ICT, può essere interpretato nei suoi possibili sviluppi occupazionali.
Esso tra l’altro, viste le peculiarità tecniche di cui necessita e le diverse modalità
organizzative in cui si presenta (dalla semplice delocalizzazione ai mestieri interattivi
gestiti autonomamente on line), influenza trasversalmente diversi settori produttivi sia
9
“Progresso tecnico e occupazione”, P. Pini, il Mulino, Bologna, 1991,
pp. 9-22 / 201-223;
10
Pini, 1992, p. 25 e seg.,nota 2;
9
nei processi che nei prodotti (dall’Hi Tech alle tlc, dalla R&S ai servizi e commercio
in rete), essendo esso stesso strumento ed obiettivo a seconda delle esigenze e delle
possibilità tecniche e umane di lavoro.
Se l’introduzione di nuove tecnologie labour-saving causa espulsione di forza lavoro,
la diffusione su larga scala del TL, in particolare nelle sue forme avanzate, può
frenarne l’uscita oltre che attraverso la nascita di nuove attività per via telematica,
anche per il coinvolgimento di numerose industrie connesse alla produzione delle
innovazioni richieste da coloro che intendono sfruttare le potenzialità tecnologiche
del TL.
Occorre tuttavia mettere in conto alcuni inevitabili sfasamenti temporali tra
l’introduzione delle NTIC e gli effetti compensativi che possono derivare dal TL, in
quanto questi ultimi dipendono strettamente dalle decisioni di investimento in
strutture tecniche e formative su larga scala, indispensabili come fondamenta dei
futuri telelavoratori.
Qui si trova il nucleo su cui basiamo i principi di riassorbimento della disoccupazione
tecnologica di oggi, attraverso cioè il reinvestimento dei maggiori profitti, dovuti alle
innovazioni, nelle NTIC in modo da accrescere la produttività e la capacità di offerta,
consentendo un graduale bilanciamento dei lavoratori precedentemente espulsi a
causa delle ristrutturazioni tecnologiche
11
.
Un simile riaggiustamento avviene in modo tutt’altro che spontaneo e necessita di
tempo per creare gli incentivi utili al rapido adeguamento degli individui ai
mutamenti economici e tecnici in corso, dovendosi accelerare gli spostamenti
riequilibrativi dai settori in crisi ai settori che manifestano doti di job creation (alta
elasticità di domanda al reddito, alti ritorni di profitto, alta adattabilità al mercato).
Assume notevole importanza in quest’ottica una politica economica che enfatizzi le
condizioni di flessibilità del mercato del lavoro e dedichi coerentemente la propria
11
“La disoccupazione tecnologica nell’ambito delle interpretazioni dell’attuale
elevata disoccupazione”, S. Cesaratto-F. Serrano-A. Stirati, in <Disoccupazione
e strategie per l’occupazione in Europa >, a cura di L. Frey, Quaderni di
Economia del Lavoro n. 52, F. Angeli, Milano, 1995;p. 25 e seg.;
10
attenzione ai sistemi formativi, di riqualificazione professionale e di mobilità interna
ed esterna del lavoro, senza dimenticare che la continua ricerca per l’innovazione
crea stimoli per nuove attività sia direttamente, attraverso la produzione
dell’innovazione stessa, sia indirettamente, mediante l’uso strumentale dei nuovi
beni-capitale.
Rimuovere i vincoli esistenti nell’offerta non è sufficiente a garantire la riduzione
della disoccupazione, occorre che la domanda chiuda il circolo virtuoso assieme alla
crescita della produttività e del reddito nel determinare la crescita della capacità
produttiva e quindi dell’occupazione
12
.
La domanda di tlc, di servizi e di formazione rappresentano gli indispensabili
incentivi alle decisioni indotte di investimento nelle NTIC, da cui discende anche la
recentissima domanda dei telelavoratori, che migliora ulteriormente le attese dei
ritorni futuri di tali investimenti, accresciuti autonomamente anche dagli sviluppi
continui del progresso tecnico
13
.
In effetti le attese odierne sulla domanda di comunicazioni e di servizi stimolano
positivamente gli investimenti nei relativi settori; pur trattandosi di tecnologia
capital-saving rispetto alla precedente, l’ICT consente in alcune modalità di TL di
accrescere il rapporto lavoro/prodotto per unità di capitale tecnico utilizzata,
attraverso un coordinamento orizzontale di quest’ultimo che permette l’interazione
contemporanea di diversi individui (working by Internet: cap.4).
Non è più sufficiente rinnovarsi semplicemente mediante continui investimenti
autonomi per raggiungere una maggiore efficienza e spiazzare i rivali nel breve
periodo, ora invece occorre seguire e prevedere le evoluzioni di lungo periodo della
domanda e stabilire al riguardo l’accumulazione necessaria ad assecondarla.
Limitare le innovazioni capital-saving ad una competitività di breve periodo, visto il
rapido accorciamento della vita dei prodotti tecnologici, può portare ad un calo degli
investimenti lordi in quanto non sostenuti adeguatamente dalla domanda del
12
“La disoccupazione tecnologica....”, p. 33 e seg.,nota 5;
13
“La disoccupazione tecnologica....”, p.36 e seg., nota 5;
11
mercato
14
, alla quale invece si cerca, seguendo un’ottica ormai anacronistica, di
imporre i prodotti sfruttandone la novità tecnica.
Pertanto un settore che offre già elevati tassi di crescita della domanda (tlc, terziario
avanzato, formazione), abbinato ad alti tassi di sviluppo tecnico (NTIC), può
associarsi più stabilmente nel lungo periodo ad una graduale crescita
dell’occupazione con la nascita di nuove attività.
Le forme di job creation deriverebbero nel nostro caso sia da una nuova offerta di
lavoro, desiderosa di gestire autonomamente il proprio tempo e di sfruttare le
proficue risorse del mercato virtuale, sia dalle necessità delle grandi imprese di
rendersi più competitive e flessibili esternizzando alcuni dei maggiori costi fissi del
lavoro, in modo da rendere il rapporto tra fattori produttivi continuamente variabile
per assecondare meglio le necessità del mercato
15
.
È evidente a questo punto l’importanza, relativamente ai nostri interessi, che
ricoprono gli effetti occupazionali dell’ICT derivanti dalle autonome decisioni degli
operatori economici, siano essi consumatori, imprenditori o Stato, nell’influenzare la
nascita di nuova domanda di lavoro, piuttosto degli effetti indotti spontaneamente dal
mercato.
14
“La disoccupazione tecnologica....”, p. 42 e seg., nota 5;
15
“La disoccupazione tecnologica...”, p. 45, nota 5;