Repubblica italiana e secondo Presidente dello Stato stesso), che in un
contesto storico-politico fortemente centralistico, come quello in qui è vissuto,
affermava:
"Se regioni, provincie e comuni devono ricorrere ad entrate proprie per
finanziare le relative funzioni, nasce il controllo dei cittadini sulla spesa
pubblica, nasce la speranza di una gestione sensata del denaro pubblico.
Se gli enti territoriali minori vivono di proventi ricevuti dallo Stato, manca
l'orgoglio del vivere del frutto del proprio sacrificio e nasce la psicologia del
vivere a spese altrui" (Forte F., Luigi Einaudi: il mercato e il buongoverno,
Einaudi, 1982).
E' proprio da questa affermazione che risulta evidente come la dimensione
finanziaria rappresenti il nodo cruciale di quel fenomeno che si è soliti definire
con il termine di "decentramento": cioè quel processo di gestione di poteri
politico-amministrativi che si sviluppa attraverso il trasferimento, la distribuzione
o la delega di funzioni e competenze da livelli centrali a livelli periferici di
governo. Dimensione finanziaria descritta invece con il termine di "federalismo
fiscale", identificando così la proiezione in campo economico-tributario dello
stesso processo di decentramento.
Questa stretta correlazione tra i due termini risulta anche dal fatto che spesso
vengono utilizzati come rispettivi sinonimi; ma entrando più nello specifico, si
può affermare che è lo stesso decentramento politico-amministrativo a costituire
lo strumento e la premessa per la realizzazione del decentramento fiscale.
Dunque sono gli stessi poteri finanziari riconosciuti alle amministrazioni
devolute a determinare il loro reale grado di autonomia.
Come affermano i sostenitori del federalismo fiscale, gli enti politico-
amministrativi territoriali devono finanziare le proprie spese con imposte proprie,
in modo che i cittadini tassati possano esercitare, col voto, un maggiore
controllo politico su di essi. Si sostiene che vi è tanta più trasparenza e controllo
quanto più il pubblico amministratore può essere considerato direttamente
responsabile delle scelte di prelievo e di spesa operate. Tale responsabilità si
affievolisce nei sistemi burocratici centralistici, mentre nei sistemi decentrati
diviene più evidente perché è più facile individuare il soggetto che deve
risponderne.
Ecco in sintesi i caratteri del federalismo fiscale; e da qui nasce la necessità di
coniugare, nel modo più efficace possibile, il decentramento funzionale al
decentramento finanziario, il cui studio è compito appunto delle teorie relative al
decentramento fiscale.
1.2 Soggetti, Modelli e Forme del governo
decentralizzato
Dal punto di vista organizzativo di una struttura di governo decentrata possono
esistere diversi modelli di riferimento, in quanto si tratta di enti mai praticamente
strutturati in un unico organismo capace di prendere decisioni e di applicarle
sull'intero territorio. Esiste cioè una struttura territoriale di governo, dove il
potere politico è suddiviso tra stato nazionale e governi locali, tra il centro e la
periferia; e dove accanto alla classica divisione dei poteri "orizzontale o
funzionale" tra potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario, esiste un
secondo tipo di divisione dei poteri "verticale o territoriale" tra il governo
centrale e i governi locali. Questa divisione territoriale dei poteri può variare
notevolmente da un paese all'altro e da un'epoca all'altra. Ci sono paesi in cui il
governo centrale ha il potere di decidere su un ampio numero di questioni
mentre i governi locali hanno un ruolo marginale, e viceversa, paesi in cui le
strutture locali hanno un elevato grado di autogoverno e in cui il ruolo del
governo centrale è assai più limitato.
Per semplicità d'analisi, si possono a questo fine individuare quattro gruppi di
istituzioni che possono operare a livello di organizzazione decentrata e che
possono essere identificate come strutture di governo locale (governi locali puri,
governi locali di secondo grado, agenzie locali specializzate e apparati locali
dipendenti), e sostanzialmente tre modelli di organizzazione territoriale delle
stesse strutture (il sistema funzionale, il sistema della decentralizzazione
spaziale ed i sistemi federali) che fanno capo ai due grandi modelli di possibile
decentralizzazione (federali e stati unitari).
A tal proposito i quattro gruppi di possibili istituzioni che possono operare a
livello locale sono:
ξ Governi locali puri. Comprende le istituzioni che vengono considerate
"governi locali puri" in quanto presentano i seguenti caratteri:
- sono istituzioni territoriali, nel senso che esercitano la loro azione di
governo su un territorio nazionale delimitato;
- sono istituzioni elettive, nel senso che i loro organi decisionali sono
eletti direttamente e periodicamente dai cittadini;
- sono istituzioni generaliste, nel senso che si occupano in linea di
principio di qualsiasi problema;
- sono istituzioni autonome, nel senso che possono attuare decisioni
economiche-politiche con un certo grado di discrezionalità ed
autonomia.
Appartengono a questo tipo di gruppo i Comuni e le Provincie italiane, i
Comuni e le circondari tedeschi, i distretti e le contee britanniche.
ξ Governi locali di secondo grado. Questo gruppo comprende governi
generalisti che non sono eletti direttamente dai cittadini, ma sono
designati indirettamente da altre strutture di governo locale.
Esempi di queste tipologie di strutture sono le Provincie spagnole e
portoghesi, le comunità montane italiane e le Regioni inglesi.
ξ Agenzie locali specializzate. Questo terzo gruppo comprende strutture
specializzate nel trattare, in ambito locale, uno specifico ambito di
intervento pubblico (ad esempio, i trasporti, i rifiuti e la gestione delle
acque).
Possono essere strutture elettive e possono assumere diverse
configurazioni giuridiche. Rientrano in questa tipologia gli enti
specializzati di gestione della sanità in Italia e in Gran Bretagna, o negli
Stati Uniti gli "school districts" e gli "special districts", considerati come
governi locali a tutti gli effetti.
ξ Apparati locali dipendenti dal centro. Questo quarto gruppo
comprende istituzioni che operano su scala locale ma appartenenti alle
dipendenze di un livello di governo superiore.
Sono autorità elettive ma nominate da strutture gerarchicamente
superiori ed hanno il compito di dare attuazione, in ambito locale, alle
politiche decise dal livello più elevato. Queste strutture pur operando su
scala locale, almeno in linea di principio non sono considerati governi
locali; ma ad uno sguardo più ravvicinato il loro ruolo si presenta in
modo meno lineare: in quanto radicate nel contesto locale, possono
anche funzionare in senso inverso, ossia come rappresentanze di
esigenze e richieste locali verso il centro.
Per quanto riguarda i modelli di decentralizzazione, è possibile individuare
due modalità attraverso cui può realizzarsi concretamente la delega di poteri e
funzioni dai livelli centrali ai livelli periferici di governo: gli Stati Federali e gli
Stati Unitari. A loro volta i due modelli possono organizzarsi secondo il criterio
funzionale, spaziale e federale.
MODELLI DI DECENTRALIZZAZIONE
FORME DELLA DECENTRALIZZAZIONE
Analizziamo tratti:
STATI FEDERALI
STATI UNITARI
FUNZIONALE SPAZIALE FEDERALE
Analizziamo brevemente i relativi tratti caratteristici:
ξ Stati Federali. Si tratta di un sistema di decentramento che
costituzionalmente prevede solo due livelli: il governo federale e il
governo degli stati federati; che operano su piani completamente
separati, in completa autonomia e in regime di separazione di poteri.
Dove nessun livello di governo può modificare l'attribuzione di funzioni
relative al livello opposto.
I rapporti tra i due livelli sono definiti "tangenti" in quanto l'unico punto di
contatto, di tangenza appunto, è costituito dalla risoluzione degli
eventuali conflitti di competenza "verticale" (tra governo e stati federati)
o "orizzontale" (tra gli stati federati) che possono crearsi; derivante dal
fatto che la separazione completa delle competenze non evita che gli
effetti delle relative politiche entrino in conflitto.
Diversamente da quanto accade negli Stati unitari, nello Stato federale il
governo centrale possiede solo le competenze minime e i poteri
necessari per garantire l'unita' politica ed economica della Federazione,
mentre agli altri livelli e' attribuita piena capacità di autogoverno in tutte
le altre materie.
Nella sfera che gli e' propria nessun livello di governo deve essere
subordinato a quello superiore. Questo equilibrio costituzionale si riflette
anche nella composizione del potere legislativo, caratterizzato da un
particolare tipo di bicameralismo. Prendendo ad esempio gli Stati
Federali già esistenti, un ramo del parlamento rappresenta il popolo
della federazione in misura proporzionale al numero degli elettori,
mentre l'altro è composto dai rappresentanti degli Stati. Le leggi, per
essere approvate, devono avere sia il consenso della maggioranza dei
rappresentanti del popolo della federazione, che quello della
maggioranza degli stati membri. Nell'ipotesi di molteplici livelli di governo,
questa ipotesi deve essere riprodotto ad ogni singolo livello.
Inoltre affinché la divisione dei poteri tra governo centrale e governi
locali sia garantita, essa deve non solo essere sancita da una
Costituzione scritta, ma deve anche essere tutelata da un potere
autonomo in grado di annullare i provvedimenti legislativi e
amministrativi non conformi alla Costituzione e di pronunciarsi in ultima
istanza quando si presentino conflitti relativi alla divisione dei poteri.
Questo potere e' il potere giudiziario che fonda la propria indipendenza
proprio sull'esistenza di diversi livelli di governo (ciascuno dei quali ha
interesse a tutelare l'indipendenza del potere giudiziario rispetto agli altri
livelli) e che può quindi garantire il primato della Costituzione
imponendone il rispetto a tutti gli organi dello Stato federale.
Le autonomie locali, sussistono per diritto proprio delle singole unità
federate, e non per derivazione dello Stato federale.
Dal lato dell'utilizzo delle risorse, il potere originario di disposizione delle
risorse spetta agli enti decentrati.
In questi stati infine, il federalismo ha l'obiettivo di unire, ridurre le
distanze ed attenuare le differenze dei diversi enti territoriali di governo.
ξ Stati unitari. Si tratta di un sistema di decentramento in cui il governo
centrale prevale nettamente sugli altri livelli di governo, definendone i
compiti ed esercitando un penetrante controllo sulla loro azione.
Le autonomie locali, esercitano a secondo dei paesi, sostanzialmente tre
tipi di competenze: competenze esclusive per la gestione delle questioni
di interesse locale, competenze per delega dello Stato e competenze la
cui gestione è stata loro delegata da altre collettività territoriali, capita
spesso infatti in questo tipo di stati che certe competenze, come quelle
relative all‟ambiente, alla cultura, ai trasporti, alla sanità, all‟istruzione,
siano gestite congiuntamente da più livelli locali e a volte anche insieme
allo Stato.
Si riconosce in sostanza un sistema gerarchico territoriale di governo:
dove poteri, finanziamento, struttura e controlli sono interamente
delineati dal parlamento nazionale. I rapporti tra i due livelli sono definiti
"inglobanti" in quanto il livello centrale assorbe, ingloba appunto, le
competenze dei livelli decentrati regolandone e controllandone
l'attribuzione.
Le autonomie locali, che possono essere anche molto spinte, sono
comunque sempre derivate dallo Stato unitario.
Dal lato dell'utilizzo delle risorse, il potere originario di disposizione delle
risorse spetta invece al governo centrale, a cui successivamente spetta
il compito di regolare all'assegnazione e il reperimento delle risorse
necessarie ai livelli decentrati .
In questi stati invece, l'effettiva realizzazione del federalismo può
comportare situazioni di accentuazione delle differenze già presenti nelle
diverse aree territoriali di governo.
Infine, per quanto riguarda le forme attraverso cui un ente di governo
territoriale può organizzarsi, come già precedentemente accennato, esistono tre
sistemi di riferimento:
ξ Sistema funzionale. Sistema definito funzionale o della
deconcentrazione, in quanto il governo territoriale viene strutturato in
enti con competenza sull'intero territorio nazionale ma dotati di un'unica
responsabilità o funzione (ad esempio: la sanità o l'istruzione).
E' il tipico modello degli stati fortemente centralizzati dove le decisioni
vengono prese a livello centrale e diramate a livello locale. Gli enti di
governo locale diventano, in sostanza, veri e propri agenti decentrati del
governo nazionale attuandone le direttive e sottoponendosi ai relativi
controlli.
Il sistema funzionale ha come obiettivo principale quello di assicurare,
sull'intero territorio nazionale, una completa uniformità ed omogeneità
nell'accesso ai beni e servizi, ed una sostanziale equità di trattamento
tra gli utenti dei beni e servizi stessi.
Nella realtà, questi obiettivi sono raramente raggiunti, data la difficoltà da
parte del centro di controllare l'operato della periferia, e data
l'impossibilità di adattare l'offerta dei beni e servizi alle reali esigenze
delle singole aree decentrate. Non è possibile cioè creare un efficiente
sistema di concorrenza su misura per ogni singolo ente decentrato, a
causa della natura sostanzialmente monopolistica del servizio offerto.
ξ Sistema spaziale. Definito modello della devoluzione o
decentralizzazione spaziale per la natura geografica del decentramento,
in quanto, il governo territoriale viene strutturato attribuendo
responsabilità e competenze fra enti appartenenti a livelli diversi. Oltre al
livello centrale, anche i livelli locali vengono dotati di autorità politica e
competenze su una determinata area territoriale. Gli enti locali diventano,
in sostanza, veri e propri enti multifunzionali, dotati di autonomie proprie
per le relative attribuzioni e con organi eletti dai cittadini che vivono entro
il territorio in qui l'ente opera.
Il modello della decentralizzazione spaziale ha come obiettivo principale
la soddisfazione delle esigenze e delle preferenze degli utenti, da
realizzarsi attraverso una fornitura di beni e servizi differenziata rispetto
le reali necessità di ogni area di riferimento.
Anche in questo caso esistono inconvenienti causati da una
decentralizzazione spaziale, derivanti sostanzialmente da
diseguaglianze di carattere socio/economico delle diverse strutture di
governo. Infatti, ogni ente multifunzione è dotato per sua natura di
caratteri sociali, economici e geografici propri, che non permettono di
garantire omogeneità nella disponibilità di risorse, ed assicurare uno
standard uniforme nella fruizione dei servizi e nel trattamento dell'utenza.
ξ Sistemi federali. In generale non è facile distinguere un sistema
federale di governo territoriale da un sistema di devoluzione o
decentralizzazione spaziale. Comunque, un sistema di questo tipo si
caratterizza perché nasce da un accordo tra stati federati, ed assegna a
questi maggiori garanzie sul mantenimento delle stesse competenze e
sopratutto della loro autonomia, in quanto, la modificazione delle
competenze può avvenire solamente con un processo di revisione
costituzionale, e in alcuni sistemi, attraverso l'approvazione della
maggioranza degli stati federati.
In sostanza, un sistema di governo territoriale federale può garantire un
elevato grado di decentralizzazione, mantenibile nel tempo con maggior
sicurezza rispetto alle altra forme di governo decentralizzato esaminate.