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dalla volontà di po chi o di ch i ha i mezzi e le risorse da in vestire, ma
nasce dal basso. La spinta dal bass o non si realizza solo all’interno
dell’architettura ape rta d ella Rete, ma anche all’es terno, in quanto la
divulgazione delle tecnologie nella società avvien e grazie al contributo
di m ilioni e m ilioni di persone. Si tra tta d i una spinta che i centri d i
governo rincorrono con fatica, proprio perché essa parte dal basso per
poi risalire con estrem a lentezza le gerarchie tradizionali. Al giorn o
d’oggi, la società digitale si è este sa a un vasto num ero di cittadini e
malgrado un certa diffidenza iniz iale, oggi stanno entrando a farne
parte anche i livelli quadr o dei centri di potere e i mediatori culturali.
Tuttavia, tenendo presente la velocità di innovazione in relazione alla
normale reattiv ità, si pu ò presuppo rre ch e le b urocrazie, intese com e
istituzioni, saranno le ultim e ad adattars i. Inoltre, l’interazione sociale,
organizzata m a non gover nata, m odifica alla radice alcuni paradigm i
tradizionali. Con Internet si entra davvero in un mondo senza governo,
nel quale si è autosufficienti, indipendenti, senza padroni, o c' è
qualcuno che, in realtà, controlla qu esta rete? La società che si sta
modellando attraverso Intern et (e non solo su In ternet) è una delle più
attraenti di tutta la sto ria dell’uomo. Non è più una società di consum o
concentrata sul possesso dei beni ne tantomeno una società di massa. E’
una società in cui i m embri sono c onnessi, tra loro e con i centri di
potere, in u n modello che consente comunicazioni bidirezionali. In un
continuum di innovazioni provenienti dal “basso”, la Rete viene sempre
di più intesa com e luogo di scam bio e di relazione. In poche parole, i
network stanno im ponendo alla cultura, alla politica e a lla società una
8
nuova grammatica: un set di regole assolutamente innovative, che non
si erano mai viste prima ad ora. La società digitale è molto più attraente
rispetto a quella tradizionale. In questi anni di transizione, m olte
persone vivono in un doppio sistem a di regole: quel la dello stato
nazionale d i apparten enza e qu ello dello “spazio condiviso”, della
società digitale. E, per quanto po ssa sem brare una cosa alquanto
bizzarra questa “doppia citt adinanza” si m anifesta in com portamenti e
situazioni in modo differente nella nost ra vita e, particolarmente, “al di
fuori” della Rete. Oggigiorno, co n oltre un m iliardo d i indiv idui
connessi tra loro e con un num ero di cittadini digitali in costante
aumento, siamo praticamente costretti a prendere atto del cambiamento.
Nel second o capito lo viene an alizzata n ello spe cifico la
“blogosfera”.
Secondo il pensiero di D. de Kerckovhe, «il blog è l’anim a del
cyborg, emerge dall’identità personal e attraverso la costruzione del
proprio network[…]»
1
. Se da un lato, esso rappresenta l’ennesim a
rivoluzione in Internet, dall’altro il contenuto stesso di questa presunta
rivoluzione si è rivelato piuttosto pericoloso. Un eventuale perico lo
potrebbe scaturire dal f atto che i weblog consentono a tutti di poter
pubblicare liberamente qualcosa. In fondo, i weblog sono un “form at”
tutto nuovo, com pletamente diverso dai m edia tradizionali e
costituiscono il “punto di attracco” pi ù semplice per tutti i m ateriali,
che sono destinati alla condivisione e alla pubblicazione (oltre al testo ,
1
1
de Kerckhove D.,estratto dalla Lectio Magistralis ,presso l’Università degli studi di Urbino,
Facoltà di Sociologia, 29 novembre 2004 , in www.soc.uniurb.it
9
immagini , film ati e audio,…). E’ im pressionante, com e al giorno
d’oggi, chiunque ha la possibilità di scattare una foto o registrare un
filmato e pubblicarli imm ediatamente sul proprio weblog.
Paradossalmente, è m olto più fac ile conoscere approfonditam ente un
blogger che si legge quotidianamente che un collega di lavoro.
La particolarità dei weblog consiste nella possibilità di sceglier ed
essere scelti, ma ci si può confrontare anche su questioni occasionali, in
base ai canoni di affinità e di interessi com uni. Contenendo al suo
interno la storia intellettuale dell’individuo, il blog rappresenta un vero
e proprio point of presence f isso d ella p ersona. Inizialmente, i pr imi
weblog svolgevano un ruolo di guida verso contenuti interessanti, con il
passar del tempo, hanno com inciato a produrre essi stessi dei contenuti
originali e in m aniera alquanto signif icativa. Inoltre, essi sono stati i
pionieri di una nuova logica di “conve rsational network” all’interno
della Rete, che si sovrappone ai tanti tentativi, nel corso della storia, di
dare vita a reti sociali (ovvero a “r eti d i persone”). Negli ultim i anni,
hanno fatto la loro prim a apparizione i cosiddetti “social software”,
applicazioni in grado di organizzar e le r elazioni inte rpersonali e
ottimizzarne le potenzialità di sviluppo e accesso alla conoscenza.
R. Mayfield ha individuato va rie tipologie di network. Esistono i
network es pliciti, i ne twork f isici e i ne twork priva ti. Altri tip i d i
network sono i network virtuali e, infine, ci sono i network
comunicazionali, che tro vano la loro massima espressione nei weblog.
E’ bene tener presente che i weblog, costituendo il “punto di presenza”
della persona in rete, perm ettono di venir a contatto con tutti gli altri
10
network e i vari dispositivi di com unicazione della Rete. Praticamente,
la blogosfera funziona come un gigantesco word of mouth network, dal
momento che i weblog sono a dispos izione di tutt i. Il nostro
comportamento rim ane pubblico e cons ultabile, vincolat o all’identità
che abbiamo deciso di adottare. Un o degli aspetti cruciali dei weblog
risiede nella continua lotta per la co nquista della visibili tà. Il concetto
di reputazione, in form a diffusa e partecipata, al lora, assume un cer to
rilievo. Oltre alle cose m ateriali, anche le idee, le teorie politiche, le
opinioni so ciali, i pro getti, ecc… possono godere di u na propria
reputazione. Nei blog, la reputazione si forma secondo logiche diverse
rispetto a quelle della Rete: essa non è altro che il frutto di una
profonda interazione sociale. In po che parole, il successo di un blog
dipende dal suo contenuto, da com e si instaurano le relazioni e si
modifica in base ai giudizi e le opi nioni degli individui. La blogosfera,
costituita da tanti piccoli m ondi in cui prevalgono gli argom enti di
interesse personale e so ttoforma di un grande network di opinione, fa
sicuramente qualcosa in più dei m edia trad izionali: ha im posto le sue
priorità nella costruzione dell’agenda-setting e si è mostrata abilissima
a catturare l’attenzione degli uten ti. Al giorno d’oggi , ci troviam o di
fronte a un profondo mutam ento della società attuale che non più
qualificabile com e una società di m assa. Interne t ridefinisce
completamente i confini della sfera pubblica, in quanto essa trae origine
dai rapporti face to face che si ins taurano tra inter locutori, i qu ali s i
associano in un gruppo ovvero in una comunità (virtuale), anziché in un
vasto pubblico. In questa nuova dim ensione il soggetto non stabilisce
11
più un rapporto con una m assa indistinta ed eterogenea di individui m a
stringe le sue relazion i con il gruppo, all’inter no del quale egli veicola
la sua conoscenza, negozia le sue opinioni e condi vide con gli altri il
suo sentire. La com unità elettiv a risolve allora il duplice problem a
dell’essere insieme e della libertà in dividuale. Inoltre, la comunità, che
sul piano della com unicazione tr ova la sua corrispondenza nella
comunità virtuale, potrebbe contri buire a realizzare una nuova sfera
pubblica, in cui il consenso si form i a livello di gr uppi, suddivisi
trasversalmente per interessi, scel ti liberam ente e non imposti dalle
logiche di appartenenze sociali, culturali e politiche.
Nel terzo capito lo viene approf ondito il tema dei “social
network”. Innanzitutto, cos’è un sito di social networking? Un sito di
social networking è un s ito che co nsente agli utenti di co nfigurare un
profilo o un homepage personali e di sviluppare una rete sociale online.
Si definiscono siti d i social network quei servizi web che
permettono la creazione di un profilo pubblico o sem i-pubblico
all'interno di un sistem a vincolato, l’articolazione d i u na lis ta d i
contatti, la possibilità d i sco rrere la lis ta d i am ici d ei prop ri con tatti.
Attraverso ciò questi servizi perm ettono di gestire e rinsaldare online
amicizie preesistenti o d i es tendere la propria rete di contatti. I siti di
social networking hanno fatto la loro prim a apparizione a partire dagli
anni Novanta. Ben presto, il num ero dei siti di social networking è
cresciuto in m aniera esponenziale . Ma, chi è che m ostra un vivo
interesse verso i social network? I social network riscuotono un grande
successo tr a i teenag er, gli adu lti e gli anziani ( la cosidde tta
12
generazione della Seconda Guerra Mondiale) Curiosamente, un grande
interesse verso i social network è st ato mostrato anche d a parte delle
imprese. Al m omento, quali sono i so cial network più famosi e più
frequentati? Esistono social ne twork per tutti i gusti: Facebook
,MySpace, Netlog, Lik edIn, Bado o, Twitter, ecc… Attualm ente, i
social network diventano sempre più longevi. Che i social network più
che essere un fenomeno stessero diventando «il “fenomeno”della rete si
era intuito orm ai da tem po, tanto da far parlare gli esperti di
“generazione Facebook” e teorizzare la nascita di un’altra identità per
tutti coloro che com unicano e strin gono amicizia utilizzando le pagine
personali online. La rete di sec onda generazione sta galoppando a una
velocità im pressionante e Facebo ok sta guidando la corsa che,
inevitabilmente, va a scapito d ella vecchia mail, ormai considerata da
molti superata e penalizzata d all’ingombrante feno meno dello
spamming. .
In effetti, l’ultim a ricerca di Nielsen, osserv ando le abitudini
online in nove Paesi del m ondo, ha notato che nel corso dell’anno
passato blog e social network si sono guadagnati un maggior numero di
utenti rispetto alla e-m ail. Infine , com e possono essere classificati i
frequentatori dei siti si social networking? Essi si distinguono in: Alpha
Socialisers, Attention Seekers, Followers, Faithfuls e Functionals.
Curiosamente, anche coloro che non frequentano siti di social
networking possono essere raggruppati tr a di loro. La distinzione verrà
fatta in bas e alle m otivazioni per cui mostrano una certa resisten za ad
utilizzare i social netw ork. Essi si suddividono in: Concerned about
13
safety, Technically inexperienced e Intellectual rejecters. Infine, sono
stati analizzare i pro e contro dei social network, di com e e quando
questi possono avere successo e come possono fallire.
Tra i punti di forza troviam o: la natura virale delle r eti che
cambiano continuam ente dim ensioni, la possibilità di costruirsi una
propria identità on-line, l’ accrescimento del proprio sapere, la
necessità umana di condividere e ,infine, il bisogno umano di
connettersi. Invece, tra i punti di debolezza di un social network
troviamo i seguenti pro blemi: la privacy, la mancanza di sistemi che
ricompensino o penalizzino un membro, la mancanza di un vero
contesto, la mancanza di integrazione con altre applicazioni; la
mancanza di interoperabilità.
Nel quarto ed ultim o capito lo viene af frontato il tem a della “e -
democracy” o “cyberdemocrazia”. E’ innegabile che la Rete dovrebbe
assolvere proprio questa funzione : aprire un vasto spazio di
partecipazione alla creazione delle idee e delle questioni politiche. Al
giorno d’oggi, il funzionam ento della Rete si fonda interam ente su
questa logic a. Dalla f usione dell’ intelligenza co llettiva di m ilioni di
persone con un potentissimo strumento di comunicazione, si è venuto a
creare uno spazio in cui trovano espressi one la libertà del dibattito e la
valutazione individu ale. In Rete, l’assenza di barr iere di access o
contribuisce ad aumentare la partec ipazione. I weblog si caratterizzano
per la loro trasparenza, e la trasparenza consiste anche nell’esprimere il
proprio giudizio o pregiudizio. Propri o perché la Rete è accessibile a
tutti, poss iamo trovar e anche p ersone nocive per la community, i
14
cosiddetti troll o più semplicem ente disturbatori. Tuttavia, la Grande
Rete possiede un sistem a i mmunitario ben funzionate per difendersi
dagli attacchi di questi individui. Una delle stra tegie più usate è quella
di ignorare com pletamente i troll, com e se non esistessero. Un altro
aspetto che la Rete racchiude in sé è la funzione educativa, nel senso
che consen te agli ind ividui di aum entare la loro con oscenza e
migliorare costante mente. Se in p assato ne ll’antica Grec ia,
l’educazione veniva diffusa attrav erso la parte cipazione nelle
discussioni pubbliche, in quanto i cittadini più giovani inesperti
apprendevano da quelli pi ù sapienti, oggi la Rete svolge la m edesima
funzione. Certamente, non è suo intento ricreare le forme di democrazia
diretta tipica dell’antica Grecia, m a si limita a dare vita a nuove for me
di partecipazione popolare, “ateni esi” nella sostanza m a non nella
forma.
D. de Kerc khove si interroga sul rapporto che intercorre tra le
nuove tecn ologie, telem atiche, multim ediali ed interattive, e le
conseguenti nuove for me di de mocrazia da esse create. Ma, uno dei
maggiori contributi riguardo al rap porto tra le nuove tecnologie e le
conseguenti nuove form e di gove rno ci è stato dato da P. Lévy.
Secondo l’autore, le nuove tecnol ogie telem atiche, quali la rete
telefonica globale, la televisione sa tellitare, la p roliferazione dei c anali
televisivi e, più re centemente, il ne twork mondiale di computer creato
da Internet, stanno insiem e creando un nuovo spazio pubblico. Questi
nuovi media, infatti, accessibili da ogni luogo e caratterizzati da un alto
livello di interattività favoriscono il sorgere spontaneo di com unità
15
virtuali deterritorializzate ed inc entivano una sempre più es tesa libertà
d’espressione, e ribaltano il vecchio parad igma dei m ezzi di
comunicazione tradizion ali, b asati s u una prod uzione e trasm issione
delle inform azioni “da uno a m olti” , ad un nuovo e rivoluzionario
paradigma com unicativo “da m olti a m olti”. In poche parole, la
diffusione delle inform azioni e l' accesso libero e incondizionato alla
conoscenza, la possibilità di una pa rtecipazione diretta , di un dialogo
continuo, senza frontiere e che lascia spazio alle dive rsità sono alcune
delle caratteristiche della cy berdemocrazia. Ad ogni modo, non
dobbiamo però farci prendere da facili entusiasmi: se è vero che il più
grande vantaggio della cyberdemoc razia è l’ass oluta libe rtà d i
espressione di qualsiasi istanza po litico-culturale, è pu r vero che
proprio questa m ancanza di qualsiasi tipo di regolam entazione e di
controllo ne rappresenta anche un limite pericoloso. Intanto, il dibattito
sull’e–democracy s i artico la tra i cyber-enthusiastic, co loro che
difendono l’autonom ia assoluta delle reti, fondata sulla libertà di
accesso e la partecipazione diretta, e i cyber-skeptic, coloro che hanno
una concezione più critica verso le nuove tecnologie. Ora, se per i primi
l’accesso alle nuove tecnologie com porterebbe il ritorno all’ideale
rousseauiano di de mocrazia diretta, fondata sul m odello partecipativo
ateniese, per i secondi ciò non si potrà m ai realizzare. Per quanto
riguarda il rapporto che interco rre tra social network e politica,
possiamo affer mare che i social network, da un punto di vista
squisitamente politico, possiedono la capacità di influenzare le scelte di
milioni e m ilioni di persone. In r ealtà le opinioni su lla società si
16
vengono a form are al di là del livello della politica agit a. In rete le
opinioni vengono condivise, discusse, re se pubbliche e ri distribuite e,
per di più, i cittadini hanno la possibilità di avere una maggior libertà di
espressione e opinione insiem e ad un’interattività che p ermette di
confrontarsi in tem po reale sulle tem atiche p olitiche p iù attua li e
approfondire su più fonti le questioni ritenute più importanti. Il grande
successo ottenuto da Howard Dean nella prima fase delle prim arie
democratiche del 2004, quando conduceva la sua cam pagna quasi
esclusivamente online, ha convinto molti a guardare con più attenzione
alla Rete e ad utiliz zare i social network com e nuovo strum ento di
comunicazione politica. Per di più, in un recente studio in titolato The
Power and Politics of Blogs, D.Drezner e H. Farrell sostengono che «la
politica ch e conta ha già rivo lto verso il basso la curva di
apprendimento sulle nu ove dinam iche di Rete. Se inf atti d a un lato i
weblog hanno raggiunto lo status di nuovo soggetto politico, di voce
dell’opinione pubblica, dall’altro i poteri forti cominciano a prendere le
misure»
2
. È ipotizzabile che , in un imme diato futuro, i rapporti tra la
nuova pubblica opinione e la politica tradizionale troveranno un loro
punto di equilibrio. Comunque, per le nostre democrazie si tratta di una
occasione, che anche i politici più aperti all’innov azione non si
lasceranno scappare.
2
Drezner D., Farrel H., The Power and Politics of Blogs, in http://www.utsc.utoronto.ca
17
CAPITOLO 1: LA RIVOLUZIONE DIGITALE.
1.1 La “Grande Rete”: il sist ema operativo della società
digitale.
Tim Bernes-Lee, l’inventore del World Wide Web, descrive il web
così come lo vede a fine 2008: «il web è estremamente importante, è un
mezzo di comunicazione, e non è più un network di pag ine ma una rete
di persone, è l’umanità […]»
3
.
Con l’avvento dei weblog la “Grande Rete” è diventata uno spazio
virtuale in cui pubblicare è facile così com e leggere, segnando il
passaggio dall’era dei mass–media all’era del medium di massa.
E non solo, i weblog hanno reso po ssibile uno sviluppo più rapido
e stabile delle relazioni tra le persone, fornendo loro un punto di identità
preciso.
Da un punto di vista prettam ente tecnico- funzionale è sempre
stato semplice pubblicare sul web.
3
Versione italiana dell’intervento di Tim Bernes-Lee del 27 novembre 2008 in
http://venicesessions.it
18
«I fornitori di accesso hanno realiz zato sin dai primi anni del Web
piccole ap plicazioni (chiam ate Content M anager Sy stem) che
consentivano ai loro clienti di aggiornare i propri siti semplicem ente
scrivendo il testo»
4
.
Era com pito dell’applicazione, poi, de finire il set si reg ole d i
formattazione dei contenuti e pubblicar lo sul W eb. Verso la fine degli
anni ’90 un gruppo di sviluppatori, chiamati “i ragazzi d i Pitas.com”,
decisero di realizzare uno di questi si stemi e metterlo a disposizione del
grande pubblico gratuitamente.
In brev e tem po molte altre persone, aziende e centri di
comunicazione ne seguirono l’esempio.
Al giorno d’oggi, chiunque può di sporre di un suo canale di
comunicazione personale a costi piuttosto bassi o addirittura nulli.
Internet, infatti, «può essere a pa gamento, come la magna pars dei
siti relativi alla r icerca giuridica, o talun i Web site di giorn ali (come il
Sole 24 Ore), m a può anche essere gratuita per l’utente, com e è
avvenuto pe r le Tv co mmerciali, m ediante l’inserzion e e ntro i s iti d i
consultazione, dei cosiddetti Banner, m anifesti pubblicitari
elettronici.»
5
.
La storia della diffusione di quest e applicazioni non è sufficiente a
spiegare la com plessità del f enomeno e a dare un’idea del loro valo re,
4
Granieri G., La società digitale, ed. Laterza , Bari , 2006 , pag.20.
5
Consoli E.M.D., Sangiuliano G., Manuale di teoria e tecniche dei new media, Edizioni
Scientifiche Italiane, 2006, pag . 290.
19
poiché «nessun oggetto, nessuna cosa, ha esistenza o rilievo nella società
umana se non per il significato che gli uomini possono dare loro»
6
.
Dunque, la “storia dei weblog” non si esaurisce con l’esam e della
soluzione tecnica e della sua di ffusione: «i weblog hanno m esso a
sistema Internet, popo lando in m aniera defin itiva quella ch e prima era
un’infrastruttura d i co municazione e rend endola un’ap plicazione
sociale»
7
.
Milioni e m ilioni di persone, co n il loro “punto di presenza
personale” hanno com inciato ad es ercitare una forte influenza
sull’organizzazione della Rete e ad usarla com e se fosse il “sis tema
operativo” della società digitale.
1.2 Una rivoluzione che parte dal basso.
Oggi, siamo testim oni di una grande trasform azione che ha
investito tutti i settori della società.
Ma, si tratta di una trasfor mazione che, per la prim a volta nella
storia dell’uom o, non nasce dall’alto o dai cosiddetti poteri forti, né
nasce dalla volontà di p ochi o di ch i ha i mezzi e le risorse da investire.
6
Sahlins M., Cultura e utilità. Il fondamen to simbolico dell’ attività pratica, Bompian i,
Milano,1982, pag.169.
7
Granieri G., La società digitale, op.citata.