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management Ł stato introdotto in quanto piø volte nella trattazione si far  ad esso 
riferimento e all interno della descrizione dello stesso si Ł provveduto a dare una 
definizione e una descrizione accurata del rischio, in quanto elemento di base di tutto 
il lavoro affrontato. 
Il capitolo poi, affronta il mercato assicurativo nell ottica di una modifica delle 
condizioni di accesso al credito per le imprese. Un impresa ben coperta comporta 
minori rischi. Una garanzia assicurativa (una fideiussione) incide sulla probabilit  di 
default di un impresa in merito al modello descritto dal Nuovo Accordo di Basilea, a 
seguito del meccanismo della sostituzione garante per garantito. Allo stesso modo 
incide sulla probabilit  d insolvenza, e quindi sul rating a ssegnato all impresa, il suo 
grado di copertura rispetto ai rischi della propria attivit . 
Per questo motivo Ł stata descritta una serie di prodotti assicurativi cui le imprese 
possono ricorrere per soddisfare i propri bisogni di copertura. I prodotti analizzati, 
variando poi in modo a volte anche sostanziale da compagnia a compagnia, sono stati 
quelli del Gruppo Zurich Italia S.p.a., i dirigenti del quale hanno fornito a chi scrive 
materiale interessante ed approfondito per una miglior comprensione delle 
problematiche via via affrontate e, pertanto, in ogni capitolo vi saranno dei contributi 
derivanti dalle persone via via citate. 
¨ stato analizzato, sempre nel corso del secondo capito lo, un modello realistico 
assimilabile a quello attuato dagli istituti bancari al fine di definire il modo in cui le 
banche assegnano un rating alle aziende, attraverso la stima della probabilit  di 
default. In questo modo ci si Ł focalizzati sul perchØ i prodotti assicurativi, siano essi 
di copertura in senso stretto, o di garanzia, incidano sul rating aziendale. In questo 
modo si Ł analizzata la prima delle variabili fondamentali nel nuovo approccio di 
Basilea 2, la Probability of Default appunto (PD). L accordo per , al fine della 
determinazione del capitale di vigilanza degli istituti bancari, prevede che vengano 
calcolate, da parte delle banche che fanno ricorso al metodo Internal Rating Based 
Advanced, anche altre variabili, ossia la Loss Given Default (LGD), l Exposure at 
Default (EAD), e la perdita attesa (Expected Loss   EL), le quali sono state tutte 
analizzate al fine di giungere ad una determinazione del pricing (tasso) il piø 
coerente possibile con il profilo di rischio dell impresa affidata. Questo in quanto 
l accordo di Basilea non impone una correlazione tra profilo di rischio (e quindi di 
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capitale da accantonare) e pricing dell operazione, ma Ł probabilmente corretto che 
un rapporto di proporzionalit  esista, cosa che in effett i accade. Ed Ł per questo che 
le coperture assicurative impattano non soltanto sulla possibilit  di accesso al credito 
(e quindi migliorando il rating dell impresa), ma anche sulle condizioni di accesso 
allo stesso. 
Con il tema del pricing si chiude il secondo capitolo per aprire, nel terzo, una finestra 
su quella che Ł stata, Ł e probabilmente sar , l evoluzione del rapporto tra istituti 
bancari e compagnie assicurative. 
La trattazione si apre con la descrizione delle aree che classicamente sono 
considerate in modo contrapposto di collaborazione e di competizione tra banche ed 
assicurazioni. In particolare si Ł analizzata la distribuzione attraverso gli sportelli 
bancari di prodotti assicurativi, introducendo cos  il paragrafo sulla 
bancassicurazione, con il quale ci si Ł proposti di analizzare il rapporto unico, 
bancario ed assicurativo, che le imprese potrebbero instaurare con l istituto bancario 
al fine di ottimizzare tempi e costi ed accedere contemporaneamente ed in modo 
integrato sia ad un finanziamento che alle coperture adeguate a garantire un livello di 
rischiosit  minore al fine di ottenere lo stesso a c ondizioni migliori. 
Si Ł per  descritto il perchØ questa situazione sia soltanto teorica e nella pratica non 
attuabile in relazione ai limiti di manovra che i dipendenti bancari hanno in merito ai 
prodotti assicurativi che offrono. 
Allo stesso tempo, si Ł dimostrato come alcune aree che, invece, sono da sempre 
state considerate scenario di concorrenza tra banche ed assicurazioni, possano 
rivelare opportunit  di collaborazione importante, specie  alla luce di Basilea 2: si 
tratta delle garanzie fideiussiorie. 
In conclusione di questo capitolo Ł stato riportato uno schema, fornito dall Ing. 
Brignoli, responsabile della funzione Risk Management del Gruppo Zurich Italia 
S.p.a., che descrive come, alla luce anche dell introduzione di Solvency 2 per le 
compagnie assicurative, le autorit  abbiano voluto auspica re nel lungo termine una 
perfetta triangolazione che vede ai tre vertici le banche, le assicurazioni e infine il 
cliente, con le prime due e le loro agenzie (filiali) che operano attivando importanti 
sinergie, alla base delle quali ci sono gli accordi di Basilea 2 e Solvency 2. 
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Il capitolo conclusivo della trattazione, il quarto, analizza infine il marketing 
assicurativo alla luce di ci  che Ł stato sin qui descrit to. 
In particolare esso si apre con una inquadratura generale del marketing dei servizi e 
di quello assicurativo, al fine di identificarne le peculiarit . In particolare il focus 
viene mantenuto sui prodotti assicurativi offerti al segmento business, coerentemente 
con l impostazione di tutto il lavoro.  
Sono comunque state necessarie delle precisazioni sul marketing assicurativo in 
generale, che hanno consentito di giungere fino all analisi del marketing mix 
assicurativo, ossia le variabili di prodotto, premio, distribuzione e comunicazione 
dell impresa di assicurazione in attuazione delle strategie di marketing determinate a 
monte. 
Dopo una descrizione di questi ultimi aspetti il capitolo Ł concluso da alcune 
riflessioni relative all approccio specifico che le compagnie assicurative dovrebbero 
intraprendere nei confronti della clientela business e da alcune riflessioni sulla 
comunicazione verso la stessa fornite dal Responsabile Commerciale del Gruppo 
Zurich Italia S.p.a., Ing. Stefano Nalin. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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CAPITOLO I 
Il Nuovo Accordo di Basilea 
 
1.1 Basilea 2: lo scenario generale1 
L attuazione del Nuovo Accordo di Basilea (Basilea 2) ha comportato rilevanti 
modifiche nel sistema di gestione del rischio creditizio da parte delle banche, con 
conseguenze strettamente legate alla concessione del credito alle imprese. Le 
disposizioni del nuovo accordo, il cui processo di revisione ed elaborazione si Ł 
concluso il 26 giugno 2004, sono state applicate in due fasi: 
• a partire dalla fine del 2006, per quanto riguarda l approccio standardizzato e 
quello dell internal rate foundation, che Ł stato applicato dalle banche di 
piccole dimensioni e con strutture meno elaborate; 
• a partire dalla fine del 2007, per i metodi piø avanzati per la valutazione del 
rischio che saranno applicati dalle banche internazionali e di grandi 
dimensioni. 
A seguito della nuova normativa, la gestione del rischio per le banche ha assunto 
un importanza fondamentale, in quanto l attivit  svolta dall istituto bancario 
comporta l assunzione di rischio da parte della stessa ed inoltre il rischio deve essere 
quantificato, valutato e supportato da un adeguato capitale.  
Da ci  deriva che il cliente, inteso come impresa che  ricorre al sistema creditizio, 
dovr  dotarsi di strumenti adeguati e di sistemi gestionali,  amministrativi e finanziari 
tali da poter assicurare il flusso di informazioni e garanzie da fornire al sistema 
bancario affinchØ lo stesso possa concedergli il ricorso al credito alle migliori 
condizioni possibili. 
Qualora l impresa non presenti per la banca quei requisiti idonei a garantirne il 
rischio assunto, potrebbe vedersi ridurre l ammontare del credito concesso o 
applicare delle misure e condizioni piø svantaggiose, con i relativi riflessi economici 
e finanziari negativi. 
                                               
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 Cfr. Michelini R., in Basilea 2 e il futuro sistema creditizio per le imprese, Collegio dei Ragionieri e 
dei Dottori Commercialisti di Milano e Lodi, 2004. 
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Il nuovo accordo si articola in tre parti fondamentali denominate  Pilastri , 
strettamente legate tra loro: 
• requisiti patrimoniali minimi; 
• controllo prudenziale dell adeguatezza patrimoniale; 
• rafforzamento della disciplina esercitata dal mercato sui comportamenti degli 
intermediari (trasparenza delle informazioni). 
Le principali novit  introdotte dal nuovo accordo riguardano  l introduzione del 
rischio operativo tra gli elementi di calcolo del requisito patrimoniale complessivo, 
che affianca il rischio di credito e di mercato (gi  pre visto da Basilea 1) nonchØ una 
serie di cambiamenti relativi alla misurazione del rischio di credito. 
 
1.1.1 Il  Primo Pilastro : i requisiti patrimoniali.  
Il Primo Pilastro ridefinisce la normativa relativa al capitale minimo che deve essere 
posseduto dalle banche in funzione del rischio complessivo da queste assunto.  
I requisiti patrimoniali minimi si basano su elementi gi  previsti in Basilea 1, ossia: 
• Una definizione comune del patrimonio di vigilanza (numeratore del total 
capital ratio); 
• Il concetto di attivit  ponderata per il rischio (denomi natore); 
• Il rapporto tra patrimonio di vigilanza e attivit  pondera te per il rischio (total 
capital ratio). 
Sia il coefficiente minimo di patrimonializzazione (8%) che le regole atte a definire il 
patrimonio di vigilanza (numeratore) sono rimaste invariate; le novit  del nuovo 
accordo invece riguardano il denominatore: il rischio di credito subisce delle 
revisioni, viene introdotto il rischio operativo, mentre non varia il concetto del 
rischio di mercato. Nella valutazione del rischio di credito e di quello operativo le 
banche possono optare fra tre metodologie: 
• Per il rischio di credito: 
o metodo standard; 
o metodo dei rating interni (di base); 
o metodo dei rating interni (avanzato). 
• Per il rischio operativo: 
o metodo dell indicatore semplice;