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materiali, accorciando il divario con i paesi storicamente sviluppati del mondo
occidentale. E il caso del Brasile, dell India e della Cina, cos come di alcuni
paesi africani quali il Sud Africa, che negli ultimi anni hanno registrato sensibili
miglioramenti. Le condizioni materiali di tali paesi non sono paragonabili a
quelle dei paesi industrializzati, ma la sensazione Ł che siano riusciti ad
imboccare la strada giusta verso l uscita definitiva dalla povert . Tuttavia, se un
gruppo di paesi Ł riuscito in tale impresa, i rimanenti definiti oggi come paesi in
via di sviluppo sono ancora bloccati a posizioni di estrema arretratezza, ed
un analisi odierna sembrerebbe confermare la loro inerzia nei confronti di una
pronta ripresa. In termini relativi, quindi, i paesi poveri diventano sempre piø
poveri.
La popolazione mondiale che si trova in condizioni di estrema povert
corrisponde a circa un miliardo e si concentra essenzialmente nell Africa sub
sahariana. I paesi della regione soffrono di una serie di problemi che Paul
Collier individua in quattro trappole. Tre di queste sembrerebbero delle ovvie
cause della povert e della mancanza di sviluppo pe r i paesi che hanno la
sfortuna di caderci: Ł il caso della trappola del conflitto, del malgoverno e della
mancanza di sbocchi al mare. Un paese insanguinato da un conflitto o
depredato dalla corruzione difficilmente ha la possibilit , almeno fino a quando
tali caratteristiche persistono, di potersi liberare dal sottosviluppo, soprattutto se
il contesto in cui tali problematiche nascono Ł gi di per sØ depresso come
quello del sub continente africano. Tuttavia, la quarta trappola che Collier
individua risulta essere difficile da comprendere in un primo momento, tanto da
poter essere definita paradossale: la trappola delle risorse naturali. Molti paesi
della regione hanno la possibilit di poter sfrutta re la ricchezza derivante dai
giacimenti minerari, dai diamanti, dal gas naturale, dal petrolio, e da ogni sorta
di materia prima molto ricercata e ben remunerata sui mercati internazionali. Di
conseguenza si potrebbe pensare che il suo possesso sia la via di uscita dalla
condizione di povert ed il lascia passare per un r apido processo di sviluppo e
prosperit . L evidenza dice il contrario. Oggi, la maggior parte dei paesi
dell Africa sub sahariana «benedetti» dalle risorse sono tra i piø sottosviluppati
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del mondo e registrano le stesse performance economiche dei paesi che ne
sono privi.
Il seguente lavoro prende spunto da tale considerazione e cerca di
individuare gli elementi che caratterizzano la stagnazione dei paesi in possesso
di tale ricchezza. In particolare, verranno presi in analisi quei paesi in possesso
della risorsa naturale di gran lunga piø importante per l intero sistema
economico mondiale, ovvero il petrolio. Storicamente l attenzione sugli sviluppi
dei paesi petroliferi si Ł focalizzata sui paesi del Medio Oriente, quali l Arabia
Saudita e gli Stati del Golfo Persico. Tale regione lungi dall essere
considerata un area di sviluppo al pari di quella dei paesi industrializzati riesce
a mantenere, grazie alle esportazioni petrolifere, una situazione di relativa
stabilit economica. Lo stesso non si pu dire per i paesi petroliferi dell Africa
sub sahariana: le risorse petrolifere non si sono tramutate, ad oggi, in un
elemento capace di far uscire tali paesi dalla categoria denominata «ultimo
miliardo». La situazione che persiste Ł quella della stagnazione economica:
dovuta alle caratteristiche delle rendite petrolifere, i paesi produttori dell area
sono soggetti ad espansioni e frenate economiche continue, e quindi ad una
persistente instabilit economica che non fa altro che peggiorare i problemi
strutturali gi presenti in tali societ . La ricche zza petrolifera, difatti, risulta
essere il detonatore per lo scoppio di altre problematiche tipiche dei paesi
poveri dell Africa e che, di conseguenza, rende la situazione ben peggiore
rispetto a quei paesi che non sono in possesso dell «oro nero». Nei seguenti
capitoli si cercher di dare una spiegazione sulle diverse dinamiche
economiche, istituzionali e politiche che la riso rsa naturale petrolio crea nei
paesi esportatori, focalizzandosi sulle caratteristiche principali dei regimi
petroliferi sub sahariani. I paesi presi in considerazione sono otto: l Angola, la
Nigeria, il Congo (Brazaville), la Guinea Equatoriale, il Ciad, il Gabon, il
Camerun ed il Sudan. Tutti questi paesi diversi p er grandezza territoriale,
popolazione ed altri aspetti vengono accomunati d alla loro dipendenza al
petrolio e dal modo in cui le risorse derivanti dal greggio hanno influenzato e
modellato l intera struttura socio-economica.
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Le caratteristiche principali dei paesi dell area considerata vengono
delineate nel primo capitolo. Per meglio capire la portata della componente
petrolifera diviene utile descrivere i dati relativi alla produzione di greggio. La
regione in questione costituisce oggi una delle zone a piø alta densit produttiva
dell Africa ed i dati sulla produzione, sulle riserve e sull orizzonte di produzione
non fanno che confermare tale aspetto. Il petrolio risulta essere la principale
risorsa presente, nonchØ la piø sfruttata: tale elemento viene alla luce
osservando quanto il settore petrolifero pesi su diverse componenti
economiche, quali il PIL, le esportazioni e le risorse statali. Quanto il petrolio
abbia inciso sulla qualit dello sviluppo si pu os servare attraverso l ausilio di
alcuni indicatori fondamentali: tale aspetto sar l argomento della seconda parte
del primo capitolo.
Il secondo capitolo, di impronta piø teorica, affronta due concetti
importanti per comprendere le dinamiche attraverso cui la trappola delle risorse
naturali si protrae nei paesi dell area. Gli Stati petroliferi estremamente
dipendenti dal greggio possono essere definiti Stati rentier, in base al principale
mezzo di sostentamento dell economia nazionale e nel complesso dell intera
societ : la rendita. Quest ultima crea all interno della societ un sistema
parassitario che si disinteressa totalmente delle attivit realmente produttive. Il
secondo paragrafo del capitolo si occuper della resourse curse. Per molti versi
simile al concetto della «trappola delle risorse naturali» di Collier, la resource
curse individua in alcuni aspetti derivanti dalla ricchezza di risorse naturali
quegli elementi che non permettono di utilizzare al meglio tale benedizione.
Nel terzo capitolo si entrer nel vivo dell argomen to. L analisi degli aspetti
petroliferi dal lato economico Ł essenziale. La particolare struttura della rendita
petrolifera viene analizzata alla luce del mercato internazionale del petrolio: le
continue oscillazioni dei prezzi petroliferi creano all interno dei paesi in analisi
una struttura economica estremamente farraginosa ed incapace di rispondere
alle necessit di pianificazione economica. L ampio uso degli investimenti e
della spesa pubblica rischia di surriscaldare l economia, creando forti alterazioni
difficilmente sanabili anche sul lungo periodo. La rendita si ripercuote sul resto
delle attivit produttive non petrolifere attrave rso l effetto della cosiddetta
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Dutch Disease intaccando la competitivit dei prodotti naziona li. Di
conseguenza, si distruggono i gi deboli settori es portabili e si gonfiano i settori
non produttivi del paese.
Sul lato politico-istituzionale, l eccessivo legame con il petrolio si traduce
nella trasformazione dell intero apparato decisionale alle esigenze dettate dal
settore petrolifero. Nel quarto capitolo verranno descritti tali aspetti. Partendo
dall eredit che le potenze coloniali hanno lasciat o al momento della loro uscita
di scena in termini di istituzioni, il regime petrolifero trova terreno fertile per
rafforzare il suo particolare sistema. Corruzione, reti clientelari e comportamenti
rent-seeking accompagnati da elementi neopatrimonialistici saranno le
caratteristiche principali di ogni paese petrolifero sub sahariano.
Nel quinto capitolo si prender in considerazione i l legame che intercorre
tra petrolio, democrazia e conflitti. L autoritarismo risulta essere una delle
caratteristiche dei regimi petroliferi africani: la rendita petrolifera elimina quel
rapporto tra cittadino e Stato che risulta necessario per la formazione di
qualsiasi entit statale. L assenza di tassazione e l elargizione di prebende,
attraverso l utilizzo della spesa pubblica, eliminano quel controllo democratico
che i componenti di una societ esercitano sull uti lizzo dei soldi pubblici. Se il
legame tra petrolio e democrazia Ł inesistente, lo stesso non si pu dire per
quello tra petrolio e conflitti: nella seconda parte del capitolo si analizzer come
le risorse naturali, ed il petrolio in particolare, siano spesso la causa scatenante
di molti conflitti africani o, in un certo qual modo, siano un elemento
fondamentale di tale dinamica.
Nel capitolo conclusivo l attenzione si sposta sul crescente interesse che
il petrolio africano ha suscitato agli occhi della Cina. La necessit di garantire gli
approvvigionamenti energetici, di diversificare le importazioni di greggio e di
promuovere la continua crescita dell economia cinese ha portato il continente
africano al centro delle strategie politiche di Pechino. Con un intenso
interscambio commerciale in continua crescita e profonde relazioni politiche,
intavolate gi all epoca di Mao Zedong, la Cina si Ł garantita una grossa fetta di
risorse petrolifere ed un ruolo sempre maggiore nelle economie dei paesi del
continente. La particolare strategia messa in piedi da Pechino ha costituito il
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punto di forza della penetrazione cinese ed Ł riuscita a guadagnarsi la fiducia
delle elite africane, che sempre di piø si staccano dal legame con l occidente
per abbracciare quello piø proficuo, ai loro occhi, con il paese asiatico.
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Mappa 1 L Africa politica
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Capitolo 1
VISIONE D INSIEME
We are in part to blame, but this is
the curse of being born with
a copper spoon in our months
Kenneth Kaunda2
In questo primo capitolo verranno delineate alcune caratteristiche
fondamentali dei paesi in analisi in riferimento alla principale risorsa disponibile,
il petrolio, e ad una serie di indicatori di sviluppo ritenuti significativi. Un analisi
preliminare su tali aspetti diviene utile per capire in seguito la portata che il
settore petrolifero ha sui paesi produttori.
Nel primo paragrafo verranno affrontati i dati relativi al settore petrolifero
di ogni paese: la produzione giornaliera, le riserve comprovate, l orizzonte di
produzione e il grado di dipendenza. Nel secondo paragrafo si analizzeranno i
dati di alcuni indicatori riguardanti tre settori (economico, sviluppo umano ed
istituzionale), utili per individuare le differenze ed i punti in comune, nonchØ per
dare meglio l idea del grado di sviluppo che i paesi petroliferi sub sahariani
hanno raggiunto oggi.
2
Presidente dello Zambia dal 1964 al 1991.
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Mappa 2 L Africa petrolifera sub sahariana
Fonte: BP Statistical review of World Energy; International Petroleum
Encyclopedia.
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1.1 I paesi petroliferi della regione sub sahariana
L area dell Africa sub sahariana che viene presa in esame comprende
sostanzialmente la regione centrale del continente, passando dalla costa ovest
e quindi dal golfo di Guinea fino ad arrivare a lambire il corno d Africa sulla
costa est. I paesi petroliferi dell area si possono dividere in due categorie: la
prima comprende i paesi che si affacciano sul golfo di Guinea, e quindi Nigeria,
Gabon, Guinea Equatoriale, Camerun, Congo ed Angola3; la seconda Ł
composto da Ciad e Sudan, posizionati nella zona centro-orientale. Le due
categorie si differenziano essenzialmente sotto un aspetto: il posizionamento
dei giacimenti petroliferi. Mentre i paesi del golfo di Guinea hanno la fortuna di
avere le risorse sulla costa, immediatamente contigue o localizzate
direttamente in mare, il Sudan e il Ciad hanno i giacimenti lontani dai porti
commerciali, sia per la mancanza di sbocchi sul mare (Ciad) sia per l eccessiva
distanza tra quest ultimi ed i luoghi d estrazione.
L area in analisi diventa notevolmente importante alla luce di tre
elementi: la produzione odierna, le riserve petrolifere comprovate e la possibilit
di sviluppi futuri. La produzione media nel 2001 secondo i dati del FMI (Fondo
Monetario Internazionale) si assestava a 3.8 mili oni di barili di petrolio al
giorno, l equivalente del 5 % della produzione di greggio mondiale4. Attualmente
la produzione Ł salita ad oltre 5.5 milioni di barili al giorno e costituisce il 7 %
circa della produzione globale5. Tenendo conto che la percentuale di
produzione del continente africano si assesta al 12.4 (tabella 1), e che le zone
di produzione sono geograficamente concentrate sulla costa mediterranea (in
particolare in Algeria e Libia) e nel golfo di Guinea, possiamo sostenere che la
zona in questione costituisca oggi una delle aree di maggior interesse
internazionale, anche in chiave futura, per soddisfare la sempre piø crescente
3
Si Ł scelto di non prendere in considerazione altri paesi produttori di petrolio della zona in
base alle dimensioni territoriali e di popolazione (Sªo TomØ e Principe) e alla non considerevole
produzione petrolifera (Ghana, Costa D Avorio).
4
Katz M., Bartsch U., Malothra H. e Cuc M., Lifting the resource curse: improving petroleum
revenue management in Sub-Saharan Africa, IMF, Washington DC, 2004.
5
British Petroleum (BP), BP Statistical Review of World Energy 2009, p. 6.