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Questo apparato è composto dallo scheletro toracico: con una
componente ossea ed una muscolare, le vie aerofore: formate dai
polmoni e il diaframma.
Durante la respirazione l’apparato toracico ha differenti modalità di
movimento, esse sono principalmente due:
1) Secondo l’asse orizzontale- trasversale: si verifica a livello delle
articolazioni costo-vertebrali, è detto a “ leva di pompa”.
In genere più pronunciato nella parte alta del torace, caratterizzato
da movimenti di elevazione ed abbassamento all’estremità anteriore
delle coste.
L’elevazione costale corrisponde all’inspirazione, l’abbassamento
all’espirazione.
E’ la modalità tipica del sospiro.
2) Secondo l’asse antero–posteriore: passa per i punti articolari
anteriori e posteriori è detta a “manico di secchio” costituita da un
movimento di elevazione e abbassamento della parte esterna
dell’arco costale, mentre le estremità restano fisse.
Si può parlare anche di dilatazione e restringimento, tipico della
parte bassa del torace, è detto respiro addominale.
L’elevazione-dilatazione corrisponde all’inspirazione,
l’abbassamento- restringimento all’espirazione.
Il respiro detto addominale ha luogo nell’atteggiamento di
“proiezione vocale”, la dilatazione inspiratoria corrisponde allo
slancio che precede il respiro fonatorio, il restringimento espiratorio
corrisponde al soffio fonatorio.
Tale modalità respiratoria è considerata la più corretta per la salute
dell’organo vocale, tuttavia la respirazione toracica superiore non ha
nulla di obbligatoriamente patologico nel momento dell’emissione
vocale.
Questi movimenti possono essere eseguiti isolatamente oppure
essere combinati tra loro, occorre però tenere presente che uno
slancio respiratorio ben adattato è un importante elemento per la
buona salute dell’atto vocale, (Le Huce 1993).
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1.2 Il diaframma ed i muscoli addominali
Il diaframma è una parete divisoria muscolo-tendinea, con funzione
regolatrice per la respirazione e separa il torace dall’addome,
talvolta non è regolare, ma presenta due cupole: la cupola
diaframmatica destra e sinistra.
La cupola diaframmatica destra è più alta della sinistra, a riposo
raggiunge il quarto spazio intercostale.
La cupola disframmatica sinistra al contrario raggiunge la quinta
cartilagine costale.
Il diaframma presenta una parte centrale aponeurotica chiamata
centro frenico ed una parte periferica muscolare formata da fascicoli
giustapposti che si inseriscono sulla circonferenza del centro
frenico.
Da qui si dispongono a raggio per terminare sull’orifizio inferiore
del torace.
Il diaframma è il muscolo ispiratore principale, la sua contrazione
determina un aumento del volume toracico nelle sue tre dimensioni:
verticale, (abbassamento); orizzontale in direzione antero-posteriore,
(spostamento in direzione anteriore della parete addominale);
orizzontale da destra a sinistra, ( dilatazione del torace).
Questa contrazione si traduce a livello delle coste inferiori in
elevazione ed abduzione, ciò significa che il diaframma porta
l’estremità anteriore della costa in alto e verso l’esterno.
Il diaframma costituisce una porzione della parete della cavità
addominale, cavità ovoidale, di cui copre l’apice.
Fa parte dei muscoli che circondano la cavità, come gli addominali
ed è in contiguità con essi.
La contrazione delle sue fibre muscolari si traduce in una
diminuzione della superficie della parete della cavità addominale, a
causa della disposizione a raggio delle fibre muscolari
diaframmatiche e della situazione del diaframma come polo della
cavità addominale, la conseguenza della diminuzione della
superficie dell’involucro del contenuto addominale è un’ evoluzione
verso l’arrotondamanto della cavità stessa.
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Le conseguenze di questo arrotondamento sono l’abbassamento del
centro frenico, (polo superiore della cavità addominale), il
movimento verso l’esterno della parete addominale e dunque delle
coste che sono consolidate alla parete stessa.
L’abduzione costale appare così come conseguenza indiretta
dell’accorciamento delle fibre del diaframma a causa del
cambiamento operato nella ripartizione del contenuto addominale.
L’elevazione costale può, al contrario, essere considerata come una
conseguenza diretta dell’accorciamento della porzione costale delle
fibre muscolari del diaframma così come l’allungamento (per
distensione), della porzione laterale della parete addominale.
Il diaframma svolge un’azione opposta a quella dei muscoli della
fascia addominale il cui ruolo è di provocare il restringimento in vita
della parete addominale e la retrocessione verso l’alto delle cupole
diaframmatiche, per questo diciamo che il diaframma e gli
addominali sono muscoli antagonisti.
Questo antagonismo addominali-diaframma ha una particolare
importanza in occasione del respiro fonatorio nella “proiezione
vocale”, (voce per interagire).
Nella respirazione addominale il diaframma regola l’emissione del
respiro opponendo una certa resistenza all’azione degli addominali
che controlla.
1.3 La laringe
La laringe è l’organo principale della fonazione ,è un organo impari,
mediano, posto nella regione anteriore del collo davanti alla faringe
con la quale comunica, sopra la trachea e sotto l’osso ioide di cui
segue i movimenti.
Ha forma di piramide tronca la cui base è rivolta verso l’alto e
l’apice verso il basso, in diretta continuazione con la trachea.
La laringe presenta una struttura cartilaginea mantenuta in posizione
da legamenti e muscoli, rivestita internamente da mucosa.
Cinque cartilagini costituiscono il suo scheletro:
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-La cartilagine tiroide: si compone di due lamine a forma di
quadrilatero divergenti verso l’alto per la presenza della incisura
mediana e convergenti ad angolo acuto in basso ove formano il
pomo d’adamo.
La cartilagine tiroide delimitando la laringe anteriormente e
lateralmente costituisce una protezione dai traumi.
-La cartilagine cricoide: si trova sotto la cartilagine tiroide e sopra al
primo anello tracheale, ricorda la forma di anello con castone posto
posteriormente è unita alla cartilagine tiroide tramite il legamento
crico-tiroideo.
-Le cartilagini aritenoidi: pari e simmetriche hanno la forma di
piccole piramidi sovrapposte al margine superiore dell’anello
cricoideo.
La loro base presenta due apofisi; una anteriore è l’apofisi
vocale,che sporge nella cavità laringea e da inserzione alle estremità
posteriori delle corde vocali vere; una posteriore è l’apofisi
muscolare che costituisce il punto di intersezione dei due muscoli
crico-tiroidei laterale e posteriore. Agli apici delle aritenoidi sono
sovrapposte due cartilagini accessorie chiamate cartilagini
cornicolate (o del Santorini).
-L’epiglottide: E’ una lamina di cartilagine elastica sottile e
pieghevole, avente la forma di una foglia che partendo dal margine
interno dell’incisura tiroidea si dirige obliquamente in alto ed
all’indietro per formare un coperchio sopra l’apertura superiore
della laringe.
Le varie cartilagini sono unite tra loro mediante articolazioni e
legamenti, questi ultimi contribuiscono in modo rilevante alla
configurazione esterna dell’organo, paragonabile ad un tubo chiuso.
Ricordiamo per importanza il legamento tiroideo, che unisce il
margine superiore della cartilagine all’osso ioide, il legamento
crico-tiroideo, teso tra il margine inferiore della cartilagine tiroide
ed il bordo superiore della cricoide e Il legamento crico-tracheale,
che consente il collegamento tra la laringe ed i primi anelli tracheali.
L’apparato muscolare laringeo è formato da muscoli estrinseci ed
intrinseci.
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I muscoli estrinseci: sono superficiali ed esterni si staccano dalle
varie cartilagini laringee per raggiungere gli organi vicini in modo
tale da permettere alla laringe quei movimenti verticali di estrema
importanza soprattutto durante la deglutizione.
I muscoli intrinseci: sono veri e propri muscoli della fonazione in
quanto regolano l’ampiezza della rima glottica, la tensione delle
corde vocali e la posizione dell’epiglottide.
I muscoli intrinseci si suddividono in:
-Muscoli crico-aritenoidei posteriori; i quali originano dal contorno
della cartilagine cricoide e si inseriscono al processo muscolare
delle cartilagini aritenoidi, la loro contrazione porta all’abduzione
delle corde vocali che si affrontano lungo la linea mediana, pronte
per la fonazione.
-Muscoli crico-aritenoidei laterali; antagonisti dei precedenti
originano dal bordo superiore dell’anello cricoideo per dirigersi alle
apofisi muscolari delle cartilagini aritenoidi, abducono le corde
vocali che si affrontano così lungo la linea mediana, pronte per la
fonazione.
-Muscoli crico-tiroidei; tesi tra la feccia anteriore della cartilagine
cricoide e la zona mediale della tiroide, questi muscoli hanno
funzione di allungare e tendere le corde vocali.
-Muscoli inter-aritenoidei; che congiungono posteriormente le
cartilagini aritenoidi, potenziano l’adduzione delle corde vocali.
L’innervazione della muscolatura intrinseca laringea è assicurata da
due branche del nervo vago:
-Il nervo laringeo inferiore o ricorrente; che è un nervo motore e
innerva tutti i muscoli intrinseci ad eccezione del crico-tiroideo;
-Il nervo laringeo superiore che innerva il muscolo crico-tiroideo e
fornisce la sensibilità a tutta la mucosa laringea.
I due nervi ricorrenti, destro e sinistro, compiono un percorso
differente e vengono a contatto con struttura anatomiche differenti.
Il nervo laringeo superiore: ha funzione prevalentemente sensitiva
mentre il ricorrente è un vero e proprio nervo motorio della laringe.
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La parte interna laringea, ricoperta nella sua totalità da uno strato
mucoso, delimita una cavità per lo più tubolare che superiormente si
apre nella faringe ed inferiormente continua nel canale tracheale.
Tale cavità nel suo tratto intermedio è ridotta ad uno spazio
allungato in direzione antero-posteriore (regione glottica), limitato
lateralmente da quattro listarelle sovrapposte, due per lato, distinte
in superiori o corde vocali false e inferiori o corde vocali vere.
Le prime hanno un colorito roseo e si inseriscono anteriormente
all’angolo della cartilagine tiroide e posteriormente alle cartilagini
aritenoidi, sono costituite da una lamina fibrosa elastica e devono il
loro nome al fatto di non avere alcun ruolo nella fonazione normale.
Circa tre mm sotto le false corde troviamo le corde vocali vere, esse
appaiono come due nastri di colorito perlaceo, formate da fasci
fibrosi elastici e fasci muscolari rivestiti da mucosa.
Le inserzioni delle corde vocali sono mobili posteriormente e fisse
anteriormente dove le estremità di entrambe le corde si inseriscono
sulla cartilagine tiroide.
Sotto la glottide si trova uno spazio di forma cilindrica,è la regione
sotto glottica, limitata in alto dalle corde vocali vere e in basso da un
piano immaginario passante per il margine inferiore della cartilagine
cricoide, (Le Huce 1993).
La laringe una triplice funzione :
1) Protezione delle vie aeree inferiori: si manifesta all’atto della
deglutizione con il meccanismo di chiusura dello sfintere glottico al
passaggio del bolo alimentare.
2) Dare passaggio all’aria durante la respirazione: anche durante la
respirazione tranquilla ove si osserva un continuo ed armonico gioco
delle corde vocali che si allontanano durante l’inspirazione e si
avvicinano nell’atto inspiratorio .
Il grado di adduzione delle corde vocali, in questo caso, è
influenzato dal bisogno di ossigeno da parte delle vie aeree inferiori,
infatti in caso di affezioni respiratorie si osserva la massime apertura
delle corde vocali
3) La fonazione: tutti i suoni emessi nella conversazione e nel canto
hanno origine dalle vibrazioni in senso laterale delle corde vocali
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che impartiscono oscillazioni pressorie all’aria inspirata, (De Filiffis
Cippone, 1985).
1.4 I risuonatori
I risuonatori sono costituiti da una serie di cavità: faringe, bocca,
naso, che consentono l'amplificazione del suono e le variazioni del
timbro, parametro vocale caratterizzato dalle armoniche, multiple
del suono fondamentale o laringeo.
-La faringe, è un tubo muscolare che può variare di forma e volume,
a seconda del suono laringeo da rinforzare, può essere suddivisa in:
ipofaringe o faringe bassa, in cui è situata la tonsilla linguale;
mesofaringe, a livello buccale, in cui si riscontrano le tonsille
palatine; epifaringe, a livello delle coane nasali.
La faringe è separata dalle fosse nasali per mezzo del muscolo
costrittore superiore faringeo che, contraendosi, ne restringe la
cavità; a ciò contribuisce anche il velo del palato, o palato molle,
lamina muscolare, che si innalza nell'emissione fonemica.
L'insufficienza della funzione velare provoca una variazione del
timbro, con aumentata risonanza .
Anche le guance, la lingua e le labbra contribuiscono a modificare,
durante i loro movimenti, la risonanza.
-Il naso, a forma di piramide con una base (narici) ed un apice
(radice) ha funzione respiratoria, olfattiva e fonatoria.
Gli orifizi delle narici si continuano con le fosse nasali fino al loro
sbocco nell'epifaringe, (coane).
Le fosse nasali (destra e sinistra) sono separate da un setto
osteocartilagineo e nella parete laterale di ognuna delle due fosse
nasali sboccano, mediante dei canalini tortuosi, i seni paranasali,
rivestiti dalla medesima mucosa che ricopre le fosse nasali.
I seni para nasali sono cavità annesse alle fosse nasali e con esse
comunicanti, sono in numero di otto, quattro per lato, (De Santis,
1986).
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1.5 Il Soffio fonatorio e la meccanica vocale
Lo scheletro laringeo ed i muscoli intrinseci sono tappezzati da una
mucosa con costituzione e spessore differente nelle diverse zone che
ricopre.
All’altezza del muscolo aritenoideo interno e parallelamente a
questo si differenzia nella sottomucosa, un legamento elastico detto
legamento vocale, molto aderente al muscolo.
Il legamento vocale (muscoli aritenoidei e mucosa che li riveste),
costituisce la corda vocale che si presenta come un nastro bianco
orizzontale con direzione anteroposteriore, molto mobile, a sezione
triangolare, con bordo mediano quasi tagliente detto anche labbro
vocale.
Le due corde vocali si uniscono in avanti sulla linea mediana e
delimitano tra di loro la zona più stretta dello spazio endolaringeo
(glottide), che aprono e chiudono quando si sposta la loro inserzione
posteriore, (aritenoidea).
La glottide si apre durante l’inpirazione e si chiude nella fonazione.
Al di sopra della corda vocale c’è un’altra plica mucosa, parallela e
più corta, la banda ventricolare o falsa corda formata da tessuto
connettivo, essa non interviene normalmente nella fonazione, ma
può avere funzione compensatoria in caso di gravi lesioni delle
corde vocali.
Un istante prima che la pressione del soffio espiratorio aumenti
bruscamente nel cono tracheale subglottico, le corde vocali si
adducono e si tendono in parte per un riflesso miotatico, in parte per
le leggi comuni della dinamica .
Quanto maggiore è la durata e l’intensità della chiusura glottica
tanto maggiore è la pressione espiratoria e viceversa.
In condizioni normali il meccanismo di adduzione, provocato da
vari muscoli aventi diverso meccanismo d’azione, è rapido ma non
violento, in questo modo i bordi delle corde vocali (labbra vocali), si
uniscono per tutta la loro lunghezza.
Il meccanismo di adduzione, a parità di altezza tonale non è uguale
per tutti i fonemi, vocali e consonanti.