7
Infine, nel capitolo 6, verrà mostrato su quali punti fondamentali si basi
l’impatto delle tecnologie Web sulla supply chain di un’impresa, con il supporto dato
da altri due studi di casi aziendali.
8
2 E-commerce: situazione attuale
2.1 Tipologie di E-commerce
Secondo la definizione dell’Osservatorio Permanente presso il Ministero
dell’industria commercio e artigianato (basata sulla Comunicazione della
Commissione Europea al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale
e al Comitato delle regioni), l’e-commerce, o commercio elettronico, “consiste nello
svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via elettronica e comprende
attività diverse quali la commercializzazione di beni e servizi, la distribuzione di
contenuti digitali, l’effettuazione di operazioni finanziarie e di borsa, gli appalti
pubblici ed altre procedure di tipo transattivo delle Pubbliche Amministrazioni”.(1)
Come si può notare la definizione comprende un gran numero di attività: in
questo contesto si concentrerà maggiormente l’attenzione sulla promozione,
l’acquisto, la vendita di prodotti (beni e servizi) attraverso Internet. Verrà considerato
anche il commercio elettronico cosiddetto “in senso lato”, ovvero anche la semplice
promozione commerciale di prodotti tramite Web, senza che vi sia una effettiva
transizione di tipo finanziario online.
L’E-commerce, in base alle parti chiamate in causa, può essere classificato
come segue.
2.1.1 Business to business
Le transazioni di questa tipologia avvengono tra sole aziende (ad esempio tra
un produttore di beni ed un suo fornitore di materie prime). Con il termine
“transazioni” non si intendono solo scambi di ordini e pagamenti in formato
elettronico, ma anche condivisione di cataloghi di prodotti, di manuali tecnici,
accesso a e offerta di servizi ad aziende partner. Questa forma di contatto esisteva
anche prima della diffusione delle tecnologie Internet: l’e-commerce si effettua tra
partner reciprocamente ben noti, attraverso reti extranet. Il termine “extranet” è stato
solitamente usato per descrivere reti che connettono partner d’affari
indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, ma se in passato la maggior parte delle
9
extranet aziendali constava di reti private con tecnologia EDI (Electronic Data
Interchange) usate per relazionarsi con partner consolidati, negli ultimi anni ad esse
si sono andate affiancando con sempre maggiore frequenza extranet basate sui
protocolli di Internet e che utilizzano il sistema di telecomunicazione pubblico,
soprattutto come supporto per instaurare rapporti con aziende nuove, tanto che
quest’ultimo tipo di rete viene sempre più spesso richiamato nelle definizioni di
extranet nei testi (2). Sulle cause della diffusione dei protocolli di Internet a discapito
di quelli dell’EDI si tornerà in seguito (vedi 2.3).
2.1.2 Business to consumer
In questo contesto rientrano tutti i contatti di carattere elettronico tra aziende e
utenti finali. E’ senza dubbio la forma più appariscente di commercio elettronico, su
cui ultimamente si è notevolmente focalizzata l’attenzione dei media, anche se,
come si vedrà in seguito, non è la più importante, almeno fino ad oggi, per quanto
riguarda il volume d’affari ad essa legato. Questo tipo di e-commerce è, però, senza
dubbio quello che ha tratto maggiori vantaggi dalla notevole diffusione di Internet a
livello mondiale, poiché ha incrementato il numero di possibili acquirenti
raggiungibili dalle aziende tramite Web. Il contatto con il pubblico attraverso
Internet ha inoltre facilitato a molte aziende la raccolta di dati di tipo demografico,
che può avvenire principalmente in due maniere differenti: la prima consiste nel
richiedere direttamente al cliente le informazioni, mediante compilazioni di moduli
(form) per l’accesso a determinati servizi; l’azienda, quindi, ottiene un elenco di
visitatori che hanno fornito i loro indirizzi di posta elettronica per poter ricevere
notizie su sviluppi futuri ed eventuali offerte speciali; solitamente i moduli dei siti
sono progettati in modo da includere le principali categorie di interesse, in modo che
i clienti possano selezionare le informazioni che vogliono ricevere. L’altro modo per
ottenere informazioni sulla clientela è quello indiretto, mediante un’accurata analisi
del sito, la quale aiuta a stabilire quali prodotti e quali servizi i visitatori acquistano,
quali ignorano e quale sia l’effettiva navigazione tra le varie pagine, in modo che
l’azienda sia in grado di valutare l’entità delle vendite on-line, l’efficacia delle
promozioni, individuare i prodotti e i servizi di successo, o viceversa quelli che
suscitano uno scarso interesse.
10
2.1.3 Business to administration e consumer to administration
Queste due forme di commercio elettronico consistono nelle transazioni
elettroniche tra la pubblica amministrazione e, rispettivamente, le imprese e i
cittadini.
Mediante l’adozione delle nuove tecnologie del commercio elettronico si può
mirare allo sviluppo di nuove modalità di interazione tra amministrazione e cittadini
e imprese in una vasta gamma di servizi pubblici: anagrafici, territoriali, sanitari,
fiscali, culturali, del lavoro; in particolare, l’utilizzo di tali applicazioni può portare al
miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei procedimenti degli uffici
amministrativi preposti all’erogazione di quei servizi, come autorizzazioni,
certificazioni, risoluzione di contenziosi, le cui lentezze incidono maggiormente sulle
attività produttive.
Nonostante i grandi benefici che potrebbero derivarne, tutte le forme di
commercio elettronico che coinvolgono l’amministrazione pubblica sono, soprattutto
in Italia, ancora in una fase iniziale a causa dell’inevitabile lentezza che caratterizza i
suoi aggiornamenti tecnologici: appare fin troppo chiaro che l’appalto non è un
mezzo adeguato per l’acquisizione di tecnologie avanzate, dal momento che
trascorrono tempi troppo lunghi tra l’insorgere di un’esigenza e il suo
soddisfacimento, e, inoltre, questo modo di procedere, reso obbligatorio dalla legge,
non è in grado di garantire in modo adeguato né la trasparenza della gestione del
progetto, né la qualità del prodotto.
2.1.4 Consumer to consumer
Questo tipo di commercio elettronico ha avuto un notevole diffusione
nell’ultimo anno in Italia, grazie alla nascita di numerosi siti Web ad esso legati e a
efficaci campagne promozionali effettuate sui canali tradizionali (radio, televisione):
si tratta delle aste on-line consumer to consumer. Va ricordato che il meccanismo
delle aste viene utilizzato anche per transazioni in cui sono coinvolte delle aziende
(aste business to consumer, business to business), ma fuoriescono dal presente
contesto, che vede coinvolte le transazioni (acquisto, vendita) di beni e servizi tra
individui. Solitamente la transazione avviene interamente in un sito Web, su cui
innanzitutto un singolo mette all’asta un oggetto, scegliendone la categoria
11
appropriata; i potenziali acquirenti selezionano una categoria, scelgono un oggetto di
loro interesse ed effettuano un’offerta; alla conclusione del periodo d’asta specificato
chi ha fatto l’offerta più alta acquista l’oggetto. La maggior parte dei siti d’asta
consumer to consumer non stabilisce le modalità del pagamento e della spedizione,
solitamente negoziate tra venditore e acquirente.
2.2 E-commerce e i processi aziendali
Considerando le attività che un’azienda può svolgere, distinguiamo i seguenti
tipi di applicazioni di commercio elettronico.
2.2.1 Marketing
L’azienda, grazie alle tecnologie offerte dal Web, ha a disposizione, oltre ai
mezzi di comunicazione tradizionali (riviste, quotidiani, televisione), quelli di tipo
elettronico, tra cui si possono ricordare i banner pubblicitari, i motori di ricerca, le
liste di distribuzione di posta elettronica.
I motori di ricerca, in particolare, risultano essere, secondo uno studio
effettuato dalla Georgia Tech University (2), il primo strumento con cui le persone
scoprono specifici siti Web; l’azienda, quindi, ha a disposizione una grande
opportunità di marketing nella registrazione dei contenuti del suo sito presso i
principali motori di ricerca, oppure presso quelli più specifici per il suo settore di
attività.
I banner pubblicitari vengono visualizzati su una pagina Web quando un
potenziale cliente accede a quel sito, essi sono uno dei metodi più appariscenti per
effettuare del marketing di beni e servizi su Internet. I banner svolgono una duplice
funzione: la principale è quella di fornire un link al sito dell’azienda di cui riporta la
pubblicità, ma se anche non riescono a spingere l’utente a fare click su di essi,
fungono da veri e propri cartelloni, aumentando la consapevolezza di marca nel
consumatore, che porta con sé il suo messaggio.
Anche la posta elettronica può essere utilizzata come mezzo pubblicitario, la
cui efficacia risulta essere tanto maggiore quanto migliore è l’indirizzamento dei
12
messaggi verso uno specifico target: se un cliente riceve un messaggio di suo
interesse al momento giusto si viene a creare un’esperienza positiva che si traduce in
un ritorno di immagine per l’azienda; esiste un rovescio della medaglia: se i
messaggi sono troppo frequenti oppure di poco valore si crea un’esperienza negativa
che, nel peggiore dei casi, si traduce nella perdita del potenziale cliente.
In particolare, gli strumenti offerti dalle tecnologie Web abilitano le aziende
all’”One-to-One” marketing. Esso consiste in un approccio che punta all’offerta di
prodotti e di servizi a un consumatore per volta, identificando prima, andando
incontro, poi, alle sue esigenze individuali. Tale approccio viene ripetuto numerose
volte con ogni cliente dell’impresa, in modo da dare luogo a relazioni solide e
durature.
2.2.2 Vendite
Il modello più comune sul Web per la vendita di prodotti e servizi è il “virtual
store-front”, ovvero il negozio virtuale, in cui sono incorporati e supportati i prodotti
in vendita e i servizi forniti, oltre a eventuali informazioni sull’azienda, promozioni,
eventi speciali, registrazioni e altri elementi che possono aggiungere valore alla visita
al sito. Secondo la procedura più diffusa di acquisti on-line, un cliente visita un sito
Web mediante un browser; egli seleziona, quindi, un oggetto da acquistare e lo
aggiunge a un carrello della spesa, in cui inserirà eventualmente altri prodotti di suo
interesse. Dopo l’inserimento delle informazioni sulla spedizione e sulla sua carta di
credito, al cliente viene presentato un riepilogo con le indicazioni degli oggetti, dei
loro rispettivi prezzi e dei dati sulla fatturazione. L’idea alla base di questo
meccanismo è molto simile a quella dei cataloghi comunemente usati da numerose
aziende: di ogni prodotto sono dati un codice, il nome, la descrizione, il prezzo; vi
sono, eventualmente, informazioni aggiuntive sul colore, le dimensioni, il peso,
accompagnate da una fotografia dell’oggetto stesso e da indicazioni di qualsiasi altra
caratteristica specifica.
Tra i servizi più rilevanti che un negozio on-line può offrire si ricorda la
personalizzazione (customization), che permette al cliente di confezionare il prodotto
seguendo le sue necessità e i suoi gusti. Uno degli esempi più significativi è fornito
da Dell Computers (3), dotato di un sito Web in cui il cliente può costruire un
computer on-line scegliendone il processore, la memoria, il disco fisso e altri
13
accessori invece che selezionare semplicemente uno dei numerosi PC già pronti per
la vendita. La personalizzazione del prodotto o del servizio può avvenire anche per
mezzo di un motore di ricerca inserito nel negozio virtuale, con cui il cliente ricerca
informazioni specifiche legate ai prodotti e alle sue esigenze. Questo tipo di servizio
avrà un ruolo particolarmente rilevante nei contesti di prodotti come quelli finanziari,
gli assicurativi, l’abbigliamento, i viaggi e l’entertainment, in cui le preferenze dei
consumatori sono variegate e non riescono ad essere facilmente aggregate e
classificate (4).
2.2.3 Servizi post-vendita
Nel contesto dei servizi post-vendita, quello che, in ordine cronologico, viene
prima degli altri è, senza dubbio, la consegna del prodotto al cliente che ha effettuato
l’acquisto. Le innovazioni apportate dalle tecnologie legate all’e-commerce fanno
sentire i propri benefici soprattutto sui prodotti, tra cui si ricordano non solo il
software per computer, ma anche musica, film, riviste, giornali e servizi di altro tipo
come le traduzioni, che possono essere resi in forma digitale, e che, quindi, possono
essere direttamente distribuiti ai consumatori per mezzo del Web. Se, ad esempio, un
utente desidera una nuova versione del software “Navigator” di Netscape, egli può
ottenerla mediante un download da uno dei siti della compagnia presenti su Internet;
tale procedimento comporta numerosi vantaggi: l’azienda è sollevata dall’obbligo di
mantenere un inventario del software su cd o su altri supporti fisici che dovrebbero
essere spediti via posta al cliente; vengono ridotti in maniera drastica i costi di
trasporto; infine, dato che l’informazione in forma digitale può essere distribuita in
pochi minuti, contro gli svariati giorni di cui una spedizione per posta necessita,
l’ordine viene evaso con grande rapidità, la quale si può facilmente tradurre in una
maggiore soddisfazione del cliente.
Quanto detto, ovviamente, non si può applicare al contesto dei prodotti che
necessitano di un trasporto fisico; anche in questo caso, però, le applicazioni per il
commercio elettronico possono venire in aiuto per migliorare il servizio offerto dalle
aziende: la maggior parte dei pacchetti per l’e-commerce consente ai clienti di
seguire il viaggio (tracking) dei colli spediti con due delle maggiori compagnie di
spedizioni presenti al mondo, UPS e Federal Express. Vi sono dei tool che
permettono di integrare le informazioni in possesso della ditta di spedizioni con
14
l’ambiente del sito Web di commercio elettronico, in modo che venga data agli utenti
la possibilità di controllare l’andamento di un invio, in modo istantaneo, per mezzo
di un computer collegato a Internet.
La caratteristica più significativa del supporto ai clienti on-line è, senza dubbio,
la disponibilità dell’assistenza ventiquattro ore al giorno: in particolare le FAQ
(frequently asked questions) offrono una risposta immediata ai problemi dei clienti;
l’esperienza di assistenza on-line, inoltre, può essere creata su misura per ciascun
cliente, sulla base delle sue usuali necessità oppure delle informazioni ricavate dalle
sue più recenti visite al sito aziendale. La posta elettronica, invece, risulta essere un
ottimo mezzo per la generazione di rapporti commerciali ripetuti, soprattutto nel
contesto di prodotti le cui scorte vengono esaurite dal cliente con una certa regolarità:
le applicazioni per il commercio elettronico possono includere la funzionalità di
generazione automatica di un e-mail in cui viene suggerito il riordino del prodotto,
magari effettuabile tramite un semplice clic su un elemento, ad esempio un pulsante,
incorporato nel messaggio; tale procedimento garantisce una maggiore comodità sia
per il cliente sia per l’azienda. La posta elettronica può essere utilizzata anche per
effettuare delle indagini sul grado di soddisfazione del cliente riguardo al suo
acquisto, ricevere suggerimenti utili, eventuali critiche.
2.2.4 Acquisti e operation
Nei paragrafi precedenti sono state analizzate le attività aziendali che possono
trarre beneficio dalle applicazioni per il commercio elettronico, in un contesto che
vedeva l’azienda come fornitrice di prodotti e servizi ai propri clienti. Se si passa ad
analizzare il back-end, però, il punto di vista viene modificato, e l’azienda stessa
diventa un cliente, che acquista prodotti e usufruisce di servizi forniti da altre
compagnie. Anche se gli attori sono cambiati, i processi rimangono gli stessi, così
come i vantaggi che le tecnologie dell’e-commerce possono comportare: l’azienda
può effettuare delle indagini e ottenere informazioni sui suoi potenziali fornitori
mediante il Web; i contratti d’acquisto possono essere redatti in forma digitale, con
conseguente diminuzione della documentazione cartacea e dei tempi necessari alla
loro spedizione; categorie speciali di prodotti e di servizi possono essere direttamente
ricevuti in forma elettronica attraverso la rete di Internet, o altrimenti, per i casi in cui
una spedizione è necessaria, si possono ottenere informazioni dettagliate in tempo
15
reale sulla situazione dell’invio; l’azienda può usufruire dei servizi post-vendita on-
line offerti dai fornitori sotto varie forme (FAQ sulle pagine di un sito Web,
messaggi di posta elettronica).
Gli strumenti offerti dalle tecnologie Web possono migliorare anche i processi
di produzione interni all’impresa, dal momento che attraverso le applicazioni Intranet
permettono la creazione di un’infrastruttura atta a supportare la comunicazione tra le
diverse entità che costituiscono l’organizzazione aziendale. La condivisione
dell’informazione basata sulla trasmissione elettronica piuttosto che sui supporti
cartacei accelera i processi di comunicazione e ne riduce drasticamente le probabilità
di errore. Grazie a questi miglioramenti, le risorse a disposizione possono essere
sfruttate in maniera più efficiente e i tempi di sviluppo dei progetti ridotti.
2.2.5 Recruiting
Va fatta un’ultima considerazione riguardo a una particolare attività che un
numero sempre maggiore di aziende sta svolgendo, oltre che attraverso i canali
tradizionali, anche sul Web: il recruiting. L’azienda può dedicare alcune pagine del
suo sito per presentare le diverse figure professionali di cui necessita, spiegando
quali particolari caratteristiche e capacità sono richieste per svolgere le
corrispondenti attività; al visitatore vengono solitamente indicati degli indirizzi di
posta elettronica cui eventualmente inviare dei curricula vitarum.
16
2.3 La diffusione di Internet
Come è stato accennato sopra, il commercio elettronico ha ricevuto un forte
incentivo dalla notevole diffusione delle tecnologie Internet nel mondo. Tale
fenomeno non solo ha permesso a un numero sempre maggiore di utenti di visitare il
Web, ma ha anche consentito alle aziende di affiancare ai protocolli di
comunicazione (tra cui l’EDI) ormai consolidati, nuovi protocolli standard (TCP/IP)
che permettono di usufruire di sistemi di telecomunicazione pubblici tramite
tecnologie ampiamente diffuse, quindi con una grande disponibilità di applicazioni di
elevata qualità ma dai costi contenuti.
figura 2.1: Internet nel mondo: popolazione (fonte: International Data Corp., 1999)
Si prevede che nell’anno 2003 vi saranno ben 500 milioni di personal computer
collegati ad Internet. Se si pensa che un singolo PC può venire utilizzato da più
persone, i membri di una famiglia ad esempio, si può immaginare che i possibili
clienti per un’attività commerciale in rete possano facilmente superare il miliardo. E’
inoltre interessante notare che il continente che vivrà il fenomeno in maniera più
intensa sarà proprio quello europeo. Esso, infatti, negli anni a venire assisterà alla
maggiore crescita a livello mondiale, a discapito del Nord America e del Giappone,
dove, con ogni probabilità, la diffusione di Internet sta già raggiungendo livelli di
saturazione.
0
100
200
300
400
500
mi
lio
ni
1998 1999 2000 2001 2002 2003
anno
17
figura 2.2: Internet nel mondo: distribuzione (fonte: International Data Corp., 1999)
Le previsioni su una crescita esponenziale dell’utenza di Internet non possono
che portare a previsioni altrettanto ottimistiche sul volume d’affari legato ai vari tipi
di commercio elettronico. Anche se sulle cifre assolute tra le varie fonti (Forrester
Group, 1998; Yankee Group, 1996; Price Waterhouse, 1998; IDC, 1998) (5) vi è una
certa discordanza, tutti concordano sul fatto che le dimensioni del mercato
elettronico cresceranno notevolmente. In figura 2.3 sono riportate le previsioni di
eMarketer (6), che sono tra le più prudenti.
figura 2.3: Volume d’affari dell’e-commerce nel mondo (fonte: eMarketer, 1999)
Tale trend trova pieno riscontro nelle cifre del mercato europeo, in cui
attualmente vi sono 16 milioni di utenti che fanno abitualmente acquisti sul Web, con
un volume d’affari pari a circa 165 milioni di Euro, e che dovrebbe, nel 2002,
raggiungere la ragguardevole cifra di 3 miliardi di Euro (7). Si è inoltre assistito ad
una vera e propria esplosione nel numero di aziende europee che hanno adottato
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Nord
America
Europa Giappone Asia e
Pacifico
America
Latina
Resto del
mondo
1998 2003
0
50
100
150
200
250
300
mi
lia
rd
i d
i d
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ar
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business to customer business to business
1998
2002
18
applicazioni per il commercio elettronico (in senso lato: che non implica
necessariamente l’esecuzione di transazioni finanziarie), come si può vedere in
figura 2.4.
figura 2.4: percentuale di aziende europee che fanno e-commerce (fonte: EITO, 1999)
Nel contesto europeo, sono i paesi scandinavi a svolgere un ruolo di leader, e la
maggiore attenzione delle aziende per il commercio elettronico appare giustificata
dalla profonda penetrazione di Internet nelle popolazioni di queste nazioni: 30% in
Finlandia e Svezia, 22% in Danimarca (8). Le nazioni dell’Europa meridionale, però,
sono in rapido recupero, e anzi presentano i tassi di crescita più marcati: l’Italia è
passata nell’ultimo anno dal quattordicesimo al nono posto nella classifica degli
utenti Internet (9). Dagli 1,5 milioni di navigatori abituali presenti nel paese alla fine
del 1998, si prevede di superare, entro il 2000, la soglia dei 5 milioni (10).
Date queste cifre, è più che comprensibile il motivo per cui l’e-commerce sia il
fenomeno su cui si è concentrata maggiormente l’attenzione dell’economia
mondiale: esso presenta delle enormi potenzialità, ma perché tali prospettive si
realizzino effettivamente, affinché le aziende, e i loro clienti, possano trarre un reale
beneficio dall’introduzione di queste tecnologie, va affrontata una serie di questioni
che non hanno ancora del tutto trovato soluzione, e che potrebbero impedire alle
transazioni di tipo elettronico di diventare la norma.
1% 2%
6%
13%
29%
47%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
1994 1995 1996 1997 1998 1999
19
2.4 Conclusioni
Le previsioni riguardanti la diffusione dei personal computer nel mondo sono
numerose e spesso forniscono delle cifre diverse tra loro; un discorso analogo vale
anche e soprattutto per le previsioni sul volume d’affari del commercio elettronico,
contesto in cui si osserva una notevole varianza: si spazia, per quanto riguarda
l’e-commerce business-to-business nel 2002, dai 270 miliardi di dollari secondo
eMarketer (6) ai 1300 miliardi secondo IDC (5).
E’ comunque semplice trovare nelle varie previsioni un denominatore comune:
il numero di utenti in grado di raggiungere le aziende per via elettronica è in continua
crescita e, se in alcune zone del mondo, come l’America Settentrionale e la
Scandinavia, si iniziano ad osservare fenomeni di saturazione, in numerose altre, tra
cui lo stesso bacino mediterraneo in cui è inclusa l’Italia, ci sono tutte le premesse
per una diffusione rapida e capillare delle tecnologie Internet. Va ricordato anche un
altro importante punto comune a tutte le ricerche esaminate: la preponderanza del
volume d’affari di tipo business-to-business rispetto a quello business-to-consumer;
il notevole incremento dei visitatori del Web, quindi, è, senza dubbio, un fenomeno
di cui si deve tenere conto, ma non va considerato come il principale motore che
mantiene in movimento tutto il contesto generale del commercio elettronico.
Le tecnologie dell’e-commerce probabilmente modificheranno in maniera
significativa le modalità di acquisto dei consumatori, ma, se le previsioni sui volumi
d’affari a disposizione sono corrette anche in maniera approssimativa, i processi
aziendali che subiranno il maggiore impatto non saranno quelli del front-end, ovvero
le relazioni tra impresa e consumatori, bensì quelli del back-end, i quali permettono
all’azienda di instaurare rapporti con i fornitori di materiali, ossia altri centri di
business. Il motivo di tale differenza è semplice: la maggior parte dei nodi della
catena del valore di un’azienda rientra nel contesto business-to-business. Al livello
più semplice una supply chain, o catena del valore, consiste in un singolo legame tra
un venditore ed un compratore, i quali, ad esempio, possono essere un fornitore che
vende prodotti a un rivenditore al dettaglio. In contesti più complessi si possono
trovare catene multiple che danno luogo a strutture articolate, in cui i suddetti attori
svolgono un ruolo intermedio. In questa fitta struttura di relazioni tra organizzazioni,
20
il contesto dell’e-commerce business-to-consumer si limita a coinvolgere il livello
finale, in cui sono presenti i consumatori finali che effettuano acquisti presso i
venditori al dettaglio.
L’impatto delle tecnologie per il commercio elettronico si distribuisce su tutta
la catena del valore. I documenti generati dai processi di una supply chain di tipo
classico sono per lo più di natura cartacea e necessitano di numerose trascrizioni, con
il risultato di incrementare le probabilità di introdurre degli errori che si traducono in
ritardi e costi aggiuntivi; la trasmissione dei dati in formato elettronico, invece,
risulta essere notevolmente più rapida e con probabilità di errore decisamente
limitate. La trasmissione e la condivisione di informazioni così ottenute offrono dei
benefici a tutti i processi aziendali: si creano efficaci infrastrutture di collaborazione
che accelerano i tempi di sviluppo dei prodotti; si rendono possibili numerose
strategie, come il JIT (Just In Time) o il CRP (Continuos Replenishment Program),
per migliorare l’evasione degli ordini, con una riduzione dei costi di inventario; la
ricerca di nuovi fornitori risulta facilitata e il procurement è reso più flessibile grazie
allo snellimento dei mezzi di comunicazione inter-aziendali.
Naturalmente non vanno dimenticati i vantaggi che si riflettono sulle relazioni
con i consumatori, i quali possono accedere a prodotti e servizi personalizzati a
minore costo, ma bisogna sempre tenere presente che questo contesto è solo uno dei
numerosi livelli di una organizzazione aziendale, la quale ha subito nella sua
interezza l’impatto delle nuove tecnologie per il commercio elettronico.