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INTRODUZIONE
I media, da quelli tradizionali ai piø recenti media elettronici, rappresentano senza dubbio uno dei
settori piø controversi e affascinanti della ricerca sociologica. Oggigiorno, per , il panorama mondia le
dei mass media risulta essere profondamente cambiato e si qualifica come multimediale e globale.
Tali mutamenti, che investono sia la tecnologia, sia i contenuti fruiti dal pubblico, rappresentano una
sfida continua alla teoria e alla ricerca sociale, le quali cercano di produrre una sempre piø aggiornata
sociologia dei media.
La locuzione ricerca sociale designa, in generale, la ricerca scientifica condotta nel dominio delle
scienze sociali. Su un piano puramente analitico, gli studiosi distinguono per due orientamenti di
ricerca, uno empirico e uno teorico. La ricerca empirica produce i propri asserti e ne fonda la
plausibilit facendo esperienza del proprio soggett o; la ricerca teorica, invece, produce le proprie
affermazioni muovendo ora da un analisi dei risultati della ricerca empirica, ora attraverso lo sviluppo
autonomo di ipotesi e modelli. In realt , gli studi osi concordano sul fatto che una buona ricerca
empirica non pu ignorare affatto la teoria, cos c ome una ricerca teorica non pu trascurare i risult ati
della ricerca empirica.
Una ricerca empirica viene definita dagli studiosi come un insieme di operazioni eseguite con lo
scopo di produrre risposte a domande sulla realt . A partire dalla fine degli anni Settanta, infatti, le
analisi sul consumo dei media si sono caratterizzate per una sorta di svolta etnografica, orientata a
comprendere usi e significati dei mezzi di comunicazione, in relazione a particolari soggetti sociali e
in specifici contesti culturali. Si tratta di un metodo di tipo qualitativo (o, appunto, empirico) che si
distingue dagli approcci puramente quantitativi, basati esclusivamente su dati e numeri, ritenuti dagli
studiosi contemporanei ormai insoddisfacenti, se non perfino inadeguati e fuorvianti.
Alcuni studiosi credevano, infatti, che la ricerca scientifica e la sua teorizzazione, basata sulla
raccolta di dati quantitativi, potessero essere d aiuto agli studi sulla comunicazione per legittimare la
propria posizione in ambito accademico. Ma nel corso degli anni questi sforzi hanno incontrato serie
difficolt . Gli studiosi si sono accorti di come sp esso la comunicazione umana eluda la metodologia
scientifica, cos come molti aspetti dei complicati processi dell interazione sociale resistano a delle
semplici valutazioni oggettive.
Attraverso questa breve analisi si cercher , allo ra, di tracciare quel percorso che dall ambito generico
dell etnografia sociale conduce sino all analisi de l pubblico, passando attraverso l indagine
etnografica dei media. L approccio etnografico, infatti, applicato al campo degli studi sui media,
rappresenta per i ricercatori uno degli strumenti di analisi piø originali e fecondi della sociologia
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contemporanea, un mezzo innovativo oggi sempre piø indispensabile per conoscere le pratiche e le
strategie dell universo mediatico.
La fruizione dei media si articola in forme troppo molteplici e diversificate e possiede significati che
a prima vista potrebbero apparire banali. La ricerca etnografica, in questo ambito, ha lo scopo allora di
svelare tutti i meccanismi piø remoti e intimi, dalla produzione televisiva sino alle modalit di
fruizione dei prodotti da parte del pubblico. La televisione stessa appare ingannatrice: tutti la
guardano con regolarit e anche a lungo, e se ne di scorre quotidianamente e ovunque. Per questo fatto
si crede di conoscerla bene, ci si sente autorizzati a parlarne e anche in diritto di giudicarla. Eppure,
molte cose sfuggono all occhio dello spettatore comune, molti fenomeni sottostanti restano nascosti,
ignorati o inaccessibili, e forse proprio quelli piø significativi.
La ricerca etnografica nell ambito specifico dei media, secondo molti studiosi, possiede dunque lo
scopo di indagare la realt circostante. La televis ione, in particolare, si serve abitualmente di ricerche
di mercato per conoscere le opinioni e i desideri dei telespettatori in merito alla propria
programmazione. I meri dati di ascolto, per , non s ono che un indicatore molto approssimativo del
reale gradimento suscitato dai programmi e, in ogni caso, poco o niente dicono a riguardo le ragioni
del rifiuto che il pubblico, a volte, manifesta nei confronti di certi prodotti televisivi. A un livello piø
generale, attraverso le ricerche gli studiosi tentano allora di comprendere sia gli atteggiamenti dei
telespettatori verso la vita (valori condivisi, speranze e timori), sia ci che pensano della televisi one,
in modo da adeguare opportunamente l offerta.
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CAPITOLO 1
ETNOGRAFIA: UNA PRATICA SOCIALE
1. 1. L etnografia
Secondo numerosi studiosi, l analisi etnografica rappresenta oggi uno degli strumenti piø efficaci di
cui la sociologia si possa dotare per studiare ed analizzare i processi culturali e comunicativi; allo
stesso modo, a loro avviso, la sociologia delle comunicazioni di massa ha trovato un nuovo slancio
nell applicazione della prospettiva etnografica ai diversi momenti del processo comunicativo dei
media. Ma che cosa si intende esattamente con il termine etnografia?
L etnografia Ł una pratica di ricerca e analisi i cui tratti essenziali vennero delineati nella comunit
scientifica degli antropologi a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la quale consisteva nell osservazione
da parte di ricercatori di popolazioni e culture altre rispetto a quelle occidentali. Questa osservazione
si concentrava sullo studio di individui all interno del loro contesto naturale, nel quale essi svolgevano
le loro pratiche e le loro abitudini quotidiane, un contesto in cui il ricercatore si trovava a svolgere un
ruolo partecipante, almeno per quanto riguarda la condivisione degli spazi e delle cornici locali.
L indagine sul campo forniva i dati e gli elementi necessari per compilare una descrizione dettagliata
(una etnografia), che illustrava numerosi aspetti del comportamento e della mentalit del gruppo
studiato e proponeva possibili spiegazioni dei fenomeni osservati.
Secondo lo studioso Mario Cardano, tali ricerche non rappresentavano altro che il punto di vista
particolare dell etnografo, in quanto osservatore e autore del resoconto, il quale non solo introduceva
alla diversit delle culture indagate, ma contribui va a creare una prospettiva particolare, grazie all uso
di una voce narrante impersonale, che conferiva al racconto quella oggettivit necessaria a rendere
vero quanto veniva riportato.
In un clima culturale ancora egemonizzato dal positivismo, l antropologia di inizio secolo vide
nell osservazione diretta dei fatti etnografici la via per affermare il proprio statuto di scienza,
emancipandosi cos dall antropologia speculativa, en chambre,1 allora dominante. Si tratt di un
processo graduale che vide protagonista l intera comunit degli antropologi. L ingresso della
locuzione osservazione partecipante nel lessico scientifico non fu tuttavia immediato: tardarono i
sociologi a recepirla e, ancor di piø, gli antropologi.
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Gli antropologi inizialmente pensavano di poter studiare una cultura essenzialmente dai libri, senza recarsi direttamente
sul luogo oggetto di interesse.
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L osservazione partecipante rappresenta, dunque, il cuore e il tratto distintivo di un lavoro
etnografico. Nella ricerca etnografica questa tecnica Ł di norma impiegata in combinazione con altre
tecniche. Tuttavia, sostiene Cardano, affinchØ una ricerca possa essere considerata tale Ł
indispensabile che una quota non marginale della documentazione empirica sia prodotta attraverso
l impiego dell osservazione partecipante stessa.
Secondo lo studioso, l osservazione partecipante, e piø in generale la ricerca etnografica, consente di
ricostruire dall interno il profilo culturale della societ o del gruppo og getto primo della ricerca. La
cultura di un impresa o di un gruppo viene, infatti , delineata innanzitutto attraverso le
rappresentazioni condivise dalle persone che di quella cultura sono parte. Ci si propone, dunque, di
comprendere il punto di vista e i comportamenti dei nativi,2 attraverso le loro parole cos come
attraverso le loro stesse azioni. Ci , tuttavia, no n esaurisce i compiti del lavoro etnografico, cui si
aggiunge, secondo Cardano, l impegno di fornire una spiegazione di ci di cui i nativi non hanno
consapevolezza. Secondo lo studioso, alla realizzazione di questi scopi concorrono, allora, due
distinte disposizioni cognitive:
[ ] l impegno a una descrizione dettagliata del con testo sociale oggetto di osservazione e la tensione a
inscrivere questi dettagli all interno di una cornice teorica che conferisca loro un senso, e ci
indipendentemente e talvolta anche a dispetto del punto di vista dei nativi . 3
L osservazione costituisce la procedura di costruzione della documentazione empirica piø diffusa
nelle scienze sociali. Ci ha determinato un notevo le sviluppo delle tecniche d osservazione
all interno di molte discipline, tra le quali proprio la sociologia dei media. L osservazione
partecipante rappresenta, infatti, la tecnica principale per lo studio dell interazione sociale, ovvero
quel processo all interno del quale due o piø individui si trovano fisicamente presenti uno alla risposta
dell altro. Con questo metodo di studio, l interazi one sociale viene colta e osservata in un contesto
naturale, nel quale l osservatore si immerge e impara personalmente a conoscere, vivendo in questo
modo con le persone che gli stanno attorno.4
Gli oggetti cui questa tecnica pu essere applica ta con profitto sono, secondo numerosi studiosi, i piø
diversi: dal villaggio di un isola del Pacifico, al quartiere di una grande citt , al pubblico televis ivo.
Alla pluralit di oggetti corrispondono per sensib ili differenze nei modi in cui questa tecnica di
osservazione pu essere applicata nei diversi conte sti di ricerca. La forma assunta dall osservazione
2
Cardano definisce con questo termine gli individui facenti parte di un gruppo o di una societ oggett o di una indagine
etnografica.
3
Cardano, Mario, Tecniche di ricerca qualitativa. Percorsi di ricerca nelle scienze sociali, Carocci, Roma, 2003, pp. 110-
111.
4
Il rilievo della partecipazione quale strumento di comprensione di una cultura Ł sottolineato, infatti, da moltissimi autori
e studiosi, come lo stesso Cardano.
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partecipante dipende, allora, da un insieme molteplice di fattori; l etnografia offre, infatti, secondo lo
stesso Cardano, un inventario ricchissimo di itinerari di ricerca profondamente diversi tra loro,
determinati dalle scelte e dalle decisioni dettate dallo studio che si intende condurre, dalle
caratteristiche dell oggetto e dell osservatore, ol tre che dalla mutevole e variabile configurazione
degli eventi che si succedono sul campo nel corso dell analisi stessa.
1. 2. L interazione quotidiana
Tra i diversi metodi di studio sociologico l etnografia Ł stata, secondo Cardano, per molto tempo
considerata come un passatempo o uno svago, capace di produrre saggi o libri anche molto
interessanti, ma che avevano a suo avviso poco a che fare con una concezione scientifica della ricerca
sociale.
Diversi sono, secondo lo studioso, i fattori che hanno contribuito a produrre questo pregiudizio: in
primo luogo, la difficolt di codificare esattament e gli oggetti, le tecniche e i percorsi di una ricerca
cos varia e affidata piø al talento del singolo ricercatore che non ad una metodologia di analisi ben
codificata; in secondo luogo, la penetrazione di fattori antropologici o filosofici in una disciplina
come la sociologia, attenta da sempre a conservare i confini del proprio campo di indagine. Si deve
aggiungere, inoltre, che la pura aderenza a quelli che venivano considerati i canoni e i regolamenti
della ricerca sociale ha prodotto nel tempo molti lavori, ma, specifica lo studioso, molto spesso si
trattava di una produzione letteraria troppo banale e ripetitiva.
Cardano precisa, per , come questo giudizio negat ivo verso la pratica etnografica sia venuto a cadere
nel corso degli ultimi decenni del secolo scorso, in particolare grazie al diffondersi di alcune nuove
regole del metodo sociologico stesso. Nella misura in cui si verifica questo rovesciamento della
prospettiva d indagine, la necessit di un rapporto con le scienze sociali si fa a suo avviso piø urgente.
Si Ł diffuso, cos , secondo lo studioso, l interesse per un complesso di metodologie capaci di fare
emergere le pratiche e le attivit effettive degli attori sociali, professionali e quotidiani, in grado di
superare una volta per tutte le difficolt dell inc ontro conoscitivo tra lo studioso e l oggetto della
propria ricerca.
La relazione di potere che si viene a creare fra osservatore e osservato, insieme a tutte le diverse
strategie di scrittura dell etnografia, sono state al centro di una profonda critica nata all interno della
stessa antropologia. A tale proposito, Cardano si rif alle idee dell antropologo Clifford Geertz,
secondo il quale la realt non Ł altro che il frutto di una negoziazione, il cui ordine viene prodotto
dall interazione degli individui; sono proprio queste interazioni a produrre in definitiva la cultura. In
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base a questa prospettiva, allora, anche gli aspetti piø minuti ed insignificanti delle interazioni
quotidiane tre le persone assumono un valore che prima non possedevano.
Secondo lo studioso Rocco De Biasi, ciascun individuo vive infatti la propria esperienza abituale
della societ senza porsi questioni circa l essenza del mondo sociale che lo circonda e nel quale si
trova a vivere ogni giorno, in quanto ognuno considera scontata la realt della propria vita quotidian a.
Emerge, in questo modo, la necessit di analizzare dal punto di vista sociologico tutte quelle
esperienze e quelle attivit in cui ci si trova imm ersi per la maggior parte del tempo e sulle quali
solitamente non ci si sofferma a riflettere. All interno di questa prospettiva, secondo lo studioso, gli
etnografi identificano cos l unit delle proprie a nalisi nell universo della vita quotidiana, solitamente
dato per scontato, in quanto gli aspetti piø importanti delle cose sono in realt nascosti dalla loro
semplicit e dalla loro quotidianit e per questo m otivo nessuno se ne accorge, poichØ risultano essere
sempre sotto gli occhi e, dunque, ovvi. Afferma De Biasi:
Riteniamo ovvie queste conoscenze pratiche per il semplice fatto che anche agli occhi delle altre persone la
loro validit appare scontata. Si tratta della conoscenza di senso comune, di ci che tutti sanno . Tale
conoscenza implica una sorta di interscambiabilit dei punti di vista delle persone.5
La ricerca etnografica della vita quotidiana (che costituisce la cornice principale della comune
esperienza mediale) individua, secondo lo studioso, proprio in questo quotidiano l ambito nel quale
prendono forma le pratiche comuni, attraverso le quali gli individui costruiscono il senso della propria
identit e delle proprie attivit di tutti i giorni . Esistono, infatti, aspetti cos minuti della realt sociale
da essere per molto tempo passati inosservati, o trascurati come poco importanti. Lo studio
dell interazione faccia a faccia, ad esempio, ha per a suo avviso condotto negli ultimi decenni a
risultati sorprendenti, a partire dai lavori del sociologo canadese Erving Goffman. Egli si Ł impegnato,
infatti, a sviluppare una sociologia della vita quotidiana, del comune comportamento e delle sue
regole, aiutando a comprendere i modi attraverso i quali gli individui definiscono la propria identit
nel corso delle banali interazioni di ogni giorno.
Continuamente, specifica Goffman, ognuno di noi comunica con gli altri non solo a parole o a gesti,
ma anche attraverso il modo in cui ci si veste o tramite gli oggetti che si utilizzano. Le persone
possiedono, infatti, un bisogno continuo di informazioni; non si fa altro che trasmettere immagini di
se stessi, ricevendone altre in cambio, dando cos origine ad uno scambio continuo. L obbiettivo
dell etnografia Ł, dunque, secondo il sociologo, proprio quello di fornire una descrizione della realt
studiata, che tenga conto non solo del contesto storico sociale culturale, ma anche e soprattutto
5
De Biasi, Rocco, Che cos Ł la sociologia della cultura, Carocci, Roma, 2002, p. 33.