1
migliore disponibile».
Con l’ampia diffusione di nuove tecnologie che rendono sempre più facile e
velocelacreazioneepubblicazioneonlinedicontenutidapartediunsempre
maggior numero di utenti, aumentano proporzionalmente le probabilità che
si hanno, quando si naviga, di imbattersi in materiale non filtrato, validato
o verificato.
La necessità è quindi quella di capire, dopo un breve sguardo all’ambiente
del Web 2.0 e ai meccanismi che portano queste pagine ad essere le prime
nei risultati e quindi le più visitate, se e quali informazioni possono essere
considerate davvero valide e utilizzabili. Nel secondo capitolo, riguardante
le considerazioni sull’affidabilità dei nuovi contenuti, si analizzano quindi
i fattori principali che non consentono di dare piena fiducia ai contenuti
del Web per come si presenta oggi, e che richiedono all’utente in cerca di
informazioni in Rete di valutare con occhio critico e verificare tutto ciò che
trova.
Un caso molto interessante, che si è deciso di analizzare, è quello di Wi-
kipedia, «l’enciclopedia libera» che vuole essere una risorsa di informazioni
per chiunque e fatta da chiunque. E’ importante considerare quali sono le
logichedelsuofunzionamento, suchetipodiprincipifilosoficisibasa, quali
sono gli aspetti critici derivanti dalla dichiarata libertà del suo contenuto e,
infine, quali sono gli attuali approcci risolutivi principali ai problemi che la
sua consultazione pone.
1
Jaron Lanier, You are not a gadget, Alfred A. Knopf, 2010, p. 143, traduzione mia.
7
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi
servizi
1.1 Web 2.0: caratteristiche ed evoluzione storica
Web 2.0 è un’espressione molto usata e generalmente con essa si intende il
1
più grande servizio che poggia sull’infrastruttura di Internet: il WWWper
come si presenta dal 2004 a oggi. Tuttavia, per quanto usata, le origini di
questa denominazione non sono note a tutti. I diritti d’autore per l’etichetta
2
«2.0» vanno a Dale Dougherty, vice presidente della O’Reilly Media.
Tutto ha origine alla fine degli anni Novanta, in concomitanza con il famo-
so «scoppio della bolla» dell’anno 2000. Negli anni precedenti l’entusiasmo
per Internet e l’informatica era cresciuto in grande misura, ma la crisi in
Borsa aveva infranto i sogni e i progetti di molte piccole società, causando
anche una netta diminuzione generale dell’interesse verso qualsiasi argo-
mento legato alla Rete. Il concetto di «Web 2.0» nasce nel bel mezzo di un
1
«Il World Wide Web (WWW, W3 o semplicemente Web) è uno spazio di informazioni in cui
gli elementi in interesse, chiamati risorse, sono riferiti con identificativi generali chiamati
Uniform Resource Identifier (URI)» ed è «[...] un servizio che opera usando Internet come
infrastruttura di supporto». Marco Padula, Amanda Reggiori, Fondamenti di Informatica
per la Progettazione Multimediale, FrancoAngeli, 2006, p. 169.
2
O’Reilly Media è una casa editrice americana fondata da Tim O’Reilly che pubblica libri e
siti che discutono di Informatica.
8
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
brainstorming, durante una conferenza tra O’Reilly e MediaLive Internatio-
nalnel2004. DaleDoughertysostenevacheInternetnonfosseincrisieche
il collasso non fosse altro che un punto di svolta. L’espressione Web 2.0 per
O’Reilly voleva significare l’uso del Web come piattaforma, e sarebbe stato
come un nuovo richiamo all’azione per le dot-com in crisi.
3
Nel suo articolo intitolato What is Web 2.0, O’Reilly vuole fare chiarezza
sul concetto di Web 2.0 e lo fa proponendo alcune tabelle e grafici interes-
santi. In questa prima tabella sono riportati i nomi di alcune delle infra-
strutture appartenenti al Web degli anni ’90, e la loro evoluzione nel nuovo
ambiente 2.0.
Tabella 1.1: Tabella relativa al confronto Web 1.0 e Web 2.0
Questo schema è fondamentale per avere chiaro il passaggio da Web 1.0
a Web 2.0 nei differenti ambiti della Rete.
3
Tim O’Really, What is Web 2.0 - Design Patterns and Business Models for the Next Genera-
tionofSoftware,O’Really.com,30Maggio2005,<http://oreilly.com/web2/archive/what-
is-web-20.html>
9
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
Ad esempio, di grande peso è stato il passaggio di valore dall’enciclopedia
online tradizionale, come la Britannica Online, all’ambiente wiki, rappre-
sentato oggi dall’enciclopedia aperta Wikipedia; il passaggio qui è chiaro: da
un’enciclopedia online a pagamento che fornisce un servizio grazie al lavoro
di studiosi ed esperti, a un’opera costruita invece dal sapere di tutti, come
prodotto della condivisione di conoscenze e collaborazione tra utenti, i cui
articoli sono modificabili sempre e da chiunque.
Un altro passaggio esemplare è certamente quello dal sito personale al
blog,graziealqualeoggiognipersonacheabbiaaccessoallaRetepuòcreare
un diario online con una semplicità tale da non richiedere alcuna nozione
di informatica.
Infine, un’evoluzione significativa è stata quella dai sistemi di catalogazio-
neeorganizzazionedeidatisecondodirectories,ecioèpercartelle,aisistemi
di tagging, ovvero di etichettatura, che online diviene un’etichettatura col-
lettiva. Questi passaggi sono di grande rilievo per comprendere a fondo le
caratteristiche del Web 2.0 e verranno approfonditi più avanti.
L’intuizionedelgruppodiO’Reillyhaavutoundiscretosuccesso. Tuttavia
c’èanchechihaunalineadipensierounpo’diversariguardoallapossibilità
di porre un’etichetta così precisa al Web. E’ in atto una sorta di dibattito
ideologico tra coloro che vedono nel Web 2.0 l’inizio di un nuovo capitolo
per la Rete, e coloro che invece credono che la «visione» di O’Reilly non
fosse stata altro che una semplice campagna pubblcitaria, un’operazione di
marketing editoriale: a O’Reilly serviva un nuovo terreno perché i suoi libri
di informatica trovassero altri acquirenti. Metitieri ricorda in particolare le
parole del fisico inglese Tim Berners Lee:
10
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
«Fra i tanti scettici infastiditi da quella che era soltanto una
campagna pubblicitaria basti citare Tim Berners-Lee. Nel 2006, a
un intervistatore che gli chiedeva se fosse corretto affermare che
il Web 1.0 connetteva tra loro i computer mentre il moderno Web
2.0collegalepersone,ilpadredelWebrisposeinmodochiaroche
4
lui aveva inventato il Web proprio per connettere le persone».
Tim Berners Lee afferma infatti che
«Il Web 2.0 è solo un’espressione gergale, di cui nessuno sa l’e-
satto significato. Questo Web 2.0 significa usare gli standard che
sono stati prodotti da tutte le persone che lavorano sul Web 1.0
[...]. L’idea dell’interazione tra le persone è quello che il Web in
realtà è. [...] Penso che i blog e i wiki siano due cose divertenti
[...]. Ma credo che ci saranno molte altre cose in arrivo, diverse
5
modalità con cui le persone potranno lavorare insieme».
Secondo Tim Berners Lee non è quindi corretto usare etichette per illudere
l’utenza che la Rete stia cambiando e che si stia allontanando da come era
stata originariamente progettata. Persino gli standard utilizzati da chi lavo-
rava nel Web 1.0 non sono diversi da quelli che vengono usati oggi. Internet
fu ideata proprio come strumento di collaborazione, grazie al quale si sareb-
be potuta realizzare una condizione in cui anche utenti fisicamente distanti
potessero comunicare e lavorare insieme.
6
Per fare chiarezza sul significato di «2.0», O’Reilly, descrive i tre concetti
fondamentali che stanno alla base del nuovo World Wide Web: la Rete come
4
Fabio Metitieri, Il grande inganno del Web 2.0, Laterza, 2009, p. 20
5
Fabio Metitieri, op. cit., cita Berners Lee, p. 20
6
Tim O’Really, op. cit.
11
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
piattaforma, il software come servizio e la partecipazione dell’utente nella
produzione di informazioni.
1.1.1 La Rete come piattaforma
Descrivere il Web attraverso il concetto di piattaforma significa tenere con-
to principalmente di un aspetto: l’utilizzo di vere e proprie applicazioni
software, non più installate nel computer locale di ciascun utente, bensì
poggianti sull’infrastruttura della Rete, distribuite dalla Rete stessa e rag-
giungibili attraverso un browser, cioè un programma per la navigazione su
Internet.
L’idea di piattaforma deriva dal concetto di computing platform, in cui per
piattaforma si intende l’infrastruttura hardware e software (il computer) su
cui sono installate le applicazioni utilizzabili dall’utente e che permettono a
questi di svolgere compiti specifici o calcoli complessi.
A livello tecnologico, il Web diventa piattaforma grazie alla diffusione di
alcune nuove tecnologie software (come RSS e AJAX) che rendono possibile
una ricchezza tale di funzioni e servizi, da portarlo quasi a essere il concor-
rente di un sistema operativo come Windows; dal punto di vista dell’utente,
invece, il Web diventa piattaforma grazie principalmente al fatto che questi
può utilizzarlo nello stesso modo in cui utilizza tutti gli altri software instal-
lati sul PC (come ad esempio Eudora, Microsoft Word o Outlook), avendo
però a disposizione anche strumenti come i social network (e cioè le cosid-
dette reti sociali, che verranno affrontate più avanti, nel Capitolo 2) e la
7
possibilità di fruire di software apertio di partecipare nella loro creazione.
7
Un esempio di software aperto è il sistema operativo Linux. Il termine inglese open sta ad
12
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
Fino all’avvento del Web 2.0, quello che proponeva Internet erano in gran
parte siti di informazione di tipo monodirezionale, grazie ai quali l’utente
fruiva di contenuti predisposti, senza però avere la possibilità di interagire
o modificare le risorse.
Oggi, con una sempre maggiore larghezza di banda disponibile per mol-
ti utenti, e soprattutto con una sempre minore richiesta di conoscenze di
informatica per la produzione di contenuti online da parte dell’utenza, il
nuovo luogo in cui tendono a risiedere gli applicativi è proprio il Web. Le
nuove applicazioni online hanno come nuovo perno una comunicazione di
tipo bidirezionale tra server e utente, e spesso si manifestano sotto forma
di servizio, prendendo il nome di Saas, dall’inglese Software as a Service
(Software come Servizio).
1.1.2 Il software come servizio
I SaaS (dall’acronimo inglese SoftwareasaService) cioè applicativi software
cui tutti gli utenti possono accedere gratuitamente e in qualsiasi momento
8
online, sono integrati nella piattaforma Web e sono destinati a sostituire in
larga parte i tradizionali software per computer, vale a dire tutto l’insieme
di quei programmi offline confezionati dalla casa produttrice, e acquistati
dall’utenza (un esempio può essere Microsoft Office).
ISaaSrappresentanosenzadubbiounagrandeinnovazionenelmondodel
Web 2.0, e sono destinati a cambiare il rapporto uomo-macchina. Un’appli-
cazione che risiede online non richiede più all’utente di utilizzare il proprio
indicare una condizione particolare del contenuto per la quale il suo codice sorgente gode
di libera distribuzione e non è soggetto a copyright.
8
Esempi di SaaS possono essere strumenti per la posta elettronica, word processors,
strumenti per la condivisione di documenti etc.
13
1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
computer, ma può essere utilizzata ovunque l’utente abbia la possibilità di
accedere alla Rete. Questo è un grosso vantaggio rispetto ad applicazio-
ni software che devono essere installate nel pc, anche per il fatto che non
prevedono alcun costo di licenza.
Un altro vantaggio portato dai SaaS è certamente anche la possibilità di
lavorare in mobilità e contemporaneamente in più utenti su più documen-
ti, senza bisogno che tutti abbiano l’applicazione necessaria installata sul
proprio pc, in quanto questa è accessibile online.
Un esempio di SaaS è certamente il pacchetto di servizi offerti da Google;
traipiùimportantivièGmail, perlagestionedellapostaelettronica, Google
Maps, che permette di utilizzare una mappa mondiale per trovare qualsiasi
luogoeperottenereindicazionistradalisuqualsiasipercorso,GoogleBooks,
una sorta di biblioteca virtuale in cui è possibile cercare informazioni su
una vastissima quantità testi, i quali, nella maggior parte dei casi, possono
essere visualizzati parzialmente o interamente in digitale.
1.1.3 La partecipazione dell’utente: gli UGC
Gli UGC costituiscono l’aspetto fondamentale del nuovo Web: essi sono la
manifestazione della nuova condizione partecipativa dell’utenza in Rete.
Le persone che accedono alla Rete contribuiscono in ogni momento alla
diffusione della tecnologia e allo sviluppo della stessa, realizzando in que-
sto uno dei grandi valori del Web 2.0. L’utente viene a essere il perno del
funzionamento di tutte le infrastrutture che caratterizzano il mondo 2.0.
9
In questo disegno, proposto da Foiaia, è ben spiegata l’idea della fusio-
9
Luca Grivet Foiaia, Web 2.0 - Guida al nuovo fenomeno della Rete, Hoepli, 2007, p. 15
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1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
ne tra i vari elementi che compongono il Web e le persone, al centro, che
«tengono unito» il sistema.
Figura 1.1: Sintesi grafica degli elementi che costituiscono il Web 2.0
Non è difficile accorgersi di come il Web sia intrinsecamente unito dalle
persone, le quali permettono proprio la copresenza di tutte le sue caratte-
ristiche fondanti. Una rete sociale non potrebbe esistere senza le persone
che prendono contatto attraverso la sua infrastruttura, così come qualsiasi
contenuto aperto (e quindi frutto della collaborazione tra più utenti) non po-
trebbe realizzarsi senza un’interazione fra menti umane; infine, che scopo
avrebbe lo sviluppo e la realizzazione di tecnologie sempre nuove, se la Rete
non fosse popolata dautenti che ne utilizzano i servizi? In sostanza, l’utente
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1 Il nuovo Web, i nuovi contenuti, i nuovi servizi
è il centro, il fulcro del Web 2.0.
Sulla copertina della rivista Time, nel 2006, veniva eletta la persona del-
l’anno:
Figura 1.2: La copertina della rivista Time, nel dicembre 2006
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