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2. DAL PROTO-TURISMO AI GIORNI NOSTRI
2.1. I primordi
2.1.1. Un doppio avvio
In questo primo sotto paragrafo vorrei sottolineare la differenza tra i viaggi e la
villeggiatura, i quali sono due fenomeni turistici evolutesi nel tempo, caratterizzati
dal fatto di essere le prime forme di turismo rintracciabili e documentabili a livello
storico.
Riguardo ai viaggi si deve fare riferimento in primis ai pellegrinaggi del XIII e
XIV sec. e in seguito al fenomeno inizialmente inglese del Grand Tour diffusosi in
Europa a partire dal XVI sec.
Per quanto riguarda la villeggiatura il fenomeno a origini antecedenti rispetto al
viaggio, va inteso primariamente come l’impiego di tempo libero nelle ville
romane, in seguito come attività sportive campestri dei Lord inglesi e in tempi più
recenti alle villeggiature in campagna degli aristocratici europei nel corso del XVI
e XVII sec.
2.1.2. La villeggiatura
Come ho introdotto nel sotto paragrafo precedente la villeggiatura a origine in
epoca romana, quando la vacanza vissuta in campagna rimandava a una visione
pacata di vacanza spesa a metà fra l’ozio e il lavoro, la quale per le modalità di
svolgimento era privilegiata da persone mature desiderose di tranquillità in quanto
non prevedeva attività programmate di divertimento se non attività spontanee e
giocose a contatto con la natura praticate dai più giovani, i quali dalle cronache
dell’epoca risulta non ne fossero comunque entusiasti.
Quello che si praticava maggiormente era la contemplazione dei paesaggi e il
villeggiante beneficiava della tranquillità che il paesaggio di campagna ispirava.
Un’altra tipologia di villeggiatura era quella nei pressi delle località marittime, la
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quale per attività e svaghi era speculare a quella in campagna. Essa infatti veniva
associata al divertimento sfrenato e lascivo, ne è un esempio primario la costa
campana della seconda metà del I sec. dove le cittadine costiere di Baia e Pozzuoli
erano protagoniste in quanto erano il ritrovo dell’aristocrazia romana. Il centro
motore della vita mondana erano le ville, dove si tenevano cene, feste, spettacoli e
quant’altro concerne il divertimento di quel tempo.
Con l’espansione dell’impero romano ad oriente verso la fine del II sec. i paesi
orientali e in particolare la Grecia divennero meta di una vera e propria corrente
turistica alimentata da letterati e uomini politici che prende il nome di turismo
itinerante.
Le città favorite erano quelle monumentali come Alessandria, Efeso e Rodi,
questo tipo di villeggiatura fu possibile ad una fascia più ristretta di romani
rispetto alla villeggiatura in campagna e soprattutto a quella marittima,in quanto
fu accessibile solo per la fascia più alta della popolazione. Questo tipo di flusso
turistico, fu reso possibile grazie principalmente a tre fattori riconducibili alla:
ricchezza di Roma, alla relativa tranquillità di quel periodo chiamato appunto Pax
romana oltre alla formidabile rete stradale che collegava Roma a tutto il resto del
mondo conosciuto della quale rimangono tracce anche oggi.
Un’altra importante tipologia di villeggiatura riguarda le terme romane, le quali
furono importanti se non altro per aver creato le basi, alla nascita del turismo
moderno, sotto forma di turismo termale verso la fine del XVII sec.
La moda delle terme romane permise una maggiore igiene ad una gran parte della
popolazione, visto che il bagno era un momento di svago accessibile anche alla
fascia bassa della popolazione. Il bagno e la villeggiatura alle terme si
presentavano allo stesso tempo come un piacere e allo stesso tempo una cura per il
corpo, la grande fama era dovuta al fatto che essi si presentavano come luoghi di
divertimento che affiancavano strutture sportive a giardini per passeggiate,
biblioteche e musei. Probabilmente a causa di questo aspetto ludico non erano rari
casi di promiscuità, difatti con l’avvento del cristianesimo nella società romana si
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chiuse l’epoca d’oro delle terme romane, al mito della bellezza si sostituì il
primato dello spirito e la mortificazione della carne, così il bagno sopravvisse solo
nelle classe popolari e si assistette ad un progressivo degrado delle strutture dato
dall’incuria.
Solamente intorno al XIII e XIV sec. la religione e la medicina iniziarono a
rivalutare questo antico costume romano. In questa epoca infatti si assistette ad
una nuova rifioritura del turismo termale con la nascita dei comuni in Italia,
tuttavia può essere considerata una “falsa partenza” in quanto non ebbe seguito e
non fu paragonabile, sia come impatto sociale, sia come modalità di fruizione
delle terme, con la rinascita del turismo termale verso la fine del XVII sec.
2.1.3. I viaggi
Il viaggio a scopo religioso è stato una delle prime forme di turismo presente nelle
diverse civiltà storiche, era in uso infatti sin dagli egizi e dai greci dove le mete
dei pellegrinaggi consistevano in altari e oracoli.
Nella storia il pellegrinaggio cristiano tre mete hanno assunto un valore
fondamentale: Gerusalemme per il Santo Sepolcro, Roma in quanto fu la città del
martirio degli apostoli Paolo e Pietro e Santiago de Compostela che ospita la
tomba di San Giovanni Maggiore.
Il medioevo rappresentò l’apogeo del pellegrinaggio cristiano, sia perché
coinvolse una massa crescente di fedeli sia perché questa pratica conquistò un
forte prestigio sociale. In quest’epoca infatti la religione divenne parte integrante
di tutti gli aspetti della vita sociale e politica, in quest’ottica il pellegrinaggio non
era solo una pratica religiosa ma una vera e propria istituzione che godeva del
riconoscimento sociale.
Quello medioevale fu soprattutto un turismo penitenziario, in quanto il viaggio era
motivato dal desiderio di espiare i propri peccati e riguadagnarsi la salvezza
eterna.
Vorrei qui aprire una piccola parentesi per spiegare meglio vari aspetti sociali dei
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giubilei svolti a Roma e l’importanza rivestita in un epoca così profondamente
religiosa. Essi ebbero un ruolo di primaria importanza si pensi che, già nella prima
edizione svolta nel 1300 attirarono nella Città Santa circa 200.000 partecipanti,
procedendo a fasi alterne fino ai 20 milioni del 2000.
Dalle cronache dell’epoca medioevale risulta che, l’aspetto organizzativo più
impegnativo era la predisposizione di vitto e alloggio per tutte le migliaia di
persone che si presentavano alle porte della città, la ricezione cosi come
l’organizzazione del viaggio veniva affidata in gran parte alle confraternite.
Va precisato che i giubilei dell’era contemporanea appartengono ad una nuova
epoca turistica, in quanto spesso i viaggi sono organizzati dalle agenzie e gli
spostamenti sono resi sempre più agevoli e comodi dal treno, dall’aereo o dal
pullman, inoltre è riscontrabile una riduzione della durata del pellegrinaggio
(conciliabile maggiormente con l’attività lavorativa moderna).
Parallelamente ai pellegrinaggi a Roma con i giubilei, in epoca medievale, si
impose anche il pellegrinaggio alle tombe dei santi. Le città più interessate erano:
Tours dove visse e morì San Martino, Canterbury che raccoglie le spoglie di
Thomas Becket e Padova che ospita la tomba di Sant’Antonio e ultimo in ordine
di tempo San Giovanni Rotondo dove si venera Padre Pio.
Nel tardo medioevo il pellegrinaggio alle tombe dei santi passo lentamente di
moda; fu sostituito dapprima dalle visite alle statue miracolose e in seguito dalle
apparizioni di Maria. Si crearono così i luoghi di culto più amati dell’era
contemporanea come Lourdes (1858), Fatima (inizi del 1900), Medjugorje (1981)
il quale anche per il fatto di essere recente non è ancora stato riconosciuto dalle
autorità ecclesiastiche.
Interessante a mio parere è l’analogia che si può trarre tra i pellegrinaggi alle
tombe e il fenomeno molto più moderno della pubblicità e della credibilità. In
quanto per far sopravvivere nel tempo la notorietà di un santuario, oltre a
diffondere la notorietà del presunto miracolo era necessario l’appoggio della
chiesa e dello stato, dando così a questi luoghi prestigio ed essi conseguentemente,
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sono potuti diventare una delle tante mete dei viaggi verso i luoghi sacri,
organizzati dalle innumerevoli associazioni religiose presenti in Europa.
Il fenomeno del Grand Touring va compreso alla luce delle trasformazioni
culturali avviate in Europa nel XV sec. , esse infatti portarono dapprima
all’umanesimo e poi al rinascimento. Questa rivoluzione culturale mutò il modo di
fare turismo in quanto gli itinerari dei viaggi si allontanarono dai luoghi sacri e dai
santuari per toccare le città d’arte d’Europa, inoltre questo nuovo modo di
viaggiare non aveva come obiettivo le indulgenza ma quello di ricevere una
formazione culturale.
Questo tipo di viaggio ebbe origine in Gran Bretagna, fu di moda dal quattrocento
all’ottocento. Prese piede antecedentemente nella classe aristocratica dell’Europa
continentale, rispetto a quella inglese, rimase comunque prerogativa
principalmente dei giovani rampolli dell’upper class inglese.
Durante il viaggio il giovane veniva affiancato da uno o più tutor che ne
guidavano l’apprendimento, inizialmente l’esperienza aveva una durata di 3-4
anni, poi venne ridotta. L’Italia divenne presto una delle mete obbligate , tale
preferenza a origine dal primato culturale riconosciuto a livello europeo dell’Italia
di quel tempo.
Il declino della pratica del Grand Tour lungo l’Europa occidentale avvenne nel
corso dell’ottocento in quanto venne sostituito da nuovi modi di fare turismo.
Questa pratica turistica ebbe un ultimo sussulto vitale, con l’abbandono degli
itinerari europei a favore di nuove mete, gli inglesi infatti si recavano a visitare le
colonie alla ricerca di un esotismo che le città europee non potevano garantire, una
delle mete preferite divenne infatti l’India.
Si può affermare che il Grand Tour è sopravvissuto fino all’ epoca
contemporanea, seppur modificato rispetto all’origine, in quanto si è suddiviso in
due tipologie. In primis quello a scopo prettamente educativo; si tratta di soggiorni
presso le università straniere, in Italia e Europa questo tipo di esperienza prende il
nome di “progetto Erasmus”. Il Grand Tour, inteso come percorso formativo,
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presso le università d’Europa, risulta quindi molto attuale.
Per quanto riguarda il Grand Tour sotto l’aspetto di viaggio culturale e di svago,
esso si è evoluto in quello che oggi viene chiamato turismo culturale, il quale
seppur diminuito come durata dati i ritmi di lavoro attuali, permette ancora al
“Gran turista” moderno di visitare i patrimoni artistici e culturali di tutto il mondo.
2.2. Nascita del turismo moderno
2.2.1 Le città del tempo libero
Con la nascita delle città del tempo libero prende vita quella fase del turismo che
può essere considerata moderna. La loro nascita è, infatti, espressione
di una trasformazione del settore turistico che progressivamente si è distaccato
dall’insieme generico dei servizi per acquisire una propria fisionomia.
Erano località in cui le attività economiche dominanti erano fornire alloggio,
svago, beni e servizi a clienti sia temporanei che residenti.
L’invenzione delle città per le vacanze avvenne in Inghilterra nella seconda metà
dell’seicento, con il passaggio dalle ville private di campagna allo spazio urbano.
L’innovazione principale fu la presenza di strutture professionali per ricevere e
intrattenere i villeggianti, volendo riassumere si passò dall’autoconsumo allo
scambio di servizi sul mercato.
Il primato della nascita del turismo in Inghilterra può essere ricondotto a diverse
cause indogene, esse in differenti fasi portarono il cittadino a maturare un nuovo
approccio allo svago e al divertimento. Una prima motivazione può essere
considerata la diffusione della logica di Bacone (1561-1626), la quale poneva
l’osservazione dei fenomeni naturali al primo posto nel percorso del sapere. Il
viaggio con il Grand Tour era dunque un modo per avvicinarsi alla conoscenza del
mondo. Con l’esaurimento di queste motivazioni di tipo culturale si ebbe un
importante cambiamento alle abitudini sociali con la nascita di città delle vacanze