tesi si vuole cercare di far luce sulle dinamiche che sottostavano al funzionamento del
sistema -
piena conoscenza del tentativo titino di risolvere problemi importanti e di lontana
origine. Affiancare alle fonti ufficiali monografie, scritte da autori jugoslavi e non,
servirà a comprendere meglio e con spirito critico le contraddizioni insite nel sistema
del socialismo jugoslavo, nonché le innovazioni che hanno reso celebre la politica titina
nel mondo.
socialista al mondo ad aprirsi al mercato. Inoltre il riferimento è anche alla creazione di
un fronte internazionale che raggruppava tutti quei Paesi che volevano restare
indipendenti dalle logiche politiche di Mosca e Washington. Tutti questi fatti hanno un
significato particolare, poiché hanno reso la Jugoslavia un Paese unico nel suo genere.
Come dimostra infatti la storia di questo Paese in tutta la sua complessità, soltanto
-istituzionale come quella della Repubblica Socialista Federativa
di Jugoslavia - cui si faceva cenno poco sopra - poteva garantire una qualche stabilità
nel groviglio di etnie e religioni che caratterizzò quella storia e quel Paese. Per questo
motivo la storia della Jugoslavia di Tito ha suscitato in me un particolare interesse,
icato la costruzione di un
istituzionale, hanno potuto realizzare, sia pure solo per alcune decine di anni, il sogno di
unità delle popolazioni slave del sud.
4
Il presente lavoro, sulla base di quanto detto finora, ha lo scopo di analizzare in
maniera approfondita il sistema istituzionale jugoslavo, confrontandolo soprattutto con
le problematiche basilari che si riscontravano in quella regione, quali la multi-etnicità e
la multi-religiosità dei Balcani. In modo complementare, ha anche il fine di capire
scatenato la furia genocida che ha caratterizzato la ex Jugoslavia negli anni novanta.
sistema socialista jugoslavo, tanto da causarne la morte, o se soltanto il carisma di Tito e
il sistema autoritario imposto al Paese erano le uniche garanzie di mantenimento in
essere dello Stato federale jugoslavo.
Per una migliore intelligenza della vicenda storica jugoslava il lavoro si
articolerà in quattro capitoli: con il primo verrà dato un quadro storico introduttivo alle
vicende legate alla nascita della Jugoslavia. Pertanto verranno analizzate le cause che
sottostanno la formazione di una società così complessa dal punto di vista sia religioso
che etnico; a tal proposito verranno illustrati gli episodi storici che hanno causato tutto
ciò. Nel secondo capitolo invece si parlerà della nascita della Jugoslavia, come
del Regno di Jugoslavia, poi la nascita della Jugoslavia socialista. Il terzo capitolo
studierà la composizione etnica, linguistica e religiosa della Jugoslavia, cercando di
definire il quadro complesso che ha caratterizzato tale Repubblica federale. Infine il
quarto capitolo si concentrerà sulle istituzioni jugoslave, pertanto andrà ad analizzare il
funzionamento delle stesse, e la loro evoluzione a livello costituzionale nella storia della
Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. Altresì lo stesso capitolo descriverà
anche le politiche economiche adottate dal governo comunista, specificando la
5
unicità del percorso compiuto a livello politico, economico e sociale da
questo Paese.
I materiali di studio saranno costituiti, più nel dettaglio, da varie monografie,
articoli di riviste sia di politica internazionale che di economia, e testi costituzionali.
Nello specifico verranno consultate monografie sia di autori jugoslavi, come storici ed
uomini politici, che di autori occidentali, quindi osservatori esterni delle vicende
jugoslave.
Essi saranno consultati nelle biblioteche romane, per fortuna ben fornite di
pubblicazioni scientifiche e non, adatte alla ricerca che si intende realizzare.
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(1) R. Dizdarevic, La morte di Tito, la morte della Jugoslavia, Longo, Ravenna, 2001, pp. 510-511
6
CAPITOLO I. LA STORIA DELLA JUGOSLAVIA
I.1. Il multiculturalismo della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia
Uno degli aspetti che più caratterizzò la Repubblica Socialista Federativa di
Jugoslavia risiedeva nella sua molteplicità culturale, nella sua poliedricità, nel suo
Tutti
questi aspetti derivavano dalla storia stessa della Jugoslavia, che si era trovata, dai primi
, al tempo stesso, di
mondi diversi. In un certo modo la storia degli slavi dei Balcani occidentali, che pure
ancora non si erano insediati in quelle regioni, rimase influenzata da un evento
particolare avvenuto se la
ero allora divise
1
. Il confine fra queste due nuove entità statali passava proprio
per la Bosna, la valle solcata da questo fiume balcanico che costituì nei secoli a venire il
confine fra due mondi diversi. È molto particolare notare come questa differenza tra le
due anime della Jugoslavia, sempre divise tra il mondo occidentale ed orientale, ancora
persista e passi attraverso quella stessa linea di confine.
Su quella stessa ripartizione territoriale si andarono ad insediare, a partire dal V
secolo, le prime popolazioni slave che giunsero nei Balcani. Si trattò
sloveni, dei croati e dei serbi, che si stanziarono nella parte occidentale dei Balcani, in
sequenza da nord (sloveni) a sud (serbi). Gli sloveni svilupparono una cultura ed una
lingua proprie, distinte da quelle degli altri slavi del sud, a causa del legame secolare
che instaurarono successivamente
2
vicine. ò per secoli quella dei Balcani
meridionali, incastonata tra il Kosovo e la Macedonia, spingendosi fino alle bocche di
C
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(1) Storia della Jugoslavia: gli slavi del sud dalle origini ad oggi, a cura di Stephen Clissold, Einaudi,
Torino, 1969, p. 23
(2) A. Perich, Origine e fine della Jugoslavia. Nel contesto della politica internazionale, Lupetti, Milano,
1998, pp. 49-50
7
In questo scenario andò ad inserirsi la cristianizzazione delle popolazioni
balcaniche, svò
dei seguaci di Cirillo e Metodio, che dopo il IX secolo d.C. diffusero il credo della
3
centro-meridionale.
tra impero rom
del cristianesimo di rito orientale e del cattolicesimo.
Romano, possa aver influenzato la storia moderna della Jugoslavia, ma lungo la Sava
vediamo nei secoli delinearsi una linea di confine culturale, fra due mondi, due
In seguito anche i confini politici rimasero
influenzati da questa divisione culturale. Infatti il Sacro Romano Impero Germanico
arrivò erede
de Ise le regioni abitate dai serbi e dai bosniaci. La
Slovenia addirittura già nel 748 fu fu quindi
favorirne la cattolicizzazione.
se nel ducato di Carantania, creato nel
4
dalle scorrerie dei Magiari.
Non sempre queste popolazioni rimasero soggette alla dominazione straniera.
Infatti tnacquero nei Balcani delle entità politiche autonome, le
quali forgiarono per sempre le caratteristiche culturali delle popolazioni slavo-
balcaniche.
pressioni dei turco-ottomani e degli Asburgo.
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(3) Storia della Jugoslavia: gli slavi del sud dalle origini ad oggi, a cura di Stephen Clissold, cit., p. 38
(4) Ivi., p. 28
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medioevo. Per cominciare Tomislav I si dichiarò nel 924 re di Croazia, dopo che la sua
terra era stata per oltre un secolo appannaggio del Sacro Romano Impero Germanico.
Per motivi dinastici il regno dei croati cadde
punto che nel 1091 L
successori veniv
5
ia.
Più a sud si sviluppò era situato tra la
Macedonia ed il Montenegro. Al centro si trovavano gli slavi che abitavano la valle
della Bosna, accerchiati dalle mire espansionistiche dei croati da nord e dei serbi da sud,
che cercarono di sviluppare una propria cultura distinta e di rendersi indipendenti. Le
t
regione (denominato dai romani Bosanius).
dei bosniaci.
i
Questo ha spinto più volte nella storia i bosniaci a cercare qualche tratto
culturale che potesse garantire loro
popolazioni slave della regione. Infatti i bosniaci, in maggioranza cattolici, si
convertirono in larga parte ad una sétta cristiana, il bogomilismo, che prendeva il nome
dal prete bulgaro che la diffuse nel X secolo (Bogomil=caro a dio). Il bogomilismo si
6
fondava ità, e non come figlio di Dio. La sétta
predicava inoltre la creazione della terra da parte di Satanel (il male), per cui bisognava
sostenere una vita di ascetìsmo ed evitare il contatto con la materia.
Avversa alla Chiesa di Roma, aveva una propria struttura ecclesiastica
autocefala. Da qd ortodossi serbi nei loro
confronti, da cui derivò Islam, per non cadere
di nessuno dei due popoli vicini. Infatti sia la Chiesa di Roma che di
Costantinopoli avevano avversato questa devianza dottrinale, tanto da divenire nei loro
confronti più repressivi di quanto non lo siano stati successivamente i turchi.
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(5) Storia della Jugoslavia: gli slavi del sud dalle origini ad oggi, a cura di Stephen Clissold, cit., p. 40
(6) R. Petrovic, Il fallito modello federale della ex Jugoslavia, Rubettino, Soveria Mannelli, 2005, pp.
179-180
9
bosniaci avrebbero potuto mantenere la proprietà sui propri possedimenti terrieri, o
garantirsi una facile ascesa sociale.
non interessarono solamente i bosniaci bogomili, ma sostiene che la questione religiosa
cattolici ed ortodossi bosniaci, così come molti cattolici decisero di lasciare la Bosnia
alla volta della Dalmazia, o, viceversa, molti serbi si spostarono in Bosnia e divennero
islamici.
7
quella di Roma e Bisanzio in Bosnia rese più facili le conversioni di massa di questi.
Per completare il quadro sulla multireligiosità della Bosnia dobbiamo rilevare la
presenza anche di una folta comunità ebraica, giunta qui dopo la cacciata degli ebrei
dalla Spagna, perchè sempre tollerati e rispettati dai musulmani.
La centralità della regione bosniaca la rese estremamente importante dal punto di
vista strategico, a tal punto che Roma la considerava di vitale importanza per la
secoli. Anche Venezia maturò interessi sulla regione. La Bosnia però riuscì nel
medioevo a sviluppare un proprio regno indipendente, che conobbe anche momenti di
più importante re della storia bosniaca. Egli è stato importante per aver esteso il regno
fino al banato di Hum (attuale Erzegovina). Morto nel 1353, gli successe Stevan Tvrtko,
8
che divenne maggiorenne solo nel 1370.
Egli aiutò i serbi a combattere i turchi, unì i titoli di re di Croazia e Dalmazia, e
re Stato
slavo tra il mar NAdriatico. I successori non riuscirono però a mantenere intatte
le conquiste bosniache, e tuttavia il suo regno rimase indipendente dagli ottomani fino
al 1460, quando i bosniaci furono definitivamente sconfitti dai turchi.
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(7) J. Fine, Le radici medievali ottomane della società bosniaca moderna, in I musulmani di Bosnia,
Donzelli, Roma, 1995, pp. 13-15
(8) Storia della Jugoslavia: gli slavi del sud dalle origini ad oggi, a cura di Stephen Clissold, cit., p. 42
10
In una regione dove il contrasto tra cattolicesimo e rito bizantino affiorava ogni
giorno nel confronto politico e militare tra regni confinanti, non poteva che essere la
religione il principale motivo di attrito tra le popolazioni slave.
Così, mentre in Bosnia si diffuse la religione islamica, le altre popolazioni slave
rimasero con fierezza cristiane, ed usarono la religione come vessillo di lotta contro
rifiuto verso i turchi.
ti dei cristiani, cosa che facilitò la loro
Islam. Addirittura in Bosnia i
proprietari terrieri musulmani non erano turchi arrivati a conquistare le terre ed a
sfruttare i contadini cristiani, bensì nobili
ottomano fu sconfitto ed i turchi lasciarono i Balcani, questa regione rimase in larga
parte islamica.
Oltretutto alcune comunità cristiane, come gli stessi frati francescani, furono
tollerati dalla Sublime Porta, per cui si svilupparono numerose comunità religiose nella
regione. Ad oggi la Bosnia rimane, insieme al Kosovo, la regione musulmana per
eccellenza nellarea della ex-Jugoslavia.
John Fine invece in I Musulmani di Bosnia evidenzia come la situazione
bosn
CIslam non furono né di massa né
interessarono solamente i bosniaci bogomili, in quanto anche molti ortodossi e cattolici
divennero islamici. Ino
così come molti cattolici si spostarono verso la Dalmazia, o vari serbi lasciarono la loro
ma considerazione riguarda il fatto che ad Istanbul esisteva una Chiesa
9
ottomana conobbe un incremento nella regione. Tutti questi elementi evidenziano
ancora una volta la Per queste ragioni
se confrontiamo i vari dati a nostra disposizione comprendiamo come sia difficile
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(9) J. Fine, Le radici medievali ottomane della società bosniaca moderna, in I Musulmani di Bosnia, cit.,
pp. 10-15
11
e forme statali nei Balcani ebbe fine
ò
ottomani e degli Asburgo nella penisola, con la conseguente spartizione delle terre che
erano già state di questi regni slavi. In realtà allora furono la Bosnia e la Serbia a cedere
di fronte a questi nuovi invasori, in quanto la Croazia già aveva terminato da tempo la
, come già detto, era caduta
nelquando fu eletto così un
legame secolare fra i due regni di Croazia ed Ungheria, cessato solo nel 1918. Infatti
sua discendenza diretta), la Croazia rimase sempre legata al parlamento ungherese,
Il regno di Serbia invece aveva visto la sua
fine con la sconfitta di Kosovo-Polje del 1389, anche se le terre settentrionali vennero
10
assoggettate definitivamente solo nel 1459.
Il nuovo assetto geopolitico dei Balcani confermò la ripartizione tra slavi di
cultura ortodossa e slavi cattolici. Questa divisione insisteva ancora una volta sul
confine tra Croazia, terra cattolica legata a Roma ed alle cattoliche Ungheria ed Austria,
e Serbia, terra ortodossa soggetta alla dominazione turca. La Bosnia, soggetta ai turchi,
fungeva da Stato-cerniera, essendo una terra dove coesistevano minoranze sia croate che
serbe. Le dominazioni turco-ottomana ed asburgica rafforzarono la frattura tra le due
anime della regione, ed incrementaroei
Balcani. Questa distinzione persiste tuttora, e si manifesta in vari campi: dallo sviluppo
economico ed imprenditoriale, più forte nelle già asburgiche Croazia e Slovenia, alla
cultura, più mitteleuropea a Zagabria e Lubiana piuttosto che a Belgrado o Skopje, città
orientate verso i Balcani meridionali ed il mondo orientale.
Lsopra descritto rimase intatto fino alla Rivoluzione
francese. Infatti aveva portato con sé una ventata di innovazioni, di cui fu
a farsi interprete. Caduta allora la Repubblica di Venezia
nel 1797, ì i territori dalmati, che rimasero suoi fino al 1805.
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(10) Storia della Jugoslavia: gli slavi del sud dalle origini ad oggi, a cura di Stephen Clissold, cit., p. 42
12
Poi
pace di Presburgo (oggi Bratislava) del 26 dicembre 1805, Napoleone strappò agli
Asburgo i possedimenti balcanici. La Slovenia, la Carniola, la Stiria, la Croazia civile e
milijvodina (Serbia settentrionale)
vennero unite nelle Province Illiriche, una delle tante entità politiche che il condottiero
11
.
Questa fu la prima esperienza di unità parziale dei popoli slavi del sud. Al suo
interno nacquer
dominatore straniero. Infatti si sviluppò un sentimento di ripudio verso gli ufficiali
francesi posti a governo della regione. Questo accadde, malgrado il governatore August
Viesse de Marmont avesse permesso
chiamata illirica, già utilizzata nei poemi dalmati-ragusei. In realtà si trattava di una
prima forma di serbo-croato.
Questa esperienza permise di accrescere il sentimento dei popoli
balcanici. Infatti in quel contesto si svilupparono le prime relazioni fra gli intellettuali
sloveni, croati e serbi; per la prima volta si pres
cultura ed un unico regno slavo. Fu
destinata a svilupparsi e crescere nel corso del risorgimento.
Proprio nel XIX secolo infatti il mondo intellettuale slavo conobbe un
particolare sviluppo: lo sloveno Jernei Kopitar, il serbo Vuk Karadzi ed il croato
12.
Ljudevit Gaj furono la testimonianza più evidente di questo fermento Si riscoprirono
le radici comuni, si studiò la grammatica delle lingue slave per favorirne la diffusione, e
furono create delle istituzioni ad hoc, ce
13
Arti del vescovo Strossmayer, fondata nel 1868. In questo contesto individuiamo
, nel 1850, basata su un
14
lo tokavo.
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(11) R. Petrovic, Il fallito modello federale nella ex Jugoslavia, cit., pp. 344-347
(12) Storia della Jugoslavia: gli slavi del sud dalle origini ad oggi, a cura di Stephen Clissold, cit., p. 49
(13) J. Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni, Il Mulino, Bologna, 1995, p. 93
(14) R. Portal, Gli slavi. P, Editori Riuniti, Roma, 1975, p. 376
13
Tutto questo percorso era stato incentivato da
illiriche, anche se era durata pochi anni. Infatti nel 1812, dopo la sconfitta nella
campagna di Russia, i francesi persero questi possedimenti, e gli austriaci presero di
nuovo possesso dei Balcani settentrionali. Ma il lavoro iniziato in questi anni non andò
perduto, tanto da far maturare le esperienze prima citate. Nel frattempo, pochi anni
prima il sentimento risorgimentale e nazionale aveva iniziato a maturare e manifestarsi
proprio nella vicina terra ottomana, dove nel 1804 il condottiero Karadzeorge (Giorgio
il nero) sollevava il popolo serbo contro i giannizzeri turchi.
La rivolta venne repressa, ma fu ripresa alla vigilia del congresso di Vienna da
autonomia venne rafforzata da successive rivolte, come quella del 1832, che portarono
15
altri territori sotto il controllo serbo
frutto della rivolta iniziata in Bosnia nel 1875. A questa ribellione antiturca seguì
un.
militare
guadagnarono cospicue ricompense con il successivo congresso di Berlino. Anche se la
Bosnia passò sotto il controllo asburgico, la Serbia si espanse a sud e conquistò
dipendenza, mentre la Bulgaria .
alla Serbia ed al Montenegro al congresso di Berlino del 1878 rafforzò la posizione
delle dinastie Karadgeorgevi e Petrovi nel contesto dei Balcani. La Serbia in
particolar modo rafforzò B
16
permase nei decenni a seguire.
Fu proprio questo elemento di paragone a far pensare ai serbi di vantare qualche
diritto sugli altri popoli slavi. Essi però non avevano considerato che, mentre il
Piemonte si trovava ad unire un unico popolo, loro dovevano tentare di unire più popoli;
pertanto non potevano pretendere di assoggettarli, bensì questi tutti avrebbero dovuto
ai Turchi.
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(15) F. Guida, La -orientale: 1815-1918, Carocci, 2003, p. 23
(16) F. Privitera, Jugoslavia, Unicopli, Milano, 2007, p. 53
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