comportate le istituzioni europee, che troppo tardi hanno cominciato ad
occuparsi di questo argomento, anche perché, erano giovani e impegnate nella
costruzione delle basi di questa unione. Troppo spesso si sente parlare di
miglioramenti nelle aree montane, come nel caso del presunto ripopolamento di
queste aree, ma queste analisi sono superficiali e fittizie. Nel caso del
ripopolamento, ad esempio, la presenza di nuove seconde case, non significa
un insediamento stabile nel territorio.
Il mio percorso parte da una analisi della situazione generale di queste
aree, passando dai problemi comuni ad uno sguardo sulla situazione italiana. Si
passerà poi ad analizzare le principali tipologie di cooperazione territoriale
promossi dall'Unione Europea, la cooperazione interregionale, transnazionale e
transfrontaliera. Verrà poi analizzata la politica di coesione attraverso i tre
Rapporti di Coesione, i quali, soprattutto il terzo, per primi parlano in modo
specifico delle aree montane. Annessi a queste tipologie di cooperazione
troviamo i Programmi Operativi, i quali cercano di mettere in pratica quelle
misure necessarie alla risoluzione dei problemi. I più importanti programmi sono
i tre Programmi INTERREG e il Programma LEADER, il quale, pur non essendo
più in vigore, ha il merito di aver introdotto una migliore organizzazione dei
programmi, dando più importanza, più poteri e più responsabilità alle
organizzazioni locali, il cosiddetto approccio LEADER.
Nel secondo capitolo verranno analizzati i Fondi Strutturali, tramite i quali
l'Unione cofinanzia i vari Progetti. Essi, tra gli altri, si propongono di creare
occupazione e di creare uno sviluppo economico armonioso. Sono divisi in
diversi periodi di Programmazione, di cui l'ultimo (2007-2013) è in svolgimento
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in questi anni, ognuno dei quali persegue determinati Obiettivi.
Nel terzo capitolo, invece, si passerà ad individuare quali siano le
competenze degli Stati Membri e quali siano quelli comunitari, tramite l'analisi
dei programmi Operativi, alla ripartizione dei Fondi e al sistema di governance.
I due capitoli successivi analizzeranno due casi concreti di cooperazione
transnazionali con l'analisi, per ognuno, di un Programma Operativo. Il primo
Programma ad essere analizzato è INTERRG III A riguardante la cooperazione
tra italia e Francia con lo scopo di evitare che i confini nazionali creino ostacoli
alla cooperazione territoriale. Il secondo sarà INTERREG IIIB Sviluppo Alpino
che affronta più specificatamente le problematiche delle zone alpine. Infine vi
sarà la conclusione in cui verranno tratte delle considerazioni finali sull'efficacia
di questi Programmi e su cosa ancora bisogna fare per tutelare il fragile mondo
della montagna.
Tutte le nozioni sono state ricavate dall'analisi dei Regolamenti Ufficiali
dell'Unione Europea, da articoli e studi divulgati da enti montani e dai siti
internet ufficiali dei vari Programmi.
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CAPITOLO UNO
POLITICA COMUNITARIA MONTANA
1. Importanza e particolarità del territorio montano
L'Europa ha un territorio estremamente frammentato, formato da
pianure, altipiani e catene montuose, ognuna delle quali possiede
caratteristiche proprie, con vantaggi e svantaggi. In particolare le aree
montuose ricoprono una superficie compresa tra il 30% e il 40 % del territorio
europeo.
Spesso le nostre montagne, e la loro grande importanza,vengono
sottovalutate e dimenticate perché lontane dalle zone economiche più prospere
e perché vi è l'impossibilità di insediarvi industrie e attività commerciali ad alto
rendimento; le stesse popolazioni che vi risiedono, i cosiddetti “montanari”,
vengono molto spesso considerate lontane dalla società attuale. Dalle
montagne, però, si ricavano circa il 50% dell'acqua potabile e consistenti
quantità di legname impiegato in svariati campi non ultimo quello edilizio. La
risorsa più importante è senza dubbio l'energia: grazie alla presenza di fiumi
che scorrono sul terreno molto ripido delle montagne è possibile produrre
enormi quantità di energia elettrica, e questo è un aspetto che non può passare
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in secondo piano soprattutto in un periodo come il nostro in cui le risorse
rinnovabili acquistano sempre più rilevanza economica e in cui i prezzi delle
materie prime sono in continua ascesa. Questo discorso vale in particolar modo
per l'Italia che in materia energetica ha una notevole dipendenza dai Paesi
confinanti. Altra importante risorsa è, indubbiamente, il turismo, sia estivo che
invernale, nonostante sia notevolmente influenzato dalle variazioni climatiche
degli ultimi anni per la sensibile vulnerabilità dei territori montani a tali
cambiamenti in particolare durante la stagione invernale.
Oltre l'aspetto economico, le montagne sono centri di diversità sia
biologica, in quanto mantengono l'ecosistema globale grazie alla flora e alla
fauna, sia culturale e sociale: i costumi e le usanze delle popolazioni di
montagna sono unici: proprio perché esse hanno da sempre vissuto lontane
dalle frenesie delle città di pianura e sono state condizionate dalle innumerevoli
difficoltà che il territorio crea.
Il primo motivo di disagio può essere fatto risalire al clima severo di
queste aree caratterizzato da inverni molto lunghi e rigidi che congelano per
diversi mesi le attività agricole le quali, a loro volta, si devono scontrare con il
terreno poco fertile e quindi poco adatto alle coltivazioni su larga scala. La
morfologia del territorio penalizza, inoltre, le attività produttive su cui gravano gli
elevati costi di produzione e di trasporto sia delle materie prime sia dei prodotti
finiti, poiché i mercati sono lontani così come le principali vie di comunicazione.
Non mancano le difficoltà di accesso ai servizi quali ospedali e scuole, quasi del
tutto assenti in montagna per il progressivo spopolamento che queste zone
hanno vissuto negli ultimi decenni. A questo proposito va sottolineato il fatto che
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queste migrazioni sono avvenute durante gli anni di maggior sviluppo
economico durante il quale sono mancati gli aiuti strutturali, indispensabili a
garantire un’adeguata qualità della vita, in linea con il progresso che stava
avanzando nei nuovi grandi poli industriali, i quali offrivano maggiori opportunità
di lavoro e di maggiore benessere.
Molto spesso nell’immaginario collettivo,così come nella realtà, le catene
montuose rappresentano un confine e una barriera fra gli Stati nazionali e, in
misura minore, fra culture diverse. Paradossalmente, però, nel corso dei secoli,
le dure condizioni di vita hanno fatto nascere in montagna un forte senso di
solidarietà che supera spesso il confine nazionale. Per la gente di montagna il
sostegno reciproco è un comportamento naturale. La montagna insegna a
essere pratici: ciò che conta è risolvere i problemi comuni. E questo è un valore
che dovrebbe essere preso come modello sia dalla società nel suo insieme, sia
dai rappresentanti dei vari Stati membri in seno alle Istituzioni Europee
impegnati nella realizzazione di “un’Europa Unita” 1.
1.1 Uno sguardo alla situazione italiana .
Inizialmente lo spopolamento della montagna si può dire si sia reso
necessario in quanto il rapporto tra la popolazione e il reddito che il territorio
montano poteva offrire, perché basato quasi esclusivamente sull’agricoltura e la
pastorizia, in proprietà alquanto frammentate e con superfici alquanto limitate,
non consentiva un normale prosieguo della permanenza in territori montani,
ancor più se rapportato alle condizioni di sviluppo in atto, che promettevano un
1
R. PRODI, Discorso in occasione della Conferenza di Bruxelles del 17/10/02 sulle politiche UE per le
aree montane.
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certo benessere altrove. Si potrebbe quindi affermare che in un primo
momento lo spopolamento si sia reso necessario, in quanto anche di fronte ad
aiuti economici, non poteva essere garantito un adeguato tenore di vita alle
popolazioni montane. In seguito, a causa di una mentalità comune e generica
diffusasi tra le popolazioni locali, in base alla quale la montagna non poteva
offrire alcun futuro, sono stati vanificati quegli interventi che, seppur tardivi,
potevano ancora salvare certe realtà. Con l’affermarsi dello sviluppo turistico,
sia estivo che invernale, seppur talvolta scriteriato e poco compatibile con le
caratteristiche ambientali proprie della montagna, unitamente ai primi interventi
comunitari che cominciavano ad essere erogati, anche se tardivamente, il
fenomeno è stato in parte arginato, ma sicuramente non si è potuto garantire
quel presidio di persone che la gestione del territorio richiedeva , in particolare
per quelle zone che si basavano esclusivamente sull’ attività agro silvo
pastorale. Qui si è assistito ad uno spopolamento selvaggio, in particolar modo
delle forze giovanili, che avrebbero potuto garantire la sopravvivenza dei paesi
montani; a tutto ciò vanno poi aggiunte le difficoltà obbiettive per cui la
morfologia del territorio impediva l’uso di macchinari, tale da rendere
economicamente sostenibile l’esercizio di dette attività.
Nei centri di fondovalle, e anche all’ interno di certe vallate, che già
fruivano di una adeguata rete viaria, si è mantenuta e ulteriormente sviluppata l’
attività artigianale, legata alla lavorazione della pietra e del legno, in particolare
per quest’ultimo sono sorte varie industrie di una certa importanza per
l’estrazione del tannino, che a sua volta ha reso l’attività della silvicoltura una
risorsa economicamente rilevante.
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Alcune vallate hanno potuto beneficiare della costruzione, già avviata
all’inizio del secolo, di centrali idroelettriche, che hanno inciso sulla vita
economica dille popolazioni montane, creando, talvolta, problemi non secondari
sotto l’aspetto paesaggistico e di stabilità del territorio.
Nell’ultimo decennio pare che la situazione relativa allo spopolamento si
sia stabilizzata finito il miraggio dei grandi centri urbani, ed anche delle attività
industriali che non richiedono più la manodopera che ha caratterizzato il primo
trentennio del dopoguerra. Tuttavia non vi è stata, se non in minima parte,
un’inversione di tendenza, anche perché continuano a mancare quelle
infrastrutture che dovrebbero garantire un minimo di servizi primari quali scuole,
esercizi commerciali, trasporti.
Ai problemi attuali delle montagne italiane occorre trovare, nel limite
ancora possibile e attuando le politiche comunitarie, dei rimedi, affinché le
regioni Alpine possano trovare un’equilibrata via di sviluppo. Per portare a
termine questo progetto si rendono necessari precisi interventi: in campo
economico con aiuti alle attività tradizionali, in particolare agricoltura e
pastorizia; in campo urbanistico con la protezione del paesaggio; in campo
ecologico con la razionalizzazione e la tutela delle zone protette.
2. Politiche Comunitarie.
Unitamente alle difficoltà strutturali e morfologiche accennate nei
paragrafi precedenti, la pressione della società moderna sull’economia e
sull’ecologia delle aree montane fa si che le comunità locali non riescano a
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risolvere i loro problemi in modo autonomo. Pertanto occorrono politiche
comunitarie più forti nei settori dello sviluppo regionale e rurale, dell’agricoltura,
dell’ambiente, della ricerca e sviluppo di tecnologie e dell’informazione. In
generale le politiche comunitarie sulla montagna sono assimilate ad altre
iniziative promosse dall’UE che abbracciano materie assai più ampie, ma i cui
obbiettivi sono affini a quelli accennati in precedenza. Tali materie riguardano: la
cooperazione territoriale europea, politiche di sviluppo rurale, politiche di
coesione, il programma LEADER fino ad arrivare alla proclamazione di una
vera e propria Carta Europea della Montagna. Per raggiungere questi obiettivi
sul territorio europeo sono nate numerose Associazioni che collaborano con le
istituzioni europee, la più importante delle quali, che merita di essere analizzata
per il contributo offerto, è Euromontana.
2.1. Origini e obiettivi di Euromontana.
Euromontana, Associazione Europea per le Aree Montane, raggruppa
istituzioni ed organizzazioni sia dell’Europa Occidentale,sia dell’Europa
Centrale ed Orientale al fine di promuovere la cooperazione internazionale e lo
sviluppo dei territori di montagna; ne fanno parte 72 organizzazioni
internazionali, nazionali e regionali provenienti da 18 Paesi europei.
Euromontana trova le sue origini in un seminario organizzato dalla FAO
(Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura) sull’agricoltura di montagna
nel 1953 il quale diede poi luogo ad altre due conferenze annuali sulla
montagna. Nel 1974, la Confederazione Europea per l’Agricoltura ( CEA ) creò
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un gruppo di lavoro permanente incaricato delle questioni socio-economiche
delle regioni montane. Questo gruppo, che riuniva i rappresentanti del mondo
agricolo delle Alpi e dei Pirenei, prese il nome di Euromontana e diede il via ad
una serie di Conferenze biennali. Nel 1994 Euromontana decise di allargare la
membership ai Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale e di integrare
rappresentanti di settori diversi da quello agricolo,come quello dello sviluppo
rurale e dell’ambiente. Nel 1995 la Polonia ospitò una Conferenza di
Euromontana a Cracovia, che ebbe un successo tale da fare decidere ai 14
rappresentanti delle nazioni Europea di dotare Euromontana di uno status
giuridico indipendente, cosa che avvenne a Roma il 4 marzo 1996 2.
La missione di questa Organizzazione è quella di promuovere uno
sviluppo globale e sostenibile per migliorare la qualità della vita nelle aree
montane. Per raggiungere questo obiettivo essa facilita lo scambio di
informazioni e di esperienze tra i vari Paesi attraverso l’organizzazione di
seminari e Conferenze; la conduzioni di studi, analisi e ricerche, sia in campo
tecnologico, sia in campo scientifico; sviluppa e coordina progetti europei
collaborando con le istituzioni europee, in modo particolare la Commissione
europea, facendo parte di un gruppo consultivo sullo sviluppo rurale. Collabora
anche con i membri del Parlamento, coloro che rappresentano le Regioni di
montagna, per quanto riguarda le problematiche legate alla montagna, fornendo
loro indicazioni e commenti. Oltre a collaborare con le Istituzioni europee,
coopera anche con altre organizzazioni che si occupano di questioni legate alla
montagna come: AEM, Associazione Europea dei Rappresentanti Eletti delle
zone di montagna e il forum europeo della montagna. Senza dubbio una della
2
Sito ufficiale Euromontana.
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