2
produceva anticorpi antispermatozoidi. Nonostante ciò il marito ha avuto
“naturalmente” due figlie con la sua prima moglie. L’uomo comunica all’autrice che
dopo aver annunciato alla sua prima moglie il suo proposito di lasciarla per un’altra,
la moglie si è suicidata. L’uomo in questione non riesce a dire alle figlie che la loro
madre si è tolta la vita dopo averle comunicato la decisione di lasciarla. «Pensa di
non poter avere dei figli normalmente a causa di questo fatto che lo tormenta»
2
.
Bisogna tener conto, quindi, che prima di affrontare qualsiasi discorso sulla
sterilità e sulla PMA, è importante tenere presente che la sterilità può essere
determinata da cause psicologiche, a cui si va a sommare lo stress scaturito dalla
scoperta della propria infertilità, e lo stress che comportano le pratiche di PMA. Il
lavoro non si ferma a questo, ma affronta il problema anche da un punto di vista
legislativo. Si sono analizzate sia la legislazione italiana, sia quella spagnola. Si è
deciso di prendere in considerazione la legislazione spagnola poiché offre spunti e
tematiche molto interessanti. In Italia la legislazione che regola le pratiche PMA si
pone come obbiettivo quello di tutelare tutti i soggetti implicati nei protocolli PMA,
ma in particolar modo l’embrione. La legge spagnola, al contrario, tutela l’essere
umano in vita, cioè la persona che ha un vissuto psicologico, che in questo caso è
problematico, siccome chi si rivolge ai centri PMA già ha affrontato lo stress della
infertilità/sterilità.
Questo lavoro si divide in tre parti. Una prima parte in cui si offrono alcuni
cenni di fisiologia riproduttiva umana, si affronta il problema delle cause di sterilità e
infertilità, e si riportano alcune considerazioni di bioetica sulla PMA. La seconda
parte affronta le problematiche psicologiche a cui vanno incontro le persone (non
solo le coppie, come vedremo, in Spagna anche le donne senza compagno possono
richiedere una PMA) che si rivolgono ai centri PMA. La terza parte è un lavoro
comparativo tra la PMA in Italia e in Spagna. Si analizzano le rispettive legislazioni,
con tutte le conseguenze derivate dalla loro applicazione, soffermandosi sul modo in
cui si fanno carico delle problematiche psicologiche delle persone che richiedono un
trattamento PMA.
2
M.-M. Chatel, Il disagio della procreazione. Le donne e la medicina della maternità, Il
Saggiatore, Milano 1995, pag. 85.
3
Capitolo 1
ASPETTI FISIOLOGICI, PATOLOGICI E BIOETICI DELLA
PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA.
1 I primi passi della procreazioni assistita
Nel corso dei secoli, numerose sono state le teorie che hanno cercato di
spiegare l’origine della vita e in particolar modo di una nuova vita umana. Nel 1625,
con l’opera di Giuseppe degli Aromatari, Epistola de generatione plantarum
3
,
cominciava a farsi strada la teoria del preformismo che «consisteva nell’assumere
che l’embrione fosse già presente, nell’uovo o nello spermatozoo, “prima del coito”,
che vi fosse presente già completamente formato, anche se “prodigiosamete più
piccolo”, e che il suo sviluppo, innescato dalla fecondazione, consistesse in un mero
accrescimento»
4
.
Nell’ambito del preformismo si distinguevano due scuole di pensiero:
l’ovismo e l’animalculismo (o vermismo). L’ovismo sosteneva che l’embrione
preformato fosse contenuto all’interno dell’uovo, e lo spermatozoo avesse la mera
funzione di «vivificarlo». L’animalculismo teorizzava che l’uomo preformato fosse
contenuto nello spermatozoo, e il compito dell’uovo fosse quello di nutrirlo. Jan
Swammerdam, non soddisfatto della teoria preformista così formulata, la ampliò
ipotizzando che l’individuo oltre ad essere preformato preesistesse già nel primo
esemplare di ogni specie, così che questi embrioni risultassero contenuti l’uno
nell’altro.
5
Entrambe le teorie, dell’ovismo e dell’animalculismo, erano sorte in base a
scoperte scientifiche, ma l’avanzo delle stesse richiedeva un rinnovamento teoretico
su quelle che erano le teorie sulla nascita: «Tanto l’ovismo quanto l’animalculismo
avevano avuto nobili origini. L’embriologia preformistica aveva infatti attecchito,
intorno alla metà del Seicento, sull’onda dei progressi realizzati dalla meccanica,
terrestre e celeste, nel corso della grande rivoluzione scientifica guidata da Galileo
3
G. degli Aromatari, Epistola de generazione plantarum, Venezia 1625.
4
G. Barsanti, Una lunga pazienza cieca, Einaudi, Torino 2005, p. 37.
5
J. Swammerdam, Historia insectorum generalis, Utrecht 1669.
4
Galilei e René Descartes. Il suo elemento di forza era stata l’apertura della possibilità
di liberare finalmente anche le scienze della vita dall’approccio finalistico della lunga
tradizione aristotelica e dalle soluzioni vitalistiche dell’epoca rinascimentale […] Ma
ben presto essa si era invischiata in nuove forme di finalismo»
6
.
Successivamente evidenze scientifiche e contraddizioni insite alla teoria del
preformismo permisero, intorno alla metà del ‘700 lo sviluppo e la rivalutazione di
teorie alternative o già formulate in passato, come quella dell’epigenesi, teorizzata
per la prima volta da Pierre-Louis Moreau de Maupertuis nel 1745, in Vénus
physique.
7
Tale teoria riteneva che non esistesse alcun uomo in miniatura negli
spermatozoi o ovuli, al contrario, sosteneva che esso si formasse dall’incontro dei
liquidi seminali indifferenziati dei due genitori. Nello sviluppo degli embrioni,
secondo la teoria così formulata, i vari organi si formano ex novo.
La storia della procreazione assistita, invece, risale a quando, l’abate
Spallanzani effettuò le prime inseminazioni artificiali, utilizzando esemplari di cani.
Il primo a sperimentare la procreazione assistita sugli esseri umani fu l’inglese John
Hunter alla fine del XVIII secolo. Da questo punto non pochi sono gli interventi che
si sono effettuati sulle donne, per porre limite all’infertilità. A riguardo della
fecondazione in vitro (da ora FIV), i risultati sono recenti, «malgrado i successi
rivendicati da Pincus ed Enzmann sul coniglio (1930) e da Rock e Menkin sull’uomo
(1944)».
8
La prima FIV realizzata sugli esseri umani risale al 1969 e fu effettuata da
R. Edwards, mentre il primo bambino nato da FIV è Luise Brown, nel 1978, la cui
fertilizzazione in vitro fu eseguita da R. Edwards e da P. Steptoe.
2 Fisiologia della riproduzione umana
Sia il sistema riproduttivo maschile che quello femminile è regolato dal
sistema endocrino, in particolare dal sistema ipotalamo-ipofisi, i quali producono
ormoni (le gonadotropine) che vanno a stimolare le gonadi e promuovono la
produzione di altri ormoni da parte di essi (estrogeni e progesterone nella donna,
testosterone nell'uomo).
6
G. Barsanti, Una lunga pazienza cieca, Einaudi, Torino 2005, p. 42.
7
P. L. M. Maupertuis, Vénus physique, La Haye 1745.
8
J. Testart, La procréation médicalisée, Flammarion, 1993, trad. it. La procreazione assistita,
Il Saggiatore, Milano 1996, p. 14.
5
2.1 La regolazione endocrina.
Il sistema nervoso e il sistema endocrino regolano l’apparato riproduttivo
(schema 1). Ogni ghiandola è un centro che riceve ed emette segnali, questi segnali
sono gli ormoni che viaggiano nel sangue, sono dei messaggeri chimici. La
produzione degli ormoni avviene in risposta di determinati stimoli che vedremo più
avanti.
Schema 1
9
Meccanisco di regolazione endocrina
mecanismo de regulacion endocrina
y paracrina/autocrina en el eje H.H.G.
Ipotalamo
GmRh
Activina
FSH Activina
Hipofisis
LH
Folistatina
Hormonas
Gonadas
Inhibina
Esteroideas
2.1.1 L’ipotalamo
L’ipotalamo rilascia dei fattori ipotalamici che vanno a stimolare l’ipofisi
anteriori. Questi fattori sono degli ormoni che stimolano la produzione di
gonadotropine e sono chiamati GnRH. L’ormone GnRH è prodotto in modo
pulsatile, il suo «rilascio è modulato da influenze stimolatorie o inibitorie esercitate
da numerosi neurotrasmettitori»
10
9
M. Guerra Flecha, J. Fernández-Morís, “Aspectos científicos de la inseminación artificial”,
in J. Gafo, Procreación humana asistida: aspectos técnicos, éticos y legales, Universidad Pontificia
Comillas, Madrid 1998, p. 23.
10
C. Flamigni, Il libro della procreazione, Mondadori, Milano 1998, p. 28.
6
2.1.2 L’ipofisi
L’ipofisi è una ghiandola endocrina costituita da due lobi, quello anteriore e
quello posteriore, che hanno una diversa funzione e struttura. Quello anteriore è
formato da cellule ghiandolari e il posteriore contiene solo fibre nervose il cui corpo
cellulare si trova nell’ipotalamo. Le fibre attraversano il peduncolo ipotalamo-
ipofisario per giungere all’ipofisi posteriore.
L'ipofisi posteriore è un'estensione del sistema nervoso e funziona come un
insieme di cellule neuroendocrine. L'ipofisi posteriore secerne l’ossitocina e
l’ormone antidiuretico (ADH). Questi ormoni vengono prodotti nei corpi cellulari dei
neuroni, presenti nel nucleo sopraottico e paraventricolare e vengono trasportati,
dagli assoni degli stessi neuroni che li hanno prodotti, all'ipofisi posteriore. Gli
ormoni entrano nei vasi sanguigni tramite terminali sinaptici adiacenti ai vasi.
L’ipofisi anteriore è detta anche ghiadola maestra, produce 6 ormoni, 4 dei
quali sono ormoni trofici (agiscono su altre ghiandole determinando la produzione di
altri ormoni). I quattro ormoni trofici sono: TSH (trofico per la tiroide); l’ACTH
(trofico per la corticale del surrene); FSH (ormone follicolostimolante) ed LH
(luteinizzante) detti anche gonadotrofine trofici per le ovaie e per i testicoli. Gli altri
due ormoni (non trofici) sono il GH (ormone della crescita) e la Prolattina che agisce
sulle mammelle. La sintesi dei 6 ormoni è interamente controllata dall’ipotalamo.
L’FSH ed l’LH sono gli ormoni che intervengono nella regolazione delle
gonadi che, stimolate, producono altri ormoni: le ovaie producono Estrogeni e
Progesterone; i testicoli producono il Testosterone (schema 2). Le gonadi, quindi,
sono ghiandole endocrine perché producono ormoni rilasciati nel sangue, ma essi
producono anche i gameti, quindi sono in possesso di una duplice funzione. Entrambi
le funzioni sono regolate dagli ormoni ipofisari (controllati a loro volta
dall’ipotalamo il quale è regolato dall’ambiente).
7
Schema 2
Produzione ormonale
ξ Nella donna
Ipotalamo : GnRH (fattore di rilascio)
Stimola
Ipofisi: FSH/LH (gonadotrofine)
Stimola
Ovaie: estrogeni e progesterone (ormoni sessuali)
Stimola
Organi bersaglio (utero, tessuto mammario ossa grasso…)
ξ Nell’uomo
Ipotalamo : GnRH (fattore di rilascio)
Stimola
Ipofisi: FSH/LH (gonadotrofine)
Stimola
Testicoli: testosterone (ormone sessuale)
Stimola
Organi bersaglio (l’apparato riproduttivo, pelo, corpo…)
2.1.3 Controllo ormonale e feedback
I valori di ormoni sessuali devono essere regolati e controllati. Questo
avviene grazie all’azione di feedback negativo: la concentrazione di ormone sessuale
funziona da inibitore per l’ipofisi e per l’ipotalamo. L’effetto del feedback negativo
8
stabilizza l’organismo. Tutto il controllo del sistema riproduttivo è affidato a
feedback negativi ad eccezione, nella femmina, dell’ovulazione che è controllata da
un feedback positivo.
2.2 Riproduzione sessuale
L’uomo è caratterizzato da fecondazione interna come tutti i mamiferi, anche
uccelli rettili alcuni anfibi e alcuni pesci. Gli ovulipari sono animali a fecondazione
esterna, da questo punto di vista la fecondazione in vitro può essere vista come un
passaggio indietro dal punto di vista dell’evoluzione. «Come tutte le specie
monogamiche la nostra è certamente assai poco fertile»
11
, tuttavia, la riproduzione
dell’uomo non è strettamente dipendente da fattori ambientali e stagionali.
Nonostante il gran numero di spermatozoi depositati in vagina, solo una
piccola parte di essi giunge al primo terzo delle tube (luogo in cui avviene la
fecondazione). Questa drastica riduzione nel numero degli spermatozoi è dovuta in
primo luogo alle condizioni sfavorevoli che si incontrano in vagina (PH acido,
risposta del sistema immunitario).
2.3 Riproduzione femminile
L’apparato riproduttivo femminile è formato da organi sessuali primari e
organi sessuali secondari. I primari sono le ovaie (gonadi), responsabili della
produzione degli ovuli, i secondari favoriscono l’ingresso degli spermatozoi e
permettono che avvenga la fecondazione e lo sviluppo dell’embrione (vagina, utero,
tube di falloppio…).
2.3.1 Le ovaie
Le ovaie sono due organi di forma ovale situate nella cavità pelvica poste ai
lati dell’utero e collegate ad esso tramite i legamenti ovarici. Sono il sito di
produzione delle cellule germinali e della sintesi di ormoni. Sotto lo stimolo
ormonale le ovaie portano a maturazione un follicolo contenente un ovulo che viene
rilasciato nelle tube di Falloppio.
11
C. Flamigni, La procreazione assistita, Il Mulino, Bologna 2002, p. 8.
9
2.3.2 La vagina
«La vagina è un organo muscolare che si estende dal meato esterno posto
nella vulva sino all’utero»
12
. La mucosa vaginale, che ne è il rivestimento parietale,
secerne un liquido che ha la funzione di lubrificare la vagina durante il rapporto
sessuale.
2.3.3 L’utero
«L’utero è un organo che sta in mezzo alla pelvi femminile […]. La cavità
dell’utero ha forma triangolare, ed è ricoperta da mucosa»
13
, la quale è collegata con
la vagina tramite il canale cervicale. L’utero è situato nella parte inferiore
dell’addome.
È importante sapere come si forma l’utero per comprendere alcune patologie.
L’utero nasce dalla fusione di due dotti che riassorbono il setto che li separa creando
una cavità unica, da questo processo è facile capire il motivo per cui si hanno molte
malformazioni, in quanto i due dotti, nella fusione possono causare varie anomalie,
in quello che sarà l’utero. Tale fusione può anche non presentarsi.
2.3.4 Le tube di Falloppio
Le tube di Falloppio o tube uterine o ovidotti, partono dall’utero per arrivare
alla cavità addominale. «Le tube sono rivestite internamente da cilia che fanno
avanzare la cellula uovo attraverso la tuba sino all’utero»
14
.
2.3.5 Il ciclo ovarico
Una volta al mese, dalla pubertà alla menopausa, da sei a venti follicoli
iniziano a maturare all’interno delle ovaie. La fase di maturazione culmina con il
rilascio dell’ovulo. Si stabilisce come primo giorno del ciclo il primo giorno della
mestruazione perché è un evento evidente. Un ciclo standard è di 28 giorni. Il ciclo
ovarico dipende dalla produzione ciclica di ormoni ipotalamici ipofisari ed ovarici, i
quali provocano mutamenti a livello di diversi organi. Questi ormoni intervengono
12
R. Rhoades, R. Pflanzer, Human Physiology, Rodney Rhoades and Richard Pfanzer, 2003,
Trad. It. Fisiologia generale umana, Piccin, Padova 2004, p. 1010.
13
C. Flamigni, La procreazione assistita, cit. , p. 37.
14
R. Rhoades, R. Pflanzer, op. cit., p. 1011.
10
principalmente sulla maturazione dei follicoli ovarici, strutture contenute nelle ovaie
e composte da una cellula uovo circondata da cellule follicolari. I follicoli ovarici
sono già presenti in età fetale, al sesto mese di età fetale sono in massimo numero (6-
7 milioni), dopo il numero diminuisce per tutta la vita. Alla nascita ce ne sono 2
milioni, alla pubertà 400 mila, dalla pubertà alla menopausa possono maturare uno al
mese. Alla menopausa quelli che restano degenerano. Nell’arco della vita, una donna
produce in media 400-500 ovuli. Dall’inizio del ciclo un gruppo di follicoli inizia a
maturare: «Señales provenientes de la hipófisis […] envían una serie de hormonas,
que tienen por objeto invitar a una subpoblaciòn de estos folìculos a madurar y diez
folìculos, aproximadamente, están dispuestos cada mes del año en una mujer, y cada
mes también, uno de estos diez folículos está destinado a completar la
maduracion».
15
Durante la fase di maturazione dei follicoli (fase follicolare del ciclo,
dal primo al quattordicesimo giorno), il follicolo si espande, lo stroma forma una teca
intorno al follicolo il quale gli si stringe intorno creandogli una protezione, le cellule
follicolari secernono un liquido che crea delle lacune tra le cellule stesse e diventano
sempre più rade finché si forma un'unica grande lacuna che sposta la cellula uovo
verso un lato del follicolo. Il follicolo maturo è una bolla piena di liquido,
quest’ultima, per la pressione, si rompe e rilascia la cellula uovo circondata da alcune
cellule follicolari che, a questo stadio, sono chiamate cellule della zona radiata. Tutto
il processo di maturazione di un ovulo (al massimo ne maturano 2
contemporaneamente) avviene nella prima parte del ciclo dal primo al 14 giorno,
l’ovulazione è il momento del rilascio dell’uovo. La fase follicolare del ciclo è
regolata da alti livelli di estrogeni prodotti dall’ovaie, sotto lo stimolo degli ormoni
ipofisari FSH ed LH. All’ovulazione si osserva un picco nella produzione sia di FSH
che di LH. A questo punto nell’ovaio resta il follicolo rotto che diventa un corpo
emorragico formato da cellule follicolari che costituiscono un corpo luteo, il quale
persiste fino alla fine del ciclo (fase luteinica del ciclo, dal quattordicesimo al
ventottesimo giorno). La fase luteinica del ciclo è guidata principalmente
dall’ormone ipofisario LH che induce il corpo luteo a produrre progesterone e bassi
15
«I segnali che provengono dall’ipofisi [...] inviano una serie di ormoni, il loro obiettivo è
quello di far maturare una porzione di questi follicoli, e dieci di questi, approssimativamente, ogni
mese dell’anno sono pronti ad essere fecondati in una donna, e ogni mese, uno di questi dieci follicoli
completa la maturazione». F. Zegares, “Desarollo paneles panel I:Reprodución asistida”, in Lus et
Praxis. Derecho en la religíon, Talcha (Chile) 1996, vol. 2 (1), p. 20.
11
livelli di estrogeni. Le oscillazioni ormonali, che avvengono durante il ciclo ovarico,
influenzano in modo molto marcato anche lo stato della mucosa uterina: Gli
estrogeni prodotti nella prima metà del ciclo fanno crescere la mucosa (fase
proliferativa). Nella seconda metà del ciclo la mucosa si arricchisce sotto l’azione
degli estrogeni e del progesterone prodotti dal corpo luteo. Vengono prodotti secreti
e i vasi sanguigni aumentano di numero e si spiralizzano (fase secretoria). Quando il
corpo luteo degenera anche la mucosa uterina si impoverisce e si presentano le
mestruazioni. Il ciclo si interrompe solo se interviene la fecondazione. L’interruzione
avviene al livello del corpo luteo. La presenza del corpo luteo permette la
permanenza dell’embrione in utero perché produce progesterone ed estrogeni che
mantengono la mucosa uterina in fase secretoria.
Quando attecchisce sulla parete uterina, l’embrione inizia a produrre un
ormone che ha un effetto simile a quello dell’LH (LH like) il quale mantiene il corpo
luteo. È l’ormone che dà alla madre il segnale di gravidanza: è la gonadotropina
corionica umana, l’ormone che viene misurato dai test di gravidanza.
2.3.6 La finestra d’impianto.
La maggior parte degli studi concordano nel dire che di tutta la fase
secretoria, solo 2 giorni sono idonei per l’impianto dell’embrione in utero: circa 5-6
giorni dopo l’ovulazione. La ricettività uterina in questo periodo è massima, cioè c’è
il massimo di ghiandole secretorie, i vasi sono spiralizzati. Altri studi sostengono
invece che la finestra d’impianto sia un periodo di durata maggiore: «Studi recenti
eseguiti applicando le tecniche di fertilizzazione “in vitro” hanno però dimostrato che
il periodo adatto all’impianto (la cosiddetta “finestra”) è più lungo di quanto
sembrerebbe logico supporre di almeno due o tre giorni. È molto probabile che esista
un dialogo fra pre-embrione ed endometrio ancor prima che inizi l’impianto».
16
La mucosa uterina si divide in strato basale (sempre presente) e strato
funzionale (varia). Il corpo luteo persiste fino ad un terzo della gravidanza, cioè fino
a che l’embrione avrà sviluppato la placenta. Anche la placenta produce
progesterone.
16
C. Flamigni, Il libro della procreazione, cit., p. 54.
12
2.4 Riproduzione maschile
2.4.1 Anatomia
I principali organi riproduttivi maschili sono esterni. Sono il pene e lo scroto,
quest’ultimo contiene i due testicoli. Le gonadi sono gli organi sessuali primari,
producono gameti e ormoni sotto il controllo del sistema ipotalamo–ipofisi.
2.4.2 Pene
Il pene è l’organo deputato a introdurre il liquido seminale nel corpo della
donna. «Il pene è composto da tre masse cilindriche, costituite da tessuto cavernoso
erettile, oltre che da vasi sanguigni, vasi linfatici e nervi»,
17
«è rivestito da cute
sottile e lassa e contiene l’uretra».
18
L’erezione del pene permette di poter avere un
rapporto sessuale. Nell’erezione vi è un sensibile aumento delle dimensioni, poiché i
corpi cavernosi vengono riempiti dal sangue.
2.4.3 Testicolo
Le funzioni dei testicoli sono essenzialmente due: la produzione di
spermatozoi e la sintesi di ormoni sessuali. Poiché, per i testicoli, la spermatogenesi
richiede una temperatura basale inferiore a quella del corpo, i testicoli si trovano
nello scroto, esterno al corpo.
All’interno del testicolo ci sono delle suddivisioni, dove si trovano tubuli
aggrovigliati (tubuli seminiferi) all’interno dei quali avviene la spermatogenesi. I
tubuli si ricongiungono in tubuli più retti: rete testis, per confluire nell’epididimo
(zona di accumulo degli spermatozoi). Ogni tubulo è fatto di grosse cellule (cellule
disertoli o del Sertoli). Queste cellule hanno il compito di nutrire le cellule in meiosi
che daranno origine agli spermatozoi.
2.4.4 Epididimo
È il serbatoio dove gli spermatozoi completano la maturazione. Qui vengono
accumulati. Se non vengono eieaculati degenerano nell’epididimo.
17
Ivi, p. 47.
18
R. Rhoades, R. Pflanzer, op. cit., p. 1000.
13
2.4.5 La spermatogenesi
La spermatogenesi è un processo continuo. Il ciclo maturativo degli
spermatozoi avviene in circa 74 giorni. «La spermatogenesi inizia con la divisioni
mitotica degli spermatogoni (cellule staminali, n.d.r.)»
19
, si passa poi agli
spermatociti primari, che tramite la divisione meiotica diventano spermatocidi
secondari, per maturare in spermatidi e infine con un processo chiamato
spermiogenesi si formano gli spermatozoi. Durante il loro sviluppo, gli spermatozoi
migrano dalla periferia fino al lume del tubo. Tra gli spermatogoni e le altre cellule
c’è una barriera ematotesticolare che impedisce la retrocessione di cellule più
mature. Tra un tubulo e l’altro si trova un tessuto connettivo, ricco di cellule mioidi,
responsabili della contrazione dei tubuli e dei vasi sanguigni, di fibroblasti e di
cellule interstiziali che producono testosterone.
2.4.6 Il canale deferente.
Il canale deferente passa sulla vescica e va ad unirsi al dotto eiaculatorio. Il
dotto passa attraverso la prostata e si immette nell’uretra attraverso la quale passa
all’esterno. Il liquido seminale è prodotto da una serie di ghiandole esocrine.
2.4.7 La capacitazione
Lo spermatozoo deve acquisire la capacità a fecondare. Questo avviene nelle
vie genitali femminili. Non è ben conosciuto il meccanismo con il quale questo
avviene. Lungo il tratto delle vie genitali femminili la membrana dello spermatozoo
subisce delle modificazione che gli permettono di eseguire la reazione acrosomale (lo
spermatozoo libera enzimi utili per penetrare l’ovulo). Nella fecondazione in vitro
esiste questa problematica, perché gli spermatozoi non sono capacitati. Per ovviare a
questo problema si effettua una stimolazione meccanica che gli permette di acquisire
la capacitazione.
19
C. Flamigni, Il libro della procreazione, cit., p. 44.
14
2.4.8 Il liquido seminale
«Il liquido seminale è costituito dagli spermatozoi e dal plasma seminale, alla
cui formazione contribuiscono le cosidette ghiandole sessuali accessorie»
20
. Queste
sono le vescicole seminali, la prostata e le ghiandole bulbouretrali. La prostata
produce un secreto alcalino ricco di zuccheri. Le prostaglandine, che provocano la
contrazione della muscolatura liscia delle vie genitali femminili sono prodotte nelle
vescicole seminali. Le ghiandole bulbo-uretrali producono muco lubrificante. Tutti
questi liquidi, sommandosi agli spermatozoi vanno a costituire il liquido seminale.
2.4.9 Controllo ormonale.
L’ipofisi produce FSH e LH. LH stimola le cellule intersiziali a produrre
testosterone. Il testosterone va in circolo e svolge varie attività, tra le quali la guida
della spermatogenesi. Esso agisce sulle cellule di Sertoli che producono proteine
(APB). Un alta concentrazione di testosterone agisce a Feedback negativo su ipofisi
ed ipotalamo. Anche inibendo il testosterone la spermatogenesi avviene lo stesso (si
riduce soltanto). Le cellule di Sertoli producono anche inibina, che agisce a Feedback
negativo su ipofisi e ipotalamo.
2.3.10 Livelli di testosterone
A 5 mesi di vita c’è un picco nella produzione di testosterone che poi
diminuisce fino alla pubertà. A questo punto si produce un aumento di testosterone in
circolo che si mantiene costante fino alla diminuzione che avviene a 60 anni. Esiste
anche un ciclo circadiano che prevede un picco al mattino.
3 Dalla fecondazione alla blastocisti
I gameti, l’ovulo e lo spermatozoo, si fondono per formare lo zigote, la prima
cellula diploide dell’organismo. Lo zigote inizia a dividersi rapidamente
attraversando diverse fasi di sviluppo, sino a giungere allo stadio di morula, una
massa compatta di cellule che andrà ad annidarsi nelle pareti dell’utero materno
originando l’embrione.
20
Ivi, p. 45.
15
3.1 La fecondazione
Nell'uomo la riproduzione è sessuata, o gametica. Il rapporto sessuale prevede
l'orgasmo, che nell'uomo causa l’eieaculazione. «Si calcola che non siano meno di
280 milioni gli spermatozoi immessi all'interno dell'apparato femminile per ogni atto
di concepimento naturale, anche se di questi soltanto 200 circa raggiungono la
regione tubarica»
21
, ovviamente è solo una stima, ci sono opinioni contraddittorie a
riguardo, ad esempio per Torres: «A través de la unión sexual, el hombre deposita
entre trescientos y quinientos millones de espermios en la vagina de la mujer»
22
. La
drastica riduzione del numero di spermatozoi è dovuta in particolar modo alle
condizioni poco ospitali che essi trovano nelle vie genitali femminili. L’ambiente
vaginale presenta un PH acido ed è caratterizzato dalla presenza di macrofagi che,
riconoscendo gli spermatozoi come agenti estranei, li aggrediscono. Per mitigare
l’acidità della vagina il liquido seminale presenta un PH basico. Alla fine del
rapporto sessuale gli spermatozoi iniziano a risalire verso gli ovidotti. Nelle tube di
falloppio arriverano in media 200 spermatozoi. Il movimento degli spermatozoi è
favorito, oltre che dalla propulsione data dalla coda, anche da contrazioni uterine
favorite dalle prostaglandine presenti nel liquido seminale. Quando gli spermatozoi
raggiungono l'ovulo, tentano di fecondarlo. «Se ciò accade, le probabilità che da
questo incontro nasca un bambino [...] non superano il 30% nelle coppie più
giovani»
23
. Bisogna ricordare che lo spermatozoo deve liberarsi del liquido seminale
(contenente sostanze inadatte alla fecondazione) ed essere capacitato (ancora sono
sconosciuti i meccanismi della capacitazione) affinché avvenga la fecondazione.
Contemporaneamente, l'ovulo, una volta maturato, è aspirato dal padiglione tubarico,
avvolto dalle cellule della zona radiata viene veicolato nel liquido follicolare. La
fecondazione avviene nelle tube di Falloppio.
21
E. Boncinelli, L’etica della vita. Siamo uomini o embrioni?, Rizzoli, Milano 2008, p. 18.
22
«Tramite il rapporto sessuale, l'uomo deposita tra i trecento e i cinquecento milioni di
spermatozoi nella vagina della donna»A cura di M. Á. del Arco Torres, El embrión y la biotecnología:
un análisis ético-jurídico, Editorial Comaress, Granada 2004, p. 8.
23
C. Flamigni, Il libro della procreazione, cit., p. 49.