2
per merito di Henry Fayol (che per primo considera la gestione del rischio a
livello di una delle principali funzioni aziendali) e si sviluppa, a livello pratico,
successivamente negli anni 50 negli Stati Uniti sottoforma di tecniche ancora
primordiali e non ancora considerabili alla stregua di un vero e proprio processo.
Nonostante la non eccelsa qualit delle tecniche ad ottate a quei tempi,
dovuta principalmente alla novit di tale funzione e, dunque, alla naturale
inesperienza in materia, si sviluppa una figura professionale molto importante
nell ambito della gestione dei rischi, quale quella del Risk Manager , titolare
della funzione di Risk Management all interno dell azienda.
Nel corso degli ultimi vent anni, il mercato delle assicurazioni ha subito una
serie di profondi cambiamenti. La globalizzazione dei mercati, unita ad una
diversa regolamentazione dell attivit assicurativa , ha generato una maggiore
competizione che ha eliminato una parte rilevante delle aree di rendita che
caratterizzavano precedentemente il settore assicurativo.
Inoltre, sempre nell ultimo ventennio, si Ł assistito anche ad un graduale
superamento del tradizionale modello distributivo monocanale (costituito dalle
sole agenzie) dovuto alla comparsa di nuovi canali per la distribuzione dei
prodotti assicurativi, quali: promotori finanziari, sportelli bancari, broker
assicurativi, forme di vendita diretta.
Il mutato scenario del settore assicurativo ha reso il compito di chi governa
le imprese di assicurazione maggiormente difficoltoso, facendo emergere
l esigenza di sviluppare sempre piø affinate tecniche di gestione (tra le quali un
posto di primaria importanza viene ricoperto proprio da quelle connesse alla
gestione del rischio), utili sia per compiere scelte strategiche coerenti con i
mutamenti ambientali sempre piø rapidi e discontinui, sia per attuare un efficace
gestione organizzativa volta al recupero dell efficienza interna aziendale e alla
creazione di valore aziendale.
Proprio quest ultimo aspetto rappresenta la vera innovazione nel campo
della gestione del rischio, poichØ essa non Ł piø una semplice funzione aziendale
caratterizzata da tecniche basilari (spesso indipendenti e sconnesse l una
dall altra), ma bens un processo integrato e complesso, ovvero il processo di Risk
management. Inoltre, tale processo non mira piø, come in passato, alla semplice
3
gestione dei rischi diretta alla protezione dagli stessi, anzi aspira ad una tutela
aziendale finalizzata alla creazione di valore per l azienda.
E proprio questa l innovazione introdotta dal Risk Management: tutelarsi
dai rischi, creando al contempo valore aziendale.
Nel corso di questo lavoro si sono analizzati inizialmente quelli che sono i
rischi tipici di un impresa assicurativa, classificandoli in base alle aree di gestione
che generalmente caratterizzano l attivit assicura tiva, ovvero: l area tecnico-
assicurativa, l area finanziaria e l area operativa . Successivamente si sono prese in
considerazione anche altre possibili classificazioni dei rischi, basate sui fattori che
determinano il rischio, oppure sulla correlazione tra gli effetti economici del
rischio e le principali variabili macroeconomiche e finanziarie, oppure ancora
sulle conseguenze generate dal concretizzarsi di un rischio.
Una volta analizzati i rischi che principalmente coinvolgono l attivit
assicurativa, ci si Ł posti il problema di quale fosse l approccio piø idoneo da
adoperare in questo lavoro relativamente alla gestione dei rischi. La scelta Ł stata
circoscritta all interno dei seguenti possibili approcci: tradizionale-assicurativo,
statistico-finanziario, matematico, manageriale. Fra queste alternative si Ł
individuato nell approccio manageriale il metodo piø consono agli obiettivi che ci
si Ł posti inizialmente, poichØ esso analizza e gestisce il rischio in un ottica
moderna, finalizzata non solo a coprirsi dal rischio, ma indirizzata anche e
soprattutto alla possibilit di creare valore ed op portunit di profitto dalla gestione
del rischio stesso (come gi accennato in precedenz a).
Proseguendo nel lavoro si Ł introdotto il Risk Management, definendolo
come: la tecnica di gestione dei rischi d impresa che tende a salvaguardare
attraverso l uso di strumenti di varia natura (prevenzione, ritenzione,
assicurazione, ecc ) e nelle migliori condizioni di costo, il patrimonio
dell impresa contro le perdite che possono colpire nell esercizio della propria
attivit , descrivendo gli obiettivi che esso si pone di ra ggiungere ed offrendone
alcuni cenni storici.
Definito il Risk Management, ci si Ł poi occupati della figura aziendale che
rappresenta il fautore di tale processo, cioŁ il Risk Manager, descrivendo i suoi
compiti fondamentali e rapportandolo ad un altro soggetto, ovvero il Broker.
4
Una volta fatto ci , si Ł potuto finalmente trattare l argomento cardine di
questo lavoro: il processo di Risk Management . Es so si divide in quattro
indispensabili fasi:
il Risk Assessment;
il Risk Reporting;
il Risk Treatment;
il Monitoring.
Sinteticamente, il Risk Assessment si occupa: dell identificazione,
descrizione, stima, integrazione e valutazione dei rischi; il Risk Reporting realizza
un report sintetico volto ad evidenziare i principali risultati del Risk Assessment,
permettendo, a chi ne ha la responsabilit , di pren dere le necessarie contromisure;
il Risk Treatment definisce quelle che sono le possibili strategie da utilizzare nella
gestione dei rischi (distinta in questa fase in: gestione ex ante e gestione ex post);
il Monitoring, infine, Ł finalizzato al controllo dell esposizione al rischio e
dell andamento del rischio.
Una volta esposto il processo di Risk Management si Ł passati a trattare
alcuni possibili processi alternativi a quello principalmente analizzato e preso in
considerazione. Essi sono: l Enterprise Risk Management, il Project Risk
Management, il Traditional Risk Management, il Financial Risk Management ed
il Risk Control.
Proseguendo, il lavoro Ł stato indirizzato verso la dimensione organizzativa
del processo di Risk Management e, piø precisamente, sui ruoli che alcuni
importati organi interni ad un impresa assicurativa hanno in relazione alla
gestione dei rischi. Gli organi aziendali presi in esame sono: il Consiglio di
Amministrazione e gli amministratori esecutivi, il Risk Manager e, infine, i centri
di responsabilit . Si Ł, inoltre, analizzata la relazione che intercorre fra il Risk
Management e l Internal Auditing e si sono anche considerati altri aspetti, come,
per esempio, il Risk Management nelle imprese di piccole e medie dimensioni ed
il ruolo del sistema informativo aziendale a disposizione del processo di Risk
Management.
5
Se i Capitoli Primo e Secondo sono stati concepiti sostanzialmente con il
fine di descrivere le fasi del processo di Risk Management, nel Capitolo Terzo ci
si Ł occupati di un argomento decisamente piø attuale e che sta gi coinvolgendo e
trasformando i sistemi organizzativi ed i processi interni (tra i quali anche e
soprattutto il processo di Risk Management) nelle imprese assicurative; tale
argomento prende il nome di: Solvency II .
Solvency II Ł un progetto di riforma dell attuale regime di vigilanza
prudenziale sulle imprese di assicurazione ( Solven cy I ) che, promosso dalla
Commissione Europea e destinato a divenire operativo non prima del 2011, nasce
come risposta alla necessit di superare i limiti d a questo evidenziati e
riconducibili, in prima approssimazione, all assenza di sensibilit dei livelli di
capitale attualmente richiesti rispetto al profilo di rischio specifico della singola
impresa di assicurazione.
Solvency II potrebbe essere inteso non solo come una soluzione alle
lacune esistenti nell attuale disciplina in materia di capitale e di tutela dei rischi
nel settore assicurativo, ma anche come risposta a Basilea II , ovvero chiamato
l accordo che definisce, a livello internazionale, i requisiti patrimoniali che le
banche sono tenute a rispettare in relazione ai rischi assunti dalle stesse. Infatti,
come Basilea II , anche Solvency II Ł strutturat a su tre pilastri, ognuno dei
quali con caratteristiche ed obiettivi diversi, ma allo stesso tempo comuni.
Il Capitolo Terzo Ł stato, dunque, organizzato partendo inizialmente da
un analisi dei momenti storici piø importanti che hanno portato l Unione Europea
alla creazione di Solvency II . Si Ł partiti dalla disciplina vigente negli anni 70
e, passando attraverso l attuale disciplina ( Solve ncy I ), si Ł giunti a descrivere la
futura regolamentazione, ovvero proprio Solvency I I .
Questa analisi storica ha toccato inevitabilmente l argomento Basilea II ,
che, dunque, Ł stato anch esso analizzato nelle sue motivazioni storiche, nei suoi
principi cardine (i tre pilastri) e negli aspetti positivi e negativi che lo riguardano.
Dopo aver effettuato questo excursus storico ed aver descritto gli aspetti
rilevanti di Basilea II e, soprattutto, di Solve ncy I , si Ł potuti finalmente
passare ad esaminare il progetto Solvency II .
6
L analisi della direttiva Solvency II Ł stata rea lizzata partendo dall
esposizione delle sue caratteristiche e dei suoi obiettivi, passando poi alla
descrizione dei tre pilastri che lo caratterizzano. Il Pilastro I contiene i requisiti
finanziari a cui una compagnia di assicurazioni deve attenersi, il Pilastro II
racchiude le regole sugli aspetti qualitativi della gestione dell impresa e dei
processi di supervisione, il Pilastro III regolamenta l informativa da dare al
mercato.
Successivamente si sono analizzati i costi attesi dall introduzione della
nuova regolamentazione. In particolar modo, si sono stimati i costi per il mercato
italiano, le opportunit offerte da Solvency II i n tema di: modelli interni,
interventi sulle aree di business e sulle procedure gestionali, impatti sul bilancio e,
infine, sui benefici per il mercato.
In conclusione del Capitolo Terzo sono state esaminate le relazioni
intercorrenti fra il progetto Solvency II ed il R isk Management. Considerando la
gestione del rischio come il collante che unisce il business al capitale di
un azienda, si Ł definito un framework dei rischi, ovvero una struttura finalizzata a
consentire ad un organizzazione di capire, misurare, monitorare e gestire i suoi
rischi. Seppure la definizione sommaria del framework dei rischi sia di
competenza del Consiglio di Amministrazione, l attuazione ed il mantenimento
della struttura stessa deve essere assegnata ad un soggetto (che ne ha anche la
responsabilit ) che prende il nome di Chief Risk Officer.
7
CAPITOLO I
IL RISK ASSESSMENT E IL RISK REPORTING
NELLE IMPRESE ASSICURATIVE
1.2 I RISCHI TIPICI NELL ATTIVITA
ASSICURATIVA
1.2.1 RISCHIO E INCERTEZZA
In letteratura e nel linguaggio corrente non vi Ł unanimit sul significato da
attribuire al termine rischio . Sembra che ciascun soggetto interessato a definirne
il concetto sia influenzato dallo specifico problema che intende risolvere e di
conseguenza utilizzi la nozione di rischio che meglio si adatta ad esso.
Il concetto di rischio Ł sempre piø utilizzato in discipline piø o meno
lontane da quelle economico-aziendali quali, per esempio, la statistica, la
matematica, la fisica, l ingegneria, la psicologia, la sociologia e la filosofia; ma,
anche limitandoci esclusivamente alle discipline economico-aziendali, non esiste
una nozione comunemente accettata1.
E in ogni modo possibile definire il rischio com e la determinante
fondamentale di una situazione aleatoria in cui il futuro Ł prevedibile attraverso
calcoli con cui si attribuiscono valori di probabilit ai diversi stati del mondo 2 .
Secondo tale definizione, il rischio si distingue nettamente da una situazione
di incertezza . Di quest ultima, infatti, Ł imposs ibile qualsiasi misurazione
oggettiva di natura probabilistica, essendo essa inerente ad una situazione
1
Floreani Alberto (2004), Enterprise Risk Management, ISU, Milano, pagina 43.
2
Knight F.H., Uncertainty and Profit, USA, 1921.
8
assolutamente imprevedibile o ad una situazione in cui l informazione attorno ad
un particolare fatto non Ł completa.
Di recente si Ł sostenuta l inaccettabilit di tale distinzione, soprattutto
secondo un ottica puramente economica. Infatti, il rischio Ł profondamente
connaturato con qualsiasi tipo di attivit economic a e la valutazione e la gestione
dell incertezza costituiscono l essenza stessa dell attivit imprenditoriale 3.
Dunque, rischio ed incertezza sono componenti essenziali di una qualsiasi
attivit economica ed allo stesso tempo sono le pri ncipali cause della variabilit
dell andamento economico della gestione imprenditoriale, determinando
inevitabilmente degli errori di previsione .
Gli errori in questione possono derivare da una carenza di informazioni e/o
di strumenti di elaborazione delle stesse (errori soggettivi), oppure da una
evoluzione dei fatti e delle circostanze non previste e non prevedibili sulla base
dell esperienza (errori oggettivi).
Relativamente agli errori soggettivi Ł frequente che i rischi vengano
assunti sulla base di esperienze passate e dati storici che possono invalidare la
corretta predeterminazione dell evento futuro. In un impresa di assicurazione, nel
ramo danni, per esempio, la riserva sinistri4 pu risultare inadeguata a causa di
apprezzamenti puramente soggettivi (basati fondamentalmente sull esperienza
passata e su dati storici) riguardanti le previsioni dell importo da pagare e la
valutazione delle probabilit del determinarsi dei sinistri.
Vi sono poi gli errori oggettivi che non dipendon o dal soggetto valutatore,
ma da un evoluzione dei fatti completamente diversa da quella che l osservazione
dei dati statistici consente di prevedere. In un impresa di assicurazione, nel ramo
vita, per esempio, i premi5 possono risultare insufficienti poichØ determinati sulla
base di tavole demografiche che, sebbene aggiornate, non permettono oggi di
valutare esattamente la probabilit di sopravvivenz a o di decesso di un individuo.
3
E per tale ragione che nel prosieguo di questo lavoro i termini: rischio ed incertezza
verranno utilizzati spesso come sinonimi.
4
La riserva sinistri rappresenta all inizio di ci ascun esercizio l importo complessivo da
tenere accantonato a fronte di una previsione media dei pagamenti sulla base di:
informazioni (piuttosto) recenti e stima della sinistralit attesa.
5
Il premio Ł l importo pagato dall’assicurato all assicuratore per ottenere le garanzie
descritte nella polizza.
9
Stabilito che gli errori di previsione sono inevitabilmente da mettere in
conto nella gestione dei rischi d impresa e che essi possono dipendere da
circostanze soggettive e/o oggettive, si pu passar e ora a classificare i rischi tipici
che caratterizzano l attivit assicurativa.
Prima, per , occorre una breve ma necessaria premes sa: nella teoria
economica il rischio Ł inteso come l eventualit che si verifichi un evento
economicamente dannoso o sfavorevole, ovvero una perdita, in relazione a
vicende che si potrebbero definire fortuite; questa definizione acquisisce maggior
vigore se riferita piø specificatamente ad un impresa assicurativa che opera
principalmente sui rischi puri6. Viceversa, dal punto di vista del calcolo delle
probabilit il rischio descrive una situazione piø generale di scostamento tra
previsione (ex-ante) di un determinato evento, valore, ecc. e l osservazione (ex-
post) dello stesso; ci implica l estensione del te rmine rischio anche a situazioni
economicamente favorevoli7. E sulla base di quest ultima accezione, ossia qu ella
probabilistica, che verr realizzato l intero lavor o8.
1.2.2 I RISCHI TIPICI NELL ATTIVITA
ASSICURATIVA
I rischi tipici riscontrabili nell attivit assicur ativa possono essere
classificati in base a quelle che sono le aree di gestione principali all interno di
un impresa di assicurazione (come rappresentato nella Figura 1.1).
6
Si definiscono rischi puri quei rischi le cui c onseguenze possono risultare
esclusivamente negative.
7
Ci , come si vedr nel seguito del lavoro, corrisp onde pienamente a quello che Ł
l approccio alla gestione del rischio seguito attualmente dalla maggior parte delle aziende
assicurative (e non solo). Tale approccio mira a gestire i rischi non con l obiettivo di
accantonare somme per proteggersi dagli stessi (o perlomeno non solo per tale ragione), ma
con l intenzione di creare, all interno della funzi one di Risk Management, ricchezza da
utilizzare sia per coprirsi da eventuali rischi, ma anche e soprattutto per incrementare il
valore aziendale complessivo.
8
Vincenzini Maurizio (2003), Manuale di gestione assicurativa, CEDAM, Padova, pagine:
da 23 a 25.
10
Figura 1.1 I rischi tipici dell attivit assicurativa .
Fonte: Cacciamani Claudio (2005), L agente di assicurazioni, EGEA, Milano.
1.1.2.1 I RISCHI DELLA GESTIONE TECNICO-
ASSICURATIVA
I rischi tecnici tipici dell attivit di gestione d i un impresa di assicurazione
possono essere individuati sinteticamente nelle categorie di seguito descritte.
Rischi della GESTIONE
TECNICO-ASSICURATIVA
Rischi della GESTIONE
FINANZIARIA
Rischio di SOVRASINISTRALITA
Rischio di INSUFFICIENZA delle
RISERVE TECNICHE
Rischi della GESTIONE
OPERATIVA
Rischio di CREDITO
Rischio di MERCATO
Rischio di TASSO di INTERESSE
Rischio di LIQUIDITA
Rischio di PREZZO
Rischio di INFLAZIONE
Rischio di CAMBIO
Rischio di SOTTOTARIFFAZIONE
11
1.1.2.1.1 IL RISCHIO DI SOTTOTARIFFAZIONE
Il rischio di sottotariffazione ( underwriting-premium risk) Ł connesso ad
una non corretta determinazione del premio a fronte dei rischi assicurati per
effetto di diverse cause, quali ad esempio: le politiche di contenimento tariffario,
diverse a seconda degli obiettivi commerciali e finanziari, adottate dalla
compagnia e/o l adozione di ipotesi statistico-attuariali per la fissazione dei premi
inadeguate (es. tavole di mortalit che sottostiman o la longevit della popolazione
assicurata). Ci si riferisce in proposito alla possibilit di errori oggettivi e
soggettivi nell individuazione delle ipotesi demografiche e finanziarie, nelle stime
relative alla frequenza dei sinistri e del relativo costo medio, nella determinazione
dei caricamenti di sicurezza o di rischio e dei caricamenti di spesa.
Il rischio di insolvenza per sottotariffazione rientra piø in generale nel
rischio d impresa nel caso in cui i premi rispond ano ad obiettivi di politiche
commerciali (c.d. sottotariffazione volontaria) o comunque risultino inadeguati in
relazione a situazioni contingenti di mercato (es. inflazione) che invalidano le
valutazioni iniziali del rischio assicurato.
1.1.2.1.2 IL RISCHIO DI SOVRASINISTRALITA
Il rischio di sovrasinistralit Ł relativo allo scostamento tra sinistralit
stimata e sinistralit effettiva spesso attribuibil e ad una scarsa selezione dei rischi
in portafoglio, oltre a circostanze appena richiamate connesse al rischio di
sottotariffazione. Nel ramo vita, per esempio, tale circostanza Ł ravvisabile
essenzialmente nel mancato aggiornamento del rischio demografico, ovvero negli
abbandoni dei contratti a seguito di operazioni di riscatto, che riducono la
numerosit dei contratti in essere con conseguente incremento delle fluttuazioni
casuali; nel ramo danni Ł attribuibile, in particolare, agli scostamenti tra frequenza
stimata e frequenza effettiva della sinistralit ed al costo medio dei sinistri.
12
1.1.2.1.3 IL RISCHIO DI INSUFFICIENZA DELLE RISERVE
TECNICHE
Il rischio di insufficienza delle riserve tecniche ( preserving risk)
rappresenta il principale rischio riguardante il passivo delle imprese di
assicurazione e si presenta ogni qual volta le riserve tecniche9 siano insufficienti
in relazione ai rischi assunti. Pu verificarsi, ol tre che per fattori tecnici (gi
citati), anche per fattori di tipo finanziario, quali ad esempio: il rischio di tasso
d interesse, di prezzo, di liquidit , e (piø in gen erale) di mercato, ovvero a
mutamenti di carattere normativo (es. in materia di danni, alla persona in caso di
sinistri RCA10).
Diverse possono essere le misure di prevenzione dei rischi tecnici appena
richiamati, sia a livello di gestione della singola impresa, sia attraverso interventi
normativi da parte del legislatore, quali ad esempio:
la costituzione di riserve tecniche sufficienti a garantire gli impegni
tecnici delle compagnie nei confronti degli assicurati;
la scelta degli investimenti a copertura delle riserve tecniche secondo
criteri di sicurezza, redditivit e liquidit ;
la presenza di efficaci procedure di controllo interno di rilevazione e
misurazione degli eventuali fattori di instabilit ;
la sussistenza di requisiti di professionalit del management e degli
organi di controllo interni all impresa.
Altri elementi di rischio riguardanti la gestione tecnico-assicurativa, oltre a
quelli sinora descritti, possono derivare da: gestioni incompetenti o delittuose, da
9
Si definiscono riserve tecniche le somme che le imprese di assicurazione devono
accantonare ed iscrivere nel proprio bilancio per far fronte agli impegni assunti nei
confronti dei propri assicurati.
10
La RCA (o RCAuto ), che sta per Responsabilit Civile Autoveicoli , Ł una polizza
assicurativa obbligatoria per veicoli a motore in circolazione nel territorio italiano,
finalizzata a risarcire eventuali danni cagionati a terzi.
13
insolvenza di terzi (es. riassicuratori, coassicuratori, intermediari, ecc.) perchØ
inadempienti e da un uso improprio della riassicurazione.
1.1.2.2 I RISCHI DELLA GESTIONE FINANZIARIA
I rischi della gestione finanziaria all interno di un impresa assicurativa sono
rappresentati principalmente dalle categorie successivamente descritte.
1.1.2.2.1 IL RISCHIO DI CREDITO
Il rischio di credito , detto anche rischio di insolvenza della controparte ,
viene a configurasi ogniqualvolta un soggetto contragga un obbligazione nei
confronti di un altro soggetto e quest ultimo risulti esposto al rischio di insolvenza
del primo, ovvero all eventualit che la contropart e non adempia all obbligazione
assunta.
Per le imprese di assicurazione il rischio in questione si presenta, soprattutto,
in relazione alle operazioni connesse ai crediti di finanziamento /investimento
(mutui, prestiti, titoli) per le quali le imprese stesse si espongono al rischio che il
soggetto finanziato non sia in grado di rimborsare il capitale ottenuto e di pagare
gli interessi maturati.
Se il mancato rimborso non Ł definitivo ed il pagamento avviene in un
momento successivo alla scadenza, allora viene a configurarsi il rischio di
liquidit : l immobilizzo finanziario provocato dal ritardo nel rimborso delle
somme dovute pu compromettere le condizioni di equ ilibrio finanziario
dell impresa le quali scaturiscono dall armonica co ntrapposizione dei flussi
finanziari, in entrata ed in uscita, generati dalla gestione.
Il rischio di insolvenza si manifesta non solo nelle operazioni di credito, ma
anche in quelle di regolamento, le quali possono riguardare le imprese di
assicurazione nel momento in cui esse esercitano l attivit di intermediazione
mobiliare.