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La salute e la legislazione
La salute e la malattia nella storia.1
Fin dall antichit la malattia si presenta come fen omeno complesso e ci Ł testimoniato
dall uso di diversi termini con cui questa viene indicata, che ne mettono in rilievo i vari
aspetti. Possiamo, infatti, intendere la malattia come mancanza, come guasto o come
danno soggettivo.
Presso gli antichi egizi ammalarsi vuol dire essere posseduti da un ospite che va al-
lontanato con interventi di carattere religioso. Sebbene in queste pratiche sono ravvisa-
bili alcune nozioni di anatomia e fisiologia, una scienza medica e una teoria coerente
appaiono solo con Ippocrate; secondo il padre della medicina la malattia consiste in una
rottura dell equilibrio naturale. Per Galeno essa Ł provocata da una disposizione del
corpo che va razionalizzata. Con l avvento del cristianesimo si diffonde l assistenza
medica gratuita fino alla creazione degli ospedali.
In et moderna, i progressi scientifici condurranno ad una visione di tipo clinico, che
vede la malattia come disfunzione fisiologica; questa concezione della malattia ha il
suo culmine nel periodo del positivismo e provoca il rifiuto di qualsiasi intervento non
fondato scientificamente, compresi quelli che tendono a valorizzare considerazioni di
tipo biografico o comunque umanitarie.
Nel novecento si affermano visioni piø complesse che vedono la malattia ora come un
mezzo di controllo sociale (approccio struttural-funzionalista), ora come costruzione
arbitraria (approccio nominalista), ora come esperienza soggettiva della quale la medi-
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Russo M.T. , Corpo, mente, cura, Soveria Mannelli, Rubettino 2004.
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cina si deve fare carico totalmente, tenendo conto non solo della patologia ma anche
delle specifiche individualit di chi ne Ł colpito (approccio fenomenologico), ora come
inadeguatezza dello stile di vita (approccio postmoderno), ora come patologia del si-
stema di relazioni che il soggetto ha col proprio ambiente (approccio relazionale).
L O.M.S. definisce la salute come uno stato di com pleto benessere fisico, mentale e
sociale e non solo assenza di malattia , definizion e questa che ha ricevuto numerose
critiche perchØ considerata da molti utopistica, tanto che si Ł cercato di correggerla op-
ponendo alla nozione di salute come stato, la salute come processo dinamico o come
equilibrio e alla nozione di completo benessere quella di capacit relativa. La salute Ł,
pertanto, quella condizione d’equilibrio dinamico, per cui un soggetto, inserito in un de-
terminato contesto naturale e sociale, ha le capacit di realizzare i propri rapporti e pro-
getti vitali in modo adeguato 2.
Da ci deriva che non Ł possibile comprendere il c ontenuto della nozione di salute, se
non combinando i criteri oggettivi, quelli soggettivi e quelli socioculturali 3.
L interesse, in un certo senso, si sposta dalla semplice diagnosi ad un contesto piø am-
pio che tiene conto delle componenti familiari, sociali, culturali ed economiche che in-
fluiscono in maniera determinante sull evoluzione della malattia.
La salute mentale
La storia della diagnosi e della cura delle malattie mentali presenta molti aspetti in co-
mune con quella della medicina generale, anche in considerazione del fatto che per
2
Russo M. T., op. cit. , pag. 183, 14-19.
3
Russo M. T., op. cit. , pag. 183, 25-27.
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molto tempo la psichiatria rimane ad essa legata, fondandosi come scienza medica solo
negli ultimi 200 anni.
Presso quasi tutte le civilt antiche la malattia m entale Ł considerata un evento sopran-
naturale, a volte con una valenza positiva, di contatto con la divinit , piø spesso dovuto
all influenza di spiriti maligni che occorre scacciare con riti di esorcismo. Accanto
all approccio demonologico troviamo altre interpretazioni tuttora interessanti, per e-
sempio la ricerca della tranquillit interiore pred icata da Budda e scopo delle attuali
psicoterapie, l ipotesi, sviluppata dalle scuole stoiche, che forti emozioni potessero pro-
durre la malattia mentale o ancora che questa potesse essere provocata dalla trasgres-
sione alle leggi morali e divine.
Con la nascita della medicina ippocratica anche la malattia mentale Ł considerata come
la conseguenza della rottura di un equilibrio e nasce un approccio di tipo organicista
che coesiste con le pratiche magiche, le quali si affermarono durante il medioevo e so-
prattutto nel periodo dell Inquisizione. Nel frattempo l approccio organicista Ł portato
avanti nel mondo arabo, dove si faceva ricorso a pratiche tuttora usate come la danzate-
rapia, la musicoterapia, l aromaterapia ecc
Nel 600, in seguito all affermarsi dell etica prot estante nelle classi borghesi, si diffon-
de un approccio pedagogico per il recupero della malattia mentale, la quale deriverebbe
da un educazione assente o sbagliata che va perci corretta con severit .
Dal 700 lo sviluppo scientifico e la scoperta di nuovi mezzi terapeutici permettono di
porre le basi per la medicina e la psichiatria moderne che si ispireranno sempre piø al
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modello medico. Questo, se da un lato ha permesso alla psichiatria di fondarsi come
scienza, secondo alcuni, avrebbe favorito l isolamento dei malati mentali 4.
Dagli inizi del novecento, ad una visione organicistica che attribuisce a danni neurolo-
gici le cause dei disturbi psichici, se ne sostituisce una piø complessa: un notevole im-
pulso Ł dato dalle teorie psicoanalitiche di S. Freud, secondo le quali la malattia menta-
le Ł il prodotto di conflitti inconsci e va curata con la psicoanalisi. Nello stesso tempo si
riconosce l influenza che la societ pu avere nel prevenire, migliorare o, al contrario,
scatenare e peggiorare le malattie mentali. Nei confronti di queste ultime la societ ha
sempre esercitato una sorta di censura attraverso la segregazione nei manicomi di
quei soggetti considerati pericolosi o che comunque rappresentavano una devianza dal-
la normalit che si preferiva tenere lontana.
Negli Stati Uniti agli inizi del 900, per iniziativa di Clifford Wittingham Beers, si svi-
lupp un movimento con lo scopo di migliorare le co ndizioni dei pazienti psichiatrici.
Beers scrisse un autobiografia sulla propria esperienza di ricoverato che ebbe il merito
di sensibilizzare l opinione degli addetti al settore; costitu inoltre un comitato nazio-
nale per l igiene mentale , che piø tardi divenne Societ Internazionale per l igiene
mentale. .
L espressione igiene mentale , tratta dalla termin ologia medica, non riusciva a rendere
conto della complessit del fenomeno e per questo s i cominci sempre piø spesso a par-
lare di salute mentale , espressione che Ł conside rata piø appropriata.5
4
Rapisarda V., Psicologia clinica psicopatologia psichiatria. Le zioni integrative di clinica psichiatri-
ca. Volume secondo, Catania, 2006, pp23-30.
5
Rossi R., Cartelli G. , Bucca M., Igiene mentale. Psichiatria e prevenzione, Scandicci, La Nuova Italia,
1996.
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Nel 1948 a Londra viene fondata la Federazione mondiale per la salute mentale. Questa
viene sempre piø considerata nel significato di prevenzione, e perci non piø di solo in-
teresse psichiatrico ma interdisciplinare. Nello stesso tempo viene dato un maggiore ri-
lievo agli aspetti sociologici e culturali. Significativa, a tal proposito, la distinzione tra
disease (morbo) e illness (malattia). Il primo termine Ł tratto dalla terminologia medica,
mentre il secondo si riferisce all esperienza soggettiva della malattia e agli aspetti so-
cioculturali ad essa correlata. Negli anni 50, sempre negli USA, nasce la psichiatria
sociale, che si occupa delle cause sociali della malattia mentale e degli interventi utili
per favorire l integrazione dei disabili psichici nella societ . 6
Prevenzione
Nell ambito della prevenzione, a seconda della tipologia di interventi occorre distingue-
re tra prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
Prevenzione primaria7
E piø facile fare prevenzione primaria (che limita l incidenza di specifiche malattie)
quando si conoscono bene le cause della patologia. Nel caso dei disturbi mentali, la
prevenzione risulta piø difficile da realizzare perchØ si tratta quasi sempre di patologie
funzionali, la cui eziologia, cioŁ, pu essere solo ipotizzabile.
Essa pu essere conseguita attraverso una corretta educazione alla salute mentale da re-
alizzarsi tramite campagne d’informazione e attraverso la formazione specifica di ope-
ratori, in particolare del medico generico, che ancora oggi, come evidenziano Carbone e
6
Frighi L., Igiene Mentale (in Igiene Mentale Psichiatria e Prevenzione a cura di R. Rossi, G. Cartelli,
M. Bucca), Scandicci, La Nuova Italia, 1996, pp. 3-12.
7
Cartelli G. Bucca M. Prevenzione primaria ( in Igiene Mentale Psichiatria e Prevenzione a cura di R.
Rossi, G. Cartelli, M. Bucca), Scandicci, La Nuova Italia, 1996, pg. 63-72.
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Frighi (1991) di fronte ai disturbi psichici, assu me un atteggiamento astensionista .
Ugualmente importanti appaiono gli interventi educativi rivolti alle famiglie, ad esem-
pio un adeguata formazione al matrimonio e alla funzione genitoriale.
Viene anche sottolineata l importanza del raggiungimento di determinati indici di quali-
t della vita e l acquisizione di attitudini che re ndano il soggetto in grado di relazionarsi
con gli altri.
Gli interventi nella crisi possono essere invece predisposti quando un individuo affronta
dei cambiamenti (lutto, malattia, inizio della formazione o di un attivit lavorativa
ecc...) che possono condurre a un disagio psichico, al fine di evitare l insorgere di ma-
lattie mentali.
Prevenzione secondaria8
I profondi cambiamenti ideologici e culturali concretizzatesi con le L. 180 e 833 del 78
hanno cambiato radicalmente il volto degli interventi di prevenzione secondaria, attra-
verso il blocco di nuove ammissioni negli ospedali psichiatrici e di nuove costruzioni, il
passaggio dell assistenza dalle province alle A. S. L., l istituzione dei servizi psichiatri-
ci all interno degli ospedali civili; il consenso del paziente ai trattamenti, con norme piø
garantiste per i Trattamenti Sanitari Obbligatori, attuabili solo per brevi periodi ed in
determinate condizioni, l assistenza diretta non solo al paziente ma anche al contesto
familiare e sociale.
8Arata A. Guelfi G. P. Igiene Mentale Le strutture istituzionali: i centri di igiene mentale.,( in Igiene
Mentale Psichiatria e Prevenzione a cura di R. Rossi, G. Cartelli, M. Bucca), Scand icci, La Nuova Ita-
lia, 1996, pag. 73-81.