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e meno costosi, tutto ciò va danno delle imprese europee ed americane, per le quali
ormai l’unica soluzione è rappresentata dalla differenziazione, ossia dall’offrire al
mercato prodotti qualitativamente medio - alti.
Questa situazione di crisi a livello mondiale sta indirizzando l’attenzione verso nuovi
principi lavorativi e verso nuovi assetti organizzativi, principi e assetti che possono
qualificarsi nel modello olonico – virtuale.
Nel corso di questa tesi cercheremo di fornire non soltanto una definizione del modello
in esame, andando ad analizzare quelli che siano i vantaggi e gli svantaggi, ma
cercheremo attraverso i nostri studi di evidenziare quelli che sono gli elementi necessari
per implementarlo.
Nel nostro studio andremo ad analizzare quelli che sono gli elementi che favoriscono
l’implementazione del modello, ipotizzando che una cultura tesa alla collaborazione
attiva ed un pari grado di virtualizzazione tra i componenti partecipanti al modello,
rappresentino i fattori base ed in virtù dei risultati scaturenti dal questionario
sottoposto al responsabile marketing e comunicazione di VeriFone Italia, andremo a
dimostrare come effettivamente questi due elementi sono essenziali nella fase iniziale di
implementazione, anche se c’è da sottolineare come si necessitano di altri fattori per il
suo sviluppo e la sua continuità temporale.
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«Chi mira più in alto, si differenzia più altamente»
Galileo Galilei.
Capitolo 1
Dalla gerarchia alle reti olonico - virtuali
1.1 Introduzione ai modelli organizzativi
Prima di esplicare l‟intero processo evoluzionistico della progettazione delle
strutture organizzative, dobbiamo definire ciò che sta alla base dell‟impresa e
ciò che conduce all‟adozione delle diverse strutture.
Inizialmente ci occuperemo delle organizzazioni e di tutto ciò che ruota
intorno ad esse.
Molti sono i tipi di organizzazioni, di grandi e piccole dimensioni, formali e
informali, profit e no profit.
Queste diverse tipologie evocano realtà molto dissimili tra loro, che però
possono essere ricondotte a questa definizione:
Un‟organizzazione è un insieme di attività, che hanno bisogno di essere
gestite in modo coordinato, per essere finalizzate e dirette in funzione
del perseguimento dei fini per cui l‟organizzazione è nata.
Questa definizione pone subito l‟attenzione sulla necessità di un progetto
organizzativo - gestionale, che permetta di interpretare e perseguire i fini
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proposti, di programmare, procurare e gestire le risorse necessarie allo
svolgimento della sua attività.
L‟ esigenza di progettualità e di azione organizzativo - gestionale, risulta
quindi essere indipendente da parametri quali:
Le finalità del sistema azienda;
L‟aspetto dimensionale;
Il settore di mercato
Il business e le forze competitive presenti nello stesso;
Le risorse materiali ed immateriali disponibili.
Diverse possono essere le modalità con cui tali esigenze vengono affrontate e
risolte, ciò si manifesta man mano che la complessità dell‟organizzazione cresce
sia sotto il profilo interno, comprendendo tutto ciò che è relativo ai fattori
produttivi, sia sotto il profilo esterno, comprendendo tutto ciò che è relativo
alle relazioni con l‟ambiente in cui l‟organizzazione agisce ed in particolare
alle relazioni con il mercato.
Si può affermare che il compito dell‟organizzazione aziendale sia quella di
gestire la complessità presente in ogni organizzazione, affinché tutte le risorse
e le varie attività diano corpo ad un sistema coordinato e finalizzato.
Il progetto organizzativo - gestionale prende avvio e si sviluppa dalle scelte
relative al posizionamento dell‟organizzazione, al cosa fare come
prodotto/servizio e a come ci si vuole presentare nell‟ambiente, in termini di
immagine e identità, per raggiungere il fine per cui l‟organizzazione è sorta.
Nel tempo la definizione di impresa ha subito innumerevoli modificazioni, che
hanno avuto lo scopo di privilegiare gli aspetti che nei vari momenti storici ed
economici risultavano essere più significativi e critici.
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Occorre notare come i termini impresa e azienda siano in ambito della
letteratura economico-gestionale generalmente usati come sinonimi, mentre
nella letteratura giuridica - aziendale vengano usati in maniera differenziata.
Secondo la letteratura giuridica - aziendale (art. 2555 cc):
L‟azienda è un complesso di beni organizzati dall‟imprenditore per
l‟esercizio dell‟impresa.
Secondo la letteratura economico-gestionale:
L‟impresa è intesa come un‟attività economica organizzata al fine della
produzione e dello scambio di beni e servizi.
Secondo una visione tradizionale:
L‟azienda è definita come un‟organizzazione di persone e di beni rivolta
ad uno scopo produttivo.
Secondo una recente visione (Sciarelli)1:
L‟azienda è definita come un‟organizzazione economica che, mediante
l‟impiego di un complesso differenziato di risorse limitate, svolge
processi di acquisizione e di produzione di beni e di servizi da scambiare
con entità esterne al fine di conseguire un reddito.
1
S.Sciarelli, “L’impresa multinazionale”, Strategie di sviluppo e politiche di marketing, Giannini, 1973
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Dalla definizione derivano i quattro elementi tradizionalmente riconosciuti
come distintivi dell‟azienda:
La presenza di una organizzazione;
Lo svolgimento di processi produttivi;
Le relazioni di scambio con entità esterne;
Le finalità imprenditoriali del reddito.
Questi elementi distintivi dell‟impresa sono stati oggetto nei vari momenti
storici-economici di una particolare attenzione da parte degli studiosi, al fine
di comprendere, studiare ed indirizzare i comportamenti aziendali in costante
contatto con fattori esterni ed interni in continua evoluzione, che
rappresentano il fattore critico con cui l‟impresa deve confrontarsi al fine di
trarne vantaggi strategici e possibilità di sopravvivenza.
Tali fattori vanno dall‟ambiente al mercato, dalla coordinazione alle relazioni
tra le funzioni specialistiche, dallo svolgimento dei processi produttivi alle
risorse intellettuali.
La definizione di impresa come sistema funzionale aperto, pone l‟attenzione
sia sulla natura sistemica dell‟azienda sia sull‟importanza delle relazioni che
l‟impresa ha con l‟ambiente che la circonda.
L‟impresa è un sistema funzionale, perché costituito da elementi che devono
essere specializzati e coordinati per poter ottenere un comune risultato.
L‟attenzione alla natura sistemica dell‟impresa, evidenzia la necessità delle
singole funzioni aziendali di agire in modo coordinato e interagente, evitando
che l‟organizzazione si suddivida in troppe parti poco dialoganti tra loro.
L‟azienda viene definita sistema aperto, in quanto per vivere deve intrattenere
rapporti e relazioni di scambio con altri sistemi esterni, ciò comporta che
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l‟azienda deve conoscere, dialogare ed interagire con l‟ambiente che la
circonda sempre più difficoltoso e turbolento.
Altra attenzione deve essere posta sull‟azienda, intesa come sistema socio-
tecnico, in quanto caratterizzata da una componente tecnica e da una
componente sociale, poiché il funzionamento dell‟azienda è legato all‟operare
coordinato di una molteplicità di gruppi interni ed esterni, tra i quali si
sviluppano rapporti di collaborazione e di conflitto.
Questo aspetto cooperativo-conflittuale dell‟organizzazione è uno dei punti
base per comprendere il funzionamento di qualsiasi struttura organizzativa.
Recentemente la letteratura ha aggiunto al concetto di sistema l‟aggettivo
“cognitivo”, con la volontà di sottolineare l‟importanza della risorsa
intellettuale.
L‟attenzione degli studiosi si è incentrata sempre più sulla necessità di
privilegiare e attirare l‟attenzione sulla valenza strategica delle capacità e
delle conoscenze che l‟azienda è capace di creare e mantenere al suo interno,
ricchezza intesa non solo come patrimonio materiale e tangibile, ma
soprattutto ed oggi sempre di più come la capacità di creare valore per poter
di rimanere competitiva e perdurare nel tempo, capacità da ricercare
soprattutto nelle risorse intellettuali e intagibili.
La teoria aziendalista, rivolge sempre più l‟attenzione all‟aspetto intangibile
delle Immobilizzazioni immateriali delle organizzazioni aziendali, osservando
che proprio in queste si racchiudono le potenzialità di espansione del sistema
aziendale.
La vita aziendale si svolge secondo procedure ripetitive frutto dell‟esperienza
accumulata nel tempo e della capacità di tradurre i segnali di cambiamento
mandati dall‟ambiente.
La capacità di innovarsi dell‟azienda, sta nel saper coniugare il sapere
acquisito con i valori di sviluppo, secondo un processo autopropulsivo che sarà
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tanto più efficace quanto più l‟organizzazione potrà apprendere lavorando
(learning by doing).
La ricchezza di un impresa è il patrimonio comune aziendale, dato dalla
quantità e dalla qualità di conoscenza accumulate, conoscenze derivanti dal
contributo degli uomini che ne fanno o ne hanno fatto parte.
Nella visione moderna, la nuova mission dell‟azienda non è tanto quella di
produrre in senso tecnico, ma piuttosto quella di accumulare conoscenze che
le permettono di poter scegliere le tecniche produttive e organizzative più
appropriate e i comportamenti più conformi alle nuove situazioni che
l‟ambiente presenta.
La vera essenza dell‟azienda può essere quindi individuata nel suo know-how
accumulato nel tempo.
Sciarelli2 e Rullani3 tendono a definire l‟impresa come:
Un sistema di conoscenze atte a produrre nuove conoscenze, come un
sistema complesso aperto, all‟interno del quale si intersecano elementi
tangibili ed intangibili, risorse finanziarie ed umane, mezzi tecnici ed
intelligenze, beni materiali ed immateriali, in un disegno finalizzato alla
produzione.
L‟azienda viene quindi intesa come un sistema aperto che vive
dell‟interscambio con il contesto ambientale, specifico e generale, che deve
saper interpretare i vincoli e le opportunità che le si presentano e saper
elaborare delle scelte di fondo, definire un progetto e un‟azione organizzativa
- gestionale in grado di ottimizzare i propri risultati.
2
Sciarelli S., 1982, Il sistema d'impresa, Cedam, Padova. Sciarelli S., 1986; L'impresa flessibile, Cedam,
Padova.
3
Rullani E. , 1989, La teoria dell'impresa: soggetti, sistemi, evoluzione, in G. Rispoli Il Mulino Bologna;
Rullani E. , 1994, Il valore della conoscenza, Economia e Politica Industriale;
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Sciarelli ci fornisce una nuova definizione di azienda, dove essa è vista come:
Un‟organizzazione economica, che mediante l‟impiego di un complesso
differenziato di risorse limitate, svolge processi di acquisizione e di
produzione di beni e di servizi, da scambiare con entità esterne al fine di
conseguire un reddito.
In questa frase si può ravvisare anche da parte di uno studioso economico
gestionale come Sciarelli, il riconoscimento di un‟impresa anche industriale
non più funzione di produzione, così come vista nella concezione Taylor-
Fordista, dove l‟impresa aveva dei confini economici, tecnici, finanziari ed
umani ben definiti, bensì come struttura di governo in cui la funzione
fondamentale sia quella di stipulare contratti oltre che quella di produrre.
Le imprese tradizionali avevano di norma una elevata verticalizzazione che
avvalorava questo concetto di impresa-funzione di produzione, ma a partire
dagli anni „70 si sono cominciati a diffondere processi di deverticalizzazione,
provocati dal fatto che le grandi imprese trovarono più conveniente, a causa di
mercati più complessi, affidare specifiche fasi di lavorazione o anche la
produzione di componenti complessi ad altre imprese, in genere più piccole,
che a loro volta potevano affidare ad altre unità produttive fasi di lavorazione.
Il risultato è la creazione di una rete di fornitori e di sub-fornitori
relativamente stabile il cui legame giuridico è dato sopratutto oggi dai
contratti che legano tra loro le diverse imprese.
Occorre notare come nel tempo si sia passati da legami prevalentemente
finanziari, come avviene nei gruppi che hanno rappresentato la prima fase del
processo di decentramento, a legami contrattuali che caratterizzano la
seconda fase del decentramento.
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Il diffondersi su scala mondiale del fenomeno del decentramento, ha portato
alla necessità di elaborare nuovi modelli capaci di tener conto di queste spinte
alla deverticolarizzazione rispetto al tradizionale modello tayloristico, spinte e
modelli che verranno analizzati più specificatamente nel capito “ Dalla
gerarchia alle reti olonico - virtuali”
1.2 Evoluzione storica dei contesti ambientali
La fine del secolo è caratterizzata dalla nascita di nuovi modelli evolutivi delle
imprese, sia a livello di crescita dimensionale dei mercati ormai globalizzati, sia
a livello di innovazioni tecnologiche, come nella comunicazione e
nell‟informazione.
Il nuovo contesto non rende più applicabili i principi Fordisti e Tayloristici,
principi su cui si basa il modello gerarchico-funzionale, modello applicabile
efficacemente solo in situazioni di stabilità e crescita costante.
Il modello gerarchico funzionale si basa su una produzione di massa, la quale si
sviluppò grazie alla presenza di determinati fattori:
Economici: che conducono ad una crescita dimensionale dei mercati, ad
una domanda indifferenziata, a deboli turbolenze;
Sociali: in quanto con la prima industrializzazione, il costo della
manodopera risulta essere ancora basso;
Tecnologici: vi è la presenza di processi arcaici o caratterizzati da una
bassa innovazione.
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La crisi petrolifera dei primi anni 70, condusse i paesi industrializzati a una
sempre più crescente inflazione e disoccupazione, che mise in crisi la struttura
della grande impresa.
Solo con il rientro dalla crisi petrolifera ed inflazionistica si assistette ad una
fase di sviluppo economico e ad un conseguente recupero di competitività delle
imprese di grandi dimensioni.
La ritrovata stabilità, permise il rientro da situazioni economiche passive e lo
sviluppo di un processo di riconfigurazione aziendale attraverso operazioni di
acquisizioni, fusioni, ed incorporazioni.
Un nuovo ed originale tipo di approccio microeconomico, basato sulla teoria
dei costi di transazione, si contrappose alla visione tradizionale dell‟impresa
propria della teoria neoclassica, le nuove teorie si avvalsero inizialmente dei
contributi di Commons “1924” e di Coase4 “1937” sviluppati successivamente
da Williamson5 nella seconda metà degli anni 70.
Nell‟approccio microeconomico tradizionale, non si teneva conto del
funzionamento interno delle imprese, poiché erano considerate come sistemi
dati che interagiscono tra loro nel mercato, acquisendo input e producendo
output in risposta a dei segnali esterni, dove le differenze strutturali tra le
imprese vengono spiegate come conseguenza delle differenze e delle condizioni
di mercato in cui esse operano.
I neoclassici, sostenevano che il mercato era il miglior allocatore di risorse,
però non ci si spiega perché la totalità del coordinamento delle attività
4
R. H. Coase, “The nature of the firm”, Economica, november 1937
Coase R. 1984. “The New Institutional Economics”. Journal of Institutional and Theoretical Economics, 140
(marzo): 229-31.
5
O. Williamson, “The vertical integration of production: market failure considerations”, American Economic
Review, n. 2/1971, pag. 112.O. Williamson, “Market and hierarchies: analysis and antitrust implications”, The
Free Press, New York, 1975, “The economic organization: firms, markets relational contracting”, The Free
Press, New York, 1985.O. E. Williamson, “Economic organization: firms, markets and policy control”,
Wheatsheaf Book Ltd., Brighton, 1986, “Transaction cost economics: the governance of contractual relations”,
Journal of Law and Economics, 22 october 1979, pag. 233, trad. italiana, “L’economia dell’organizzazione:
l’approccio dei costi di transazione” in (a cura di) R.C. Nacamulli, A. Rugiadini, Organizzazione e mercato,
Bologna, Il Mulino, 1985.
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economiche sia stata lasciata a delle organizzazioni (le imprese) che ne
internalizzano una parte
Una prima risposta a quanto detto, può essere data ponendo al centro
dell‟analisi le transazioni, infatti Commons li definisce come quell‟unità
elementare attraverso la quale gli individui effettuano l‟attività economica,
mentre Williamson li definisce successivamente come "il trasferimento di un
bene o un servizio attraverso un‟interfaccia tecnologicamente separata" e che
comporta uno scambio di valori tra le parti, quindi l‟impresa sorge poiché la
sua organizzazione struttura risulta essere più efficiente nel coordinare le
transazioni sostenendo minori costi rispetto al mercato, non in possesso di
tutte le informazioni..
Si individuano così due modalità di governo delle transazioni: il mercato e
l‟organizzazione interna o gerarchia.
Nel mercato, nell‟ambito dello scambio di beni e servizi, le informazioni
derivano dai prezzi e dalle quantità, nella gerarchia invece le transazioni sono
gestite da norme e regole di funzionamento del sistema organizzativo, nonché
dalla linea di comando per il controllo e il coordinamento.
Le differenze strutturali e le cause che hanno portato alcune imprese verso una
progressiva espansione dimensionale, vengono quindi spiegate con la
convenienza della scelta gerarchica come soluzione per la minimizzazione dei
costi di transazione.
Le imprese che si sono sviluppate a livello dimensionale, sono quelle che hanno
internalizzato una parte di transazioni che prima venivano coordinate dal
mercato.
Nel portare a termine una transazione, un‟impresa deve sopportare tutta una
serie di costi che possiamo ricondurre a due tipologie: