7Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
2. Gli antenati del videoclip: Soundies, Cinebox e Scopitones. In questo
capitolo si passeranno in rassegna gli antenati del video musicale e si
scoprirà che il primo videoclip della storia è italiano.
3. LÊorigine del moderno videoclip e i motivi del suo successo. Queste
pagine si proporranno di tracciare unÊaccurata storia del videoclip,
risalendo alle sue origini negli anni Â70 e alle cause economiche,
tecnologiche, culturali, che hanno portato al suo sviluppo.
4. La legittimazione del playback nella performance pop. In questo
capitolo verrà spiegato che durante gli anni Ê80 ci si abituò allÊidea che
certa musica ascoltata dal vivo potesse essere un campionamento di
musica registrata e che non fu, quindi, il videoclip a creare questo
mutamento, ma da esso venne „ratificato‰.
5. Dal concerto allo sviluppo dei videoclip nei sistemi televisivi. In queste
pagine verrà analizzata la performance mediale, ovvero tutte le
esecuzioni di musica fatta con i media, per i media e sui media: radio,
tv, internet. Verrà poi sottolineata la profonda differenza tra sistema
televisivo americano ed europeo, che ha determinato uno sviluppo
autonomo del videoclip nei due continenti.
6. „Popclips‰: il padre di MTV. Analizzeremo il format televisivo che
viene considerato il prototipo dal quale venne sviluppata lÊidea
originale di MTV.
7. 1° agosto 1981: nasce MTV. In questo capitolo saranno illustrate le
cause industriali e culturali che hanno portato allÊorigine del network
MTV, il primo canale televisivo interamente dedicato alla musica da
vedere.
8. Il caso Michael Jackson. In questo capitolo si descriverà cosa
succede, dal punto di vista commerciale, quando il budget di un
videoclip supera i 5 milioni di dollari e quando il videoclip diventa un
mini-movie.
8Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
9. Il videoclip in Italia: da „Mister Fantasy‰ ai suoi figli. Analisi dei più
importanti programmi televisivi italiani che hanno avuto come
protagonisti i videoclip.
10. Non solo videoclip. In questo capitolo si elencheranno le diverse
forme con cui la musica si è introdotta nel linguaggio televisivo
attraverso diverse manifestazioni: dalle gare canore alle sigle televisive.
11. Il videoclip tra arte e mercato. In questo capitolo sarà descritta la
tensione fra arte e mercato, tipica dei settori industriali dei beni di
spettacolo e quindi anche del videoclip, che spesso usa i temi del sesso
e della violenza come forze attrattive. Se è vero che il videoclip è una
forma breve di comunicazione artistica di tipo audiovisivo, il cui
linguaggio nasce e si sviluppa sulla base dellÊesigenza di promuovere
un bene di consumo effimero come la musica leggera, è altrettanto
vero che la sua durata ridotta e la sua funzione commerciale non
sempre ne condizionano negativamente il potenziale espressivo. Anzi,
un poÊ come accade con la pubblicità, queste costrizioni spesso
rappresentano uno stimolo ad andare oltre i limiti consueti
dell'espressione cinematografica e televisiva. Non forma artistica
minore, dunque, ma un luogo particolarmente adatto alla
sperimentazione narrativa.
12. Sexy-boys, sexy-girls: lÊindustria dellÊimmagine. Spesso il successo di
una star del pop è da attribuire maggiormente alla cura del suo look,
ai contenuti sessuali che veicola, o agli scandali „preparati a tavolino‰,
piuttosto che alle sue doti canore. In questo capitolo si analizzerà il
marketing de „lÊimportante è che se ne parli‰.
13. Video da bere: quando lo spot diventa videoclip. In questo capitolo si
parlerà della fusione tra videoclip e spot pubblicitari, fusione che ha
interessato molte delle più importanti popstars internazionali,
9Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
diventate spesso testimonials di noti prodotti: uno su tutti, la bevanda
PEPSI.
14. Il nuovo paradiso: la commercializzazione del videoclip in dvd. Uno
degli attuali mercati più remunerativi nel settore musicale è quello
della commercializzazione del videoclip attraverso lÊhome video,
mercato partito in sordina che adesso vive il suo momento dÊoro.
15. I miracoli della musica pop. In questo capitolo si cercherà di
spiegare perché i giovani sono lÊobiettivo più importante da
raggiungere per le case discografiche. Inoltre ci sarà spazio per i talent
show, in cui i giovani fans delle star musicali diventano essi stessi divi
popolari.
16. Video, dunque sono. Perno fondamentale di questo capitolo è il sito
Youtube e le nuove tecnologie web che evolvono il concetto di video
musicale.
La parte finale della trattazione sarà caratterizzata dal capitolo
conclusivo, in cui ci interrogheremo sul futuro del videoclip, e da
unÊappendice in cui descriveremo le varie fasi di realizzazione del
videoclip che accompagna questo volume.
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Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
1 - In principio il Musical
„Un tempo cÊera lÊorecchio, poi venne il momento dellÊocchio: un giorno
occhio e orecchio saranno in perfetta sintonia‰
Marshall McLuhan
1
1.1 - Videoclip: in principio, il Musical?
Durante tutto lÊarco del Â900, la musica pop
2
ha compiuto una radicale
metamorfosi non solo per quanto concerne il linguaggio sonoro, ma
anche per le nuove modalità di ascolto e di fruizione con il risultato di
ottenere in seguito una svolta di tipo artistico e comunicativo. La
prima metà del XX secolo, infatti, per la storia della musica significa
Arnold Schonberg o Igor Strawinsky, per noi vuol dire il disco e la
radio. Il disco ha permesso di immortalare il suono e di riprodurlo
identico a sé stesso un'infinità di volte, così come il cinematografo dei
Lumière andava facendo con l'immagine mobile tratta della realtà
concreta. Il sogno di copiare fedelmente quest'ultima si avvera solo
1
McLuhan Marshall, in F. Coriasco, Di tutto un rock, Roma, Città Nuova, 1988 p. 172.
Il termine musica pop (pop music) era originariamente inteso come abbreviazione di
musica popolare (popular music) e veniva usato in senso molto ampio per riferirsi all'intero
corpus della musica "leggera" occidentale, in contrapposizione alla tradizione colta di
generi come il jazz, il gospel, il blues o la musica classica. In seguito al frammentarsi della
musica pop in numerosi sottogeneri, dal rock al funk all'hip hop e via dicendo, l'uso
dell'espressione musica pop in questo senso ampio è andato via via perdendosi. Oggi,
l'espressione musica pop viene quasi sistematicamente usata per indicare la musica
spiccatamente "commerciale", caratterizzata da melodie semplici e facili da ricordare, e
ritornelli accattivanti volti a catturare immediatamente l'attenzione dell'ascoltatore
occasionale. (N.d.r).
2
11
Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
con la compatibilità tra audio e visivo che porta, negli anni Â30, al
cinema sonoro.
Yussel è il giovane figlio di un cantore religioso ebreo ed è dotato di
talento musicale. Abbandona la famiglia e la sinagoga per cercare
Fotogramma tratto dal film Il cantante di jazz (1927, Alan Crosland)
fortuna a Broadway, inseguendo la sua passione per la musica jazz
truccandosi da nero. Torna a casa quando scopre che il padre sta
morendo. Questa trama, un poÊ scontata e patetica, è il soggetto del
primo film sonoro della storia del cinema, Il cantante di Jazz (1927,
di Alan Crosland) con protagonista il cantante di vaudeville Al
Jonson, già famoso a Broadway, che vi eseguiva canzoni come
Mammy, uno dei suoi più grandi successi fin dal 1918. Questo film
rappresentò un punto fondamentale nella storia del cinema: non solo
si trattava del primo filmato audiovisivo esistente, ma anche del
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Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
primo film accompagnato da una vera e propria colonna sonora a
supporto della vicenda narrata
3
.
A Il cantante di jazz seguirono Il cantante pazzo (1928, di Lloyd
Bacon) con lo stesso Al Jolson, e una miriade di altre pellicole dello
stesso tipo, basati su questa formula superficiale votata al solo
successo commerciale. Nonostante il particolare primato attributo al
film di Crosland, va ricordato che il desiderio di unire
indissolubilmente l'elemento acustico e l'elemento visuale è
riscontrabile già prima del 1895, e tutta l'evoluzione del cinema, fino
al 1927, è costellata di tentativi che andavano in questa direzione. I
sistemi per la sincronizzazione meccanica di cinematografo e
fonografo furono decine. In Francia, dove i primi brevetti si hanno nel
1897, 1'Esposizione Universale di Parigi del 1900 presentava diversi
spettacoli cinematografici parlati e cantati.
Nonostante lÊimportanza del film di Crosland, lÊatteggiamento
generale con il quale esso venne accolto da critica e pubblico fu di
scetticismo; gli stessi produttori, in realtà, non furono in grado di
coglierne le sue reali potenzialità. Sebbene Il cantante di jazz non
ottenne il successo meritato, a partire dagli anni Â30 costituì il
modello base dal quale si svilupparono decine di generi
cinematografici diversi che incorporavano nella loro struttura
narrativa numeri musicali e vere e proprie performance di canzoni
4
. I
film di Busby Berkley sulla vita a Broadway e i cartoons di Max
3
è con Il cantante di Jazz, infatti, che viene messo a punto il primo sistema sonoro in
ambito cinematografico: si trattava del Vitaphone, un dispositivo che permetteva la
sincronizzazione tra l'immagine del proiettore e l'audio del grammofono. Il cinema entrerà
veramente nell'era del sonoro solo alcuni anni dopo con il Movietone, grazie al quale era
possibile registrare i suoni direttamente sulla pellicola (in quella piccola porzione di spazio
tra le perforazioni e il fotogramma, a destra di quest'ultimo) sottoforma di variazioni di
luce (banda ottica) che, al momento della proiezione, veniva riconvertita in segnale
elettrico e poi in segnale sonoro (Nd.r.).
4
Cfr. Banks Jack, Monopoly Television. MTVÊs Quest to Control the Music, Boulder,
Westview, 1996, p. 23.
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Fleisher accompagnati da brani di Cab Calloway e Louis Armstrong
sono solo alcuni degli esempi di questo genere eterogeneo e
multiforme generalmente indicato con il nome di film musicale.
Il perché di questa lunga premessa è presto rivelato: molte (forse
troppe) analisi che indagano su tutto ciò che ruota intorno al
videoclip, commettono un errore attribuendo a MTV un ruolo che
non gli spetta: quello di origine di tutto. Il videoclip, in realtà, pone le
sue basi già allÊinizio degli anni Ê30, in concomitanza con la nascita
del genere musicale cinematografico, in cui si assiste ai primissimi
tentativi di visualizzazione dei ritmi e delle parole di una canzone,
almeno a livello di performance.
Sarebbe fuorviante trattare di musica pop e delle origini del videoclip
parlando esclusivamente di dischi e concerti, o di canzoni e autori,
visto che una fetta importante di questa musica è passata (e continua
a transitare) sugli schermi cinematografici. ˚ il musical, quindi, a
meritare una solida riflessione poiché è un'esperienza che attraversa
tutto il pop del XX secolo, seppur con alti e bassi.
1.2 - Il Musical come genere cinematografico
Musical è abbreviazione di musical comedy, ossia commedia musicale,
una tipologia di spettacolo dapprima per il teatro poi per il cinema, da
considerarsi come un vero e proprio genere spettacolare, che alterna
prosa e canto, musica e azione, ballo e racconto. Il ruolo
d'intrattenimento del musical è rimarcato da molte peculiarità formali
e contenutistiche non sempre positive: gradevolezza delle vicende,
orecchiabilità delle musiche e mancanza di gusto originale o di
approfondimento estetico, come succederà per tante canzonette pop.
˚ negli Stati Uniti che il musical modernamente inteso acquista una
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Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
precisa fisionomia, fino a diventare forse l'espressione più tipica del
teatro nordamericano, vivendo tra gli anni Â20 e Â50 il periodo di
massimo splendore grazie a un'accorta politica commerciale (i teatri
di Broadway a New York) e a una schiera di grandi talenti
(compositori del calibro di Gershwin): in quegli anni la storia del
musical teatrale si intreccia con quella del cinema, poiché
quest'ultimo, dall'avvento del sonoro, favorisce le possibilità che i
successi del palcoscenico diventino prestigiosi film hollywoodiani, con
una reciproca offerta sia promozionale sia organizzativa: la pubblicità
continua sul doppio canale teatral-cinematografìco e gli scambi e le
collaborazioni delle figure professionali (registi, attori, coreografi,
musicisti, parolieri, tecnici).
Il successo del musical teatrale quale genere popolare viene meno con
la progressiva affermazione di altre forme di spettacolo e soprattutto
di nuove mode come il rock and roll che sembra non adattarsi
rapidamente ai rituali da palcoscenico con relative strutture
melodrammatiche. Tuttavia già dalla fine degli anni Â60 a New York
vengono allestite opere che si avvicinano alle esigenze dei giovani sia
nello stile pop sia nelle problematiche sociali, ma è a Londra che si
assiste a un ritorno alla grande del musical grazie al talento
compositivo di giovani autori capaci di fondere suggestivamente il
romanticismo alla canzonetta, il ritmo alla melodia, il moderno beat al
lirismo tradizionale, in sontuosi allestimenti organizzati sempre più
come evento eccezionale.
Il musical al cinema è invece un fenomeno più ampio e complesso di
quello teatrale: diventa, assieme al western e al gangster, il genere
classico dell'epopea hollywoodiana tra la fine degli anni Â20 e la metà
dei Â50. Sul piano dell'elaborazione dei contenuti (spesso presi a
prestito da altri generi cinematografici) il musical presenta delle storie
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Il VIDEOCLIP: MUSICA DA VEDERE, MUSICA DA VENDERE
che diventano pretesti per introdurre i numeri musicali (canto o ballo)
che a loro volta prendono il sopravvento sulla narrazione medesima.
Bisogna sottolineare comunque che il film non può che iterare solo
alcune delle funzioni preesistenti della musica: il musical
cinematografico non è altro che racconto teatrale per il grande
schermo, in cui la partitura musicale resta subordinata alle regole
specifiche del cinema. Spetta a un nuovo medium di quegli anni, la
radio, il compito di valorizzare la musica pop attraverso una modalità
percettiva (l'ascolto in diretta) che rende assoluto il potere e
l'immediatezza del suono rispetto alle altre componenti performative
(lo spazio, il rito, l'esecutore, la scena, il pubblico in carne e ossa).
Era quindi ovvio, sulla base di queste premesse, attendersi dall'ultimo
nato fra i mass media, la televisione, una spinta ulteriore
all'integrazione di vista e udito, che produca una completa esperienza
sensoriale inferiore solo all'esperienza diretta, dal vivo (il concerto, il
teatro).
Da un lato la radio e il disco, dallÊaltro la televisione, non hanno
previsto, nellÊimmediato, che stavano per legarsi dando vita a un
nuovo tipo di fruizione di contenuti musicali. Ci son voluti almeno
trent'anni di paleotelevisione per far sì che si creasse una musica
realmente televisiva, vale a dire il videoclip.