4
Il secondo capitolo, dedicato alla prospettiva islamica, analizza le principali argomentazioni
su aborto e contraccezione sviluppate su base giuridica e teologica in seno alla giurisprudenza
musulmana classica. Verranno inoltre fornite, in maniera sintetica, alcune chiavi di lettura del
dibattito teologico contemporaneo.
Il terzo capitolo, infine, si occupa della legislazione in materia di aborto attualmente in vigore
in Algeria, Marocco e Tunisia. La scelta di questi tre paesi è motivata dalla presenza di alcune
caratteristiche comuni e da una serie di considerazioni sulle componenti degli attuali flussi
migratori verso il nostro paese. Oggetto di particolare attenzione saranno inoltre le rispettive
legislazioni in materia di diritto di famiglia, indicatori significativi della definizione dei ruoli
di genere nei singoli paesi.
Dal momento che l’aspetto linguistico costituisce un contributo fondamentale del bagaglio
professionale del mediatore linguistico e culturale, un ruolo centrale nel nostro studio è
rivestito dalla traduzione e dall’analisi di alcuni testi originali in lingua araba.
Un Glossario a fine testo, inoltre, si propone di fornire un lessico di base in arabo.
I termini arabi sono riportati secondo la Traslitterazione scientifica corrispondente.
In Appendice abbiamo infine raccolto diverse tipologie di testo al fine di integrare la nostra
esposizione, nella speranza che ciò possa essere utile a coloro che abbiano necessità di
accedere a testi originali sull’argomento.
5
1. La medicina araba e la salute femminile: la ginecologia e l’ostetricia nella tradizione
medievale del d…r al-Isl…m
1.1 Introduzione alla storia della medicina araba
Nella storia della medicina, per medicina araba si intende il complesso di studi sviluppati in
questo campo nel periodo di civilizzazione islamica medievale, dunque a partire dal VII-VIII
secolo fino al declino della civiltà islamica tra il XIII e il XIV secolo, e scritti in lingua araba,
destinata a diventare, da questo momento in poi, la lingua franca delle scienze e delle arti
nell’intero impero islamico.
Possiamo dividere la storia della medicina araba in tre periodi:
- Periodo di traduzione e assimilazione (750-850 d.C.)
- Epoca di sviluppo di contributi originali (900-1100 d.C.)
- Epoca di declino e trasmissione all’Europa (1100-1400 d.C.)
A partire dall’inizio dell’espansione islamica con il califfo ‘Umar (634-644 d.C.), la conquista
da parte degli arabi dei territori che avevano fatto parte dell’impero bizantino e dell’impero
persiano, consentì alla cultura arabo-islamica di entrare a contatto con l’eredità culturale
antica di questi territori: babilonese, fenicia, giudaica, persiana e soprattutto ellenica.
L’assimilazione da parte degli arabi di ciò che secoli di civilizzazione ellenistica aveva
lasciato in eredità, avvenne in pochi anni. I principali prosecutori della cultura siro-ellenistica
nel VI secolo furono infatti i nestoriani e i giacobiti. Intorno al 555 d.C. , il re sasanide Cosroe
An™š†rw…n fondò nel sudest della Persia la fiorente accademia nestoriana di ß™ndi-Š…pur,
sede di una fiorente scuola di medicina e di un grande ospedale. Fu proprio in questo centro
che iniziò la traduzione in siriaco di molti testi greci, hindu, e persiani. Con la conquista araba
della Persia, questa accademia continuò a fiorire, tuttavia fino all’800, l’attività di traduzione
al siriaco e all’arabo rimase limitata. Nell’830 il califfo al-Ma’mun fondò a BaÐdad la famosa
scuola di traduzione nota come Bayt al-ðikma. Qui un gruppo di studiosi nestoriani della
scuola persiana di ß™ndi-Š…pur, cominciò un’intensa attività di traduzione del patrimonio
scientifico greco, persiano e indiano. È a questa scuola e alla figura del suo eminente
traduttore ðunayn ibn Is²…q che si deve in gran parte l’assimilazione da parte della medicina
araba del patrimonio medico greco. Grazie al suo contributo la medicina araba acquisirà, a
partire dalla seconda metà del nono secolo, un fondamento e una terminologia scientifici.1
Nel periodo compreso tra il X e il XII secolo la medicina araba raggiunse il suo apogeo: essa
non solo seppe assimilare la tradizione greca, ma fu in grado di rielaborarla e sviluppare
caratteri originali producendo fonti proprie. Tra i nomi di grandi medici arabi che diedero
altissimi contributi al campo della medicina vanno ricordati: al-R…z†, Ibn S†n… (Avicenna), Ibn
Rušd (Averroè), Ibn Zuhr (Avenzoar), Al-Zahr…w† (Albucasis).
Nel XIII secolo la fiorente civiltà islamica entrò in declino: la distruzione di BaÐdad da parte
dei Mongoli nel 1258 diede il colpo di grazia ad un impero fortemente indebolito sotto il peso
1
M. Cassarino, Traduzioni e traduttori arabi dall’VIII al XI secolo, Salerno, 1998
6
della disgregazione politica finché, nel 1492, la conquista di Granada da parte di Isabella di
Castiglia e Ferdinando d’Aragona, spazzò via anche l’ultimo avamposto islamico in Spagna.2
Durante questo periodo di declino politico, il patrimonio medico arabo iniziò ad essere
trasferito all’Europa attraverso diversi canali:
-la scuola medica di Salerno: fondata nel IX secolo, considerata la prima università di
medicina d’Europa. Nel 1075 vi giunse il medico cartaginese Costantino l’Africano, a cui si
deve la traduzione dall’arabo al latino di numerosi testi;
-il collegio di traduttori di Toledo: fondato nel XIII secolo. Qui Gerardo di Cremona tradusse
più di 70 opere greche e arabe tra cui il Canone d’Avicenna.
-i traduttori del regno normanno di Sicilia: durante il periodo di dominazione normanna in
Sicilia, nel XII secolo, e sotto i successori dei normanni, la Sicilia costituì un ponte per la
trasmissione del patrimonio culturale arabo-musulmano nella penisola e in Europa. In
particolare ebbero un ruolo fondamentale nell’attività di traduzione gli ebrei di Sicilia, a cui si
deve ad esempio la traduzione in latino delle opere di al-R…z†.3
1.2 La ginecologia e l’ostetricia nell’arte medica araba
La quantità di studi relativi allo sviluppo di conoscenze di ostetricia e ginecologia nel mondo
arabo-musulmano è limitata. I pochi studi che sono stati condotti in questo campo si limitano
ad un analisi linguistica dei testi ma è piuttosto raro incontrare studi basati sulla comparazione
e l’analisi dei contenuti di tali testi.
Una tale mancanza è in parte spiegabile dal fatto che per lungo tempo è stata accreditata
presso gli studiosi la tesi secondo la quale gli arabi si sarebbero limitati a copiare servilmente
in ostetricia, come nelle altre branche della medicina, la tradizione greca e “durante i secoli di
dominazione araba l’ostetricia – a parte abbondanti contributi in ambito farmacologico - non
ha fatto alcun progresso e ha persino segnato un passo indietro.”4
Sebbene il notevole contributo che la tradizione medica greca diede alla medicina araba sia
innegabile e l’analisi del rapporto tra eredità ellenica e medicina araba costituisca un aspetto
non trascurabile, è altresì innegabile che la medicina araba diede dei contributi originali in
numerosi campi tanto che il Canon Avicennae, traduzione dall’arabo del Q…n™n f† al-¥ibb di
Ibn S†n… giunse a costituire il manuale di medicina di riferimento nelle università europee fino
al Cinquecento inoltrato.
2 Con la Reconquista della Spagna da parte dei re cattolici, una parte considerevole del patrimonio inestimabile
di al-Andalus andò perduta. Nel 1499, per volere della regina Isabella, il suo confessore, il Cardinal Ximenez,
fece mettere al rogo, nella pubblica piazza di Granada, innumerevoli manoscritti arabi. Atti come questi furono
ripetuti in molte altre città della Spagna. R.R.Merton, Cardinal Ximenez and the Making of Spain, London,
Routledge, 1934, p. 77 (citato da M.S. Lutfi “Glimpses into the history of Arabic”, Medicine Bulletin of the
Medical Library Association, 1958 April, 46 (2), p. 215.
3
M. S. Lufti, op.cit., p. 218.
4
L. Devraigne, L’obstétrique à travers les âges, G. Doin & cie, Paris, 1939 (citato in Ar†b ibn Sa‘†d al-K…tib al-
Qurtub†, Le livre de la genération du foetus et du traitement et du nouveau-nés, Trad. di Makaci Mustapha,
Libraire Ferraris, Algèr, 1956).
7
Ricordiamo, inoltre, che la medicina araba non si basa solamente sulla letteratura medica
greca, eredità della penetrazione ellenica nel vicino oriente, ma si è sviluppata a partire dal
sostrato di tradizioni mediche pre-islamiche di tutti i popoli abitanti il d…r al-isl…m: arabi,
turchi e persiani.
Tra i primi testi di ostetricia e ginecologia del mondo arabo islamico Aykut Kazancigil
ricorda:5
F† tawallud al ºan†n al-mawl™d li sab‘at ašhur (Sulla generazione dell’embrione quando la
nascita avviene al settimo mese) di ðunayn ibn Is|aq, IX secolo; Kit…b tadb†r al-|ab…l… wa
al-a¥f…l (Libro del trattamento delle donne incinte e dei bambini) di A|mad ibn Mu|ammad
ibn Yahya al-Balad†, X secolo; K…mil al-¡in…‘a al-¥ibbiyya (Completezza dell’arte medica) di
‘Al† ibn al-‘Abb…s al-Maº™s†, X secolo.
Tali testi tuttavia non costituiranno oggetto del nostro studio. La nostra analisi si concentrerà
in particolare su due autori che a nostro giudizio fornirono dei contributi particolarmente
originali al campo di studio:
- Kit…b ²alq al-ºan†n wa tadb†r al-hab…l… wa al-mawl™d†n ( Libro della generazione del feto e
del trattamento delle donne incinte e dei neonati) di ‘Ar†b ibn Sa‘†d al-K…tib al-Qurtub†;
- al-Q…n™n f† al-¥ibb (Canone di medicina) di Ab™ ‘Al† al-ðusayn ibn ‘Abd Allah ibn S†n…,
noto in Occidente come Avicenna;
1.3 Il libro della generazione del feto e del trattamento delle donne incinte e dei neonati
L’analisi del contenuto del testo di ‘Ar†b Ibn Sa‘†d al-K…tib al-Qurtub† intitolato Kit…b ²alq
al-ºan†n wa tadb†r al-hab…l… wa al-mawl™d†n oggetto del nostro studio, si basa sulla
traduzione dall’arabo al francese di Mustapha Makaci intitolata Le livre de la génération du
foetus et le traitement des femmes enceintes et des nouveau-nés 6
Nell’introduzione al testo da lui tradotto in francese, Mustapha Makaci afferma che si tratta
del primo trattato specializzato in ostetricia e pediatria che ci sia mai stato trasmesso dalla
storia, e dunque costituisce la prova del valido contributo della medicina araba al campo
dell’ostetricia e la migliore confutazione alla tesi accreditata presso gli studiosi circa il
presunto ritardo dei medici arabi in tale campo rispetto ai predecessori greci, a cui si
accennava precedentemente.
Secondo il traduttore, quest’ultimo giudizio erroneo si deve sostanzialmente a una lettura
incompleta delle opere dei grandi medici arabi come Al-R…z†, Albucasis, Avenzoar e
Avicenna, dovuta alla mancanza di traduzioni valide e integrali.
5
A.Kazancigyl, “Obstetrics and Gynaecology up to the end of the fifteenth century”, in M. Hassan (a cura di)
The different aspects of islamic culture, vol.4, Science and technology, Unesco publishing.
6
Il manoscritto originale, che non è stato possibile reperire, si trova attualmente nella biblioteca dell’Escorial in
Spagna (n. di inventario: 833 – catalogo del Dr Renaud). Si segnala inoltre che esiste una versione di tale testo
pubblicata nel 1956 da Libraire Ferraris, Algèr.
8
Prima del testo di ‘Ar†b, infatti, alcuni autori greci e latini come Ippocrate, Galeno, Paolo
d’Egina, Sorano cosi come alcuni medici arabi,7 si erano occupati di ostetricia, ma all’interno
di capitoli e paragrafi di opere mediche più ampie e generali. Per avere un’altra opera
specializzata in ostetricia bisognerà attendere Der Rosengarten (Il giardino delle rose) del
medico tedesco Eucharius Rösslin (Eucario Rodione), testo di riferimento per levatrici e
ostetriche della prima metà del XVI secolo.
Dedicato al califfo omayyade Al-ðakam II “al-N…sir” (912-961 d.C.) , il Kit…b ²alq al-ºan†n
non riporta alcuna data ma si pensa sia stato composto tra il 961-970 nella città di Cordova,
centro di gravità del fiorente califfato musulmano di al-Andalus, dove ‘Ar†b trascorse gran
parte della sua esistenza (come suggerito dal nome al-Qurtub† = di Cordova.)
Della vita di ‘Ar†b non possediamo molte notizie: le uniche informazioni bibliografiche
provengono dai suoi numerosi scritti e dai testi degli autori che lo hanno citato. Non si
conosce con esattezza l’anno della sua nascita ma sappiamo che nel 943 (anno 331 dell’egira)
fu nominato dal califfo ‘Abd al-Ra|m…n III “al-Mustan¡ir bi-llah” (961-976 d.C) governatore
della provincia andalusa di Osuna. Ci troviamo al culmine dello splendore della civiltà
musulmana in Spagna.
Fu inoltre nominato segretario prima dal califfo ‘Abd al-Ra|m…n III, poi da al-ðakam II.
Questo periodo corrisponde al momento più fecondo per l’opera di ‘Ar†b che, nell’entourage
dei due grandi califfi, celebri per aver incoraggiato le scienze, le lettere e le arti, ebbe la
possibilità di diventare uno studioso eclettico, dedicandosi alla composizione di trattati di
storia, medicina, cronologia e agricoltura. Ricordiamo inoltre che proprio durante il regno dei
due califfi, a Cordova venne fondata la prima scuola di medicina in Europa,dotata di una
immensa biblioteca con più di 600.000 volumi.
Per quanto riguarda i contenuti del trattato, il testo è scandito in capitoli ciascuno dei quali si
apre con la descrizione degli argomenti trattati. In base a ciò possiamo suddividere il testo in
tre parti:
I parte: comprendente i capitoli 1, 2 e 3, contiene la descrizione dell’apparato riproduttore
maschile e femminile. In particolare il capitolo 3 è interamente dedicato all’utero, alle
affezioni che possono colpirlo e impedire il concepimento e alle relative cure.8
II parte: comprendente i capitoli 4-8, è interamente dedicata alla gravidanza e alle sue fasi: il
concepimento, la tutela della salute della madre e del feto durante la gestazione, l’aborto
spontaneo, il parto prematuro e il parto a termine.9
7
A livello cronologico, prima di ‘Ar†b ibn Sa‘†d al-Qurtub†, è il medico persiano al-R…z† (850-925) ad occuparsi
per primo di ostetricia ma all’interno di opere mediche generali, la più importante delle quali è il Kit…b al-H…w†
f† ¥ibb.Contemporanei ad al-Qurtub† sono invece: al-Balad†, medico egiziano operante all’epoca del waz†r Ya’qb
ibn Kils, che morì intorno al 990, autore del Kit…b al-tadb†r al-hab…l… wa al-a¥f…l (Libro del trattamento delle
donne incinte e dei bambini); Ibn al-åazz…r (noto anche col nome latino Algizar) medico di Kairouan (898-980),
le cui opere principali sono Z…d al-mus…fir wa q™t al-|…ÿir (Provviste per i viaggiatori e nutrimento per i
sedentari) e Siy…sat al-¡uby…n wa tadb†rahum (Cure e trattamento dei bambini). Quest’ultima opera e quella di
al-Balad† sono però ricordate per lo più come trattati di pediatria.
8
‘Ar†b ibn Sa‘†d al-Qurtub†, Le livre de la generation du foetus et du traitement des femmes enceintes et du
nouveau-nés, Libraire Ferraris, Algèr, 1956, pp. 10-29.
9
III parte: comprende gli argomenti trattati dal capitolo 9 al 15. Si tratta sostanzialmente di un
compendio di pediatria, interamente dedicato alla salute psico-fisica del bambino, dalla
nascita alla pubertà. Contiene innanzitutto una descrizione dettagliata delle varie fasi della
crescita del bambino e dei relativi disturbi di cui può essere colpito: il primo periodo
corrisponde a primi 40 giorni di vita;il secondo periodo va dal 40 giorno di vita fino alla
comparsa dei molari; il terzo periodo corrisponde all’età compresa tra la comparsa dei molari
e la perdita dei denti davanti e dunque all’età in cui bambino apprende a parlare ed a
camminare; il quarto periodo va dal momento della comparsa dei primi denti definitivi alla
pubertà e corrisponde allo sviluppo della sensibilità nel bambino; infine il quinto periodo
coincide con la pubertà e dunque con lo sviluppo dei caratteri sessuali.10
Un’attenzione particolare meritano le indicazioni nutrizionali che fornisce al-Qurtub†: dalla
scelta della balia allo svezzamento e all’accento posto sull’importanza di un regime
alimentare corretto per lo sviluppo del bambino (ricordiamo l’accento posto dalla medicina
araba su rapporto tra alimentazione corretta e salute).
La nostra analisi, tuttavia, non si soffermerà su quest’ultima parte ma si concentrerà sui
capitoli che si occupano più specificatamente di salute femminile, di salute della donna ma
soprattutto di salute della madre. Possiamo subito osservare che laddove la moderna scienza
dell’ostetricia e ginecologia si occupa della salute della donna in tutte le fasce d’età, dalla
pubertà, nel periodo fertile, alla menopausa e postmenopausa e il medico ginecologo è anche
medico ostetrico, nel testo la paziente la cui salute si cerca di salvaguardare è esclusivamente
una madre o una futura madre. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che ai tempi esisteva una
separazione netta tra il campo della ginecologia e quello dell’ostetricia, tra il campo teorico e
il campo pratico. Il medico che possiede nozioni di ginecologia e ostetricia e scrive di
ostetricia, non sarà accanto alla partoriente. Il destinatario delle informazioni teoriche fornite
da al-Qurtub† è la levatrice, la vera detentrice del sapere pratico.
Questo discorso sembra applicarsi non solo al momento del parto e della gravidanza ma anche
ai casi in cui il trattamento di disturbi ginecologici implica un esame e un contatto con le parti
intime della paziente, ad esclusione dei casi in cui l’intervento attivo del medico si rende
assolutamente necessario, come nel caso delle operazioni chirurgiche:
“Per quanto riguarda questo trattamento consistente nel frizionamento della cervice con oli profumati,
al-åazz…r stabilisce in particolare che questa operazione dovrebbe essere eseguita da una levatrice.
Ritroviamo la stessa asserzione nel capitolo successivo che descrive la palpazione dell’orifizio uterino.
Nel capitolo 13 ibn al-åazz…r, a proposito del trattamento delle ulcere uterine, commenta che la
paziente stessa dovrebbe introdurre nella vagina le droghe che puliscono le ulcere, per alleviare il
dolore acuto e pulsante. Queste affermazioni toccano la questione dell’esame e del trattamento della
paziente afflitta da patologie femminili nella società islamica medievale. Ibn ³aldun (XIVsecolo)
stabilisce come regola generale che il mestiere dell’ostetricia dovrebbe essere ristretto alle levatrici dal
9
‘Ar†b ibn Sa‘†d Al-Qurtub†, op.cit., pp. 30-98.
10
‘Arib ibn Sa‘†d Al-Qurtub†, op.cit., pp. 105-154.
10
momento che, essendo donne, possono vedere le parti intime di altre donne. Al-Suy™¥† (XV secolo)
riferisce l’opinione di A|mad ibn ðanbal, fondatore di una delle maggiori scuole giuridiche sunnite, la
hanbalita, secondo la quale il medico può esaminare le ‘parti proibite’ del corpo di una donna se il suo
intervento è assolutamente necessario. Le fonti mediche esistenti non ci forniscono un quadro
uniforme, ma l’opinione prevalente afferma che il medico dovrebbe prendere parte attiva nel
trattamento delle patologie femminili quando è impossibile per la levatrice fare ciò, come, per
esempio, nel caso di alcune operazioni. Talvolta si può osservare una certa tendenza alla tolleranza nei
confronti del trattamento esterno delle (parti intime) della paziente, caso in cui il medico è autorizzato
a eseguire alcune cure, contrariamente al trattamento interno.” 11
È lecito a questo punto domandarsi in che misura al-Qurtub†, avesse esperienza diretta di ciò
che ha scritto di ostetricia e in che misura invece dovesse la sua conoscenza a quanto ha letto
ed inteso. Il problema, come è prevedibile, non è di facile soluzione.
Molto probabilmente la sua esperienza diretta, come già accennato, deriva dai casi in cui il
trattamento della paziente rendeva necessario o tollerabile un suo intervento in quanto
medico, dunque nelle operazioni chirurgiche o nei casi estremi in cui la levatrice non
possedeva le conoscenze necessarie per intervenire. Un’altra fonte di conoscenza empirica è
l’osservazione di feti animali da cui venivano tratte deduzioni circa la formazione
dell’embrione e del feto umano. Per quanto riguarda invece le fonti testuali a cui ricorre al-
Qurtub†:
“Cita Ippocrate 30 volte, Galeno 22, gli antichi 13, i commenti degli arabi 10, gli astrologi 7, la
medicina hindù 3, 15, narratori di |adith 9, un praticante di medicina (muta¥abibb), allega un |adit e
un versetto del Corano.”12
Possiamo dunque affermare che il testo di al-Qurtub† costituisce una sintesi e insieme una
testimonianza chiara e unitaria delle conoscenze di ostetricia (e pediatria, di cui non ci
occuperemo) possedute dalla società arabo-musulmana di al-Andalus nella seconda metà del
X secolo, che si rifanno alle seguenti tradizioni medico-filosofiche:
- la tradizione greca ippocratico-galenica:13 come abbiamo accennato, la trasmissione del
sapere medico greco nella cultura arabo-musulmana si deve essenzialmente alla traduzione
dei manoscritti greci in siriaco e in arabo per opera di ðunayn ibn Is|aq (809-873), traduttore
e medico di Hira e della scuola di traduzione fondata dal califfo abbaside al Ma’mun a
BaÐdad, nota come Bayt al-|ikma (Casa della sapienza). Dalla tradizione ippocratico-galenica
11
Traduzione dall’inglese e parentesi nostre. G. Bos, “Ibn al-jazzar on Women’s diseases and their treatment”,
Medical History, 1993, 37:296-312, p. 301.
12
K. Musa, “La Paidología de ‘Arib al-Qurtubi e Ibn al-Jazzar al-Qayrawani -¿Coincidecia o plagio?”, Anaquel
de estudios árabes, Nº 10, 1999 , pp 97-132.
13
Ippocrate di Kos (460 a.C.- 377 a.C.), medico greco antico, è considerato il padre della medicina. Le sue
opere, circa una settantina, sono raccolte nel Corpus Ippocraticum. Ippocrate fu il primo teorico della teoria degli
umori, portata avanti e ampliata dal medico greco antico ellenista Galeno di Pergamo (129-200 d.C.), autore di
molte opere a carattere medico e filosofico.