33
2.1.1 Evoluzione dei sistemi informativi aziendali
I primi approcci informatici, risalenti agli anni ’80, per lo sviluppo dei
sistemi informativi aziendali hanno interessato le attività di tipo operativo in
particolare l’area amministrativo-contabile, per la ripetitività delle operazioni,
per la notevole mole di dati da rilevare
2
e per il successivo trattamento delle
informazioni. Infatti, nella contabilità tradizionale, prima dell’avvento di
supporti informatici, i fenomeni di gestione venivano prima registrati in prima
nota e poi venivano ripresi in ordine cronologico nel libro giornale e in ordine
sistematico nel libro mastro. Con l’utilizzo degli elaboratori la gestione delle
procedure amministrativo-contabili è stata impostata su programmi contabili
integrati i cui vantaggi derivano: dall’uso di archivi
3
comuni e dal
collegamento fra le diverse procedure.
In seguito sono stati realizzati applicativi per semplificare lo
svolgimento dei compiti nell’area produzione
4
. In particolare, il contributo
delle tecnologie dell’informazione si è indirizzato alle imprese manifatturiere
con importanti impieghi nel coordinamento e controllo delle attività di:
progettazione e ingegnerizzazione dei prodotti, programmazione della
produzione, avvio e controllo dell’avanzamento di produzione. In questo
campo sono state concepite le seguenti applicazioni informatiche:
ξ Computer Aided Design (CAD), sistema che prevede l’applicazione
dell’elaboratore nell’attività di progettazione;
ξ Computer Aided Engineering (CAE), sistema di ingegnerizzazione
basato sull’utilizzo del computer;
2
La rilevazione consiste nella determinazione quali-quantitativa degli accadimenti aziendali, nella
raccolta e classificazione dei dati grezzi, nell’elaborazione degli stessi e nella successiva
rappresentazione formale dei risultati ottenuti. Cfr. G. Zappa, Le produzioni, Giuffrè, Milano, 1956,
pag.103.
3
Un archivio (file) è costituito da un insieme omogeneo di record; gli archivi sono organizzati per
memorizzare tutti i dati che successivamente verranno richiamati, rielaborati e utilizzati nelle diverse
procedure. I dati possono essere archiviati su nastri, dischi o dischetti. Cfr. R. Candiotto, Sistemi
informativi integrati, Giuffrè, Milano, 2004, pag.70.
4
La produzione è un’insieme di attività concernenti l’acquisizione, la combinazione e l’impiego di fattori
produttivi a disposizione dell’impresa per l’ottenimento di beni e servizi. Cfr. R. Candiotto, op. cit.,
2004, pag.70.
34
ξ Quality Function Deployment (QFD), che consente di definire le
funzionalità del prodotto da progettare per soddisfare le esigenze
della clientela;
ξ Variety Reduction Program (VRP), insieme di tecniche di ingegneria
industriale finalizzate alla riduzione del grado di complessità dei
sistemi produttivi, dei processi e del numero di componenti, con
l’obiettivo di contenere i costi totali.
L’automazione interessò in seguito anche l’attività di programmazione
della produzione. Le attività di programmazione della produzione si basano
sui dati derivanti dalle previsioni di vendita o dagli ordini da evadere. Tali
dati, integrati con informazioni relative alla capacità produttiva degli impianti,
la disponibilità di magazzino e gli ordini da evadere, vengono tradotti, tramite
la distinta base e il ciclo di produzione, in richieste di elementi da produrre e
di materie prime da acquistare, secondo una prestabilita tempificazione. Il
risultato è rappresentato da un insieme di programmi, di attività contenenti i
quantitativi da produrre ed assemblare. I primi strumenti informatici sui quali
veniva effettuata la programmazione delle quantità si basavano sul Master
Production Scheduling (MPS)
5
, mentre per la programmazione dei
fabbisogni si ricorreva a tecniche di pianificazione di tipo Material
Requirement Planning (MRP)
6
. L’aggiunta di alcune funzionalità ha condotto
alla trasformazione dei sistemi MRP in sistemi integrati di pianificazione,
conosciuti come Manufacturing Resource Planning (MRP2)
7
. Tali programmi
hanno una struttura modulare che consente la gestione di gruppi di dati
diversi. I benefici di tale sistema si riscontrano nell’integrazione (parziale)
orizzontale e verticale dei processi intra-organizzativo, nel bilanciamento dei
fattori produttivi e nell’efficienza del processo di produzione.
5
Il Master Production Scheduling (MPS) è un complesso di moduli aventi orizzonti temporali che si
riducono progressivamente in corrispondenza di livelli di dettaglio del prodotto via via crescenti. Cfr. A.
Andriano, Produzione e logistica, Franco Angeli, Milano, 1997, pagg. 217- 218.
6
L’MRP è definibile come un insieme di applicazioni automatizzate per la determinazione dei
fabbisogni necessari ad alimentare un preciso programma di produzione. Cfr. M. Boario, Lezioni di
economia aziendale, Giappichelli, Torino, 1996, pag. 144.
7
Cfr. P. Brandimante, A. Villa, Gestione della produzione industriale, Utet, Torino, 1995, pag.48.
35
I limiti dei sistemi MRP consistenti nella scarsa integrazione con i
processi di distribuzione e con i processi amministrativi, furono superati dagli
Enterprise Resource Planning (ERP) progettati per realizzare un’ampia
integrazione di dati e di informazioni secondo un’ottica processiva
interfunzionale. I sistemi ERP si configurano come un insieme di strumenti
applicativi (software o pacchetti aziendali), che permettono di gestire i flussi
informativi in modo totalmente integrato. Gli ERP che inizialmente
permettevano solo di migliorare l’efficienza dei processi interni di un’impresa
(con la tecnologia client/server), si sono evoluti, con l’avvento di Internet, alla
seconda generazione, inglobando funzionalità di collaborazione e di
automazione dei processi con gli altri attori della filiera acquisendo la
denominazione di ERP esteso
8
. L’ERP esteso è un ambiente software in
grado di gestire una catena organizzativa, informativa e operativa che vuole
estendersi dai fornitori dei fornitori fino ai clienti dei clienti.
Tali sistemi informativi integrarti tendono ad aggiungere ai tradizionali
moduli che compongono l’ERP, degli altri aventi lo scopo di intensificare le
opportunità di comunicazione aziendale con i propri interlocutori esterni. Si
parla pertanto di CRM (Costumer Relationship Management), PRM (Partner
Relationship Management) o SCM (Supplay Chain Management), a seconda
che lo specifico sistema informativo si rivolga, rispettivamente, alla gestione
dei rapporti con i propri clienti, partner o con tutti i soggetti che intervengono
nel sistema logistico.
2.1.2 Business Intelligence
Una grande opportunità di sfruttamento del potenziale informativo
creato negli ultimi anni, per esempio con i sistemi ERP, è offerto dalla
Business Intelligence (BI). Con l’espressione Business Intellingence si
intendono generalmente tutte le tecnologie e le metodologie necessarie alle
aziende per gestire ed utilizzare in maniera strategica il bagaglio di dati a
8
“L’ERP esteso è un sistema in grado di abbracciare un fronte più ampio di processi dentro e fuori
l’impresa, attraverso generalmente un unica infrastruttura. In altri termini una piattaforma in cui
converge il sistema ERP dell’azienda core e applicazioni sviluppate da altri fornitori e in uso presso i
partner, fornitori e acquirenti”. Si veda a proposito il sito: www.ecostampa.it
36
loro disposizione. Una gestione razionale ed ottimizzata degli elementi
informativi rappresenta, infatti, il presupposto fondamentale per dar luogo a
un processo decisionale efficace e in grado di generare scelte migliori e in
tempi più rapidi
9
.
La BI diventa un aiuto concreto per le aziende in quanto consente non
solo di vedere i dati ma anche di misurarli, migliorarli e comunicarli, sia
all’interno che all’esterno dell’azienda. È fondamentale che le aziende
contrappongano i costi più facilmente misurabili sostenuti o da sostenere,
nella fase di realizzazione e nella fase di gestione delle applicazioni di BI, ai
benefici che si manifestano dal loro utilizzo.
2.1.3 Le ragioni della diffusione dei sistemi ERP
Gli Enterprise Resource Planning dal momento della loro introduzione,
negli anni ’90, hanno riscosso fin da subito interesse, tanto che nel corso
degli stessi anni, in Italia più del 50% delle organizzazioni con più di 200
addetti e più di 15 postazioni di lavoro informatizzate, disponevano di
pacchetti ERP. Questo fa nascere una domanda: “ Qual’è il motivo di tanto
successo?”. Da un’indagine, effettuata nel 2003
10
, sulle ragioni della
diffusione dei sistemi ERP, sono stati evidenziati i principali motivi che hanno
condotto le aziende italiane di medie dimensioni all’adozione di sistemi ERP.
Le ragioni sono le seguenti:
ξ Per riuscire ad integrare meglio i dati riferiti all’area gestionale con
quelli dell’area amministrativo - contabile;
ξ Per avere informazioni utili, per eseguire il controllo della gestione;
ξ Per seguire l’ampliamento della struttura aziendale;
ξ Per realizzare una reingegnerizzazione dei processi;
ξ Per uniformare il sistema informativo a quello delle consociate o della
casa madre;
9
Cfr. A. Zeigner, Business Intelligence: il valore dell’analisi, a cura di C. Lupi, in Sistemi & Impresa,
n.1/2, 2006, pagg. 6-9.
10
Cfr. S.Marasca, A.Mucelli, I risultati di un’indagine sul campo sull’utilizzo dei sistemi ERP nelle medie
aziende, Workshop I sistemi informativi integrati, Arezzo, 2003.
37
ξ Per superare i problemi dell’anno 2000 e dell’introduzione dell’Euro.
Figura 5 - I motivi per l’adozione dei sistemi informativi integrati
Integrazione dei dati
Controllo di gestione
Ampliamento
Reingegnerizzazione dei processi
Uniformare il sistema informativo
Euro e anno 2000
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Fonte: S. Marasca, A. Mucelli (2003).
11
2.2 L’introduzione dei sistemi ERP in azienda
L’introduzione nell’impresa del sistema ERP, costituendo il più delle
volte una nuova tecnologia rispetto a quella in dotazione all’azienda,
rappresenta un momento di cambiamento che incide sulla capacità
competitiva dell’impresa, la quale risulta essere crescente all’aumentare del
livello di cambiamento che viene ricercato attraverso le nuove tecnologie.
Venkatraman propone un modello che studia, proprio, gli effetti
dell’introduzione in azienda di nuove tecnologie informatiche. Esso è un
modello a cinque stadi che presenta il passaggio da applicazioni su scala
11
Nel grafico è riportata la distribuzione percentuale delle risposte dei responsabili d’azienda. Come si
può notare, si tratta di sollecitazioni che variano a seconda delle circostanze in cui l’azienda si trova ad
operare, degli obiettivi specifici che intende cogliere e della percezione che il management possiede
circa la consistenza della portata organizzativo-gestionale dell’introduzione dell’ERP. Cfr. S. Marasca,
A. Mucelli, op. cit., 2003.
38
limitata ad applicazioni in grado di supportare una vera e propria ridefinizione
del business in cui l’impresa opera.
Figura 6 - Livelli di cambiamento resi possibili dalle tecnologie informatiche
Alto
Grado di
trasformazione
del busines
Livelli “rivoluzionari”
Livelli “evolutivi”
Basso
Bassa Ampiezza dei potenziali benefici Alta
Fonte: Cfr. N. Venkatraman (1994).
12
I primi due stadi sono: l’utilizzo locale e l’integrazione interna. Sono
due stadi evolutivi in quanto non intervengono radicalmente sul modo di
lavorare e di competere
13
dell’impresa ma, all’interno di un modello di
business inalterato, si limitano a rendere più efficienti alcuni aspetti della
gestione. L’utilizzo locale riguarda applicazioni stand–alone, relative ad
aspetti amministrativi o funzionalità tecniche, con un impatto limitato alla
riduzione dei costi. L’integrazione interna fa riferimento invece ad
applicazioni che realizzano un interfacciamento tecnico ed operativo tra
diverse aree e diversi programmi gestionali. Con tali applicazioni l’impresa
ottiene una maggiore efficienza ed anche una maggiore efficacia.
12
“Tale grafico permette di comprendere le differenze fra le diverse tipologie di intervento prendendo in
considerazione l’ambito e la profondità del cambiamento”. N. Venkatraman, IT- enabled business
trasformation: from automation to business scope redifinition, in Sloan Management Review, Winter,
1994, pag.12.
13
“La capacità competitiva dell’impresa, intesa come la capacità di offrire un prodotto/ servizio in grado
di soddisfare le esigenze del cliente in misura quanto meno allineata alla concorrenza, deriva dalla
strategia che l’impresa adotta sulla base delle risorse di cui dispone”. M.E. Porter, ll vantaggio
competitivo, Edizioni Comunità, Milano, 1987, pag.22.
Utilizzo locale
Integrazione interna
Ridisegno dei processi di business
Ridisegno del network
Ridefinizione del business