5
capitoli che crea l’armonia di un’opera. Infatti nelle Lettere
dal carcere le componenti biografiche -intellettuale (i
problemi drammatici) e materiale (come vengono
affrontati questi problemi)- sono regolarmente descritte e
analizzate nelle loro minime variazioni e alterazioni con
una continuità che conferisce all’opera una valenza
biografica omogenea e regolare. La cosa straordinaria di
questo epistolario è poi il fatto che nelle Lettere dal carcere
sono contenuti anche i punti essenziali della filosofia di
Gramsci, tanto che senza le Lettere risulterebbe persino
difficile la comprensione di alcune parti dei Quaderni del
carcere. Inoltre, cosa non trascurabile, l’epistolario svela la
forza morale e il concetto di etica di Antonio Gramsci.
Per quanto sia difficile scomporre l’epistolario per i
motivi sopra citati, gli studiosi di Gramsci hanno spesso
approfondito alcuni periodi facilmente individuabili nella
vita del prigioniero, proprio per inquadrare meglio il
rapporto fra le Lettere dal carcere e gli scritti dei Quaderni.
Paolo Spriano, per esempio, nel suo Gramsci in carcere e il
partito individua essenzialmente tre periodi ben distinti:
1926-1931, 1932-1934 e 1935-1937. Ma ogni divisione di
un’opera come quella in oggetto è del tutto funzionale al
tipo di studio in corso. Altri ricercatori infatti si sono
dedicati ad approfondire i periodi di detenzione
individuandoli semplicemente nella struttura carceraria
6
che rinchiudeva il prigioniero. Questo è il caso, per
esempio, di ogni studio strettamente biografico.
Questa tesi di laurea vuole ricalcare le orme lasciate
dai biografi e in particolare approfondire il periodo di
detenzione che Antonio Gramsci scontò ad Ustica.
Il generale disinteresse per questo periodo è sempre
stato giustificato dalle enormi lacune che tuttora rendono
difficoltosa ogni ricostruzione storica. Ancora più
insufficienti sono le testimonianze sui singoli confinati in
quanto la guerra e il tempo hanno cancellato le tracce più
evidenti. Tuttavia negli ultimi anni la ricerca ha ottenuto
insperati risultati ritrovando alcune lettere di Gramsci da
sempre date per disperse e soprattutto ha risvegliato
l’interesse degli studiosi mediante il recupero di alcune
lettere di Amadeo Bordiga e di Giuseppe Berti.
Ricerche ancora più recenti hanno poi dato alla luce
una serie di lettere di confinati che attestano una fitta
corrispondenza gramsciana fra Milano e Ustica. Queste
lettere hanno due qualità importanti: testimoniano
l’evoluzione della colonia usticese dopo la partenza di
Gramsci e analogamente documentano il profondo
interesse del prigioniero per la vita al confino e per le
attività che egli stesso ha ideato e voluto creare a Ustica.
Dopo aver esaminato le fonti in nostro possesso,
dedico dunque la prima parte del mio lavoro a una
7
ricostruzione storica, sia dell’arresto di Gramsci, sia della
colonia penale di Ustica individuandone la nascita ed i vari
sviluppi fino all’arrivo dei prigionieri politici. In un
sucessivo paragrafo chiarisco invece l’accenno di Gramsci
alla «colonia dei beduini di Cirenaica» illuminando quindi
un punto tuttora oscuro delle Lettere dal carcere.
Nell’ultimo sviluppo brevemente la vita di Gramsci a
Ustica per introdurre il lettore alla seconda parte della tesi.
Come prima cosa, anche per legittimare la scelta di
studiare questo periodo carcerario, dedico il primo capitolo
della seconda parte (capitolo IV) a un’analisi delle lettere
da Ustica nel panorama epistolare dal carcere,
dimostrando in tal modo che nel loro piccolo le lettere da
Ustica contengono tutti gli elementi fondamentali delle
Lettere e introducono dolcemente il lettore a tutti i
problemi della vita carceraria che più drammaticamente si
svilupperanno negli anni seguenti.
Il quinto capitolo contiene invece l’analisi di una
parte delle lettere inedite dei corrispondenti gramsciani
attraverso le quali si coglie l’evoluzione della colonia,
l’umanità di molti confinati (fra i quali Bordiga) e si
scoprono numerosi argomenti trattati nelle lettere perdute
di Gramsci, fra cui uno studio sul teatro di Pirandello e
sulla scena contemporanea italiana. Di notevole interesse,
fra l’altro, saranno alcune lettere che svelano i problemi
8
causati dal frazionismo di Bordiga che fu espulso dal
Partito proprio a causa di questa condotta.
Considerando queste importanti lettere si noterà il
grande interesse di Gramsci per la colonia di Ustica che
ancora più schematicamente riassumo nel capitolo VI in
cui fornisco l’elenco completo delle lettere di Gramsci
inviate a Ustica e tuttora da considerarsi perdute.
Infine dedico l’ultimo capitolo della tesi alla scuola di
Ustica vista attraverso l’esperienza educativa e intellettuale
di Antonio Gramsci.
Non possono mancare alcune doverose conclusioni a
cui questa ricerca biografica conduce inevitabilmente.
L’esperienza pratica della “comunità” di Ustica, in cui
varie forze politiche antifasciste si ritrovano unite nella
costruzione di una società dotata delle strutture
fondamentali alla vita e allo sviluppo intellettuale, è
inevitabilmente un altro esempio politico, culturale e
morale che il detenuto Antonio Gramsci testimonia per
l’umanità intera.
9
PARTE PRIMA. Ricostruzione storica
10
1. LE FONTI
Gramsci rimase ad Ustica esattamente 45 giorni, dal 7
dicembre 1926 al 20 gennaio 1927. Di questo breve periodo
di detenzione non si hanno ampie notizie; le motivazioni
sono molteplici ed alcune le vedremo più avanti, ma basti
dire adesso che 45 giorni di confino sono molto pochi se
paragonati, per esempio, ai 10 anni di carcere
dettagliatamente documentati che Gramsci scontò fra
Milano, Roma, Turi e nei ricoveri delle cliniche di Formia e
di Roma.
Dell'intero periodo carcerario si è potuto ricostruire,
sia pure in linee generali, ogni avvenimento quotidiano e
straordinario e le notizie cospicue di questa fase hanno
permesso la realizzazione di numerosi volumi biografici le
cui parti dedicate al "soggiorno" a Ustica sono sempre
sbrigative se non del tutto assenti. È anche per questo
motivo che dedichiamo le nostre ricerche al periodo
usticese nell'intento di raccogliere tutte le notizie utili a
ricostruire l’ambiente in cui visse il prigioniero
illuminandone aspetti fino ad oggi trascurati.
In generale possiamo affermare che vi sono 3 fonti
principali a cui si possono attingere cospique notizie sulla
vita in carcere di Antonio Gramsci: 1° la corrispondenza, 2°
11
i documenti ufficiali sopravvissuti alla guerra e 3° le
testimonianze dei suoi contemporanei.
1°) La corrispondenza è la voce fondamentale della
vita in carcere di Antonio Gramsci. Attraverso le lettere
veniamo a conoscere più o meno settimanalmente
1
tutta la
vita del prigioniero sia da un punto di vista intellettuale
che materiale, possiamo appurare quali erano i suoi
interessi in un determinato momento, le letture, le ansie, la
salute.
La fortuna dell'epistolario gramsciano risale alla
prima pubblicazione del 1947 per opera di Giulio Einaudi e
da quell'anno, attraverso il prestigioso Premio Viareggio,
l'epistolario non ha perso importanza, fama o prestigio,
anzi ha ottenuto una larghissimo diffusione internazionale.
Il carattere dell'opera evidentemente autobiografica, nel
senso più largo del termine, ha stimolato notevolmente i
ricercatori che nel corso degli anni hanno trovato
numerose lettere all’epoca considerate perdute.
1 Dalle carceri giudiziarie milanesi di San Vittore Gramsci poteva scrivere
soltanto una volta alla settimana. Trasferito a Turi di Bari egli ebbe il permesso di
scrivere una volta ogni quindici giorni (il Lunedì). Ai primi di Luglio del 1931
Gramsci ottenne nuovamente il permesso di scrivere ai familiari una volta alla
settimana (sempre di Lunedì). Non si conoscono restrizioni quantitative sulla
corrispondenza da Ustica; è probabile che in quel primo periodo di confino non vi
fosse alcuna regola al riguardo. Ricordiamo comunque che la corrispondenza
isolana era soggetta all'arrivo, non sempre garantito, del vaporetto.
12
Sono poi numerose e molto importanti le edizioni
delle lettere dei corrispondenti gramsciani in quanto
aggiungono notizie e sostanza alle Lettere dal Carcere.
Vediamo dunque in dettaglio quali sono le edizioni a
cui dobbiamo fare riferimento per formare un'essenziale
biblioteca sulla detenzione di Antonio Gramsci.
Per le lettere dal carcere (e per le lettere da Ustica)
l'edizione completa è quella curata da Antonio A. Santucci,
Lettere dal Carcere, Palermo, Sellerio, 1996, 2 voll., vol.1
1926-1930, vol.2 1931-1937. Questa nuova edizione
presenta al pubblico ben 478 lettere, 50 lettere in più
rispetto alla famosa pubblicazione curata da Sergio
Capriolio e Elsa Fubini, Torino, Einaudi, 1965. L'edizione
Einaudi del 1947 presentava infatti 216 scritti, dei quali
soltanto 5 provenienti da Ustica, l'edizione del 1965
conteneva già 13 lettere dal confino, mentre l'edizione
Sellerio pubblica 2 ulteriori inediti da Ustica.
Molte delle lettere pubblicate in Sellerio sono state
presentate al pubblico, dal '65 a oggi, in prima edizione su
giornali o piccoli epistolari tematici, che non è il caso di
citare in questo contesto.
2
Sottolineo invece, qui
brevemente, l’importante novità apportata dall'edizione
Sellerio che, fra l’altro, riguarda direttamente questa
2
Il lettore interessato può trovare ogni riferimento nell'Avvertenza
pubblicata in prefazione nell'edizione Sellerio, pp. XXIX-XXXI
13
ricerca: l'acquisizione di un nuovo corrispondente di
Antonio Gramsci, Virginio Borioni.
3
Virginio Borioni è per
noi estremamente importante, perché egli fu confinato ad
Ustica e fu depositario di alcuni libri e lettere lasciate da
Gramsci sull'isola; vedremo più avanti la corrispondenza
completa fra i due prigionieri.
Durante la permanenza a Milano, Gramsci corrispose
con i confinati di Ustica, non solo con Virginio Borioni, ma
anche con Giuseppe Berti
4
e Amadeo Bordiga
5
dei quali
conserviamo alcune lettere oggi raccolte in un piccolo
volumetto (pregevole solo per aver raccolto detto
materiale) intitolato Gramsci al confino di Ustica nelle lettere
di Gramsci di Berti e di Bordiga , a cura di Vincenzo Tusa,
Palermo, Istituto Gramsci Siciliano, 1987.
6
3
La lettera a Borioni, confinato ad Ustica, è stata pubblicata per la prima
volta nell'edizione americana: Antonio Gramsci, Letters from prison , a.c.d. F.
Rosengarten, trad. R. Rosenthal, Columbia University Press, New York, 1994, 2
voll. La prima pubblicazione italiana risale al 11 Marzo 1994 per opera del
settimanale « Liberazione », mentre la prima pubblicazione in volume è appunto:
Antonio Gramsci, Lettere dal Carcere , cit., n. 110, 7 Maggio 1928, vol. I, pp. 187-188.
4
Giuseppe Berti fu confinato a Pantelleria fino al Marzo del 1927 e poi
trasferito a Ustica.
5
Amadeo Bordiga fu confinato ad Ustica insieme a Gramsci nel
Dicembre 1927.
6
Segnaliamo però che le medesime lettere si trovano in alcune importanti
edizioni, in particolare le cinque lettere di Bordiga sono in: Valentino Gerratana, “
Note di filologia gramsciana “, in: AAVV, Studi Storici, anno XVI n° 1, Roma,
Istituto Gramsci Editore, 1975. Mentre la sola lettera di Giuseppe Berti è
nell’Appendice II delle Lettere dal carcere , cit., n. 1, pp. 831-833.
14
Per avere un quadro completo della corrispondenza
del prigioniero con familiari e amici, segnaliamo alcune
recenti edizioni piuttosto importanti.
La completa corrispondenza fra Antonio Gramsci e
Tatiana Schucht, cognata di Gramsci e sua maggiore
corrispondente, è raccolta in: Antonio Gramsci Tatiana
Schucht, Lettere 1926-1935 , a cura di Aldo Natoli e Chiara
Daniele, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1997. Questa
recente edizione è degna di nota perché ricostruisce
cronologicamente il carteggio più importante del
prigioniero
7
in cui, fra l'altro, si trova l'unica lettera
(rinvenuta) inviata al Gramsci confinato.
8
Per un'analisi delle lettere e della figura della
Schucht, si veda invece il volume di Aldo Natoli, Antigone e
il prigioniero, Roma, Editori Riuniti, 1990. La
corrispondenza fra Gramsci e Tatiana, s'interrompe
nell'agosto del 1935, quando, dopo numerose pratiche ed
istanze, Gramsci fu trasferito nella clinica Quisisana di
Roma.
9
7
Gramsci e Tatiana (Tania) si conobbero nel 1925 a Roma e da subito
iniziarono a frequentarsi assiduamente. Non vi è corrispondenza fra i due che
risalga prima della carcerazione di Gramsci.
8
Si tratta della lettera datata 17 Gennaio 1927, ora in Antonio Gramsci
Tatiana Schucht, Lettere 1926-1935 , cit., n.8, pp. 36-38.
9
La salute di Gramsci si aggravò nel 1933; in seguito a forti crisi fu
visitato in Marzo dal professor Umberto Arcangeli e trasferito il 19 novembre
prima nell'infermeria del carcere di Civitavecchia e poi nella clinica Cusumano di
Formia. In questo periodo la corrispondenza fra Tatiana e Gramsci dirada sempre
più sia per la malattia del prigioniero, sia perché Tatiana cerca di assistere Gramsci
15
Per il periodo trascorso nelle cliniche di cura, dal
1933 al 1937 (ma non solo per questo, bensì per l'intero
periodo di carcerazione), possiamo fare riferimento alle
numerose lettere che Tatiana inviò ai familiari di Gramsci (
in Sardegna e in Russia ), ora raccolte in: Tatiana Schucht,
Lettere ai familiari , Prefazione di Giuliano Gramsci, a cura
di Mimma Paulesu Quercioli, Roma, Editori Riuniti, 1991.
É infine di una certa importanza, anche per la nostra
ricerca, la corrispondenza fra Piero Sraffa e Tania
Schucht,
10
ora in: Piero Sraffa, Lettere a Tania per Gramsci ,
a.c.d. Valentino Gerratana, Roma, Editori Riuniti, 1991.
Queste lettere sono il nodo di congiunzione della
corrispondenza fra Gramsci e Sraffa che, interrotta nei suoi
legami diretti dopo il periodo di Ustica, riprende con pieno
successo, attraverso Tania, alla fine del 1928.
11
in loco. In seguito al peggioramento della salute del prigioniero, nell'Agosto del
1935 Gramsci lascia Formia per essere ricoverato questa volta nella clinica
Quisisana di Roma. Tatiana, naturalmente, seguì il prigioniero e dunque fra i due
s'interruppe definitivamente la corrispondenza, fino alla morte avvenuta nel 1937.
Per la relazione medica del professor Arcangeli, si veda: Antonio Gramsci, Lettere
dal Carcere , cit., pp. 696-697, lettera 378, nota 1.
10
Tania Schucht e Piero Sraffa s'incontrarono, per iniziativa di
quest'ultimo, nel 1928 a Milano. Tania ne scrisse a Gramsci nella lettera del 6
Ottobre 1928: « Ho visto Piero, è venuto a trovarmi alla libreria. Mi prega di
salutarti tanto, tanto, [...] Ti scriverà. », ora in: Antonio Gramsci Tatiana Schucht,
Lettere 1926-1935 , cit., lettera n. 141, pp.265-267.
11
La prima corrispondenza fra Gramsci in carcere e Piero Sraffa risale al
periodo di Ustica, di cui conserviamo le lettere gramsciane. Le misure restrittive
dei carceri seguenti non permisero a Gramsci alcuna corrispondenza extra
familiare. Sraffa e Gramsci, nel 1928, ripresero i contatti attraverso le lettere di
Tatiana poiché ella camuffava i pensieri dell'amico come fossero suoi.
16
La corrispondenza da/a Ustica, come possiamo già
capire, è piuttosto lacunosa e confusa all’interno della
prima parte dell’epistolario. Mancano le lettere dei
corrispondenti del Gramsci usticese e mancano alcune
lettere di Gramsci spedite dal carcere di Milano.
Tuttavia, dopo alcune ricerche, siamo venuti a
conoscenza di nuovi corrispondenti del Gramsci milanese
e di una serie di lettere inedite conservate nell'archivio
dell'Istituto Gramsci di Roma. Si tratta di 29 lettere e 41
cartoline provenienti da Ustica, Lipari e Palermo e firmate
da numerosi amici, compagni di partito e di prigionia.
Dunque i corrispondenti che, anche per un solo saluto,
scrivono a Gramsci, sono molto più numerosi di quanto si
pensasse e ancora oggi non si è certi dell'identità di alcuni
poiché ne risulta incomprensibile la firma. È da
sottolineare subito che alcune cartoline portano i saluti e le
firme di molti confinati. Per una maggiore chiarezza, in
questa tesi ci occuperemo dei corrispondenti più
importanti, lasciando comunque al lettore completa
visione dei nomi nell'elenco delle lettere più avanti
riportato.
L’elenco dei corrispondenti gramsciani va ampliato
con i seguenti nomi: Oreste Acquisti, Giuseppe Berti e
Amadeo Bordiga, nomi non nuovi ma di quali abbiamo
alcune lettere fino ad oggi sconosciute, Virginio Borioni,
17
del quale si pensava di aver perduto la corrispondenza,
Egle Gualdi, Mario Lauriti, Cesare Marcucci, Giuseppe
Sbaraglini, Carlo Silvestri, Piero Ventura.
Elaboro per semplicità di consultazione, qui di
seguito, un piccolo schema che illustra l'intera
corrispondenza che riguarda in qualche modo Ustica. Per
le lettere di Gramsci do esclusivamente il numero di
pubblicazione dell'edizione Sellerio.
Lettere di Gramsci da Ustica 1926/27
n. 5 Ustica, 9 Dicembre 1926 a Tatiana Schucht
n. 6 Ustica, 11 Dicembre 1926 a Piero Sraffa
n. 7 Ustica, 17 Dicembre 1926 a Piero Sraffa
n. 8 Ustica, 19 Dicembre 1926 a Tatiana Schucht
n. 9 Ustica, 21 Dicembre 1926 a Piero Sraffa
n. 10 Ustica, 27 Dicembre 1926 a Tatiana Schucht
n. 11 Ustica, 29 Dicembre 1926 a Tatiana Schucht
n. 12 Ustica, 2 Gennaio 1927 a Piero Sraffa
n. 13 Ustica, 3 Gennaio 1927 a Tatiana Schucht
n. 14 Ustica, 7 Gennaio 1927 a Tatiana Schucht
n. 15 Ustica, 8 Gennaio 1927 a Giulia Schucht
n. 16 Ustica, 15 Gennaio 1927 a Tatiana Schucht
n. 17 Ustica, 15 Gennaio 1927 a Giulia Schucht
n. 18 Ustica, 19 Gennaio 1927 a Tatiana Schucht
n. 19 Ustica, 20 Gennaio 1927 a Tatiana Schucht
18
Lettere di Gramsci da Milano ai confinati di Ustica:
Le uniche lettere ritrovate sono indirizzate a
Giuseppe Berti fra il 4 Luglio 1927 e il 30 Gennaio 1928, alle
quali si aggiunge la lettera inedita a Virginio Borioni, del 7
Maggio 1928, di cui abbiamo parlato in precedenza.
n.40 Milano, 4 Luglio 1927 a Giuseppe Berti
n.46 Milano, 8 Agosto 1927 a Giuseppe Berti
n.51 Milano, 5 Settembre 1927 a Giuseppe Berti
n.62 Milano, 31 Ottobre 1927 a Giuseppe Berti
n.80 Milano, 26 Dicembre 1927 a Giuseppe Berti
n.87 Milano, 30 Gennaio 1928 a Giuseppe Berti
n.110 Milano, 7 Maggio 1928 a Virginio Borioni
Lettere edite dei corrispondenti:
Giuseppe Berti; Ustica, 20 Giugno 1927.
Amadeo Bordiga; lettere da Ustica:
27 Gennaio 1927
8 Febbraio 1927
17 Febbraio 1927
4 Marzo 1927
13 Aprile 1927