soggiorno a Holmfirth, Inghilterra, ospite degli stessi Gavin Glover e
Liz Walker.
In mancanza di una traduzione letterale in italiano, si è scelto di
conservare la lingua inglese per alcuni termini fondamentali usati:
- puppet indica in linea generale l’attore del teatro di figura e
include fantoccio, marionetta, burattino e ombra.
- puppeteer indica l’operatore che muove il puppet.
- puppetry sta ad indicare l’arte del teatro di figura e animazione.
- table-top è il palco in miniatura sul quale agiscono i puppets.
I restanti termini inglesi usati verranno spiegati in nota.
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1. PRIMA DI TUTTO
1.1 PICCOLI ANGELI
Alla metà del 1979 Liz Walker, originaria di Huddersfield, un
paese vicino Leeds, ha ventitre anni. Si trova a Londra, dove ha
frequentato corsi di danza, mimo e animazione, senza tuttavia essersi
ancora mai entrata nel mondo dello spettacolo. Dopo diverse
settimane di occupazioni occasionali, riceve una telefonata dall’ufficio
di collocamento per un lavoro d’ufficio nella zona nord di Londra. Un
pomeriggio di aprile si reca alla sede del Little Angel Theatre
1
, ad
Islington.
Il posto che le viene offerto è quello di generic administrator, con
mansioni di contabilità e archivio.
1
Nel 1961, un gruppo di puppeteers , sotto la guida del maestro sud-africano John Wright, rileva
un vecchio e malmesso edificio e il 24 novembre dello stesso anno inaugura il Little Angel
Theatre, un piccolo teatro di marionette per bambini. Ben presto il teatro acquista popolarità e la
sua fama si estende in tutta Europa, conquistando poi gli Stati Uniti e l’Estremo Oriente, grazie
alla collaborazione con celebri musicisti, scenografi e scrittori.. Con il patrocinio del Barbican
Centre e del South Bank Centre, partecipa a diversi festival in tutto il mondo. Attualmente il teatro
è famoso in particolare per i suoi Programmi Educativi, che coinvolgono studenti e utenti di ogni
età e nazionalità, con lo scopo di promuovere la conservazione del patrimonio artistico riguardante
il teatro di figura tradizionale appartenente a una vasta area geografico-culturale e di tramandare le
tecniche di costruzione e animazione di puppets e il loro uso nell’ambito della pedagogia e
dell’educazione all’apprendimento.
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Il Little Angel Theatre utilizza tuttora questo metodo di
inserimento, alla continua ricerca di nuovi talenti. Accogliendo
collaboratori in qualità di volontari o di lavoratori part-time, offre loro
la possibilità di entrare a far parte di una sorta di struttura organica, un
meccanismo all’interno del quale ogni ingranaggio è necessario.
Facendo partecipare attivamente i propri collaboratori generici anche
agli aspetti tecnici del lavoro (come il montaggio delle scenografie e
l’organizzazione aziendale del teatro), la direzione artistica e
l’amministrazione del Little Angel si riservano l’opportunità di
selezionare nuovi puppeteers. Un particolare training di formazione
alle tecniche specifiche usate nelle rappresentazioni viene poi offerto
ai nuovi elementi, principalmente tramite l’osservazione e la
partecipazione al lavoro di ideazione, montaggio e performance del
repertorio.
Utilizzato da diverse imprese del mondo dello spettacolo, questo
metodo di reclutamento garantisce il formarsi all’interno della
struttura di un intento e di un talento comuni relativi al mantenimento
e alla crescita delle competenze artistico-organizzative della
compagnia.
Liz Walker comincia così nel 1979 a far parte della famiglia dei
“piccoli angeli”. Non appena le è permesso di allargare il proprio
ambito di lavoro, dimostra interesse agli aspetti artistici, prendendone
parte in piccola misura, ma con tali entusiastici risultati che solo tre
7
mesi più tardi, di fronte alla necessità di un nuovo puppeteer, il Little
Angel Theatre offre a Liz Walker un posto da apprendista.
Simile è la storia di Gavin Glover, che inizia pochi anni più tardi.
Nel 1984 Gavin è un giovane architetto che lavora in uno studio a
Londra. Il suo interesse per il mondo del teatro si limita a qualche
workshop e alla visione appassionata di spettacoli di animazione e
esposizioni di automi meccanici e macchine idrauliche. Nel momento
in cui egli lascia il suo lavoro di architetto, il Little Angel Theatre ha
un gran bisogno di nuovi talenti, perciò l’ingresso di Gavin Glover
avviene grazie ad una semplice firma su un contratto.
È dunque tra le mura del Little Angel che Liz Walker e Gavin
Glover si incontrano e cominciano a lavorare insieme. Nel 1985 Liz
parte per il Pakistan, dove rimane diversi mesi, insieme ad altri artisti
del Little Angel Theatre e della Movingstage Marionette Company.
2
Il
progetto comprende l’edificazione di un teatro a Karachi, in Pakistan,
e la costruzione di un repertorio. Le due ormai celebri compagnie
londinesi raccoglieranno, elaborandole e adattandole per il teatro di
2
La Movingstage Marionette Company viene fondata nel 1979 a Londra da Juliet Rogers e Gren
Middleton con lo scopo di promuovere il teatro delle marionette. Dopo i primi anni di intenso
lavoro itinerante all’estero, nel 1982 la compagnia acquista come sede operativa e sala teatrale una
chiatta sul Tamigi. Tuttora attivo come uno dei teatri più frequentati di Londra, The Theatre Barge
si è stabilito a Little Venice, vicino a Marble Arch. Durante l’estate compie tour lungo tutto il
fiume. L’intento principale della compagnia è quello di inserire nel proprio repertorio testi e
musiche di autori appartenenti all’immaginario contemporaneo, proponendosi di promuovere il
teatro di marionette per il grande pubblico e per l’educazione dei più giovani, tramite programmi
educativi nelle scuole. La compagnia gode dell’appoggio di organi importanti come The British
Council, The Arts Council of England e di diverse organizzazioni private.
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figura, fiabe e leggende pakistane, portate poi sulla scena e destinate
ad un pubblico di bambini
3
.
1.2 LEARNING THE SKILLS
“Caotico.” Così Gavin Glover definisce il lavoro del puppeteer che
si esibisce per un pubblico di giovani e giovanissimi. Si tratta di una
condizione strana, liminare e più che mai appesa ai fili sottili della
precisione e del rigore stilistico. Il Little Angel Theatre utilizza ogni
genere di puppet, dal burattino a guanto al rod puppet
4
(cfr.
IMMAGINE n. 1), dalla marionetta a fili alle ombre giavanesi, per
creare uno show da table-top in cui il performer non è in alcun modo
visibile al pubblico. Nello spazio del palcoscenico, che, osservato
nudo, in nulla differisce da uno classico
5
, vengono infatti costruite
apposite baracche in cui il puppeteer è confinato per l’intera durata
dello spettacolo.
3
Il Progetto di cui si parla darà vita, nel 1992, al First International Puppet Festival Pakistan,
diretto da Faizaan Peerzada, a cui parteciperanno più di trenta gruppi teatrali diversi. Da questa
iniziativa deriverà la fondazione dell’ UNIMA (Union Internationale de la Marionnette) Pakistan e
del Museum of Puppetry di Lahore.
4
rod puppet: formalmente si tratta di un puppet simile alla marionetta, che invece di essere
azionato dall’alto con dei fili, viene azionato dal basso con degli stecchini metallici di diverse
lunghezze fissati alle varie articolazioni. Nell’ambito dei rod puppet, il più diffuso e utilizzato è
quello chiamato marotte. Il marotte è una specie semplificata di rod puppet, costituito dalla sola
testa, che è collegata alla mano del puppeteer tramite una stecca di legno o ferro. Il resto del corpo
rimane inanimato, tranne che si tratti del cosiddetto marotte à main prénante, in cui l’altra mano
del puppeteer sbuca da sotto i vestiti del puppet, agendo sulla scena. (traduzione e adattamento
dalla definizione della Nation Master Encyclopedia)
5
Cfr. IMMAGINE N. 2
9
Un tratto distintivo del tipo di spettacolo offerto dal Little Angel è
che tutti i dialoghi e le musiche che accompagnano l’animazione sono
pre-registrati. Una volta che il giovanissimo pubblico è seduto in
poltrona e le luci di sala vengono abbassate, si dà il via al nastro. La
traccia audio non viene mai interrotta se non in corrispondenza
dell’intervallo. Questo significa che i manipolatori, nascosti
all’interno della baracca, hanno tempi estremamente precisi all’interno
dei quali l’azione deve prendere piede. Ogni replica è tale e quale
all’altra. La struttura cosiddetta non-live (cioè “non dal vivo”)
costringe i performer a costringere il proprio lavoro all’interno di
tempi e modi che vengono perfezionati al secondo in sede di prova e
che non lasciano loro alcuno spazio per sequenze improvvisate. “Ogni
intervallo comico e ogni ritmo”, dice ancora Gavin Glover, “sono
studiati e calcolati sulla base dei tempi di reazione di un bambino, che
sembrano essere invece i più difficili da prevedere.”
Ovviamente questa scelta del Little Angel è di carattere pratico.
Risulta infatti molto più semplice e economico usufruire di un
commento audio pre-registrato. Ma le strette limitazioni di cui
abbiamo parlato richiedono un’estrema concentrazione da parte del
performer, il quale, confinato com’è nello stretto spazio della baracca,
non ha possibilità di vedere nulla se non le proprie mani che si agitano
sopra la testa o la matassa di fili che si incrociano sotto di lui. In
questo schema di spettacolo il lavoro del puppeteer è svolto quasi
completamente alla cieca. Non può essere dunque instaurato alcun
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rapporto diretto con lo spettatore. Non lo si può vedere in faccia, né
lasciare intuire le proprie forme quando lo si sente necessario. “Non si
può manipolare quell’illusione in modo libero, non la si può lasciar
fluire”.
I lati positivi di un così intenso lavoro di ideazione, realizzazione e
performance come quello svolto all’interno del Little Angel Theatre
sono di certo facilmente individuabili nella pluralità di tecniche e di
saperi imparati e impiegati; nel costante elaborare e rielaborare testi
noti e meno noti della letteratura tradizionale mondiale; nel rendersi
partecipi, con straordinaria frequenza, di ogni aspetto tecnico e
artistico e via dicendo. Insomma, un’ottima scuola, secondo
l’opinione di Liz Walker, un ottimo punto di inizio, utile per venire
subito catapultati in mezzo all’ambiente dello spettacolo in generale e
a quello della puppetry in particolare. È questa una forma d’arte
assolutamente peculiare, la quale, per riempire il proprio bagaglio di
sapere, prende spunto e ispirazione da numerose e diverse arti
performative, come il mimo, la danza, il teatro d’attore tradizionale.
Trattandosi comunque di un genere a sé, nondimeno la pratica della
puppetry necessita della conoscenza di tecniche specifiche dettagliate,
accorgimenti e convenzioni. Essa richiede anche la costruzione di
scenografie in miniatura – nelle quali va ricavato lo spazio del
performer e quello dell’attrezzeria – e il loro adattamento all’interno
di luoghi non sempre destinati a quel tipo di spettacolo.
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