Introduzione
aree protette (uffici durante la chiusura, abitazioni durante il periodo di ferie,
ecc.), mettendo in azione una serie di alert per segnalare quanto sta accadendo
(invio di e-mail, invio di mms con l’immagine allegata,ecc.).
Le immagini catturate da una network camera possono essere visualizzate
utilizzando semplicemente un browser, il quale permette l’accesso alle pagine
Web. La videosorveglianza su IP, infatti, si è potuta sviluppare in seguito alla
diffusione del Word Wide Web (Web).
Il World Wide Web è una rete di risorse di informazioni, basata sull'infrastruttura
di Internet. Il Web si basa su tre meccanismi per rendere queste risorse
prontamente disponibili al più vasto insieme possibile di utenti:
¾ Uno schema di denominazione uniforme per localizzare le risorse sul
Web (URL).
¾ Un protocollo per accedere alle risorse denominate sul Web (HTTP).
¾ Ipertesto, per una facile navigazione tra le risorse (HTML).
L’obiettivo di questa tesi è quello di illustrare l’evoluzione dai sistema TVCC ai
sistemi di videosorveglianza su IP, considerando:
¾ i diversi formati video, video PAL e video progressivo;
¾ gli algoritmi di compressione, MPEG 4 e Motion JPEG, utilizzati per
comprimere le immagini, in modo che queste occupino meno spazio e
banda;
¾ concetti generali sulle reti LAN e sul protocollo TCP/IP.
Infine, si vuole illustrare un esempio di applicazione utilizzando una videocamera
di rete Axis 2110, osservando come sia possibile modificare l’impostazione dei
parametri e valutando la qualità che si ottiene in presenza di uno o più computer
che in contemporanea ne visualizzano le riprese.
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
Capitolo I
L’ evoluzione della tecnologia TVCC
Le origini del TVCC risalgono agli anni '50. Gli sviluppi realizzati negli
anni '70, in particolare i sistemi di registrazione analogici e le telecamere a stato
solido, trasformarono la sorveglianza da puro concetto ad applicazione pratica.
Un sistema di videosorveglianza è un insieme di strumenti in grado di accertare e
valutare un evento attraverso un numero di informazioni visive. Questi sistemi
hanno una duplice funzione: fornire in tempo reale, al personale preposto alla
sorveglianza, immagini dell’evento criminoso e consentirne successivamente la
ricostruzione. A tale scopo, durante l’installazione delle apparecchiature occorre
determinare l’identificazione personale di ciò che si necessita vedere,
l’identificazione dell’azione, cioè l’azione che si vuole controllare, il miglior
angolo di visuale per entrambe le forme di identificazione e infine come la visione
finale sia in relazione con tutte le scene riprese dalle telecamere facenti parte
dell’intero sistema.
Come mostrato in figura, i sistemi tradizionali utilizzano un cavo coassiale a 75
Ohm e telecamere analogiche. Su questo cablaggio è possibile collegare più
telecamere ad un multiplexer centralizzato che alimenta più videoregistratori in
una sala di controllo centrale.
E’ possibile visualizzare le immagini tramite diversi monitor, piuttosto che un
unico monitor connesso ad uno switch che commuti verso la telecamera
desiderata o ancora monitor che mostrino più segnali video in finestre separate.
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
Figura 1.1 - Diagramma tipico di sistema analogico TVCC con trasmissione
coassiale
Quindi, gli elementi principali che compongono un sistema video a circuito chiuso
possono essere identificati in:
¾ telecamera analogica
¾ cavo coassiale a 75 Ohm, utilizzato per trasmettere il segnale video
elettronico dalla telecamera al monitor
¾ monitor
Il sistema, inoltre, può comprendere altri elementi, quali unità di brandeggio,
selettore ciclico, divisore di quadro, multiplexer, illuminatori, registratori VCR e
registratori digitali.
1.1 Telecamere
Per scegliere la telecamera appropriata ad ogni sistema video occorre
considerare diversi fattori:
¾ la sensibilità globale necessaria alla telecamera rispetto alla sua reale
applicazione
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
Figura 1.2 – Telecamere di tipo TVCC
¾ l’ammontare di luce utilizzabile sulla scena in relazione alla quantità di
luce riflessa
¾ la risoluzione necessaria per identificare il soggetto o determinare
variazioni e movimenti
¾ il tipo di alimentazione disponibile
La prima considerazione riguarda la capacità di ottenere una buona immagine
video nel contesto reale in cui la telecamera verrà installata; parcheggi notturni o
interni di magazzini in cui le condizioni di luminosità sono minime (illuminazione
di scena) sono le zone dove la sensibilità di una telecamera può essere realmente
testata. L’illuminazione minima di scena indica, perciò, la quantità minima di luce
richiesta sulla scena per ottenere una buona immagine video. Questa caratteristica
è solitamente indicata nelle specifiche tecniche di ogni telecamera ed è il primo
valore da tenere in considerazione. La sua determinazione, tuttavia, trae origine da
diverse variabili.
La prima variabile da prevedere è l’indice di riflessione: la luce emessa da una
sorgente ricade su un soggetto, dove una parte viene assorbita e una parte, grazie
alla capacità di riflessione dello stesso viene mandata verso la telecamera.
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
Nella telecamera, una porzione di luce investe CCD, genera una carica e viene poi
convertita in voltaggio (segnale video). E’ evidente che le caratteristiche di
riflessione dei diversi materiali influiscono sull’intensità del segnale video.
Il valore d’ illuminazione minima di scena è riferito ad una superficie con
riflessione compresa tra l’89 e il 75%. Se la scena da monitorare non ha lo stesso
grado di riflessione occorre una quantità di luce maggiore sulla scena per fornire
la stessa quantità di luce riflessa.
Il segnale video minimo è il segnale utilizzabile per avere una immagine
apprezzabile.
Se si comparano le immagini ottenute da telecamere diverse, si noterà che
la qualità differisce considerevolmente. Tali variazioni di qualità dipendono da
svariati fattori e sono apprezzabili in condizioni di bassa qualità. Uno di questi
fattori è la scelta della lente.
Esistono tre principali tipi di lenti:
¾ mono focale, dove la focale (angolo di ripresa) è fissa
¾ zoom, dove la lunghezza focale deve essere regolata in un certo campo,
ma il fuoco rimane definito anche quando si varia la lunghezza
¾ zoom varifocale, dove variando la lunghezza focale le lenti devono
essere rifocalizzate
La lunghezza focale, assieme alla dimensione del sensore, determinano l’angolo
di visuale. Una breve lunghezza focale produce un ampio angolo di visuale,
mentre una lunghezza focale grande produce una visuale stretta, da teleobiettivo.
Spesso le telecamere sono protette dalle custodie per evitare che
intemperie o sostanze comunemente presenti nell’ambiente (polvere, acqua,
inquinamento) possano danneggiarle. Alcune di queste custodie garantiscono
protezione da eccessive escursioni termiche potenzialmente in grado di
danneggiare l’elettronica.
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
1.2 Unità di brandeggio
I sistemi di brandeggio sono stati progettati per fornire all’operatore la
possibilità di avere a disposizione una telecamera che si muove da una direzione
all’altra.
I sistemi di brandeggio sono utilizzati nel 98% delle applicazioni che richiedono
l’uso di obiettivi zoom, perché questi possono muoversi velocemente verso il
centro dell’immagine. Se un oggetto posto in un angolo deve essere ingrandito, la
telecamera dovrebbe potersi muovere per mantenere l’oggetto sotto sorveglianza.
Tramite comando remoto è possibile il controllo a distanza delle funzioni
motorizzate di un’ottica e del suo puntamento (direzione) in senso orizzontale e/o
verticale rispetto al soggetto da inquadrare.
L’insieme di telecamera e brandeggio, spesso viene indicato come telecamera di
tipo PTZ (Pan-Tilt-Zoom). Il Pan è il movimento sull’asse orizzontale; il Tilt,
sull’asse verticale.
1.3 Monitor
Il monitor è il dispositivo che trasforma il segnale video elettronico,
ricevuto dalla telecamera tramite cavo coassiale, in immagine visibile sullo
schermo.
E’ importante ricordare che il monitor, in un sistema TVCC, produrrà una
immagine in proporzione diretta con il numero di linee della risoluzione del
segnale in trasmissione. Un monitor a 700 linee di risoluzione riprodurrà 700
linee se viene utilizzata una telecamera a 1000 linee, ma non potrà migliorare la
risoluzione di una immagine trasmessa da una telecamera con 300 linee di
risoluzione.
Un adeguato sistema non dovrebbe comprendere più monitor da osservare nello
stesso istante e, comunque, il numero massimo di monitor da guardare da un
singolo operatore non dovrebbe essere maggiore di quattro.
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
Immagini a colori incrementano il tempo effettivo di osservazione di una scena
video, poiché diminuiscono l’affaticamento visivo dell’operatore.
E’ possibile effettuare comandi e regolazioni su un monitor che riguardano:
¾ luminosità, controllo cha consente la variazione della luminosità
dell’immagine in funzione della luce dell’ambiente;
¾ contrasto, controllo che consente di modificare il contrasto tra le parti
bianche e quelle nere dell’immagine. Regolando correttamente il
contrasto è possibile ottenere una chiara risoluzione delle gradazioni
bianche, nere, grigie e dei colori;
¾ selettore di impedenza, tramite cui è possibile la selezione
dell’impedenza d’ingresso tra alta e 75 Ω. Il selettore deve essere
posizionato su alta impedenza quando si realizza un collegamento seriale
di monitor; su 75 Ω quando si realizza un collegamento ad un solo
monitor o sull’ultimo dei monitor nel collegamento seriale;
¾ colore, controllo che consente la regolazione dell’intensità del colore
dell’immagine video.
1.4 Dispositivi di controllo delle immagini multiple
Quando in un impianto TVCC è necessario controllare più di una
telecamera, sia in diretta che tramite videoregistrazione, occorre prevedere un
dispositivo che permetta la visualizzazione multipla delle immagini provenienti
dalle telecamere, in sequenza o contemporaneamente. Questi dispositivi possono
essere suddivisi in quattro famiglie principali:
¾ selettori ciclici
¾ divisori di quadro (QUAD)
¾ matrici video
¾ multiplexer
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
1.4.1 Selettore ciclico
Questo dispositivo consente la visualizzazione in sequenza di immagini
provenienti da 4, 8, 16 telecamere fornendo uno o due uscite. La visualizzazione
su monitor avviene tramite selezione della telecamera per mezzo di un pulsante
sul dispositivo oppure tramite sequenza ciclica automatica delle telecamere
abilitate.
Nella sequenza ciclica è sempre possibile programmare i tempi di commutazione,
cioè i tempi di sosta delle immagini sul monitor. Le versioni più evolute
dispongono anche di ingressi di allarme, uno per ogni telecamera. In questo modo
è possibile associare una telecamera predefinita che verrà automaticamente
selezionata sul monitor al momento dell’allarme.
1.4.2 Divisore di quadro (QUAD)
Il dispositivo consente la visualizzazione contemporanea di immagini
provenienti da quattro telecamere su un unico monitor. Le ridotte dimensioni di
ciascun quadrante riducono notevolmente la qualità dell’immagine singola, non
permettendo una facile identificazione di ciò che sta riprendendo ciascuna
telecamera: per questo normalmente è possibile, tramite pulsante o ingresso di
allarme associato, visualizzare a schermo intero l’immagine di ciascuna
telecamera.
Alcuni modelli sono dotati di ingresso e uscita per il videoregistratore e zoom
elettronico: il videoregistratore può essere comandato da un’uscita elettrica del
QUAD a fronte della rilevazione di un allarme.
Nella visualizzazione in QUAD su monitor, la risoluzione delle immagini sarà
inferiore o uguale alla metà della risoluzione del monitor, a prescindere dalle
risoluzioni degli altri dispositivi.
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Capitolo I: L’evoluzione della tecnologia TVCC
1.4.3 Matrici video
Il dispositivo consente la gestione di un elevato numero di telecamere e
monitor. Tale gestione riguarda principalmente la possibilità di inviare le
immagini di una qualunque telecamera su uno dei qualunque monitor del sistema,
la capacità di impostare sequenze di immagini di telecamere sui monitor, la
capacità di comandare direttamente un videoregistratore e la possibilità di
effettuare registrazioni contemporanee di più telecamere con o senza codifica.
1.4.4 Multiplexer
Questi dispositivi costituiscono l’evoluzione delle matrici, alle quali
aggiungono prestazioni e qualità. Un multiplexer ingloba la maggior parte delle
funzioni di un sistema video come la gestione dell’interfacciamento telecamera/
monitor e delle relative sequenze, la gestione automatica degli allarmi, tra cui
l’activity detection (rilevazione di attività su tutto lo schermo per l’ottimizzazione
della videoregistrazione) e il motion detection (rilevazione di movimento in una
zona specificata dello schermo per la gestione dell’anti-intrusione e della
videoregistrazione). Inoltre è possibile gestire sistemi che azionano brandeggi e
zoom e controllare le visualizzazioni multi-schermo.
1.5 Videoregistratori VCR Time Lapse
I registratori Time Lapse hanno la caratteristica di registrare singoli quadri
dell’informazione video ad intervalli di tempo specifici. Un normale registratore
registra 50 semiquadri al secondo; la modalità time lapse permette di ridurre la
velocità di scorrimento del nastro e registrare meno semiquadri al secondo. Per
aumentare i tempi di registrazione questi dispositivi effettuano la registrazione ad
intervalli di tempo fissi (da pochi secondi ad alcuni minuti). E’ evidente che più
lenta è la velocità di registrazione, maggiori saranno le informazioni perse. La
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