5
dell’imprenditorialità che meglio si adattano al sistema economico
italiano.
Infine, nell’ultima parte del presente lavoro sarà analizzato il legame tra
territorio e dinamiche demografiche servendoci dello strumento
cartografico. Le evidenze estrapolate da tale strumento, nel periodo preso
a riferimento ovvero gli anni compresi fra il 1998 e il 2007, mostrano
una certa variabilità nel manifestarsi del fenomeno della creazione
d’impresa sul territorio nazionale.
Per concludere questa premessa alla tesi, appare opportuno citare
Shumpeter il quale così scriveva: «gli imprenditori sono allenati a
lavorare per il futuro e, pur con un minor grado di enfasi, è da ritenersi
che la costruzione di un sistema economico che elimini
progressivamente le disuguaglianze, progredendo compitamente nella
realizzazione di livelli di benessere sempre più ampiamente condivisi,
debba passare attraverso uno stimolo della formazione imprenditoriale e
della qualità formativa delle persone (Shumpeter op. cit.).
6
CAPITOLO 1
LE FONTI SULLA DEMOGRAFIA D’IMPRESA
1.1 DEFINIZIONE E STRUMENTI D’ANALISI DELLA
DEMOGRAFIA D’IMPRESA
L’obiettivo della tesi è lo studio della demografia d’impresa con
particolare attenzione agli aspetti territoriali delle dinamiche connesse al
fenomeno di enterprise creation in Italia.
La demografia d’impresa, in linea generale, si occupa dei processi di
nascita e cessazione d’impresa, delle determinanti della creazione e della
sopravvivenza di nuove imprese, delle cause di cessazione, della crescita
della nuova impresa, degli interventi di policy a sostegno della creazione
ed all’avvio dell’impresa: tutti aspetti che hanno un imprescindibile
rapporto con lo spazio e con il settore d’appartenenza dell’impresa.
Essa rappresenta, inoltre, un corpo di studi multidisciplinari con radici
nell’organizzazione aziendale, nell’economia industriale, nella
psicologia, nella politica economica e nell’economia regionale (Torrisi,
2002). E’ sorta soltanto di recente nel corso degli anni settanta quando il
fenomeno della creazione d’impresa ha cominciato a destare l’attenzione
degli studiosi, dei governi nazionali e sopranazionali, come strumento di
sviluppo economico territoriale, di trasformazione e modernizzazione dei
sistemi economici.
7
Nonostante tale fenomeno anche in Italia abbia assunto ed assuma
grande importanza, non sono particolarmente numerose le fonti
informative sulle dinamiche relative alla nati-mortalità imprenditoriale.
Tra esse risulta di notevole interesse statistico la costituzione, nel 1982,
dell’archivio Movimprese, gestito da InfoCamere per conto
dell’Unioncamere
1
, che raccoglie i movimenti di iscrizione e
cancellazione presso il Registro delle Imprese
2
di tutte le Camere di
Commercio italiane. Di fatti, quando un’impresa nasce o cessa di
esistere, si deve adempiere ad una registrazione di natura amministrativa
presso le Camere di Commercio.
Bisogna, però, dire che tali dati amministrativi presentavano problemi di
validità ed uniformità per cui molti economisti rifiutavano di adoperarli
ed i soggetti istituzionali interessati al monitoraggio dei fenomeni
economici ne facevano uso con le dovute cautele ed in mancanza di
informazioni più accurate (Bonaccorsi, 2005).
A tale lacuna ha supplito la creazione nel 1998 dell’Osservatorio
Unioncamere sulla Demografia delle imprese da parte dell’Ufficio studi
di Unioncamere, fornendo dati di migliore qualità sulla base sia di criteri
statistici nazionali ed internazionali (Istat, Eurostat) sia di requisiti di
validità a fini scientifici (Bonaccorsi, 2005).
1
InfoCamere, Società Consortile per Azioni delle Camere di Commercio Italiane, assicura la
realizzazione e gestione delle applicazioni necessarie al funzionamento del sistema camerale e al suo
dialogo con la Pubblica Amministrazione, le imprese e i cittadini per conto dell’Unione delle Camere
di commercio (Unioncamere, 2005).
2
Il Registro delle Imprese, previsto dal Codice civile del 1942, è stato costituito con la legge n. 580
del 29 dicembre 1993, che prevede il riordino delle Camere di Commercio, come un registro
informatico, gestito dalle Camere di Commercio. Tutti i soggetti che svolgono un’attività economica
sono tenuti all’iscrizione nel Registro o ad essere annotati in apposite sezioni speciali di esso, come
delle successive variazioni o deposito di atti o documenti. Data la natura informatica del R.I.,
l’iscrizione genera le previste conseguenze legali (es.: esistenza giuridica dell’impresa iscritta;
opponibilità ai terzi delle informazioni depositate presso il R.I.), nel momento stesso in cui le
prescritte informazioni vengono inserite nella memoria dei sistemi informativi in cui si articola il R.I..
Da tale momento, per le caratteristiche proprie di tali sistemi, le informazioni diventano anche fruibili
per via telematica da chiunque abbia interesse a conoscerle (Unioncamere, 2005).
8
L’Osservatorio, attraverso un’attività di monitoraggio sulle dinamiche
demografiche delle aziende italiane, ha l'obiettivo di analizzare i flussi di
natura amministrativa del Registro Imprese, resi disponibili da
Movimprese, per ricavare informazioni utili all'analisi dell'evoluzione
del sistema economico tramite l’osservazione delle principali tendenze
territoriali e settoriali dell’imprenditorialità (Unioncamere, 2005).
Un’altra importante banca dati per analizzare e valutare i flussi di
formazione imprenditoriale è l’Archivio Statistico delle Imprese Attive
(ASIA), istituito dall’Istat più di un decennio fa e di cui Movimprese
costituisce una delle fonti utilizzate per l’elaborazione. La banca dati
ASIA contempla le imprese che nel corso dell’anno sono rimaste attive
3
sul territorio nazionale e permette di diffondere dati sull’evoluzione della
demografia d’impresa in Italia, grazie al periodico aggiornamento
dell’archivio da parte dell’Istat. I dati sono presentati a livello di settore
di attività economica e di ripartizione territoriale (Istat, 2008).
Un’ulteriore informazione d’interesse statistico sulle principali tendenze
demografiche deriva, poi, dal ricorso a varie misure della formazione
industriale (o meglio imprenditoriale), di cui le più note sono il tasso di
formazione netto o tasso di creazione d’impresa, il tasso di natalità e di
mortalità, che verranno trattate nell’ultimo paragrafo di questo capitolo.
Infine, occorre menzionare l’informazione derivante dalle indagini
campionarie d’approfondimento su aspetti della demografia d’impresa
come la sopravvivenza, le difficoltà incontrate e le strategie adottate
nella fase di avvio dell’impresa, il profilo dei “nuovi imprenditori”.
Circa le indagini condotte sui “nuovi imprenditori” sia l’Osservatorio
3
Per impresa attiva si intende un’impresa iscritta al Registro delle Imprese che esercita l’attività e
non risulta avere procedure concorsuali in corso (Unioncamere, 2005).
9
Unioncamere sulla demografia d’impresa sia l’Istat forniscono due
banche dati. Le considerazioni relative a tali indagini vengono affrontate
all’interno dei rispettivi paragrafi.
1.2 LA BANCA DATI MOVIMPRESE E L’ATTIVITA’
DELL’OSSERVATORIO UNIONCAMERE
Movimprese rappresenta la fonte più completa ed aggiornata sulla
demografia economica del Paese. Essa rileva la numerosità e la
distribuzione sul territorio provinciale, regionale e nazionale di tutti i
soggetti economici tenuti all'iscrizione presso il Registro delle Imprese
delle Camere di Commercio, analizzando i fenomeni demografici per
settore di attività economica e per tipologia di forma giuridica
dell'impresa (Unioncamere, 2005).
L’Osservatorio, a sua volta, attraverso un’attività di monitoraggio sulle
dinamiche demografiche ha l'obiettivo di analizzare in modo più
dettagliato i flussi di natura amministrativa del Registro Imprese, resi
disponibili da Movimprese, per ricavare informazioni utili all'analisi
dell'evoluzione del sistema economico. In particolare i compiti
dell'Osservatorio sono:
1. la classificazione delle nuove iscrizioni al Registro Imprese in
base alla tipologia di evento che le ha determinate (iscrizione
determinata da una "vera" nuova impresa, iscrizione determinata
da una trasformazione giuridica, iscrizione determinata dallo
"spin-off" da attività preesistenti);
2. la determinazione di informazioni relative ai nuovi imprenditori
(quali attività intraprendono, età, sesso ecc…), l'impatto
10
occupazionale delle nuove iniziative imprenditoriali e dei
fenomeni di trasformazione d'impresa.
Circa il primo punto, l’Osservatorio applica all’archivio delle imprese
tecniche di depurazione dei dati da registrazioni spurie (“false nascite”),
in modo da distinguere le “vere” nuove imprese dai casi di scorporo e
trasformazione (cambiamento della forma giuridica, di ragione sociale,
di localizzazione) a partire da imprese pre-esistenti (Bonaccorsi, 2005).
Il prodotto di questa attività dell’Osservatorio è la “ricostruzione
dell’universo delle vere nuove imprese” che consente di chiarire
l’effettiva consistenza del fenomeno della natalità imprenditoriale in
Italia, offrendo uno spaccato settoriale e territoriale (a livello regionale e
provinciale). Il lavoro ha permesso di quantificare in circa 230000 unità
la numerosità delle imprese effettivamente create in media ogni anno tra
il 1998 e il 2002, per un tasso medio di natalità di poco superiore al 5%
(Sangalli, 2005, pag. 17).
Per il secondo punto, tra le attività che l’Osservatorio svolge per
arricchire i dati sulla demografia d’impresa, bisogna menzionare le
indagini campionarie condotte attraverso la somministrazione di un
questionario strutturato, aventi come riferimento l’universo delle “vere”
nuove imprese (Sangalli, op. cit.). Notevole interesse destano le indagini
sul profilo e sulle motivazioni del “fondatore d’impresa” dato che
l’analisi del fenomeno della nascita di nuove aziende non può
prescindere dall’esame del profilo del neo-imprenditore.
A tal proposito il Centro studi Unioncamere ha svolto un indagine
4
su un
campione di 2000 “vere” nuove imprese sorte nel corso del 2000,
4
L’indagine è stata effettuata attraverso un campionamento stratificato secondo un criterio settoriale
e territoriale (7 macrosettori e 4 grandi ripartizioni). La numerosità campionaria è stata poi
determinata applicando a tutti gli strati la stessa frazione di campionamento.
11
attraverso intervista con tecnica CATI (computer aided telephone
interviews), e sulla base di un questionario strutturato per aree tematiche.
Dall’indagine è emerso che il tipico “fondatore d’impresa”ha circa 35
anni, è di genere maschile ed è diplomato. La sua età media potrebbe
suggerire che il desiderio di “fare impresa” non sia dettato
dall’improvvisazione o dallo stimolo al guadagno immediato dopo aver
terminato l’iter scolastico o formativo. Il possesso di un titolo
universitario, inoltre, non caratterizza il neo-imprenditore dato che il
titolo di studio predominante è il diploma di scuola media superiore.
Tra le motivazioni personali che hanno determinato la nascita
dell’azienda, sono prevalenti quelle del successo personale ed economico
(37%) e la necessità di trovare uno sbocco lavorativo (16%), rispetto
alle motivazioni legate ad un’idea innovativa e alle opportunità di
mercato (che insieme raccolgono il 14% degli intervistati). L’esperienza
precedente, nello stesso settore o in un altro, gioca un ruolo non
indifferente nella decisione di costituire una nuova azienda grazie alle
competenze ed alle conoscenze maturate (13%), mentre le imprese sorte
tramite agevolazioni (0,4%) o per continuare una tradizione familiare
(6%) costituiscono una quota marginale. Infine, è da rilevare lo scarso
apporto delle donne al fenomeno della creazione d’impresa (Gagliardi e
Mauriello, 2005).
1.3 L’ARCHIVIO STATISTICO DELLE IMPRESE ATTIVE
(ASIA)
L’archivio statistico delle imprese attive (ASIA) è una banca dati creata
dall’Istat, in ottemperanza ai riferimenti normativi relativi
all’armonizzazione statistica, introdotti dall’Eurostat, l’Ufficio statistico
12
della Comunità europea (art. 1 e 7 del Regolamento n. 2186/93 del
Consiglio dell’Unione Europea) e in attuazione del decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 febbraio 1994, che
incaricava l’Istat di istituire un gruppo di lavoro avente l’incarico di
progettare e realizzare il nuovo registro statistico delle imprese sulla base
delle informazioni disponibili in ambienti di tipo amministrativo (Istat,
1998).
Le fonti utilizzate nell’impianto e nell’aggiornamento di ASIA
appartengono a tre diverse tipologie (al fine di verificare la sussistenza
dell’azienda). La prima tipologia è rappresentata dall’insieme delle
informazioni che provengono dai grandi archivi amministrativi gestiti da
differenti Enti:
ξ l’Anagrafe tributaria, gestito dal Ministero delle finanze che
raccoglie informazioni su tutte le persone, fisiche e giuridiche,
tenute alla presentazione della dichiarazione per il pagamento
delle imposte dirette o indirette;
ξ il Registro delle imprese, gestito dalle Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura, provinciali, che raccolgono le
dichiarazioni dei soggetti che vogliono intraprendere una
qualsiasi attività economica produttiva (ad esclusione dei liberi
professionisti);
ξ l’Archivio INPS, che registra le imprese che occupano persone
per le quali è obbligatorio il pagamento dei contributi
previdenziali e assistenziali;
ξ l’Archivio INAIL, che registra le imprese che occupano persone
per le quali è obbligatorio il pagamento dei premi per
l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro;
13
ξ l’Archivio delle utenze elettriche della Società per l’energia
elettrica (ENEL), con esclusione delle utenze "domestiche".
La seconda tipologia di fonti è costituita dalle informazioni che
provengono dagli Enti pubblici e privati che gestiscono sub-archivi
inerenti a specifici settori come l’ABI e la Banca d’Italia per gli Istituti
di credito, l’ANIA per gli Istituti assicurativi, il Ministero delle attività
produttive e la Soc. Nielsen per la grande distribuzione commerciale.
Il terzo livello di fonti è costituito da tutte le indagini statistiche che
l’Istat effettua sulle imprese (sistema dei conti delle imprese, indagine
sul prodotto lordo delle piccole imprese, indagini sul settore dei servizi
ecc..) (Istat, 1998).
L’archivio statistico delle imprese attive rappresenta una fonte di
primaria importanza che permette di monitorare con continuità
l’evoluzione della struttura produttiva. I dati dell’archivio vengono
diffusi dall’Istat periodicamente attraverso gli aggiornamenti
dell’archivio stesso che consentono di sviluppare una analisi di tipo
demografico del fenomeno imprenditoriale (Istat, 2008).
Degna di nota è l’indagine che l’Italia ha condotto insieme a 15 Paesi
dell’UE su un campione di imprese appartenenti ad una popolazione di
riferimento costituita da tutte le imprese “reali” nate nel 2002 e
sopravviventi a 3 anni dalla nascita
5
. Allo scopo di ottenere dati
confrontabili a livello europeo è stata progettata, infatti, un’indagine
denominata “Factors of Business Success” (FOBS), basata sull’adozione
di definizioni condivise e sull’utilizzo di un questionario comune tra i
Paesi partecipanti (Istat, 2006).
5
L’indagine consente di approfondire le determinanti del successo, con riferimento alle caratteristiche
demo-sociali e motivazionali del fondatore oltre alle determinanti economiche. Per impresa reale si
intende una attività i cui fattori produttivi non sono collegati ad imprese già esistenti (Istat, 2006).