Strategie di comunicazione adottate dalle imprese di alta gamma: il caso Rolex
2
dell’alta gamma è stato interessato da una serie di cambiamenti radicali. In primo
luogo è mutato il paradigma sociale ed economico all’interno del quale si inseriscono
i comportamenti d’acquisto e d’uso dei beni di lusso. Infatti la componente
ostentativa ed emulativa che guidava la domanda di questa tipologia di prodotti ha
ceduto il passo ad un nuovo significato di lusso, che da specialistico si è trasformato
in generalistico (“tutto per tutti”), da locale a globale (“tutto dappertutto”) e da
elitario è divenuto democratico
2
, grazie alla convinzione diffusasi tra gli operatori del
settore che non solo i più facoltosi possono apprezzare un prodotto di qualità
superiore. Questi cambiamenti socioeconomici, l’aumento della concorrenza e il
cattivo andamento dell'economia mondiale hanno creato non pochi problemi per le
aziende del lusso italiane, le quali rivestono un ruolo fondamentale nell’economia
italiana. Alla luce di ciò, si è voluto individuare, a grandi linee, lo scenario che vede
protagonista la pubblicità, seguito da un’analisi dell’evoluzione storica del concetto
di lusso, per poi entrare in ciò che sarà il punto focale di questo lavoro: ... iniziando
ad esaminare il ruolo della pubblicità all’interno dell’aziende del lusso, si
illustreranno i mezzi di cui tale politica si serve e, quelle che sono le particolarità
dell’agire di quella che Falabrino
3
definisce “arte decorativa e consolidata”.
2
Dichiarazione di Silvio Ursini, direttore marketing di Bulgari (2000)
3
Falabrino G., La pubblicità serva padrona, Edizioni Il Sole 24 Ore, Milano 1989
Strategie di comunicazione adottate dalle imprese di alta gamma: il caso Rolex
3
Capitolo Primo
UNA VISIONE GENERALE DELLA PUBBLICITÀ
1.1 L’IMPORTANZA DELLA PUBBLICITA’
La pubblicità è l’anima del commercio, un concetto che spesso sembra più esser
percepito come un luogo comune che capito nel suo significato più elementare.
Con riferimento all’Italia, moltissime piccole e medie aziende non sono abituate ad
utilizzare la pubblicità come "merce", come uno strumento per aumentare
progressivamente l’impatto sul mercato e quindi la possibilità di vendita dei loro
prodotti, ma vedono piuttosto la pubblicità come un costo, un “lusso”; farsi
notare quasi come se fosse una forma di egocentrismo da soddisfare solo “se ce lo
si può permettere” anziché un potente amplificatore assolutamente irrinunciabile per
aumentare il fatturato e quindi l'utile dell’attività. I manager delle zone più
industrializzate sanno bene invece quanto la pubblicità abbia il ruolo fondamentale
nella vendita dei loro prodotti, tanto che i loro business plan prevedono campagne
investimenti pubblicitari del 30/40% del fatturato. Qualcuno potrebbe pensare che
varrebbe la pena "intascarsi" quel margine anziché investirlo in pubblicità. La realtà
è che il loro margine esiste proprio grazie alla pubblicità e si esaurirebbe nel giro di
pochi mesi se questa venisse meno; ci si deve abituare quindi, a vedere la pubblicità
come materia prima, non meno importante delle altre materie prime che servono per
fare il prodotto, e quindi irrinunciabile in qualsiasi catena produttiva
4
.
4
Dichiarazioni DAMI COMMUNICATION, azienda di consulenza informatica, www.strategie
pubblicitarie.com
Strategie di comunicazione adottate dalle imprese di alta gamma: il caso Rolex
4
1.1.1 Per chi è indispensabile fare pubblicità?
Per tutti coloro che debbano vendere un prodotto: impostare una campagna
pubblicitaria è fondamentale per la bottega come per la grande industria ove esista la
necessità di vendere un prodotto; ovviamente diverse saranno le risorse che si
potranno impiegare e quindi diverse dovranno essere le modalità con cui pianificare
la strategia pubblicitaria. L’industria probabilmente passerà anche spot in tv, mentre
la bottega utilizzerà i cartelloni pubblicitari, due modi diversi per ottenere volumi
diversi a costi diversi ma che tradotti significano che quelle due attività hanno
investito una parte x del loro fatturato per ottenere un ritorno di vendite di un y %
annuo; il risultato in termini assoluti è insomma lo stesso: la crescita percentuale del
proprio fatturato.
1.1.2 Quale tipo di pubblicità serve davvero?
La pubblicità “spot”, fatta cioè “una tantum”, oltretutto molto spesso non curata nei
dettagli del messaggio che propone, non ha alcun senso e non dà alcun beneficio;
sono effettivamente soldi spesi e non investiti. Di risorse pubblicitarie ce ne sono
disponibili sul mercato in abbondanza; ci sono agenzie leader nella gestione di
cartelloni pubblicitari, di maxischermi, radio, tv, professionisti di internet; tutti
strumenti ottimi e necessari, ma che se non sono coordinati sapientemente rischiano
di essere risorse impiegate inutilmente. Quindi affinché la pubblicità sia davvero un
fortissimo alleato capace di spingere le vendite dei prodotti, deve essere studiata,
pianificata e controllata, insomma ogni azienda dovrebbe essere dotata di un ufficio
marketing. Ovviamente questo deve essere sempre aggiornato e non essere rinchiuso
nella realtà aziendale, deve essere composto da persone capaci, insomma è una
risorsa interna di cui non tutte le aziende possono farsi carico.
Strategie di comunicazione adottate dalle imprese di alta gamma: il caso Rolex
5
1.2 LA PUBBLICITÀ NEL CONTESTO AZIENDALE
Il Marketing
5
occupa, come noto, un ruolo centrale nell’attività dell’impresa, in
quanto ha come compito primario, quello di porre in luce l’azienda e farla emergere
dal mercato in cui questa si trova a competere. Le aziende, infatti, destinano risorse
allo studio del contesto competitivo ed ai clienti per conoscerne i bisogni e offrire
risposte e soluzioni ai loro problemi. Questo convivere dell’impresa in un mercato di
natura macchinoso per la presenza degli stakeholder
6
, è reso sempre più complesso
dalla spietata guerra dettata dall’operare con sempre più agguerriti e innovativi
operatori e concorrenti che entrano nel mercato con elevata frequenza. Questo
scenario complesso, pone in luce l’esigenza dell’impresa di farsi conoscere, ma
soprattutto di far notare sempre la sua presenza. La comunicazione aziendale oggi
riveste un ruolo essenziale nel risolvere questo problema, sia mettendo sulla scena un
nome ma, e soprattutto, è costruendo sopra un’immagine e conferendo personalità
alla marca, che la comunicazione riuscirà a creare differenziazione. Alcuni studiosi,
dal canto loro, attraverso l’analisi di indagini effettuate sugli stili di vita degli italiani,
hanno individuato uno scenario particolarmente articolato. Minoia
7
, definendo
l’accezione odierna della pubblicità, nota come si sia verificata una sorta di
“scissione nel consumatore finale”. Da un lato la pubblicità ha assunto la veste di
attività sempre più finalizzata all’immateriale, diretta quindi a suggerire un uso
stilistico del bene facendo di quest’ultimo un simbolo che individua e distingue la
persona dalla massa; di contro, le promozioni, hanno assunto il ruolo di fidelizzare i
consumatori, avvicinandoli all’azienda. Broadbent
8
, ritiene riduttivo definire una
5
Il Marketing è un sistema di pensiero di tipo relazionale, finalizzato, in linea generale, ad anticipare
gli eventi dell’ambiente di riferimento in cui l’impresa vive ed opera e a produrre tutte le soluzioni
possibili, atte a soddisfare i bisogni latenti e manifesti della collettività, intesa quale comunità
allargata. Marketing strategico e operativo, Jean-Jacques Lambin, quarta edizione.
6
Con il termine Stakeholder si intende tutto il complesso di soggetti e istituzioni con cui l’impresa si
trova a dover convivere. Lineamenti di economia aziendale, G. Zanda, Roma 2004.
7
Minoia G., L’Efficacia della pubblicità, a cura della scuola di specializzazione in comunicazioni
sociali dell’Università Cattolica di Milano, 1996.
8
Broadbent S., Il Budget pubblicitario, ETAS libri, Milano 1990.
Strategie di comunicazione adottate dalle imprese di alta gamma: il caso Rolex
6
marca solo in funzione dell’immagine pubblicitaria precisando che la pubblicità è
solo una delle tante fonti da cui la marca attinge valore. L’autore continua ponendo
dei limiti nel circoscrivere le colpe delle perdite di quote di mercato, in quanto, la
pubblicità è solo una delle componenti del marketing mix
9
e come tale è solo una
delle leve che possono incidere positivamente o negativamente sulla posizione
dell’azienda nel mercato. La pubblicità, infatti è, si, artefice della costruzione di una
marca, ma solo dal momento in cui la valorizza e ne risalta le qualità attraverso il
processo di differenziazione. A spingere i consumatori verso un prodotto, e a creare e
mantenere le vendite, ci pensa l’effetto-marca
10
; la pubblicità, quindi, è ritenuta una
variabile influente nel creare tale effetto attraverso la comunicazione con la quale
instaura anche un rapporto di intermediazione tra chi realizza un prodotto vincente
qualitativamente e chi vorrebbe possedere tale prodotto.
1.3 LA NASCITA DELLA PUBBLICITÀ COMMERCIALE
11
Avendo ricordato poc’anzi la più nota e concisa definizione di pubblicità come
anima del commercio. Si può ora affermare che, senza di essa, diventa molto difficile
stabilire un contatto tra chi produce, chi vende e chi compra. Appare evidente che
essa non è soltanto quella che si vede alla televisione o sui giornali e che riguarda
soprattutto le grandi marche, ma è anche il richiamo di un venditore ambulante,
l'insegna o la vetrina di un negozio, la scritta su un sacchetto di plastica o su una
maglietta. La comunicazione pubblicitaria nasce e cammina parallelamente alle
esigenze economiche, sociali, politiche e culturali di un paese. Dalla metà del XV
9
Per marketing mix s’intende quella combinazione delle variabili di marketing atte al raggiungimento
degli obiettivi aziendali. Queste variabili sono riassunte nelle note 4P: product (politiche di prodotto),
price (politiche di prezzo), promotion (politiche di differenziazione) e place (politiche di
distribuzione). Marketing strategico e operativo, Jean-Jacques Lambin, quarta edizione.
10
Sotto l’appellativo di effetto-marca, l’autore citato intende il complesso di valori aggiunti che i
consumatori ritengono tanto importanti da condurli all’acquisto. Questi sono: l’uso precedente della
marca, il genere di persone che utilizzano la marca, la fiducia nell’efficacia della marca, l’aspetto
esteriore della marca (responsabilità primaria del packaging).