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l’Inde en Europe di Alexander Saint Yves del 1886 e Bestie, uomini, dei di Ferdinand
Ossendowski del 1923.
Dopo aver tracciato una prospettiva letteraria, è il momento di scorgere gli influssi
della letteratura nell’arte, in Film, canzoni, edizioni. Per il medium cinematografico,
abbiamo scelto l’anglo-russo Peter Brook, che nel 1979 ha diretto Incontri con uomini
straordinari dall’opera di Gurdjieff, anche se la discussione è portata anche su un
piano più generale, che sfocia in una riflessione sul “cinema esoterico” e sui rapporti
tra letteratura e cinema in generale.
A chiudere il cerchio, l’analisi di alcune canzoni del primo periodo cantautorale di
Franco Battiato (in particolare dagli album L’era del cinghiale bianco e La voce del
padrone), che anni prima aveva scoperto la scuola di Gurdjieff e gli scritti di Guénon,
dichiarando, e lo dimostreremo, che la componente esoterica era già presente e dedotta
nella sua vita e nella sua opera. Parlare di questo singolare caso, culminato con
un’esperienza anche editoriale, con la fondazione de L’Ottava nel 1985, casa editrice
dedicata alla letteratura esoterica, e di Peter Brook, sarà l’occasione per un’apertura
sociologica oltre che mediatica, in cui si individuano affinità non indifferenti tra
esoterismo ed avanguardia, per rimandare ad un discorso ben più ampio delle
possibilità di questa trattazione.
Ringraziamenti
Ringrazio innanzitutto il Professor Gabriele Frasca, per la disponibilità ed i consigli
datimi periodicamente durante la stesura e soprattutto l’organizzazione preliminare
dell’elaborato;
Ringrazio inoltre il Dottor Antonio Iannotta, per la cordialità e l’ascolto offertomi
durante la fase della stesura e del controllo della tesi;
Un ringraziamento va anche alla Biblioteca dell’Università degli Studi di Salerno, per
avermi consentito di prelevare alcuni volumi necessari ed indispensabili per la
creazione, a sua volta, di questo piccolo volume.
Un ringraziamento, ovviamente, ai miei genitori, per il sostegno economico e morale.
R.R.
5
1. La “galassia esoterica”
Per esoterismo si intende propriamente l’insieme di tutti quegli insegnamenti riservati
ad una cerchia ristretta di discepoli, meglio definiti adepti, appartenenti ad un gruppo o
ad una scuola. Lo scopo di questi insegnamenti è la possibilità della rivelazione della
verità occulta, del significato segreto. Che cosa cela tale segreto? Quali requisiti
bisogna avere per poter accedere a tale insegnamento? È quanto si chiede, tra gli altri,
Jean Pierre Laurant 1 , il quale ritiene che l’esoterismo non sia da considerarsi un
complesso organico di conoscenze, bensì una corrente di pensiero la cui essenza porta
con sé altre nozioni, spesso anche distanti tra loro. L’esoterismo è sia una scienza sia
una religione sia una filosofia, ma al contempo non è nessuna di queste. Inoltre quando
si parla di esso, si fa anche riferimento ad altre materie, tra le quali l’astrologia e
l’alchimia. Insomma, la nozione di esoterismo racchiude tantissime informazioni tali
da correre il rischio di perdere il suo significato essenziale. Questa ambiguità ha
portato la sociologia a parlare di “galassia esoterica”. Un’espressione felice, che ho
deciso di adottare come titolo di questo paragrafo di presentazione. Ma, a parte le
espressioni mcluhaniane, che cosa è davvero l’esoterismo e che cosa può definirsi
esoterico? Cercheremo di spiegarlo e di capirlo. Ma prima di dissertare sul significato,
è necessario partire dal significante. Per questo motivo di seguito analizzeremo le
prime occorrenze della parola “esoterico” e la sua etimologia.
Il primo riferimento al termine “esoterismo”, almeno per quanto concerne il mondo
occidentale, anche se in maniera antonimica, appare per la prima volta nell’antichità
greca, precisamente nelle opere di Aristotele, che utilizza il termine essoterico in ben
tre scritti, la Poetica, l’Etica nicomachea e la Metafisica. Tuttavia il vocabolo non è
contrapposto ad “esoterico”, bensì ad “acroamatico”, vale a dire destinato
all’insegnamento. Per cui il termine “essoterico” ai tempi del filosofo stagirita
designava già le dottrine trasmissibili comunemente alle persone, in quanto incentrate
su “materia non recondita”2, ma non esisteva ancora l’opposizione con l’“esoterico”
come lo si intende oggi. Secondo diverse interpretazioni, tra cui quella di Riffard3, la
contrapposizione tra “essoterico” ed “acroamatico” stava ad indicare la differenza in
Aristotele tra i dialoghi giovanili e gli scritti della maturità. Più precisamente per
“acroamatico” si intendeva l’insegnamento del maestro presso i suoi allievi, ma non vi
1
Jean Pierre Laurant, L’esoterismo, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 1995, pag. 6.
2
La voce “esoterismo”, in http://www.etimo.it/.
3
Pierre A. Riffard, L’esoterismo, Milano, Rizzoli, 1996, volume primo, pagg. 107-108.
6
era ancora quella connotazione di “conoscenza segreta” che avrebbe caratterizzato il
termine “esoterico” nei secoli successivi. Bisognerà attendere il II secolo d.C., ossia il
neoplatonismo, per trovare le prime definizioni di “esoterico” come “interno”, e
saranno Luciano da Samosata, nell’opera I filosofi all’asta, e Clemente Alessandrino,
ne Gli Stromati. Note di vera filosofia, ad attribuire tale valore semantico4. Tuttavia
non mancheranno coloro che, come Simplicio, nel Commento alla fisica aristotelica,
considereranno Aristotele un esoterista, vero fondatore sia della parola sia del concetto.
Inoltre un primissimo uso dell’aggettivo esoterico lo si trova ancor prima del II secolo
d.C. in Andronico di Rodi (I sec. a.C.), epigono di Aristotele5. Altre definizioni, più
vicine a quella di Riffard, vertenti sulla opposizione tra misterioso e “volgare”, nel
senso di “pubblico”, si ritrovano nel pensiero di diversi filosofi, da Ippolito a Diogene
Laerzio, da Porfirio a Giamblico. Ed è con quest’ultimo, nel III secolo, e prima di lui
con Origene di Alessandria, che affiora la maggiore precisione terminologica e la
componente iniziatica dell’esoterismo. Nel Contra Celsum, opera apologetica in otto
libri, Origene ritiene che la presenza di idee che trascendano la comune conoscenza
degli uomini non sia una particolarità solo del Cristianesimo, ma di tutti quei filosofi la
cui opera era in parte essoterica, in parte esoterica. Un esempio è Platone, per il quale e
nelle cui opere già sussisteva la contrapposizione di “εξω”, la realtà esterna, e le “realtà
che esistono solo per lui”6. Si afferma così l’idea dell’esistenza di una dottrina sacra,
risalente alle origini, e di cui è depositaria solo la vera filosofia. Prima di illustrare
questa dottrina, è giusto soffermarsi non solo sulle prime occorrenze del termine
“esoterico”, ma anche sulla sua etimologia.
L’origine dell’aggettivo “esoterico” ha avuto più interpretazioni. La prima, come
riporta Riffard7, afferma la derivazione dall’unione dell’avverbio greco “εισω” e del
suffisso “τερ”, dove il primo, ricavato dalla radice indoeuropea ei, ossia “andare”,
esprime il concetto di “dentro”, “interno”, mentre il secondo indica una opposizione.
Secondo quanto scrive Antoine Faivre invece, nell’opera Accès de l’ésotérisme
occidental, la parola sarebbe derivata da eso-thodos, vale a dire “cammino verso
l’interno”. Tuttavia è possibile un’ulteriore interpretazione, per cui “esoterico” sarebbe
il risultato di “εσω”, “fuori”, ed ancora di “τερ”, “contrario”. “Il contrario di fuori”,
quindi “dentro”. Su questo punto la versione in Riffard non sembra molto chiara, e vi è
4
Claudio Bonvecchio, Esoterismo e massoneria, Milano, Mimesis, 2007, pagg.195-196.
5
Jean Pierre Laurant, L’esoterismo, op. cit., pag.15.
6
Claudio Bonvecchio, Esoterismo e massoneria, op. cit., pag. 197.
7
Pierre A. Riffard, L’esoterismo, op. cit., pag. 138.
7
la giustificazione di un concetto di “dentro” nella radice ei presente sin dai primordi
della lingua greca, senza ulteriori specifiche8. Ma come vedremo una motivazione
razionale esiste, e la mostreremo tra poco.
Abbiamo visto come, indipendentemente dalle interpretazioni etimologiche,
l’esoterismo rappresenti comunque una “ricerca interiore”, un “entrata nel proprio sé”,
che è da contrapporsi ad una esteriorità che invece esprime l’atteggiamento di chi si
accontenta, rifiutandosi di indagare se stesso. Una opposizione che è alla base anche
del Cristianesimo, ma la differenza di quest’ultimo con l’esoterismo sta nel fatto che il
cristiano accetta soltanto la componente interiore, ripudiando del tutto l’esteriore.
Accetta quindi solo una parte, sconfessando l’altra. L’esoterista no: egli punta invece
alla totalità, a quella complexio oppositorum che costituisce la verità oggettiva, che è
l’essenza stessa dell’esoterismo. Ecco perché si spiega l’apparente ambiguità della
versione di Riffard. Anche “l’andare fuori” è visto come un tassello della ricerca
introspettiva, gli opposti si conciliano e si armonizzano, formando e definendo il Tutto.
È giunto adesso il momento di spiegare come dall’aggettivo si passi al sostantivo, e
come la fioritura di alcune scuole di pensiero diffusesi tra il II e il IV secolo, tra cui
l’ermetismo e la gnosi, oltre al già accennato neoplatonismo, porteranno alla nascita di
un vero movimento e renderanno necessaria l’aggiunta del suffisso “-ismo”.
Individueremo in seguito le occorrenze del termine “esoterismo” per passare in
rassegna i principali aspetti del significato, anche nel confronto con l’occultismo e lo
spiritualismo, altri movimenti accostati all’esoterismo ma da non confondere con esso.
Giungeremo quindi a quella che è la prima definizione storico-religiosa di esoterismo,
ad opera anche questa volta di Antoine Faivre.
Il “fenomeno esoterico”9 si è creato lentamente nel corso dei secoli dalla fusione e
dall’incontro di diverse scuole di pensiero. Ognuna di esse ha posto le basi per la
confluenza in un’unica modalità che potesse definirsi “esoterica”, ma che come
vedremo in Faivre, conserva in sé questi molteplici aspetti. L’ermetismo ad esempio ha
introdotto l’idea della rivelazione dell’unità del cosmo e dell’armonia di esso, che
attraverso la trasmissione di energie divine comunica col microcosmo, ossia con
l’uomo addormentato e incosciente (teoria che sarà ripresa quasi fedelmente da
Georges Ivanovitch Gurdjieff, uno dei quattro protagonisti della trattazione). Secondo
l’ermetismo Ermete Trimegisto (vale a dire “tre volte sommo”), divinità scaturita
dall’assimilazione tra Ermete appunto, che in Grecia veniva adorato come simbolo del
8
Pierre A. Riffard, L’esoterismo, op. cit., volume primo, pag. 136.
9
Jean Pierre Laurant, L’esoterismo, op. cit., pag. 7.
8
logos, e la divinità Thoth, per gli egizi chiamato Djhuti, dio lunare adorato anch’egli
nella Hermopolis Magna dei greci a Khmenu10, avrebbe iniziato gli uomini alla pratica
delle scienze occulte, tramite le quali era possibile ritrovare la via dell’unità perduta e
risvegliare l’uomo dalla sua decadenza. Il testo più importante della vastissima
letteratura ermetica è senza altro il Corpus Hermeticum, composto di diciassette
trattati. Tuttavia la dottrina di Ermete Trimegisto si discosta dal caposaldo
dell’ermetismo letterario. Ecco perché Antoine Faivre11 propone di chiamare la visione
di Ermete Trimegisto “hermesismo”, proprio per differenziarlo dal vero “hermetismo”,
che è soltanto quello espresso dal Corpus, e dall’“hermeticismo”, la ripresa
dell’ermetismo in chiave rinascimentale, con conseguenti apporti. La gnosi invece sin
dai suoi primordi manifesta l’opposizione tra l’Oriente ed Occidente in chiave
religiosa, un conflitto causato dalla compresenza della cultura greca ed ebraica. Per
quanto concerne la prima, è doveroso far notare come diversi filosofi neoplatonici
fossero fortemente influenzati dal nascente ermetismo, a dimostrazione delle
caratteristiche comuni delle scuole che avrebbero definito l’esoterismo. Tra questi ci
sono, non a caso ovviamente, i già citati Porfirio e Giamblico. Invece, per quanto
riguarda la seconda, nella mistica ebraica del periodo talmudico (ossia il periodo nel
quale a Gerusalemme e a Babilonia vennero elaborati insegnamenti orali ad opera di
maestri che commentavano la Legge scritta, la cosiddetta Torah) si manifesta lo stesso
desiderio da parte degli esponenti di questo misticismo di stabilire un legame tra il Dio
trascendente e l’uomo. L’incontro-scontro tra cultura greca e cultura ebraica sarà la
causa principale per cui la storia della gnosi che fa riferimento alle correnti spirituali
dell’Oriente non può prescindere dalla storia della Chiesa. Inoltre un altro conflitto in
ambito cristiano attraverserà i primi quattro secoli, nell’opposizione tra la Legge, la
Torah di cui prima, e la nuova via tracciata da Cristo. Nonostante quanto appena detto,
il pensiero gnostico non creò una propria modalità di analisi ed esegesi, ma riprese la
tradizione ebraica, ed è per questo possibile accomunarlo ai precedenti esoterismi12, sia
sul versante della dimensione visionaria sia su quello del disvelamento della verità.
L’approccio degli gnostici è fortemente concreto, non accetta astrazioni concettuali, e
10
Claudio Bonvecchio, Esoterismo e massoneria, op.cit. , pag. 189.
11
Antoine Faivre, Accès de l’ésotérisme occidental, Paris, Gallimard, 1986, volume primo, pagg. 48-49.
12
Vanno ricordati i testi contemporanei alla Mishnah, la legislazione religiosa del II secolo, che
divennero vero e proprio insegnamento esoterico, e i cui temi principali si ritrovano nella scuola di
Babilonia e nella mistica della Merkabah, ossia il carro-trono divino descritto nel Libro di Ezechiele.
Inoltre sul versante neopitagorico e neoplatonico, sono da ricordare le speculazioni sui nomi, da cui
nascerà la Kabbalah medievale e il simbolismo delle lettere, di cui vi è testimonianza nel Libro della
Creazione. A proposito di quanto suddetto, cfr. Jean Pierre Laurant, L’esoterismo, op. cit., pagg. 17-18.