8
alla struttura del reticolo di Bragg vengono codificate, sottoforma di variazioni di
lunghezza d'onda, nel segnale ottico che raggiunge l'elettronica di controllo.
L'elettronica decodifica il segnale ottico e trasmette i dati delle misure a un PC
che provvede alla visualizzazione e memorizzazione dei dati.
Sorge la necessita di implementare un sistema capace di decodificare
opportunamente queste traslazioni dello spettro del Bragg, attraverso le variazioni
del segnale riflesso. Tale sistema deve essere affidabile, veloce e nello stesso
tempo a basso costo.
Il tipo di tecnica studiato si presta alla realizzazione di sistemi di interrogazione
per sensori a reticoli di Bragg impiegati in misure dinamiche, ossia quando la
sollecitazione applicata al Bragg non è uniforme e ci sono rapide fluttuazioni dello
spetto del FBG. Inoltre, si vogliono raggiungere risoluzioni subpicometriche,
soprattutto perché una delle possibili applicazioni riguarda i sistemi di
interrogazione per antenne optoacustiche, dove c’è bisogno di risoluzioni così
spinte.
Il mercato non offre un sistema del genere, quindi questo può essere un valido
motivo di tale lavoro scientifico.
Il sistema adoperato introduce una novità fondamentale rispetto al precedente
sistema da laboratorio. Tale novità consta in una modulazione Double Side Band
Full Carrier della portante ottica generata dalla sorgente che và ad illuminare il
sensore. Sostanzialmente, si vuole sfruttare l’informazione contenuta dalle side
band, prodotte dalla DSB FC, per decodificare un possibile shift del Bragg. Infatti,
una variazione della lunghezza d’onda di Bragg determina uno sbilanciamento
delle bande laterali, che indica uno shift del Bragg.
9
Il Capitolo 1 della presente tesi sarà dedicato alla presentazione di alcune
tipologie di sensori in fibra ottica, tra le innumerevoli ormai presentate in
letteratura, che più si prestano alla realizzazione di sistemi di misura per
applicazioni industriali o, in ogni caso, di largo consumo.
In particolare saranno richiamati i sensori basati su reticoli di Bragg, che sono
certamente le strutture più studiate ed impiegate.
Sarà riportata una trattazione del principio fisico impiegato nell’elemento
sensibile. Inoltre, le tecniche di interrogazione fino ad ora impiegate.
Nel capitolo 2 verrà presentata l’analisi numerica del sistema di interrogazione
proposto, che consta in due fasi. La prima, ottica, vuole simulare ciò che accade
prima che il segnale venga trasdotto in elettrico, ossia il segnale ottico modulato
riflesso dal Bragg, con relativa sensibilità allo shift.
Nella seconda fase si analizza ciò che accade a valle del fotodiodo.
Nel Capitolo 3 sarà descritto il sistemi di misura realizzato, nelle sue diverse parti:
l’elemento sensibile, l’elettronica di controllo, i componenti ottici necessari al fine
di rendere effettivamente possibile la misurazione delle grandezze legate al
misurando.
Il Capitolo 4 sarà invece dedicato alla fase sperimentale, dove si è messo in
pratica ciò che si era simulato al calcolatore: In particolar modo, la
caratterizzazione del setup, quindi dell’elemento sensibile, e verranno mostrati i
dati sperimentali opportunamente elaborati.
Infine, nel Capitolo 5 verrà descritto nel dettaglio il concetto utilizzato per
apportare delle migliorie al sistema analizzato, con relativa fase numerica. Inoltre,
le possibili strade da seguire per mettere in pratica tale miglioramento.
10
CAPITOLO 1
SENSORI A RETICOLI DI BRAGG
1.1 Introduzione
Al fine di progettare reticoli in fibra ottica, è necessario possedere specifici
strumenti matematici utili per le loro analisi e sintesi. In questo capitolo viene
illustrata la teoria dei modi accoppiati che si è rivelata un efficace strumento per la
descrizione della propagazione dei campi elettromagnetici in fibra ottica, quindi, il
punto di partenza per la caratterizzazione ed il progetto di sensori in fibra. Nel
capitolo sarà tracciata, in modo necessariamente sintetico, una panoramica sullo
stato attuale della sensoristica in fibra ottica. Innanzitutto saranno cercate le
ragioni che giustificano il notevole e crescente interesse che la fibra suscita come
supporto fisico non solo per applicazioni nel settore delle telecomunicazioni, ma
anche di sensoristica.
Nel seguito del Capitolo saranno riportate alcune delle tecniche di sensing più
studiate e più utilizzate in applicazioni anche commerciali, selezionate tra le
innumerevoli presenti ormai in letteratura.
1.1 I reticoli di Bragg
Le strutture in fibra ottica che impiegano i fiber Bragg grating (FBG) sono tra le
più studiate e certamente quelle che contano il maggior numero di applicazioni
11
commerciali, nella realizzazione sia di sensori che di particolari filtri adottati in
diverse applicazioni. Inoltre i sensori basati su FBG, essendo di piccole
dimensioni, risultano non invasivi, sono dunque i candidati ideali per applicazioni
di monitoraggio delle così dette strutture ‘smart’.
Un reticolo di Bragg in fibra è un segmento di fibra ottica nel cui nucleo è
impressa una variazione permanente dell’indice di rifrazione, secondo una
modulazione periodica o quasi periodica.
Una tipica fibra ottica è mostrata in Figura 1.1: la fibra è costituita da una parte
interna detta core, con un indice di rifrazione n1 e da una parte esterna chiamata
cladding, con indice di rifrazione n2.
Figura 1.1 Principio di funzionamento della fibra ottica
Le fibre ottiche sono realizzate in vetro o polimeri e sono usualmente rivestite con
una guaina protettiva. L'indice di rifrazione n1 è leggermente maggiore di n2 e
questa caratteristica premette alla fibra ottica di guidare al suo interno i raggi di
luce che entrano con un angolo, rispetto all'asse della fibra, maggiore dell’angolo
di riflessione totale. I raggi che entrano con angoli inferiori a quello limite,
vengono rifratti nel cladding e quindi persi.
Le fibre ottiche possono essere singolo-modo o multi-modo a seconda che la luce
propaghi all'interno delle fibra su un solo percorso o su più percorsi; questa
caratteristica dipende dalla lunghezza d'onda della luce inviata nella fibra ottica e
dalle dimensioni geometriche della fibra stessa[1].
12
Le fibre ottiche impiegate per realizzare i reticoli di Bragg sono in vetro di tipo
singolo modo alla lunghezza d'onda d' impiego che, per le applicazioni nel campo
delle telecomunicazioni e dei sensori, è usualmente nella banda ottica
dell'infrarosso (tra 1,3 e 1,6 mm). Il diametro tipico di una fibra ottica
monomodale è di 0,125 mm, che diventano 0,250 mm considerando anche la
guaina protettiva.
Quando una radiazione elettromagnetica si propaga all’interno di un tratto di
guida corrugata dove si alternano regioni ad alto e basso indice di rifrazione, essa
viene parzialmente riflessa ad ogni interfaccia [2].
Figura 1.2 Principio di funzionamento del reticolo di Bragg in fibra ottica.
Se la spaziatura tra queste due regioni è tale che tutte le riflessioni parziali si
sommano in fase, la riflessione totale del raggio in ingresso può crescere fino a
raggiungere il 100%, anche se le singole riflessioni parziali sono estremamente
basse.
Naturalmente questa condizione di alta riflettività è verificata solo per delle
specifiche lunghezze d’onda che sono funzione del periodo della modulazione: in
particolare il reticolo ne riflette un intervallo molto stretto, centrato intorno alla
lunghezza d’onda di Bragg λ B definita dalla relazione:
Λ= effB n2λ (1.1)
13
dove effn è l’indice di rifrazione efficace relativo al modo propagante e Λ è il
periodo spaziale del reticolo.
Per tutte le altre lunghezze d’onda, le riflessioni parziali si sommano fuori fase
annullandosi vicendevolmente causando di conseguenza alti valori di intensità nel
raggio trasmesso
La creazione dei reticoli di Bragg in fibra è stata resa possibile grazie alla scoperta
di una importante proprietà del mezzo dielettrico detta “fotosensibilità”, ossia
della possibilità di far variare in modo permanente l’indice di rifrazione del nucleo
di una fibra ottica mediante l’assorbimento di raggi luminosi[3].
1.1.1 Principio di funzionamento
I reticoli di Bragg sono caratterizzati da uno spettro riflesso ottenibile grazie allo
scambio di potenza che avviene tra il modo co-propagante nel core, e il modo
contro-propagante che si genera in riflessione a causa della perturbazione
dell’indice di rifrazione efficace, e quando si verifica una particolare condizione
detta phase-matching. Utilizzando la teoria dei modi accoppiati, si vuole
descrivere il meccanismo di accoppiamento che avviene nei reticoli di Bragg.
Un modo in una fibra ottica è rappresentato da un campo elettromagnetico che si
propaga in fibra, trasportando energia. Un numero finito di modi guidati viaggia
nella fibra con costanti di propagazione , funzioni della lunghezza d’onda della
sorgente ottica e dei parametri della fibra. Tali modi possono essere determinati
sfruttando le equazioni di Maxwell e le condizioni al contorno del campo elettrico
e magnetico all’interfaccia core-cladding [4]. Si ha a che fare con modi LP
(linearly-polarized), ottenuti con delle semplificazioni di Gloge .
14
Un altro set di modi soddisfano le equazioni di Maxwell e le condizioni al
contorno [5]. Questi modi sono tipicamente detti modi di cladding o di radiazione,
conseguenza di imperfezioni presenti nella fibra, hanno continue perdite di
potenza. In poche parole, questi modi non sono guidati dalla fibra[6].
Un reticolo in fibra ottica è semplicemente un reticolo di diffrazione, e quindi il
suo effetto su di una leggera onda incidente con un angolo 1 su di esso può essere
descritto dall’equazione:
n sen(2) = n sen(1) + m / (1.2)
dove 2 è l’angolo dell’onda diffratta e m un numero intero che indica l’ordine di
diffrazione. Questa equazione prevede solo le direzioni di 2 in cui si verifica
l'interferenza costruttiva, ma è comunque in grado di determinare la lunghezza
d'onda in cui il reticolo accoppia in maniera più efficiente la luce trasportata dai
due modi. La figura 1.3 illustra la riflessione che avviene nel Bragg, ad opera di
un modo con angolo 1 in uno stesso modo che viaggia nella direzione opposta
con un angolo 2 = - 1 . Siccome la costante di propagazione del modo
(2 / )
eff
nβ pi λ= dove sin( )
eff con n θ= , si può riscrivere la (1.2) per i modi guidati
come:
2 1
2m piβ β= +
Λ
. (1.3)
Per la diffrazione del primo ordine, che di solito è quella dominante in FBG, si ha
m=-1. Questa condizione è illustrata in figura 1.3 ossia il plot. I cerchi pieni
rappresentano i modi di core con
cl eff con n n< < , mentre i cerchi aperti i modi di
cladding con 1
eff cl
n n< < , e le regioni tratteggiate rappresentano i continui modi
di radiazione. I valori di negativi descrivono i modi che si propagano nella
15
direzione –z. Utilizzando la (1.3) ed essendo 2 < 0, si trova che la lunghezza di
risonanza per la riflessione di un modo di indice
,1effn in un modo di indice ,2effn è:
,1 ,2( )eff effn nλ = + Λ . (1.4)
Figura 13 Riflessione del modo di core in un reticolo di Brag; il plot dimostra la relazione (1.3)
Se i due modi sono identici, si arriva al risultato familiare per la riflessione del
Bragg: 2
eff
nλ = Λ [7].
1.1.2 Teoria dei modi accoppiati
La teoria dei modi accoppiati è un buon tool per ottenere informazioni
quantitative sull’efficienza di diffrazione e sulla dipendenza spettrale dei reticoli
in fibra ottica. Anche se sono disponibili anche altre tecniche per descrivere tale
fenomeno, è stata scelta la teoria dei modi accoppiati perché è semplice intuitiva e
fornisce modelli precisi per le proprietà ottiche di molti reticoli di interesse.
16
Nell’approssimazione dei modi ideali, si assume che la componente trasversa del
campo elettrico può essere scritta come una sovrapposizione dei modi ideali
indicati con j (i modi in una guida d’onda ideale senza perturbazione), tale che
( , , , ) [ ( ) exp( ) ( )exp( )] ( , ) exp( )
t j j j j jt
j
E x y z t A z i z B z i z e x y j tβ β ω= + − −
(1.5)
dove Aj(z) e Bj(z) sono, rispettivamente, le variazioni delle ampiezze dei modi j
propaganti nelle direzioni +z e –z.
I campi trasversi ( , )
jt
e x y
potrebbero descrivere le condizioni al contorno del core
o i modi di radiazione LP[8], o i modi di cladding. Poichè in una guida d’onda
ideale i modi sono ortogonali, e quindi non scambiano energia, la presenza della
perturbazione dielettrica causa l’accoppiamento dei modi tale che le ampiezze Aj
e Bj dei modi j-esimi evolvono lungo l’asse z secondo le seguenti equazioni:
( ) exp[ ( ) ] ( ) exp[ ( ) ]
j t z t z
k kj kj k j k kj kj k j
k k
dA
i A K K i z i B K K i z
dz
β β β β= + − + − − + (1.6)
( ) exp[ ( ) ] ( ) exp[ ( ) ]
j t z t z
k kj kj k j k kj kj k j
k k
dB
i A K K i z i B K K i z
dz
β β β β= − − + − + − − 1.7
Nella (1.6) e (1.7), ( )tkjK z rappresenta il coefficiente di accoppiamento trasverso
tra i modi j e k ed è uguale a:
*
( ) ( , , ) ( , ) ( , )
4
t
kj kt jtK z dxdy x y z e x y e x y
ω
ε
∞
= ∆
(1.8)
Dove è la perturbazione alla permettività, approssimata a 2n nε δ∆ ≅ quando
n nδ . Il coefficiente d’accoppiamento longitudinale ( )z
kj
K z è analogo a ( )t
kj
K z ,
ma generalmente ( ) ( )z tkj kjK z K z per i modi in fibra, perciò viene solitamente
trascurato.
17
Nei principali reticoli in fibra il cambiamento dell’indice indotto è
approssimativamente uniforme lungo il core e non esistente all’esterno del core,
ed è dato da:
2
( ) ( ) 1 cos ( )effeffn z n z z z
pi
δ δ ν φ
= + +
Λ
(1.9)
dove effnδ è la variazione di indice di rifrazione mediata sul singolo periodo del
reticolo, (z) la fase del reticolo, la visibilità delle frange e il periodo del
reticolo.
Si può descrivere l’indice del core con l’equazione (1.9) sostituendo ( )effn zδ con
( )con zδ . Si definiscono due nuovi coefficienti
*
( ) ( ) ( , ) ( , )
2
co
cokj kt jt
core
n
z n z dxdye x y e x y
ω
σ δ=
(1.10)
( ) ( )
2
kj kjk z z
ν
σ= (1.11)
dove
è il coefficiente di auto-accoppiamento “dc” e k è il coefficiente di mutuo-
accoppiamento “AC”, e il coefficiente d’accoppiamento generale è:
2
( ) ( ) 2 ( ) cos ( )tkj kj kjK z z k z z z
pi
σ φ = + +
Λ
(1.12)
Le equazioni (1.6)-(1.12) rappresentano le equazioni dei modi accoppiati che
vengono utilizzate per descrivere lo spettro del Bragg.
L’interazione dominante in un reticolo di Bragg si ha nell’intorno della lunghezza
d’onda dove avviene l’accoppiamento di un modo di ampiezza A(z) con un
medesimo modo contro propagante di ampiezza B(z). In tal caso le equazioni
(1.6) e (1.7) possono essere semplificate considerando solo i termini che
includono le ampiezze di un particolare modo[9]. I termini sulla parte destra
18
dell’equazioni differenziali che contengono la dipendenza alle rapide oscillazioni
lungo z, possono essere trascurati in quanto le ampiezze decadono rapidamente.
Le equazioni risultanti possono essere scritte nel seguente modo:
ˆ ( ) ( )
dR
i R z ikS z
dz
σ= + (1.13)
*
ˆ ( ) ( )
dS
i S z ik R z
dz
σ= − − (1.14)
dove le ampiezze R e S sono ( ) ( )exp( / 2)R z A z i zδ φ≡ − e ( ) ( )exp( /2)S z B z i zδ φ≡ − + .
In queste equazioni k è il coefficiente AC dalla (1.11) e σˆ è un coefficiente di
auto-accoppiamento generale definito come:
1
ˆ
2
d
dz
φ
σ δ σ≡ + − . (1.17)
Si definisce la variabile di “detunng”, che è indipendente da z per tutto il reticolo,
ed è la seguente:
1 1
2 ( )D eff
D
n
pi
δ β β β pi
λ λ
≡ − = − = −
Λ
(1.18)
dove 2D effnλ ≡ Λ è la lunghezza d’onda di progetto per lo scattering del Bragg da
un reticolo debole ( 0)
eff
nδ → con periodo .
Perdite di assorbimento nel reticolo possono essere descritte da un coefficiente
complesso
, dove il coefficiente di potenza persa è =2Im(
).
Per un reticolo di Bragg valgono le seguenti relazioni:
2
effn
pi
σ δ
λ
= (1.19)
*
k k neff
pi
νδ
λ
= = (1.20)
Se il reticolo è uniforme lungo z, effnδ è costante e / 0d dzφ = , si ha che ,k σ e
σˆ sono costanti. Così, la (1.13) e la (1.14) sono equazioni differenziali del primo
19
ordine accoppiate con coefficienti costanti, per cui soluzioni in forma chiusa
possono essere ricavate applicando specifiche condizioni al contorno. La
riflettività di un reticolo di Bragg uniforme di lunghezza L può essere calcolata
considerando l’ampiezza della componente progressiva del campo all’ingresso del
reticolo ( R(-L/2)=1 ) sia unitaria, mentre l’ampiezza del campo regressivo
all’uscita del reticolo ( S(L/2)=0 ) sia nulla.
La seconda uguaglianza indica che non può esistere una componente regressiva
del campo per z>L in quanto la perturbazione che lo genera si estende fino a z=L
e non oltre.
L’ampiezza del coefficiente di riflessione è data dal rapporto dell’onda regressiva
e quella progressiva ( / 2) / ( / 2)S L R Lρ = − − , la potenza è il modulo quadro
2
r ρ= e rispettivamente possono essere mostrate come di seguito [10],[11]:
2 2
2 2 2 2 2 2
ˆsinh( )
ˆ ˆ ˆ ˆsinh( ) cosh( )
k k L
k L i k k L
σ
ρ
σ σ σ σ
− −
=
− + − −
(1.21)
2 2 2
2
2 2 2
2
ˆsinh ( )
ˆ
ˆcosh ( )
k L
r
k L
k
σ
σ
σ
−
=
− −
(1.22)
Definendo N=L/ come il numero totale di periodi del reticolo, se N è grande la
larghezza di banda dello spettro in riflessione del Bragg diminuisce e viceversa se
N è piccolo aumenta la banda, per un fissato valore di kL, come mostra la
figura1.4.
Dalla (1.22), si trova che la riflettività massima di un reticolo di Bragg è:
2
max tanh ( )r kL= (1.23)
ed occorre quando ˆ 0σ = alla lunghezza d’onda max 1
eff
D
eff
n
n
δ
λ λ
= +
20
Figura 1.4 Riflettività di un reticolo uniforme per diversi valori di kL .
Il motivo per il quale risulta che max Dλ λ≠ è da ricercarsi nel fatto che una
modulazione positiva dell’indice di rifrazione produce una valore di 0
eff
nδ ≠ .
La banda del reticolo è fortemente influenzata dal valore di Kl, come è possibile
osservare dall’equazione seguente:
2
2 2 2
eff
k L
n L
λ
λ pi
pi
∆ = + (1.24)
Incrementando la lunghezza del reticolo diminuisce la banda del Bragg.
Aumentando k, cresce la larghezza di banda.
Utilizzando l’espressione (1.22) è possibile calcolare la riflettività di un reticolo di
Bragg uniforme, tramite il software MATLAB, fissando i parametri del FBG.