per analizzare il percorso di questi due politici, bisogna tenere conto di alcune
considerazioni, questo per non cadere in un banale errore metodologico. Uno dei
primi obiettivi della mia tesi è infatti quello di analizzare queste due esperienze
politiche tenendo ben presente le grandi differenze che contraddistinguono i loro
paesi di appartenenza; mi riferisco a differenze fondamentali per quanto riguarda i
tempi diversi in cui si sono sviluppate, a quelle che contraddistinguono i due
sistemi politici ed elettorali, la composizione diversa dei due partiti e dell’elettorato
(la classe media americana è infatti del tutto diversa da quella inglese), le differenti
aspirazioni e bisogni dell’elettorato stesso, ecc…
Ma tenendo ben presenti queste differenze, la mia tesi si pone anche l’obiettivo di
analizzare, laddove ci siano e, come vedremo, ce ne sono parecchi, i punti di
vicinanza che in vario grado accompagnano queste due esperienze politiche. I
punti di contatto su cui mi sono maggiormente soffermato sono sicuramente quelli
che riguardano gli aspetti valoriali e comunicativi, soprattutto in questa seconda
categoria i due leader sono stati bravissimi e molto intelligenti nel saper parlare
con il proprio elettorato, unendo a grandi capacità retoriche e alla loro innata
capacità oratoria, il sapiente uso dei mezzi di comunicazione di massa più adatti ai
loro scopi. Ma vediamo nel dettaglio il percorso da me seguito nella redazione di
questo lavoro. Il primo capitolo introduce in maniera approfondita la materia
protagonista del mio lavoro, la comunicazione politica; lo scopo di questa prima
parte è fornire una base concettuale per poter poi capire nella giusta maniera gli
stessi concetti applicati a casi specifici della politica internazionale e nazionale. In
questo capitolo si definisce che cos’è nello specifico la comunicazione politica, si
descrive qual’è il suo campo d’azione e quali sono le discipline che, per un motivo
o per un altro, interessano la materia. Sempre in questa parte, sarà dato a questa
disciplina un inquadramento storico e uno normativo; per quanto riguarda il primo,
vedremo quali furono gli esordi di questa materia già ai tempi dell’antica Grecia e
di Roma, per quanto riguarda il secondo, saranno prese in considerazione le
principali leggi che la regolano, tenendo presente sia il contesto italiano, sia quello
delle altre maggiori democrazie occidentali.
Il secondo capitolo è quello dedicato all’analisi del percorso politico dei leader già
introdotti all’inizio di questo paragrafo; partendo dall’esperienza dei democratici di
Clinton (1992), si arriverà, analizzando i punti in comune delle due campagne
elettorali, alla fortunata esperienza laburista di Tony Blair in Gran Bretagna.
5
Sempre per quanto riguarda Tony Blair, verrà studiato il suo percorso politico
partendo dagli inizi, arrivando poi alla sua elezione a capo del partito, fino alla
consacrazione delle elezioni generali del 1997 che lo porteranno definitivamente al
potere, molta attenzione verrà poi data alla sua campagna elettorale e al
messaggio del tutto innovativo sul quale si basa il suo progetto politico.
La seconda parte del capitolo è dedicata invece al vero protagonista del mio
lavoro, Barack Obama, la sua incredibile storia e la sua fulminea carriera politica
saranno analizzate sempre prestando grande attenzione a quello che è l’aspetto
valoriale della sua politica e in via preliminare, anche alla sua comunicazione,
quella che sarà il soggetto del terzo capitolo con l’analisi della campagna
elettorale dell’ex senatore dell’Illinois. L’aspetto comunicativo dei due leader
politici, rappresentano la parte centrale di questo capitolo, parlando di
comunicazione politica, mi è sembrato importante soffermarmi sulle metodologie,
le logiche e gli strumenti comunicativi da essi usati al servizio del proprio progetto
politico.
La campagna elettorale di Barack Obama, che costituisce il soggetto della terza
parte del mio lavoro, presenta degli aspetti del tutto innovativi rispetto alle
campagne di stampo classico. Gli elementi che la rendono tale sono molti, uno su
tutti è l’utilizzo massiccio di internet come mezzo di comunicazione principale su
cui si regge tutta la comunicazione elettorale; Obama intuisce infatti il potere della
rete e lo usa a suo vantaggio, grazie al web il candidato democratico sbaraglia gli
avversari perché tramite esso raggiunge fette di elettorato, come ad esempio i
giovani, prima poco coinvolte. Il social network diventa il simbolo della grande
partecipazione di cui Obama ha potuto godere, il suo progetto parte infatti dal
basso grazie al mezzo più democratico a disposizione, la rete. Essa, oltre che per
gestire l’enorme mole di volontari e di attivisti, ha poi permesso all’ex senatore
dell’Illinois, di poter parlare direttamente con il popolo, lo stesso Obama è infatti
definito da molti come presidente Youtube, grazie al celebre social network, da lui
usato in maniera continuativa per mantenere il filo diretto con i suoi sostenitori.
Internet diventa fondamentale per un’altra fase fondamentale della campagna
elettorale, la raccolta fondi; anche in questo caso, Obama usa sapientemente il
mezzo istituendo un sistema di piccole donazioni che si rivelerà più efficace di
quello già consolidato, vista l’esperienza del marito, di Hillary Clinton. Insomma
una campagna elettorale innovativa per un progetto politico innovativo, che è stato
6
capace di ridare speranza a una nazione e all’intero pianeta dopo
l’amministrazione Bush, giudicata dagli stessi americani disastrosa sotto molti
punti di vista.
Dopo questa parte centrale dedicata all’Obamamania di cui come detto sono stati
presi in considerazione gli aspetti sia politici, ma soprattutto comunicativi e
l’innovativa campagna elettorale, l’attenzione doveva spostarsi di conseguenza al
nostro paese; l’obiettivo è quello di vedere se nella nostra politica esistano degli
esperimenti e degli esempi come quelli fino a qui presi in considerazione e
soprattutto, quale sia lo stato attuale della nostra comunicazione politica. In poche
parole il mio intento era scattare una fotografia del nostro momento politico,
vedere come i politici italiani dialogano con il proprio elettorato e con che mezzi;
vedere altresì se anche nel nostro paese i nuovi mezzi di comunicazione possano
fungere da ottimo supporto alla comunicazione dei partiti e quanto, fino ad ora, sia
stato fatto in questo senso. Tramite diverse ricerche svolte dall’Università La
Sapienza, dall’Università di Udine e da altri autorevoli istituti, ho potuto indagare
quale sia il rapporto fra la politica, internet e l’elettorato (in special modo quello
giovane, che è stato fondamentale per la vittoria di Obama in termini di voti e di
partecipazione alla campagna).
Un apporto fondamentale alla mia ricerca, mi è stato dato dall’intervista a un
addetto ai lavori, mi riferisco all’onorevole Gianni Cuperlo, politico eletto alla
Camera dei Deputati nel 2006, nelle liste dell’Ulivo; fino al 1992 a capo della
Sinistra Giovanile, designato poi nel 2001 come responsabile della comunicazione
della segreteria dei Democratici di Sinistra.
La mia tesi in conclusione affronta un percorso molto ampio, prima di analizzare in
concreto la campagna elettorale di Barack Obama era infatti necessario capire
come i partiti riformisti si fossero riorganizzati negli anni novanta, prendendo in
considerazione soprattutto l’esperienza laburista britannica di Tony Blair. Il filo
conduttore che lega questo percorso è la comunicazione politica, il modo e gli
strumenti che i partiti hanno adottato nel comunicare i loro valori e nel condurre
con successo le loro campagne elettorali. Partendo dal famoso concetto di Terza
Via, usato sia da Clinton che da Blair, si giunge quindi al presidente YouTube e a
un tipo di comunicazione che sfrutta in maniera totale le nuove tecnologie.
L’analisi della situazione italiana, dall’avvento di Forza Italia alla costituzione del
Partito Democratico, rappresenta poi un paragone interessante per capire lo stato
7
attuale della nostra comunicazione politica, ancora in un’ottica un po’ arretrata, in
attesa di un decisivo e definitivo sviluppo.
8
Capitolo 1
STORIA E SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE POLITICA
1. Che cos’è e come nasce la comunicazione politica
Che cos’è la comunicazione politica, come nasce e qual’è la sua ragione
d’esistere, ma soprattutto come funziona questa disciplina nell’era delle nuove
tecnologie?
Ponendomi questi quesiti di base, ho potuto, in questa prima fase del mio lavoro,
delimitare quello che sarà il campo d’analisi di tutta la mia ricerca; le risposte a
queste iniziali domande mi hanno infatti permesso di definire la disciplina della
comunicazione politica, trovandone le prime tracce, seguendone il suo sviluppo
nel corso della storia e arrivando ad analizzarne gli strumenti e la sua funzione
attuale nella nostra era contraddistinta dall’affermazione delle nuove tecnologie,
più che mai fondamentali in ogni aspetto della vita quotidiana. Ed è proprio questo
lo scenario in cui la comunicazione politica attuale agisce, evolvendosi in modo
continuo e fondendosi con le modalità tradizionali di fare politica, diventando da
prima strumento di supporto e successivamente un’arma strategica e un
necessario punto di forza al servizio delle campagne elettorali più significative
degli ultimi anni.
Concentrandoci prima su quale sia la ragione, il perché della nascita della
comunicazione politica, essa va sicuramente ricercata nel fatto che qualunque
organo politico al potere necessiti di una qualche forma di legittimazione del
potere stesso. Anche in presenza di sovranità in cui il potere era derivato
direttamente da emanazione divina, il regnante doveva in qualche modo
giustificarlo, rendendosi così protagonista di un’azione comunicativa. Se
dovessimo fissare una data approssimativa della nascita della disciplina
protagonista di questo lavoro, non possiamo non fare riferimento ad Atene e al
periodo compreso tra il V e il IV secolo a.C. E’ l’Atene democratica di Socrate e
9
Platone e allo stesso tempo dei grandi maestri della retorica della scuola dei
Sofisti.
L’excursus storico dell’evoluzione di questa disciplina lascia tracce importanti
soprattutto, però, in epoca romana e specialmente nel periodo della Repubblica. In
questa fase è assolutamente chiara l’importanza, nelle lotte per il potere, di
intensificare l’attività politica come strumento di seduzione e manipolazione
dell’elettorato. L’attività politica diventa quindi un’arma indispensabile da utilizzare
in qualunque conflitto o battaglia per la conquista del potere in una società.
Questo periodo vede inoltre la nascita di vere e proprie campagne comunicative
ed elettorali che fungeranno poi da punto di partenza per lo sviluppo di tutte le
future tecniche di comunicazione politica fino ad arrivare alle campagne di
marketing elettorale del XX secolo. A riprova dell’importanza fondamentale che
questo periodo ha avuto nello sviluppo di questa disciplina, ci sono diversi
elementi che si sono poi tramandati costituendo una preziosa eredità della civiltà
romana. E’ infatti qui che si introducono termini come candidato, così venne
chiamato il pretendente a ricoprire cariche pubbliche, il quale si poteva
riconoscere da una toga bianca indossata durante il periodo di campagna
elettorale; o ancora il termine comizio, ovvero le riunioni ,aperte ai cittadini, in cui i
candidati esponevano i propri punti programmatici nel tentativo di influenzare gli
elettori. Altro esempio che vale la pena di citare è il Piccolo manuale della
campagna elettorale, una sorta di opuscolo, scritto dal fratello di Cicerone, nel
quale erano raccolti una serie di consigli e strategie utili alla sua candidatura
1
.
Questo ultimo esempio è sintomatico del livello di modernità raggiunto dai romani
nella disciplina della comunicazione politica. Nonostante si possa notare che già
nell’antichità il processo elettivo e le attività di comunicazione ad esso connesse
avessero raggiunto un altro grado di democraticità e di civiltà, la storia ci ha poi
insegnato, riempiendo le pagine dei libri, che la vita politica è piena di situazioni
che vanno in netta controtendenza rispetto alle iniziative sopra citate. In tutte le
sue epoche, e paradossalmente di più nell’epoca contemporanea, la storia ci ha
infatti fornito un gran numero di esempi di sistemi in cui la democrazia verrà
messa da parte e, con essa, anche l’idea di una società che basa le sue
fondamenta su un sistema elettorale a suffragio universale; sono questi gli esempi
1
F.Pira – L.Gaudiano - La nuova comunicazione politica - pag. 18
10
dei regimi autoritari e totalitari. In questi sistemi, anche le attività di comunicazione
politica sono necessariamente piegate alle logiche del potere, è il caso della
propaganda come unica attività di comunicazione. Un processo comunicativo è
da intendersi come uno scambio di informazioni fra due o più interlocutori
mediante un rapporto sincrono, in cui i messaggi seguano un percorso a due vie,
una sorta di messa in comune, di condivisione delle informazioni. La propaganda,
invece, agiva, e agisce tuttora in certi sistemi, lungo una direttrice unidirezionale,
sotto forma di un rapporto asincrono dove una fonte veicola un messaggio a una
moltitudine di individui, bandendo qualsiasi forma di comunicazione che fosse
alternativa a quella pianificata dai regimi. Un necessario supporto alla propaganda
furono i moderni mezzi di comunicazione che dalla seconda metà del IXX secolo
iniziarono un’intensa fase di sviluppo. I regimi, da parte loro, intuirono l’importanza
cruciale dell’uso di questi nuovi mezzi come supporto all’attività di comunicazione
per due aspetti fondamentali: la grande capacità di penetrazione e l’incredibile
forza persuasiva nell’alimentare il culto della personalità dei propri leader.
Da questo breve excursus, che può diventare uno spunto per una miriade di
interpretazioni e le cui tematiche sono state protagoniste di migliaia di
pubblicazioni, possiamo trarre una due considerazioni basilari:
- la comunicazione politica, nelle sue varie forme, è stata ed è presente in tutti i
sistemi, siano essi moderne repubbliche democratiche o regimi tuttora autoritari
che ricorrono ad un’intensa attività di propaganda per legittimare la loro leadership
di potere.
- la comunicazione politica deve poggiare le sue basi sul principio democratico
della libertà di espressione, d’opinione e di associazione, garantito in Italia
dall’articolo 21 della Costituzione della Repubblica. Con questo presupposto di
base ci potrà essere molto spazio per la disciplina oggetto della mia ricerca, vista
nell’ottica dei suoi molteplici protagonisti, come ad esempio i partiti, i candidati, ma
anche gli attivisti, i movimenti e le liste, e nell’ottica dei suoi molteplici strumenti
d’azione, e mezzi di comunicazione, in un’enorme varietà di forme.
Per completare questa prima parte, che mi è servita per contestualizzare la
disciplina della comunicazione politica, concentrandomi in particolare sul come,
sul perché e sul quando essa sia nata e si sia sviluppata, è giusto allargare il
campo d’azione verso quello che sarà un altro aspetto fondamentale della mia
ricerca. Parlando infatti di sistemi democratici e di diffusione e sviluppo della
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comunicazione politica, non si può, seppur in via preliminare, non riservare un
accenno a quello che è stato il più grande laboratorio, il terreno che più di ogni
altro ha visto lo sviluppo di questa disciplina, gli Stati Uniti d’America.
1.1. Gli Stati Uniti come precursori della comunicazione politica
Parallelamente alla nascita e all’instaurarsi dei regimi fascisti e comunisti in
Europa, si è potuto assistere, negli Stati Uniti, ad uno sviluppo in totale
controtendenza di questa disciplina, rispetto al vecchio continente. Se in Europa,
infatti, i vari ministeri con il compito di gestire le comunicazioni nei regimi autoritari
e totalitari facevano ampio ricorso, come detto, alla propaganda, negli States era
già fortemente progredito un sistema che consisteva in un formidabile mix tra
comunicazione pubblicitaria, marketing, informazione, sondaggi d’opinione e
soprattutto grandi e moderne campagne elettorali.
Per questo motivo è giusto considerare questa nazione il più grande laboratorio
per la comunicazione pubblica
2
. Per dimostrarlo e capirne ulteriormente lo
sproporzionato sviluppo rispetto alle altre nazioni, è fondamentale capire come la
politica e il crescente miglioramento tecnologico dei mezzi di comunicazione
abbiano sempre camminato di pari passo.
La prima campagna elettorale autenticamente nazionale per gli Stati Uniti, fu
quella di Andrew Jackson, che nel 1828 sbaragliò il suo diretto rivale per la corsa
alla Casa Bianca, sfruttando abilmente la rivoluzione dei trasporti. In questo caso,
l’arma strategica, non furono tanto i mezzi di comunicazione quanto i mezzi di
trasporto; questo, però, rappresenta solo l’inizio, la comunicazione politica infatti,
da questa prima campagna nazionale trarrà l’impulso per il suo inarrestabile
sviluppo
3
.
Ed è proprio quello che successe trent’anni più tardi, quando Abraham Lincoln si
affermò sfruttando uno dei primi fondamentali mezzi di comunicazione di massa,
la stampa; i suoi discorsi vennero riprodotti sui quotidiani, che proprio in quegli
anni raggiunsero la massa critica necessaria a produrre un impatto significativo
2
G. Mazzoleni – La comunicazione politica – pag. 19
3
G. da Empoli – Obama. La politica nell’era di Facebook – pag. 54
12
sull’elettorato
4
. Da notare che questo accadeva nella seconda metà degli anni
sessanta dell’ottocento, l’America era appena uscita dalla sua sanguinosa guerra
civile (1861-1865), mentre in Italia, pochi anni dopo l’unificazione, la Destra
Storica si trovava di fronte all’enorme difficoltà di unificare uno stato non solo sulla
carta, condizione riassunta dalla celebre frase di Massimo d’Azeglio: “Abbiamo
fatto l'Italia. Ora si tratta di fare gli Italiani”
5
.
Ma tornando agli Stati Uniti, un altro fulgido esempio di fortunatissima
comunicazione politica, grazie al fondamentale apporto dei mezzi di
comunicazione di massa, è quella che si attua nei primi anni trenta del novecento,
il periodo successivo al crack della borsa di New York dell’ottobre del1929,
passato alla storia con il nome di Grande Depressione (Great Depression).
Protagonista questa volta fu Franklin Delano Roosevelt, che impiegò la radio per
comunicare direttamente con il popolo americano, questo esperimento, che passò
alla storia con il nome di discorsi davanti al caminetto (fire-side chats), gli permise
di incrementare in modo significativo il consenso nei suoi confronti, superando il
clima di grande sfiducia che aveva investito l’elettorato vista la grave crisi
economica. Da notare che Roosevelt divenne il più longevo presidente della storia
degli Stati Uniti d’America.
Altro esempio e altro mezzo di comunicazione ci portano al 1960, il famoso
dibattito televisivo che passo alla storia perché vide l’affermarsi del giovane John
Fitzgerald Kennedy, ai danni di un compassato Richard Nixon, che dimostrò assai
meno dimestichezza con il mezzo televisivo rispetto al suo giovane rivale. Fu
l’inizio di un tipo di politica definita catodica, che negli anni a venire sarà dominata
con maestria da Ronald Reagan; da ricordare che egli era un ex attore a cui di
certo non mancava la dimestichezza con lo schermo! Ultimo esempio, che sarà
analizzato in tutti i suoi aspetti nel corso della mia ricerca è quello più attuale. La
campagna elettorale di Barack Obama: il caso forse più lampante di come la
comunicazione politica, se affiancata al mezzo di comunicazione giusto, possa
diventare l’arma più strategica in possesso di un candidato. In questo caso, il
riferimento riguarda internet. Il ricorso massiccio al web ha rappresentato, per l’ex
senatore dell’Illinois, il giusto modo di comunicare se stesso, portandolo a divenire
il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America.
4
Ibidem.
5
Baldissara, Battilossi - La formazione storica Vol. III - Sansoni
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