Università degli Studi della Basilicata
Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente
Sezione di Ortofloricoltura
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Tesi di Laurea Specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie
“I Sistemi Informativi Territoriali per l’individuazione delle aree vocate alla floricoltura in Basilicata”
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strategici di lungo respiro in cui il prodotto ornamentale non rimanga relegato al ruolo di bene voluttuario, ma
assuma il livello di prodotto di qualità, di largo consumo ed economicamente strategico.
In questo contesto assume notevole importanza la scelta del sito in cui insediare gli apprestamenti
per le attività produttive al fine di abbassare sia i costi d’impianto delle strutture (analisi dalle sollecitazioni),
sia quelli legati al processo produttivo razionalizzando l'utilizzo delle risorse strategiche come l'acqua, l'energia
e le specie da coltivare.
La presente tesi di laurea si inserisce in un più ampio progetto di ricerca nazionale denominato:
“F.LO.R.ENER. - Florovivaismo: LOgistica e Risparmio ENERgetico”, che ha come finalità lo studio del settore
floricolo italiano al fine di ottenere utili informazioni relativamente ai seguenti punti:
1. riduzione dei costi di produzione;
2. contenimento dei fabbisogni energetici;
3. compatibilità delle soluzioni tecnologiche con la qualità delle produzioni;
4. ottimizzazione degli aspetti logistici come fattori di competitività.
In particolare, l’attività scientifica è la scelta ponderata di siti, ricadenti nel territorio della Regione
Basilicata, per l’insediamento di attività produttive adibite alla coltivazione di specie da fiore in serra, mediante
l’implementazione ed utilizzo di una specifica procedura G.I.S. che, mediante operazioni di analisi spaziale e
metodologie di geostatistica, a partire da informazioni orografiche e climatiche del territorio lucano possa
consentire la realizzazione di una specifica Carta della potenzialità alla localizzazione di aree vocate alla floricoltura in
serra.
Appare il caso di evidenziare che tra i parametri legati al territorio giocano un ruolo essenziale la
pendenza, l’esposizione dei versanti e la vegetazione mentre altrettanto importanti risultano gli indicatori
socio economici quali la distribuzione della popolazione ed i livelli di reddito, non disgiunti da viabilità,
capacità di collegamento e di interscambio tra i settori produttivi.
Relativamente ai parametri meteorologici, la temperatura rappresenta sicuramente il dato più
significativo per la caratterizzazione climatica di un ambiente e molti sono i valori e le variazioni da
considerare come i livelli medi delle temperature relative ai periodi più freddi, il numero di giorni di gelo e la
media delle temperature massime del periodo più caldo. Questi parametri influenzano l’entità degli sbalzi tra
l’ambiente interno ed esterno della serra ed influiscono sul dimensionamento degli impianti di riscaldamento e
raffrescamento, e sui relativi consumi energetici. La durata della radiazione luminosa giornaliera rappresenta
un altro degli elementi principali per la caratterizzazione del clima in rapporto all’impiego delle protezioni ed è
influenzata dalla latitudine, dalle stagioni e dalla nuvolosità. Questo elemento climatico interessa
maggiormente durante il periodo invernale, quando l’intensità e la durata dell’illuminazione possono divenire
fattori limitanti per i processi di accrescimento delle colture. Gli effetti del vento vanno considerati non solo
per i danni meccanici che possono determinare sulle colture e sulle strutture protettive, ma anche per i riflessi
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sui consumi energetici legati al funzionamento degli impianti e alle variazioni di temperatura e di umidità
relativa dell’aria. Quest’ultima influenza particolarmente i rapporti che si stabiliscono tra protezione e pianta
ed il suo controllo risulta molto importante per impedire lo sviluppo di fitopatie. Gli elementi climatici legati
alla pioggia, alle precipitazioni nevose e a quelle grandinigene possono influenzare sia l’aridità dei suoli che il
dimensionamento delle strutture portanti e degli elementi di protezione con un incremento dei costi
d’insediamento.
Nella presente ricerca sono stati presi in esame le caratteristiche morfologiche del territorio lucano
(modello digitale del terreno, fasce altimetriche, pendenze, esposizione prevalente dei versanti) ed è stata
effettuata la spazializzazione, mediante kriging predittivo, di alcuni dati climatici provenienti da 37 stazioni
disseminate sul territorio lucano ed organizzati in serie storiche di 10 anni (1997 – 2007) forniti e certificati
dal Servizio Agrometeorologico dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura (A.L.S.I.A.).
E’ stata prodotta le seguente cartografia valida per l’intero territorio della Regione Basilicata:
1. Carta del Modello Digitale del Terreno (D.T.M.);
2. Carta del Reticolo Idrografico di Superficie;
3. Carta del Modello Digitale del Terreno (D.T.M.) con Reticolo Idrografico di Superficie;
4. Carta delle Fasce Altimetriche;
5. Carta delle Pendenze;
6. Carta dell’Esposizione prevalente dei versanti;
7. Carta dell’Uso del Suolo (CORINE Land Cover);
8. Carta della Viabilità Principale della Regione Basilicata;
9. Carta di Previsione della Temperatura Minima dell’Aria;
10. Carta di Previsione della Temperatura Massima dell’Aria;
11. Carta di Previsione della Temperatura Media dell’Aria;
12. Carta di Previsione dell’Umidità Relativa Minima dell’Aria,
13. Carta di Previsione dell’Umidità Relativa Massima dell’Aria;
14. Carta di Previsione dell’Umidità Relativa Media dell’Aria;
15. Carta di Previsione delle Precipitazioni Medie;
16. Carta di Previsione della Radiazione Solare Diretta Media;
17. Carta di Previsione della Velocità Media del Vento;
18. Carta di Previsione del Numero di giorni con temperature ≤ 5 °C;
19. Carta di Previsione del Numero di giorni con temperature ≥ 32 °C.
Successivamente si è proceduto alla ponderazione della suddetta cartografia e la intersezione delle
diverse carte al fine di ottenere, mediante procedure di map algebra in ambiente G.I.S., la carta finale di sintesi,
ovvero la Carta della potenzialità alla localizzazione di aree vocate alla floricoltura in serra.
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2. IL PANORAMA FLORICOLO NAZIONALE E DELLA BASILICATA
2.1 La floricoltura in Italia
Il florovivaismo è un importante comparto dell’agricoltura, che per l’estrema diversificazione
produttiva del settore e l’alto valore unitario delle singole produzioni, non è paragonabile, per reddito e per
prezzo di vendita del prodotto ad altri comparti dell’agricoltura tradizionale.
Il comparto florovivaistico comprende due forme di coltura: la floricoltura ed il vivaismo. Le due
forme si differenziano perché la prima immette sul mercato un prodotto finito, la seconda un prodotto che
deve ancora continuare la sua crescita.
Il segmento produttivo delle aziende florovivaistiche rientra nella definizione adottata dal V°
Censimento dell’Agricoltura prodotto dall’Istat (2001).
Secondo il Censimento appartengono a questo comparto :
Fiori e piante ornamentali (o floricole)
• In piena aria
• in serra
• in tunnel
Piantine
• Orticole
• Floricole ed ornamentali
• Altre piantine
Vivai
• Fruttiferi
• Piante ornamentali
• Altri
Tra i fiori e le piante ornamentali sono comprese le coltivazioni di piante da fiore, da foglia e da
fronda da recidere, di bulbi da fiore, nonché di piante ornamentali non legnose da interno e destinate alla
formazione di aiuole, bordure, tappeti erbosi, etc.
Le piantine sono specie non legnose ai primi stadi di sviluppo destinate alla vendita per essere
trapiantate oppure per soddisfare il fabbisogno aziendale.
I vivai comprendono le piantine legnose agrarie e forestali, destinate ad essere trapiantate; sono
inclusi i vivai di alberi da frutto e piante ornamentali, nonché le viti madri di portainnesto e le barbatelle
mentre sono esclusi i vivai forestali destinati al fabbisogno aziendale le cui superfici sono rilevate all’interno di
quelle boscate.
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Come si vede, il florovivaismo, con il suo patrimonio di piante, fiori e fronde verdi, riveste un ruolo
importante anche nella società moderna, in quanto i suoi prodotti sono in grado di soddisfare l’interesse e
l’attenzione della collettività e di singoli consumatori:
• per la riorganizzazione del territorio;
• per il recupero e la riqualificazione in senso naturalistico del paesaggio urbano ed extraurbano, con
riferimento sia a spazi pubblici che privati;
• per la riduzione dell’inquinamento.
Il florovivaismo italiano nasce a metà del XIX secolo in due aree che ancora oggi conservano una
posizione di assoluto rilievo: la floricoltura ha origine in Liguria ed in particolare nella riviera di Ponente; il
vivaismo ornamentale prende piede in Toscana, più precisamente nel Pistoiese, che ancora oggi rappresenta la
più significativa concentrazione vivaistica, non solo italiana, ma anche europea.
Gradualmente il settore cresce e comincia a diffondersi in altre aree per circa un secolo, fino a 40-50
anni or sono, in cui la crescita diventa invece esponenziale e si espande, seppure in misura diversa e in
maniera diversificata, pressoché a tutte le regioni italiane, anche se una volta era solo la Liguria a indicare la
terra dei fiori. Per comprendere appieno l’entità di questa espansione basta osservare la tabella 1 in cui è
riportata la produzione lorda vendibile delle colture florovivaistiche. Da essa si nota che dal 1980 fino al 1997
la PLV ha conosciuto una tendenza ascendente, costante e progressiva, anche grazie ai continui miglioramenti
tecnologico-produttivi di cui il comparto si è avvalso, mentre nell’ultimo lustro questa sua crescita ha subito
un sensibile rallentamento, che comunque non ha impedito alla produzione lorda vendibile del settore di
raggiungere il suo valore massimo nel 2001, stimato intorno ai 2,5 miliardi di euro pari ad una spesa pro capite
di 45,7 euro.
Tabella 1 - Valori della produzione lorda vendibile nazionale del settore florovivaistico espressi in
milioni di euro dal 1980 al 2001 (Fonte: elaborazioni Ismea su dati ISTAT)
Anno
P.L.V.
(Milioni di euro)
1980 420
1986 910
1987 1100
1988 1200
1989 1230
1990 1320
1991 1330
1992 1570
1993 1890
1995 1950
1997 2420
1998 2440
1999 2290
2000 2430
2001 2500
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Fig. 1 – Composizione % delle aziende florovivaistiche in Italia
(La struttura del Florovivaismo in Italia. Ismea, 2004)
Aziende
Miste
9%
Aziende
solo
vivaistiche
43%
Aziende
solo
floricole
48%
II florovivaismo italiano si colloca al secondo posto in Europa dopo quello olandese, contribuendo
con circa il 23% alla produzione europea del settore. L’importanza del settore per l’economia italiana è
testimoniata dal fatto che esso contribuisce al totale della produzione agricola nazionale per il 6%. Secondo i
risultati dell’ultimo Censimento in Italia risultano attive 33.181 aziende florovivaistiche per una superficie
investita di 38.541 ettari.
Tra le aziende florovivaistiche, il 48% producono solo fiori, il 43% solo piante ed il 9% sono miste
come espresso dalla figura 1.
L’indice di penetrazione per i soli fiori si attesta intorno al 7,6%, mentre quello riguardante gli acquisti
di sole piante risulta del 9,1%, come risulta in figura 2.
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Fig. 2 – Acquisti di fiori e piante nel periodo marzo-maggio 2004
(Ismea, 2004)
In generale in dieci anni (1993- 2002) i consumi non alimentari sono cresciuti ad un tasso di variazione
medio del 6%, superiore al tasso medio dei consumi finali delle famiglie italiane (5,4%).
Il segmento florovivaistico è collocato nel gruppo “articoli ricreativi, piante e animali domestici”
mentre vi è un’altra branca quale “utensili e attrezzature per la casa e il giardino”, che è un buon indicatore
della crescita legata allo sviluppo dell’hobbistica del giardinaggio.
In Italia la coltivazione di fiori e piante ornamentali è diffusa in quasi tutte le regioni e mostra una
buona specializzazione territoriale.
Il settore del fiore reciso si concentra in Liguria, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. Piemonte,
Lombardia, Veneto, Toscana, Marche, Lazio producono soprattutto piante verdi e fiorite da interni, specie da
terrazzo, alberi e arbusti da giardino.
Il 30% delle aziende ed il 21% delle superfici si concentra in Liguria; al secondo posto si colloca la
Campania.
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Con una produzione di circa 300 milioni di euro (sui 1,6 miliardi della floricoltura italiana) e con oltre
20 mila addetti compreso l’indotto (sui 150 mila totali) e 4 mila aziende per più di 1.500 ettari impegnati, la
realtà produttiva campana si conferma tra quelle di maggiore rilievo a livello nazionale.
In particolare, per il fiore reciso, la Campania, con il 30% della produzione, precede nel Mezzogiorno,
la Sicilia e la Puglia ed ha consolidato il suo primato per le coltivazioni da fiore reciso tradizionali: garofani,
rose, crisantemi, lilium, gladioli ed anche nel settore delle piante in vaso le performance produttive restano a
livelli elevati.
Il dato più significativo della Campania è che la floricoltura ha assunto un elevato grado di sviluppo
con oltre il 67% della superficie protetta da serre, a conferma della tendenza verso tecniche di produzione più
specializzate e svincolate dalle condizioni atmosferiche, e quindi verso produzioni extra stagionali, realizzabili
solo in ambiente protetto. Particolare rilievo sta assumendo la diffusione di sistemi di coltivazione fuori
suolo, quasi esclusivamente su substrato e prevalentemente destinati alla coltivazione di rosa e gerbera.
Si deve notare, inoltre, che il Lazio e la Campania sono le altre due sole regioni italiane in cui le
aziende e le superfici floricole prevalgono su quelle vivaistiche.
Di seguito si riportano alcune tabelle da cui è possibile evincere la struttura del comparto
florovivaistico in Italia (tabelle 2, 3, 4, 5 e 6).
Tabella 2 - Partizione delle aziende florovivaistiche per classi di ampiezza in Italia
(ISTAT, 2000)
Classi di ampiezza
Numero Aziende
%
< 1 ha
15.720 49,4
da 1 a 5 ha
11.403 35,8
da 5 a 10 ha
2.493 7,8
da 10 a 20 ha
1.250 3,9
da 20 a 50 ha
658 2,1
da 50 a 100 ha
158 0,5
> 100 ha
161 0,5
Totale
31.843 100
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Tabella 3 - Superfici e produzioni di fiori, fronde e foglie per specie - Anno 2005.
Colture SUPERFICI
(ha)
PRODUZIONI
(migliaia di pezzi)
In Piena Aria
Anemoni 58,7 115.268
Fresie 10,6 7.026
Crisantemi 410,7 150.935
Garofani 134 247.409
Gerbere 18,8 15.164
Gigli 121,7 35.356
Gladioli 227 53.236
Iris 83 21.065
Margherite 59,7 41.268
Calendole 62,4 76.528
Calle 45,2 12.994
Tulipani 21,6 9.877
Ranuncoli 50,1 42.360
Orchidee 0,6 310
Rose 213,8 76.271
Altri fiori 278,5 101.991
Fronde verdi 1321,3 1.169.710
Fronde verdi a frutto 152,6 37.926
Gysophile 110,8 37.717
Mimose 424,3 97.209
Foglie 361,2 161.270
In Serra
Anemoni 46,6 72.255
Fresie 151,9 82.941
Crisantemi 769,4 286.010
Garofani 587,6 998.708
Gerbere 358,9 392.081
Gigli 445,4 130.716
Gladioli 232,7 65.385
Iris 117,7 46.617
Margherite 21,3 14.149
Calendole 5,3 3.928
Calle 70,1 38.323
Tulipani 146,5 67.434
Ranuncoli 68,8 99.413
Orchidee 43 19.398
Rose 1007,2 676.396
Altri fiori 571,5 247.483
Fronde verdi 227,6 119.771
Gysophile 42,2 27.125
Mimose 14,6 2.563
Foglie 31 8.390
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Tabella 4 - Superfici e produzioni di fiori recisi per Regione - Anno 2005.
Regioni
In serra In piena aria Totale
Superfici Produzioni Superfici Produzioni Superfici Produzioni
(ha) (pezzi x 1.000) (ha) (pezzi x 1.000) (ha) (pezzi x 1.000)
Piemonte 54,6 12.542 131,5 30.633 186,2 43.175
Valle d'Aosta 4,9 1.970 0,4 128 5,3 2.098
Lombardia 112,5 51.698 104,2 36.492 216,7 88.190
Trentino Alto Adige 1,09 434 2 1.142 3,1 1.576
Veneto 14.6,80 58.973 113,7 27.871 260,5 86.844
Friuli Venezia
Giulia 20,5 9.184 18 7.828 38,5 17.012
Liguria 509,7 387.354 352,6 307.000 862,3 694.354
Emilia Romagna 117,6 82.356 19,8 8.513 137,5 90.869
Toscana 324,6 247.300 219,6 154.546 544,1 401.846
Umbria 25,5 17.440 8,6 4.270 34,1 21.710
Marche 25 24.502 83,8 29.988 108,8 54.490
Lazio 479 271.061 88,9 43.439 568,8 314.500
Abruzzo 28,3 25.369 37,1 18.815 65,4 44.184
Molise 3 900 - - 3 900
Campania 1210,2 903.464 244,2 83.289 1454,4 986.753
Puglia 787,6 644.730 100,1 101.510 887,7 746.240
Basilicata 1,2 1.231 - - 1,2 1.231
Calabria 83 50.281 25,5 15.100 109,5 65.381
Sicilia 608,4 387.628 209,5 120.894 817,9 508.522
Sardegna 98,6 62.820 37 15.600 135,6 78.420
ITALIA 4644 3.241.237 1796,5 1.007.058 6440,4 4.248.295
Nord 967,7 604.511 742,3 419.607 1710 1.024.118
Centro 855 560.303 400,8 232.243 1255,8 792.546
Sud e Isole 2821,3 2.076.423 653,4 355.208 3474,6 2.431.631
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Tabella 5 - Superfici e produzioni delle fronde e delle foglie per Regione - Anno 2005.
Regioni
In serra In piena aria Totale
Superfici Produzioni Superfici Produzioni Superfici Produzioni
(ha) (pezzi x 1.000) (ha) (pezzi x 1.000) (ha) (pezzi x 1.000)
Fronde e Foglie
Piemonte 6 1.055 22,9 2.360 28,9 3.415
Valle d'Aosta 2,1 1.417 1,2 580 3,3 1.997
Lombardia 2,6 1.063 6,3 1.663 8,9 2.726
Veneto 13,2 3.131 7,8 1.399 21 4.530
Friuli Venezia
Giulia 0,7 253 1,1 170 1,8 423
Liguria 121,6 61.650 1724,2 688.028 1845,8 749.678
Emilia Romagna - - 466,7 181.715 466,7 181.715
Toscana 9,3 19.560 191,9 576.181 201,2 595.741
Marche 0,1 10 13,6 4.733 13,6 4.743
Lazio 61,5 17.510 45,6 45.940 107,1 63.450
Abruzzo 0,1 4 - - 0,1 4
Campania 28,2 14.650 243,3 130.687 271,5 145.337
Puglia 44,5 30.550 9 4.300 53,5 34.850
Calabria 1 260 - - 1 260
Sicilia 29,1 7.661 76,3 26.953 105,4 34.614
Sardegna - - 39 23.500 39 23.500
ITALIA 319,7 158.774 2848,8 1.688.209 3168,6 1.846.983
Nord 146,1 68.569 2230,2 875.915 2376,3 944.484
Centro 70,8 37.080 251,1 626.854 321,9 663.934
Sud e Isole 102,8 53.125 367,5 185.440 470,4 238.565
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Tabella 6 - Piante da fiore, da foglia e intere in vaso, in serra e in piena aria, per Regione - Anno 2005.
Regioni
Piante da fiore Piante da foglia Altre piante intere
in vaso
Totale
In serra
In piena
aria
In serra
In piena
aria
In serra
In piena
aria
In serra
In piena
aria
(n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.) (n.)
Piemonte 5.534.980 1.624.100 230.150 6.500 330.700 1.068.000 6.095.830 2.698.600
Lombardia 56.509.240 3.129.200 13.727.175 215.000 11.609.350 56.625.100 81.845.765 59.969.300
Trentino-Alto
Adige 6.220.400 74.800 13.500 - 3.913.500 398.000 10.147.400 472.800
Veneto 43.011.599 4.768.892 2.279.175 23.500 5.957.713 1.639.273 51.248.487 6.431.665
Friuli-Venezia
Giulia 5.990.050 34.500 749.100 - 631.000 193.150 7.370.150 227.650
Liguria 23.140.600 15.234.200 1.209.050 - 6.839.350 46.414.100 31.189.000 61.648.300
Emilia
Romagna 39.713.879 3.553.000 1.466.320 823.440 751.436 1.741.800 41.931.635 6.118.240
Toscana 9.011.720 1.514.840 8.803.150 102.040 892.250 6.907.430 18.707.120 8.524.310
Umbria 276.200 91.150 21.250 2.200 6.000 - 303.450 93.350
Marche 1.669.022 221.620 154.880 31.592 251.990 151.400 2.075.892 404.612
Lazio 34.607.630 1.664.500 3.432.120 466.800 16.663.300 7.612.100 54.703.050 9.743.400
Abruzzo 3.864.510 135.350 132.600 83.000 1.046.000 263.800 5.043.110 482.150
Campania 29.258.750 1.371.600 14.660.000 1.556.300 17.263.600 10.513.600 61.182.350 13.441.500
Puglia 1.248.200 20.000 1.665.200 610.000 212.000 1.602.000 3.125.400 2.232.000
Calabria 170.400 86.000 386.000 - 6.000 3.000 562.400 89.000
Sicilia 18.212.400 7.992.600 16.841.300 2.553.700 1.140.500 1.331.050 36.194.200 11.877.350
Sardegna 464.000 108.000 65.500 26.000 300.000 3.590.000 829.500 3.724.000
ITALIA 278.903.580 41.624.352 65.836.470 6.500.072 67.814.689 140.053.803 412.554.739 188.178.227
Nord 180.120.748 28.418.692 19.674.470 1.068.440 30.033.049 108.079.423 229.828.267 137.566.555
Centro 45.564.572 3.492.110 12.411.400 602.632 17.813.540 14.670.930 75.789.512 18.765.672
Sud e Isole 53.218.260 9.713.550 33.750.600 4.829.000 19.968.100 17.303.450 106.936.960 31.846.000
Università degli Studi della Basilicata
Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente
Sezione di Ortofloricoltura
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Tesi di Laurea Specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie
“I Sistemi Informativi Territoriali per l’individuazione delle aree vocate alla floricoltura in Basilicata”
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2.2. La floricoltura in Basilicata
Nel 5° Censimento Generale dell’Agricoltura, riferito all’anno 2000, la situazione del comparto
florovivaistico lucano viene individuata nelle tabelle 7 e 8.
Tabella 7 - Numero di aziende vivaistiche lucane e superfici rispetto alle coltivazioni prodotte
Coltivazioni Numero Aziende Superficie (ha)
Fiori e piante ornamentali 73 41,6
Piantine
(orticole, floricole, ornamentali, altre)
96 70,5
Vivai (fruttiferi) 33 32,1
Totali 202 144,2
Il florovivaismo regionale vede il 70% delle superfici investite per la produzione di piante
ornamentali e piantine, e in misura nettamente inferiore, per le piantine di fruttiferi (tabella 7).
I dati produttivi relativi al triennio 2000-2002, evidenziano un leggero calo, con conseguente
diminuzione del valore (tabella 8).
Tabella 8 - Produzioni (t) di fiori e piante ornamentali in Basilicata
Fiori e piante ornamentali
Anni Produzioni
(t)
Variazione %
rispetto anno
precedente
Valore (.000 euro) Variazione % rispetto
anno precedente
2000 85.800 n.d. 781 -6,1
2001 83.800 -2,3 737 -5,6
2002 78.900 -5,8 733 -0,5
Annuario dell'Agricoltura Italiana - annate varie.
Al fine di rispondere ad una domanda crescente di materiale di qualità e certificato sono sorte in
Basilicata alcune realtà consortili (CoViL e ViCo) cui aderiscono prevalentemente vivaisti frutticoli, orticoli e
forestali che operano lungo la fascia Jonica della provincia di Matera, nel Medio Agri e Valle dell’Ofanto in
provincia di Potenza. I principali obiettivi del Consorzio sono:
Università degli Studi della Basilicata
Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente
Sezione di Ortofloricoltura
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Tesi di Laurea Specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie
“I Sistemi Informativi Territoriali per l’individuazione delle aree vocate alla floricoltura in Basilicata”
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• la qualificazione e la valorizzazione delle produzioni vivaistiche lucane attraverso la promozione
del processo di certificazione (tutte le aziende aderenti al CoViL hanno ottenuto l’accreditamento
per la produzione di materiale CAC “Conformitas Agraria Communitatis”);
• la fornitura di servizi alle imprese agricole;
• l’adozione di adeguate strategie di marketing e la programmazione delle produzioni.
Al 2000 la superficie produttiva complessiva delle aziende vivaistiche associate CoViL si aggirava
intorno a 25 – 40 ettari di cui 5 coperti; la produzione era costituita essenzialmente da piante da frutto
(prevalentemente drupacee), olivi e in misura inferiore agrumi e piante forestali.