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distaccata dell’IPSIA “Pacinotti’’ di Foggia e successivamente come sede coordinata dall’ITC
“Domenico Fioritto’’ di San Nicandro Garganico.
I.2 IL POF
Nel 1997 la legge del 15 marzo n. 59, nota come Legge Bassanini, ha conferito
l’autonomia alle istituzioni scolastiche. L’autonomia è regolamentata dal D.P.R. n. 275
dell’8/3/ 1999. Il modo in cui ogni scuola utilizza l’autonomia è definito dal Piano dell’offerta
formativa (POF). Secondo l’articolo 3 del DPR citato il POF è il documento fondamentale
costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la
progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole,
adottano nell’ambito della loro autonomia. Il POF è coerente con gli obiettivi generali ed
educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi a livello nazionale e riflette le esigenze del
contesto culturale,sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della
programmazione territoriale dell’offerta formativa. E’ elaborato dal collegio dei docenti ed è
reso pubblico agli alunni e alle famiglie all’atto dell’iscrizione .
Le attività curricolari
L’offerta formativa dell’IIS Giannone per l’anno scolastico 2008/2009 comprende i
seguenti indirizzi:
ξ Classico;
ξ Maxisperimentazione Linguistica;
ξ Scientifico;
ξ Tecnico Commerciale (indirizzo Programmatori);
ξ Professionale per l’Industria e l’Artigianato;
Le sperimentazioni in atto interessano l’indirizzo classico (seconda lingua straniera, P.N.I.),
l’indirizzo linguistico (maxisperimentazione Brocca) e l’indirizzo scientifico
(maxisperimentazione Brocca e bilinguismo).
L’indirizzo classico assume la sua fisionomia grazie ad un piano di studi che si
richiama ad un concetto ampio ed articolato di formazione, cui contribuiscono le componenti
fondamentali del sapere storicamente presenti nella nostra cultura. Esso trova punti di
riferimento sia nell’accostamento ad un patrimonio di civiltà e di tradizioni sia nella
realizzazione di una sintesi in cui si saldano visione critica del presente e memoria storica,
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così da favorire l’acquisizione di capacità e strumenti di comprensione e di interpretazione
della realtà nei suoi vari aspetti. Per questo è riservato uno spazio adeguato alla matematica e
alle scienze.
Lo studio delle lingue classiche è finalizzato a fornire l’accesso ai contenuti delle
rispettive civiltà e a dare un contributo alla formazione delle capacità di analisi linguistica
anche nella dimensione storica.
La conoscenza linguistico-letteraria, assicurata dall’italiano, dal latino e dal greco, è
ampliata con lo studio di due lingue straniere (inglese e francese), il quale contribuisce a
delineare un ampio orizzonte di storia della cultura.
Lo studio della storia dell’arte offre strumenti di lettura delle manifestazioni delle
civiltà; l’apporto della storia e della filosofia contribuisce a delineare una prospettiva unitaria
del sapere.
L’indirizzo classico, in ragione del suo articolato piano di studi, si caratterizza per una
peculiarità formativa tale da permettere l’accesso all’Università e l’acquisizione di
prerequisiti per forme di professionalità attinenti all’ambito dei beni culturali.
Il profilo dell’indirizzo linguistico trae la sua peculiarità dallo studio di tre lingue
straniere, finalizzato sia all’acquisizione di competenze linguistiche sia all’incontro con
patrimoni di storia, di letteratura e di civiltà. La presenza del latino permette tanto una
migliore analisi delle lingue moderne nelle loro strutture quanto una più viva
sensibilizzazione alla storicità delle lingue.
La conoscenza delle civiltà dei vari Paesi, a cui lo stesso studio delle lingue si
riferisce, tiene conto delle coordinate spaziali e temporali, recuperando la storia e la geografia.
La storia dell’arte permette lo sviluppo della sensibilità estetica; la filosofia
contribuisce alla formazione generale; la matematica, le scienze, il diritto e l’economia
configurano l’immagine di un indirizzo moderno.
L’indirizzo linguistico, per la preparazione culturale che può offrire, consente
l’accesso all’Università e l’inserimento nel terziario avanzato (ad esempio nel campo
dell’editoria, delle comunicazioni di massa).
L’indirizzo scientifico ripropone il legame fecondo tra scienza e tradizione umanistica
del sapere.
La matematica con i suoi linguaggi e i suoi modelli, da un lato, e le scienze con il loro
metodo di osservazione, di analisi e di spiegazione, dall’altro, rappresentano strumenti di alto
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valore formativo. A sua volta, l’area delle discipline umanistiche è ampia ed articolata allo
scopo di assicurare l’acquisizione di basi e di strumenti essenziali per raggiungere una visione
complessiva delle realtà storiche e delle espressioni culturali delle società umane.
L’indirizzo scientifico non esclude la possibilità di accedere, direttamente o attraverso
corsi di specializzazione post-secondaria, al mondo del lavoro, ma è più finalizzato al
proseguimento degli studi in ambito universitario.
L’indirizzo tecnico commerciale per programmatori presenta un percorso didattico
caratterizzato da contenuti funzionali alle competenze relative alle problematiche e alle
dinamiche aziendali.
I primi due anni di corso hanno un carattere formativo, ma non trascurano un
approccio di tipo economico attraverso lo studio del diritto dell’economia politica,
dell’economia aziendale, delle scienze delle finanze e della geografia economica.
Il piano di studi del triennio, oltre ad una consistente cultura generale e allo studio di
una lingua straniera, garantisce una conoscenza ampia e sistematica dei processi che
caratterizzano la gestione aziendale sotto il profilo economico, giuridico e contabile,
utilizzando accanto a metodi e tecniche tradizionali anche procedure informatiche.
Al termine degli anni del corso di studi, il diplomato, oltre ad essere in grado di
svolgere funzioni connesse con la gestione, l’organizzazione e l’amministrazione della
aziende, può accedere agli studi universitari.
L’indirizzo professionale prevede un corso di studi articolato in un triennio e in un
biennio: al termine del triennio è possibile conseguire il Diploma di Qualifica di Operatore
della Moda o di Operatore delle Industrie Elettriche ed Elettroniche (a seconda dell’indirizzo
scelto dallo studente); al termine del biennio è possibile conseguire il Diploma di Tecnico
dell’Abbigliamento e Moda o di Tecnico delle Industrie Elettriche ed Elettroniche.
Nel corso biennale, tra le discipline di insegnamento, è prevista l’area
professionalizzante: 300 ore annuali suddivise in 180 ore di lezioni teoriche e 120 ore di
stage, che si svolgono nelle aziende permettendo agli studenti di fare esperienze
specialistiche e di conseguire attestati qualificanti. L’obiettivo dell’area professionalizzante è
la preparazione di una serie di figure professionali: tecnico di sistemi programmabili, tecnico
della sicurezza e delle energie alternative, tecnico per l’assemblaggio e la manutenzione di un
PC, tecnico delle tendenze moda, stilista di moda, tecnico esperto in stili di moda.
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CAPITOLO II
IL PROGETTO
“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”
Italo Calvino
II. I Premessa
Il mio progetto didattico è stato rivolto alla seconda classe dell’indirizzo
programmatore, su consiglio della tutor.
Per l’anno scolastico 2008/09 ella ha suddiviso la programmazione disciplinare di
italiano in quattro moduli: il primo modulo riservato al romanzo, il secondo alla poesia, il
terzo alla lettura dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e il quarto alla grammatica
italiana.
Dal momento che l'elevamento dell’obbligo a dieci anni deve consentire l’acquisizione
dei saperi e delle competenze previste dai curricoli relativi ai primi due anni degli istituti di
istruzione secondaria superiore, i saperi e le competenze sono riferiti a quattro assi culturali:
dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale.
I saperi e le competenze dell’asse dei linguaggi comprendono l’italiano e la lingua
straniera.
Alla fine del biennio lo studente deve possedere la padronanza della lingua italiana,
degli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione
comunicativa verbale in vari contesti; deve saper leggere, comprendere ed interpretare testi
scritti di vario tipo; deve saper produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi
comunicativi.
Tra le conoscenze che gli allievi devono acquisire vi è quella relativa ai generi
letterari, con riferimento alla tradizione italiana, all’interno della quale un posto importante
spetta al romanzo. Pertanto, nel biennio della scuola superiore è prevista la lettura del
romanzo di Alessandro Manzoni “I Promessi Sposi”.
Il mio progetto didattico si collega al terzo modulo della programmazione disciplinare;
il tempo previsto per questo terzo modulo copre un arco di tempo che va da
settembre a maggio, poiché la lettura dei Promessi Sposi comincia al primo anno e prosegue
nel secondo, riservando ad essa un’ora alla settimana.
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La scelta di questo lavoro è maturata durante la fase osservativa del tirocinio. Infatti,
ho notato che, per mancanza di tempo, non si effettua la lettura in classe del testo manzoniano
e che la docente anticipa alla classe i contenuti del capitolo che gli studenti dovranno leggere
e riassumere. Le verifiche consistono nell’esposizione orale dei riassunti.
Perciò, d’accordo con la tutor, ho progettato una unità didattica avente come oggetto
la lettura in classe di quattro capitoli del romanzo manzoniano, allo scopo di comprendere,
interpretare e attualizzare l’opera.
La lettura del romanzo è stata a lungo condizionata dalla relazione dialettica tra la
scrittura e la lettura e, di conseguenza, il suo significato è stato condizionato dal processo
della ricezione.
E’ chiaro a tutti che il romanzo di Manzoni è un classico della letteratura italiana, che
è stato letto per troppo tempo come un romanzo pedagogico. I gruppi dirigenti dall’ unità
d’Italia agli ultimi governi democristiani hanno imposto il romanzo a scuola come lettura
edificante e istruttiva sotto il profilo ideologico e sotto quello linguistico. Oggi è possibile
leggerlo in modo diverso, come opera dotata di un significato, di cui bisogna sondare e
problematizzare una attualità possibile ma niente affatto scontata.
L’attualità di Manzoni va riscoperta attraverso una operazione che si presenta
complessa per due ordini di ragioni: la stratificazione ideologica che si è depositata sull’opera
nel corso della sua ricezione e che va, per così dire, “smontata” per ritornare al testo e portare
alla luce componenti di senso che riguardano da vicino la nostra vita di uomini moderni; la
presenza nell’opera manzoniana, accanto a una grandiosa complessità e problematicità dei
significati ultimi della vita, di una serie di indicazioni ideologiche, religiose, morali e di
costume, che paiono alla coscienza d’oggi molto datate.
Il progetto didattico, quindi è basato sulla centralità della lettura, poiché essa implica il
coinvolgimento dello studente attraverso l’interpretazione partecipante.
Questa impostazione ha dei vantaggi didattici, perché porre al centro dello studio la
lettura e fare dell’interpretazione il momento decisivo dell’insegnamento significa rendere
partecipe il lettore e dunque valorizzare la partecipazione dello studente all’atto ermeneutico.
Da tale impostazione deriva una serie di altre implicazioni: se al centro della didattica
non viene più posto solo il testo, ma il rapporto vivo che la classe stabilisce con esso, sono
fondamentali le domande di senso che essa pone all’opera. Da un lato la classe si trasforma
così in una comunità ermeneutica, unita da un sapere comune e da una comune ricerca del
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senso; dall’altro l’attualizzazione del testo diventa un momento importante dell’esperienza
della lettura. Inoltre, la ricerca del senso è ricerca del significato per noi, cioè si indaga la
sfera del senso del romanzo in rapporto con la nostra civiltà.
La classe come comunità ermeneutica ha un comune orizzonte di valori a partire dai
quali si divide durante l’atto ermeneutico. Da tale punto di vista la classe prefigura comunità
democratiche più ampie e si allena alla democrazia attraverso il conflitto delle
interpretazioni. Infatti, leggendo il testo ogni alunno impara che le interpretazioni possono
essere numerose e che la verità è storica, relativa, processuale: un percorso interdialogico che
avviene attraverso il contributo di tutti. Lo studente può così apprendere a rispettare le
opinioni altrui e a difendere la propria.
Nella classe come comunità ermeneutica il docente rappresenta il momento di autorità
e di mediazione, che delimita il campo interpretativo e definisce, raccogliendo i diversi
contributi degli studenti, il ventaglio dei diversi significati possibili di un testo e la sua
eventuale attualità.
L’interpretazione del testo va condotta sotto il controllo del commento e attraverso il
possesso di strumenti retorici e narratologici..
Il commento ci permette di trasporre il testo nella lingua di oggi e di colmare la
frattura creatasi tra il linguaggio letterario, avvertito dagli studenti come remoto ed estraneo, e
il linguaggio di oggi e di comprendere il testo nel suo significato letterale.
Inoltre, il commento può cogliere i nessi intertestuali rinviando alla poetica dell’autore
e alle sue fonti, può enucleare temi che rinviano all’immaginario di un’epoca e all’ideologia
di specifici gruppi sociali.
La comprensione del testo può avvenire solo attraverso l’interpretazione, cioè
attraverso l’atto con cui, da un lato, inquadriamo il testo nel suo contesto storico e, dall’altro,
lo situiamo nella nostra storia, nel nostro mondo di valori, nella nostra prospettiva esistenziale
e culturale.
La lettura dell’opera manzoniana, quindi, da un lato deve puntare sugli elementi
dell’immaginario che coinvolgono maggiormente lo studente e su quelli emotivi ed
esistenziali che sembrano caratterizzare la condizione umana in quanto tale; dall’altro, deve
storicizzare i temi che l’analisi pone all’attenzione della classe.
Il titolo dell’ unità didattica è Scelte di vita: il Cardinale Borromeo e l’Innominato.
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CAPITOLO III
L’ INTERVENTO IN CLASSE
3.1 Premessa metodologica
La realizzazione dell’intervento didattico è avvenuta secondo una procedura suddivisa
in fasi: assicurazione dei prerequisiti con analisi della situazione, realizzazione, verifica e
valutazione.
L’azione didattica si è fondata sulla logica empirica dell’interazione dialettica fra
prassi-teoria-prassi, la quale, partendo dall’osservazione della situazione del contesto
educativo, elabora una teoria che ritorna ai fatti educativi, per il controllo (banco di prova,
verifica empirica della teoria formulata) analitico e metodologico.
L’osservazione della classe mi è servita per conoscere le reali condizioni degli studenti
e per realizzare, in base a ciò che ho rilevato, un intervento didattico adeguato. Infatti, la
caratteristica principale dell’intervento è la flessibilità, intesa come ricerca delle modalità
didattiche più adeguate agli alunni.
La flessibilità pone al centro dell’azione didattica gli allievi, che secondo pedagogisti e
psicologi, sono diversi l’uno dall’altro, non solo per le loro caratteristiche fisiche ma anche
per quelle cognitive ed affettive. Perciò, è necessario valorizzare i modi cognitivi e
apprenditivi di ciascun individuo, cioè i personali stili di apprendimento (le modalità
preferenziali attraverso cui ciascun alunno apprende), gli stili cognitivi (le forme privilegiate
con cui ogni alunno elabora l’informazione nel corso di specifici compiti), i tempi e i ritmi
apprenditivi e cognitivi.
Dato che gli allievi presentano caratteristiche diverse, è stato necessario impostare
l’intervento in maniera tale che le diversità individuali non si ponessero come ostacolo per il
buon esito del progetto didattico. Infatti, per una corretta impostazione didattica è necessario
che gli interventi didattici siano adattabili, allo scopo di far acquisire a ciascun allievo le
competenze necessarie nei tempi e nei modi a lui più confacenti.
In maniera coerente con questa impostazione, ho realizzato un progetto didattico che
facesse riferimento a tre aspetti: abilità linguistiche, riflessioni sulla lingua ed educazione
letteraria.
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Le abilità linguistiche consistono nella capacità da parte dell’allievo di usare la lingua
sia nella produzione orale sia in quella scritta.
La riflessione sulla lingua ha lo scopo di guidare gli allievi a riconoscere le
caratteristiche fondamentali di un testo, le principali figure retoriche e il rapporto tra la
semantica e la sintassi nella struttura della frase.
L’educazione letteraria deve permettere agli allievi di riconoscere gli aspetti formali
del testo letterario, di cogliere il rapporto tra opera letteraria e contesto culturale e storico, di
interpretare il testo letterario e di formulare giudizi motivati.
La lettura dei capitoli XX, XXI, XXII, XXIII del romanzo “I Promessi Sposi” è stata
condotta tenendo presenti questi tre aspetti.