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Capitolo 1
Come s’inventa uno slang sempre al passo con i tempi?
There are two ways of using words, one artistic, one non-artistic. […] The writer of literature
differs from the scientist in not restricting his words. The scientist has to make his word mean
one thing and one thing only. […] But once the word is allowed to vibrate freely, it not only
calls up associations, but also suggests other completely different meanings. (Burgess, 1958:
6-7).
Così Anthony Burgess scrisse nell‟introduzione di un manuale di letteratura
inglese destinato ai suoi studenti. Le lingue e la letteratura sono sempre state tra i suoi
maggiori interessi (egli stesso conosceva varie lingue, europee e non) e da queste sue
parole si può capire quanto considerasse importante il potenziale comunicativo di
ogni singola parola. Egli ha potuto sfruttare al massimo la capacità espressiva delle
parole grazie alla creazione del Nadsat, una lingua artificiale, ma non per questo
meno affascinante.
Il percorso è stato breve, ma sofferto:
my problem in writing the novel was not one that would have worried Nevil Shute: it was
totally stylistic. The story had to be told by a young thug of the future, and it had to be told in
his own version of English. This would be partly the slang of his group, partly his personal
idiolect. (Burgess, 1990: 27)
Il problema fondamentale era quello di riuscire a creare uno slang (DRS, 2004:
173)
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il più realistico possibile, che fosse parlato da una comunità linguistica
(Casadei, 2001: 29)
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ben precisa, quella dei teppisti adolescenti. Il risultato è una
lingua artistica artificiale (il Nadsat rientra nella categoria delle lingue artificiali “a
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“gergo (slang): linguaggio specifico di determinate categorie professionali e correnti di pensiero,
tipico di particolari gruppi sociali, come studenti o soldati, per lo più tendente a dare carattere di
segretezza e opacità semantica per gli estranei. Si fonda sulle deformazioni e sullo svisamento
semantico della lingua, pur conservandone il sistema fonetico e la struttura morfologico-sintattica,
oppure sull‟uso di lemmi stranieri o di locuzioni metaforiche e allegoriche”.
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“comunità linguistica: insieme di persone che condividono una stessa lingua. […] bisogna prendere a
riferimento non il sistema linguistico considerato come un codice sempre uguale, usato da un insieme
omogeneo di utenti, ma la lingua per come è usata dai parlanti reali in contesti reali, con tutte le variazioni
dovute alla provenienze geografica e allo status sociale dei parlanti […]. In questa prospettiva, quindi, una
comunità linguistica condivide non una lingua, monolitica e sempre uguale, ma un insieme di varietà di
lingua”.
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posteriori”)
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caratterizzata dalla commistione di russo e inglese, con un apporto
minore di altre lingue, quali: italiano, francese, tedesco e malese.
È naturale chiedersi perché la preferenza ricadde proprio sul russo e non su altre
lingue: l‟idea colpì lo scrittore proprio durante la preparazione di un viaggio con la
moglie a Leningrado:
soon it flashed upon me that I had found a solution to the stylistic problem of A Clockwork
Orange[…] a mixture of Russian and demotic English, seasoned with rhyming slang and the
gypsy‟s bolo”. (Burgess, 1990: 37)
Il nome di questo slang sarebbe stato poi “Nadsat”, ovvero il suffisso russo
corrispondente a “-teen”, e sarebbe stato parlato da adolescenti, appunto. L‟autore
spiega il motivo della sua scelta: il sistema morfologico e fonetico delle parole russe
si adattava meglio rispetto a quelli di altre lingue, all‟inglese; inoltre alcune
espressioni russe erano più efficaci di quelle inglesi (per indicare le parti del corpo,
ad esempio, come nel caso di “grud” al posto di “breast”) (Burgess, 1990: 38)
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. Infine
una generazione di adolescenti che usa un gergo apolitico, costruito però sulla base
delle due lingue politicamente più importanti avrebbe creato una sottile ironia.
L‟autore, da studioso di linguistica, sapeva bene che bisognava eludere il carattere
effimero del Nadsat, tipico di ogni slang, per evitare il rischio che il libro risultasse
del tutto incomprensibile ancor prima che venisse pubblicato. Per questa ragione egli
decise di crearne uno il più attuale possibile, rifiutò di usare quelli degli anni
cinquanta e scelse al loro posto una lingua sconosciuta alla maggior parte dei suoi
lettori. Burgess aveva ben chiaro in mente lo scopo del suo lavoro linguistico, come
spiega anche John Tilton (Tilton, 1977c), tre erano i fini principali:
1. creare uno slang duraturo non vincolato ad un‟epoca concreta sempre al passo
con i tempi;
esercitare un vero e proprio brainwashing sul lettore, vale a dire un “lavaggio del cervello”
(coerentemente con la vicenda di Alex): tramite vari accorgimenti e tecniche stilistiche Burgess ha
fatto sì che il lettore, più o meno coscientemente, potesse comprendere e assimilare il significato
delle nuove parole di origine russa, ma in modo graduale;
2. fungere da filtro per la violenza che il lettore avrebbe trovato scorrendo le
pagine e attuare un processo di straniamento per una violenza che non poteva
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http://linguistlist.org/issues/14/14-718.html#1: “Artificial languages are often classified on the basis of
whether they are based on natural languages or are attempts to build a language (or at least the vocabulary of
a language) "from scratch". The former type
are called 'a posteriori' languages and the latter 'a priori' languages. This is not a strict dichotomy, but
rather a spectrum, and there may be no truly a priori languages. However, languages with substantial a priori
and a posteriori components have been labeled 'mixed' languages”.
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“Russian loanwords fit better into English than those from German, French, or Italian. Russian has
polysyllables like zhevotnoye for beast, and ostanovka avtobusa is not so good as bus stop. But it also ha
brevities like brat for brother and grud for breast. The English word, in which four consonants strangle one
short vowel, is inept for that glorious smooth roundness. Groodies would be right.”
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essere presentata in modo diretto perché avrebbe corrotto il lettore spingendolo
a cedere ai suoi istinti più bassi;
Il Nadsat è costituito per la maggior parte da parole (poco meno di 200) che
derivano da prestiti slavi, vi sono poi termini presi da altre lingue (Italiano, Francese,
Tedesco, Yiddish, Malese)
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, con l‟aggiunta di americanismi, dialettalismi, arcaismi e
neologismi. Una lingua variegata dunque, che ci restituisce un‟istantanea di
quell‟insieme di valori (o disvalori) su cui si basa un determinato gruppo sociale: non
a caso il Nadsat manca totalmente di termini per esprimere alcuni concetti, ad
esempio i sentimenti positivi come l‟amore, l‟amicizia, la generosità (poche le
eccezioni: la parola “radosty”, gioia in russo, viene usata da Alex per giustificare la
sua propensione “to the other shop”, il male, dunque ha a che fare con qualcosa di
cattivo, uno slittamento semantico che subisce anche la parola russa chorošò [bene])
(Burgess, 1962: 31)
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.
Allo stesso modo il protagonista deve fare appello a parole inglesi quando vuole
alludere al Futuro, semplicemente egli non riesce a immaginare un futuro, vive
giorno per giorno, per questo motivo è costretto a ricorrere alla preposizione “like”:
“It all seemed right and proper and like Fate” (Burgess, 1962: 58). L‟uso, molto
frequente in tutto il libro, della parola “like” dà proprio l‟idea di un futuro
imprecisato, non definibile; inoltre è probabile che Burgess volesse parodiare la
tendenza giovanile di usare spesso degli americanismi e questa parola ne è un
esempio. Il concetto di Futuro resterà estraneo ad Alex fino all‟ultima pagina, quando
invece del solito “What‟s it going to be then, eh?” egli si chiede “But what I was
going to do?”: dalla struttura sintattica di questa seconda frase si vede chiaramente
come Alex sostituisca il pronome impersonale “it” con la prima persona singolare “I”
e il verbo al tempo passivo con uno al tempo attivo, esprimendo in tal modo la
volontà di iniziare una nuova vita, socialmente accettabile, proiettata in un tempo
futuro.
Un altro aspetto particolare riguarda la quantità di parole che si riferiscono a
precisi campi semantici, espliciti segnali dei valori importanti per la porzione di
società che le usa, nel caso specifico i teppisti. Numerosi sono, infatti, i sinonimi
riguardanti le parti del corpo, alle donne (trattate sempre con disprezzo), alla violenza
nelle sue diverse forme e infine ai soldi. Questo fenomeno, definito in linguistica
overlexicalization (Halliday, 2007: 267)
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, permette di capire quali sono i valori, le
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Eccone alcuni esempi: (Burgess, 1962: …)
Italiano: espresso rapido, spaghetti (21-16);
Francese: coo de gras, tass, demi-litre (68-32-4);
Tedesco: tashtook, shlaga (11-27);
Yiddish: yahoody (60);
Malese: orange (18).
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“More, badness is of the self, the one, the you or me on our oddy knockies, and that self is made by old Bog
or God and is his great pride and radosty”.
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Vd. nota 23.
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idee o i concetti importanti per un determinato gruppo sociale. Nel caso dei nostri
droog, che amano la violenza, le donne e i soldi, i sinonimi più abbondanti sono
proprio quelli relativi ai campi semantici citati.
Per quanto riguarda il processo che portò alla formulazione del Nadsat, il testo
dattiloscritto
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di A Clockwork Orange del 1961 reca tracce significative del lavorio
che ha permesso la redazione finale del libro e di tutte le difficoltà, le indecisioni e i
dubbi vissuti dall‟autore. Gli studi compiuti da Andrew Biswell (Biswell, 2004) ci
forniscono informazioni interessanti per questo studio:
a pagina 20, su un margine del dattiloscritto, Burgess si chiede se esista
una parola migliore per “zheena”;
a pagina 21 invece è indeciso tra l‟uso di “droog” e quello di “drook”;
in altre pagine poi non si dichiara convinto dell‟uso di “filly” o
“lubbilubbing”.
In tutti questi casi le esitazioni dello scrittore erano dettate dall‟esigenza di
rendere questa parola il meno estranea possibile.
Burgess usava il margine sinistro per traslitterare le parole russe da utilizzare poi
per il Nadsat; è inoltre utile notare che la maggior parte delle annotazioni si trova nei
primi sette capitoli del romanzo; infatti, dopo aver inviato una prima stesura
all‟editore Heinemann per ricevere dei consigli redazionali, l‟autore fece meno
cambiamenti nel testo.
Burgess si preoccupò che il suo romanzo fosse riconoscibile anche dal punto di
vista storico; in una nota a margine scrive: “Will this name be known when the book
appears?”, riferendosi al cantante Elvis Presley (la cui maschera viene indossata da
uno dei droogs durante gli atti di violenza); l‟autore temeva che il cantante non
sarebbe stato famoso al momento della pubblicazione del libro perché ciò avrebbe
compromesso l‟ironia della scena (il furto in un negozio compiuto dalla banda).
Un altro scoglio da superare era quello della comprensibilità del Nadsat;
Burgess era cosciente del fatto che il lettore doveva essere introdotto a questo
linguaggio poco per volta, gradualmente, per questo, su suggerimento del suo
curatore editoriale James Michie, utilizzò delle tecniche stilistiche che avrebbero
accompagnato e aiutato il lettore nella comprensione delle parole estranee:
esplicitazione del significato; per questo fine Burgess utilizzò due metodi
diversi:
1. quello più frequente, consiste nell‟indicare, in modo esplicito, il significato
delle singole parole (specialmente i termini relativi al corpo) per bocca di
Alex: “a rooker (a hand, that is), “one of a clown‟s litso (face, that is),
“built-up shoulders („pletchoes, we called them) (Burgess, 1962: 4);
2. ridondanze lessicali: spesso il termine nadsat è seguito o preceduto dal
corrispettivo inglese: “the bare or nagoy branches” (Burgess, 1962: 111),
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Il documento è conservato nella collezione Anthony Burgess alla McMaster University in Ontario,
Canada.