7
Questo studio si pone, quindi, 2 obiettivi: il primo è definire l’andamento
pressorio a medio-lungo termine nei pazienti affetti da coartazione
aortica trattati con angioplastica e stent, confrontando tra loro gli esiti
delle 2 procedure a livello clinico, ecografico e angiografico; il secondo
è quello di valutare a distanza l’andamento pressorio basale e da sforzo
in un gruppo di pazienti con stent, completando il quadro attraverso
l’indagine nelle 24 ore all’Holter pressorio.
8
■ I- COARTAZIONE AORTICA
1.1- Definizione
La Coartazione aortica (CoA) è una anomalia congenita contraddistinta
da un restringimento del lume aortico localizzato distalmente all’arteria
succlavia sinistra, nella regione limitrofa all’inserzione del dotto
arterioso.
1
La tonaca media, con modeste quantità di tessuto neointimale
sovrapposto, appare ispessita e ripiegata in coincidenza delle zona
coartata, che si trova generalmente a livello dell’aorta posterolaterale nel
tratto opposto allo sbocco del dotto arterioso.
2
Nel tratto immediatamente prossimale e in quello immediatamente
distale al restringimento aortico spesso è presente una dilatazione pre e
post-stenotica dell’aorta. Nella maggioranza dei pazienti è rintracciabile
un variabile grado di ipoplasia dell’istmo aortico: di norma l’entità del
restringimento è direttamente proporzionale sia al grado di ipoplasia sia
alla gravità della sintomatologia accusata dal paziente.
Fig. 1-Cuore in situ
9
Fig. 2- Visione anatomica della Coartazione aortica e dei circoli collaterali
1.2- Classificazione
La Coartazione aortica è una patologia che presenta molte variabili e
diversi tipi di classificazione:
● Sede: in passato la coartazione aortica era descritta come preduttale
(con esordio tipicamente infantile) e postduttale (con esordio tipicamente
nel’età adulta), in funzione della posizione prossimale o distale rispetto
al dotto arterioso di Botallo. Oggi, però, si preferisce considerare queste
distinzioni come aspetti differenti di un’unica patologia, tanto da
10
utilizzare indistintamente per entrambe le forme il termine “paraduttale”
o “iuxtaduttale”. In rari casi (meno del 2% del totale) il segmento
coartato si trova a un livello più distale dell’aorta toracica o addirittura
nell’aorta addominale. In questi casi il tratto ristretto dell’aorta può
essere lungo, fusiforme e con lume irregolare: l’eziopatogenesi di queste
forme è verosimilmente autoimmunitaria, probabilmente da ricondurre a
quadri particolari dell’arterite di Takayasu.
●Le varianti morfologiche della tonaca media e dell’intima:
a livello macroscopico si evidenzia una stenosi circoscritta a valle della
succlavia sinistra (posterior shelf), a livello microscopico invece è
presente una plicatura della tonaca media con neoproliferazione intimale.
●La Coartazione aortica è semplice (isolata) nel 55% dei casi o con
lesioni associate (riferirsi al paragrafo 1.3 sottostante) nel 45% dei casi.
●Differenze nell’epoca di esordio: età neonatale, infanzia, età adulta.
Normalmente tanto più è precoce la manifestazione clinica, tanto più è
significativa l’entità della stenosi (e tanto maggiore sarà il grado di
ipoplasia istmica). Riferirsi al paragrafo 1.6 sottostante.
●Eventuale presenza di dotto-dipendenza del circolo sistemico, che
comporta la somministrazione di PGE
1
nel periodo preoperatorio, che
permette di mantenere pervio il dotto arterioso fino ai termini fissati per
l’intervento chirurgico. Infatti, se il restringimento è severo e la
riduzione del flusso a valle della CoA è significativa, diviene
fondamentale la persistenza del dotto di Botallo che cortocircuita il
sangue dal tronco polmonare alla aorta discendente.
●L’imprevedibile evoluzione post-chirurgica: la recidiva con
ipertensione sistemica dopo la riparazione chirurgica rappresenta il
problema principale nei pazienti trattati. Questa imprevedibilità sia nei
tempi di presentazione sia nell’entità di progressione clinica comporta
una certa difficoltà riguardo l’adozione di criteri univoci per valutare la
riuscita dell’intervento chirurgico nel follow-up a medio e lungo
termine.
3
11
Fig. 3
Fig. 4
12
1.3- Epidemiologia, eziologia e patologie associate
■ La Coartazione aortica rappresenta il 6-8% di tutte le cardiopatie
congenite, che hanno un’incidenza dello 0,8% nella popolazione globale.
La CoA è più frequente nei maschi, con rapporto maschi/femmine 3:1.
La CoA è la causa più frequente di ipertensione arteriosa in età
pediatrica e tra le cause più frequenti di scompenso cardiaco nel neonato.
L’età di presentazione è variabile: se insorge in epoca neonatale il
quadro clinico è quello di uno scompenso cardiaco, se in infanzia-
adolescenza o in età adulta il quadro è quello di un’ipertensione
sistemica. L’età media di presentazione è di 4-5 anni (uno studio del
Pediatric Cardiac Care Consortium esaminò dal 1985 al 1993 un
campione di 2192 pazienti con CoA: di questi il 60% erano neonati o
lattanti, il 37% erano bambini o adolescenti, il 3% adulti).
■ La Coartazione aortica, analogamente alle altre cardiopatie congenite,
ha un’eziologia multifattoriale e si sviluppa come conseguenza di 2
meccanismi: il primo è l’ipoplasia dell’istmo, il secondo è la presenza di
tessuto duttale ectopico attorno all’istmo. In base al prevalere del primo
o del secondo fattore embriologico si distinguono 3 differenti situazioni:
1- Nei casi di ipoplasia dell’istmo e dell’arco aortico la
Coartazione dell’aorta è spesso più sfumata rispetto ai casi di
persistenza di tessuto ectopico. L’ipoplasia dell’istmo si
verifica per alterazioni emodinamiche e pressorie nel corso
dell’embriogenesi e dell’angiogenesi fetale, che conducono a
un ipo-sviluppo istmico conseguente a un ipo-afflusso
emodinamico nel periodo embrio-fetale: infatti prima della
nascita il flusso ematico è maggiore nelle sezioni destre del
cuore rispetto alle sinistre. Il bypass fisiologico assicurato dal
dotto di Botallo cortocircuita il sangue dal tronco polmonare
all’aorta e determina un’ulteriore riduzione di flusso
attraverso l’istmo aortico, che si trova distalmente
all’inserzione del dotto di Botallo. È per questo che la CoA
non si associa quasi mai alle cardiopatie con ipoafflusso
polmonare come la tetralogia di Fallot o la stenosi polmonare.
13
Moularet definì nel 1976 l’ipoplasia istmica come la
condizione in cui sono soddisfatti i seguenti requisiti: il
diametro dell’arco prossimale è minore del 60% rispetto al
diametro dell’aorta ascendente, il diametro dell’arco distale è
minore del 50% e il diametro dell’istmo è minore del 40%
rispetto al diametro dell’aorta ascendente.
4
2- La presenza patologica di tessuto duttale ectopico attorno
all’istmo determina una vera e propria Coartazione istmica,
con la costrizione/fibrotizzazione del dotto arterioso che si
innesca fisiologicamente dopo la nascita per la contrazione
delle cellule duttali della parete aortica (analogamente a
quanto accade alla struttura del dotto arterioso stesso che si
contrae e si chiude in seguito all’aumento della Pa0
2
arteriosa). Tale restringimento origina il shelf (sporgenza)
che è tipicamente presente nella Coartazione dell’adulto.
3- Nei casi di compresenza dei 2 meccanismi, è presente
generalmente una modesta Coartazione e una Ipoplasia
dell’istmo-arco prossimalmente alla zona coartata.
■ La Coartazione aortica può essere isolata o associata a anomalie
congenite intracardiache elencate in ordine decrescente di frequenza:
persistenza di dotto di Botallo pervio e valvola aortica bicuspide (sono le
patologie più frequenti, associate a CoA dal 60 all’85% dei casi
1, 5
), il
difetto interventricolare (25% dei casi), la pervietà del forame ovale,
l’ipoplasia dell’arco aortico, la stenosi aortica. Sono invece
relativamente infrequenti le associazioni a canale atrioventricolare,
anomalie della valvola mitrale, trasposizione dei grossi vasi, cuore
sinistro ipoplasico, aneurismi del poligono di Willis, Sd. di Shone
(caratterizzata da ostruzioni multiple dell’efflusso del cuore sinistro
variamente associate: CoA, stenosi valvolare mitralica, anello sopra-
valvolare mitralico, stenosi valvolare aortica e stenosi subaortica).
1, 5, 6
Inoltre la Coartazione aortica è un difetto cardiaco congenito associato a
Sindrome di Turner: il 21,5% delle pazienti con Sindrome di Turner
presenta cardiopatie congenite, di cui la più frequente in assoluto è la
valvola aortica bicuspide (14,7% delle pazienti con Sindrome di Turner),
14
seguita per frequenza da patologie valvolari aortiche (stenosi e/o
insufficienza, associate nel 5,1% dei casi) e dalla CoA (4,4% delle
pazienti affette da Sindrome di Turner).
1, 7
1.4- Anatomia
L’arco aortico è la porzione di aorta compresa tra l’origine dell’arteria
brachiocefalica e il punto di inserzione del dotto arterioso di Botallo.
8
L’arco aortico si suddivide ulteriormente in:
1- Arco prossimale: tratto di aorta tra arteria brachicefalica e arteria
carotide sinistra
2-Arco distale: tratto di aorta tra arteria carotide sinistra e arteria
succlavia sinistra
3-Istmo: tratto di aorta tra arteria succlavia sinistra e inserzione del dotto
di Botallo.
1.5- Fisiopatologia
● In seguito alle variazioni emodinamiche e respiratorie che si innescano
subito dopo la nascita, le caratteristiche della CoA sono sottese da 3
variabili:
9
1- il grado di ostruzione
2- la persistenza del dotto arterioso e la rapidità con cui si chiude
3- l’associazione di lesioni intracardiache.
Sono presenti alterazioni emodinamiche clinicamente apprezzabili
quando il calibro dell’aorta è ridotto di almeno un terzo.
● Sono fondamentalmente 2 i meccanismi fisiopatologici della CoA: nel
caso di ostruzione severa con rapida chiusura del dotto di Botallo (e
eventualmente cardiopatie congenite associate) l’esordio è precoce
(EARLY ONESET) e si manifesta come uno scompenso cardiaco
15
congestizio, se invece l’ostruzione è lieve-moderata o persiste il dotto di
Botallo, la presentazione sarà tardiva (LATE ONESET) e si manifesta
prevalentemente come ipertensione sistemica precoce.
1-Presentazione precoce (Early oneset):
Quando, qualche giorno dopo la nascita, il dotto di Botallo si chiude,
se è presente un restringimento significativo, il neonato può andare
incontro a 2 quadri distinti (indicati con A e B):
A- Se l’aumento del postcarico è violento e improvviso il
neonato apparirà letargico, inappetente, con scarso aumento
ponderale, mostrerà tachi-dispnea e cianosi limitata alla metà
inferiore del corpo, con rapida evoluzione a scompenso
cardiaco congestizio, fino allo shock cardiogeno.
• Questo è dovuto a un eccessivo e rapido aumento del
postcarico conseguente alla chiusura del bypass costituito dal
dotto di Botallo che permetteva, prima della chiusura, di
attenuare il sovraccarico pressorio a monte dell’ostruzione. La
chiusura del dotto provoca quindi un aumento della pressione
nel ventricolo e nell’atrio sinistro, con la possibile riapertura
del forame ovale: si instaura così uno shunt sinistro-destro e
una dilatazione del cuore destro. Se invece il forame ovale non
si riapre, si assiste a un progressivo aumento per via retrograda
delle pressioni delle vene e dei capillari polmonari, e
successivamente anche delle arterie polmonari con dilatazione
del ventricolo destro.
• In questi casi più gravi la pervietà del dotto di Botallo è una
condizione necessaria per garantire la sopravvivenza del
paziente fino all’intervento.
10
Col tempo però il dotto arterioso tenderà a chiudersi e le
resistenze polmonari tenderanno a diminuire, con conseguente
inevitabile ipoperfusione delle regioni inferiori del corpo fino
allo scompenso cardiaco per sovraccarico di volume. Per
questo nei pazienti con CoA grave è importante la terapia
farmacologica con PGE1, che mantengono pervio il dotto
arterioso fino all’intervento chirurgico.
11
16
• Nei pazienti con Coartazione e DIV, il ventricolo sinistro è
protetto dall'aumento acuto del postcarico perché sussistono i
presupposti anatomici di uno scarico attraverso il difetto nel
letto polmonare (shunt intracardiaco sinistro-destro), così da
attenuare il gradiente pressorio tra la parte superiore e inferiore
del corpo. È importante notare come nei pazienti con DIV lo
scompenso sia l’effetto di un sovraccarico volumetrico, a
differenza delle CoA con setto interventricolare intatto dove lo
scompenso deriva invece da un eccessivo post-carico.
B- Se, invece, il postcarico aumenta gradualmente per effetto di un
più modesto restringimento rispetto al quadro A, si sviluppano
circoli collaterali anastomotici che cortocircuitano parzialmente
l’ostruzione istmica aortica: tali pazienti resteranno
asintomatici finché non viene rilevata casualmente
un’ipertensione arteriosa o finché compare improvvisamente
una complicazione di altro tipo correlata all’ipertensione
cronica, come epistassi, angina, dissezione aortica o emorragia
intracranica.
12
• Nel caso di una Coartazione aortica severa, sono presenti:
1- Ipertensione sistemica (prossimale alla CoA) severa
2- Ipertrofia ventricolare sinistra significativa e ipoperfusione
degli arti inferiori
3- Marcato gradiente pressorio tra arti superiori e inferiori, di
solito maggiore di 20 mmHg
• Il meccanismo di sviluppo dell’ipertensione non è totalmente
chiaro, probabilmente va ricondotto sia all’ostruzione
meccanica, sia all’attivazione del sistema renina-angiotensina-
aldosterone.
13
2-Presentazione tardiva (Late oneset):
• Nel caso più semplice, invece, si ha una Coartazione aortica isolata,
con una lieve-moderata ostruzione al flusso e un dotto di Botallo
17
regolarmente chiuso. La compresenza di cardiopatie congenite
associate accelera i tempi della presentazione clinica.
La clinica è caratterizzata da livelli variabili di:
1-Ipertensione sistemica (prossimale alla CoA), con ipoperfusione
agli arti inferiori.
2-Ipertrofia ventricolare sinistra, senza scompenso cardiaco
3-Gradiente pressorio tra arti superiori e inferiori di modesta entità
5, 9
• Tale gradiente favorisce la formazione di circoli collaterali che
fungono da bypass della coartazione, perché collegano il tratto a
monte (arco aortico e suoi rami) e il tratto a valle (aorta discendente
e suoi rami) della Coartazione aortica attraverso la formazione di una
rete anastomotica che congiunge il sistema delle succlavie a quello
delle iliache interne attraverso le arterie mammarie interne, le
epigastriche e le intercostali, ben visibili a livello intercostale
anteriormente e a livello scapolare posteriormente. Tali anastomosi
determinano una progressiva diminuzione del gradiente, che può
perfino scomparire completamente.
Fig. 5. Pressione sanguigna e velocità di flusso in adolescente con severa
CoA, visualizzate con CFD (Computational fluid dynamics)