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sviluppo” danno un senso di soddisfazione e autorealizzazione, al contrario del fallimento che si
associa all’insoddisfazione, alla disapprovazione sociale e alla difficoltà nell’affrontare i compiti
che si presenteranno in seguito (Erikson 1950). L’adolescenza può essere considerata come una
somma di micro crisi che deve essere risolta positivamente in modo che il soggetto possa sentirsi
soddisfatto della propria vita. Nel momento in cui l’adolescente si trova ad accudire anche un
bambino, si verifica una sovrapposizione dei compiti di sviluppo distinti, dove il soggetto dovrà
prendersi cura di se stesso e del proprio bimbo. Partendo da queste premesse, la tesi discute la
specificità dell’esperienza della gravidanza in adolescenza , la diffusione del fenomeno, i vissuti
psicologici, e, attraverso l’esame di alcuni articoli di ricerca, i fattori di rischio e di protezione
associati.
I fattori di rischio sono diversi e includono la sospensione degli studi, la condizione di genitore
singolo, la mancanza di supporto sociale, problemi di interiorizzazione ed esteriorizzazione. Gli
adolescenti che hanno relazioni sessuali precoci sono quelli che presentano un tasso più elevato di
abbandono degli studi. La genitorialità, come accennato precedentemente, è un compito difficile
soprattutto perché gli accresciuti bisogni del bambino, che progrediscono con la sua crescita,
tendono a mettere in difficoltà le giovani madri. Si rilevano inoltre delle condizioni di rischio anche
per i bambini, esposti a cure discontinue e non sufficientemente adatte a sopperire ai bisogni sia
fisici che psicologici. A questo proposito, in un articolo pubblicato nel 2005 “fertilità e
fecondazione” (Manna 2005) si sono osservate le interazioni precoci tra madre e figlio e identificate
alcune caratteristiche specifiche del comportamento della madre come: ridotta espressività,
attribuzione di interazioni negative col bambino e tendenza ad avere un rapporto “tutto o niente”,
laddove cioè, si osserva una totale distanza o alternativamente, un morboso attaccamento al
bambino da parte della madre, la quale rischia di creare un rapporto intrusivo che rende difficile
l’espressione e l’identificazione dei bisogni del bambino. Per quanto la genitorialità adolescenziale
sia considerata come un cammino lungo e difficile, nel quale si può rischiare di “inciampare”,
esistono anche dei modelli di prevenzione che riguardano l’intervento immediato sugli archetipi di
attaccamento della madre, la presenza e il sostegno sia dei familiari che del proprio partner a
supporto della giovane gravida o puerpera.
Dopo una breve introduzione (cap 1) sull’incidenza del fenomeno in Italia con riferimento alle
similitudini e alle differenze nei diversi Paesi, la tesi esamina le caratteristiche generali dei vissuti
psicologici associati alla gravidanza in adolescenza. In seguito, il lavoro presenta e discute quattro
articoli estratti da riviste internazionali ognuno dei quali esamina scientificamente aspetti collegati
all’esperienza della gravidanza in adolescenza. Secondo lo studio di Erum Nadeem e coll (cap 2), la
possibilità che la madre adolescente continui a vivere con la propria madre, è associata ad un esito
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positivo in termini di più elevata autostima; effetto attribuibile ad un aumento di sicurezza, cosa che
non riesce ad avere se affronta da sola le difficoltà.
Non meno importante è il ruolo dei padri, che rappresenta nella vita del bambino un significativo
punto di riferimento se consente di instaurare una relazione connotata da calore e supporto.
(Articolo 2, K.S. Howard e coll.)
Il più delle volte considerare l’adolescenza precoce come uno svantaggio risulta abbastanza facile
ma Willbald e coll (cap 3) discutono come la gravidanza precoce in adolescenza possa non risultare
necessariamente negativa soprattutto quando viene offerto alle giovani madri la possibilità di fruire
di un ampio supporto sociale, fattore che si associa alla possibilità di ottenere un livello di
istruzione alto e un miglioramento di vita in termini sociali, familiari e lavorativi. Lo studio
conferma tuttavia che esiste uno scarto tra ciò che le madri adolescenti realizzano e ciò che
avrebbero potuto ottenere sia a livello di emancipazione personale che professionale, se avessero
posticipato il parto durante gli anni della maturità.
Anche lo studio di Karin Singer (cap 4), scandaglia le relazioni tra identità etnica, problemi
comportamentali, autostima e supporto sociale sostenendo che il supporto sociale può servire come
fattore protettivo per l’autostima. Le madri che non ricevono supporto, possono presentare disturbi
clinici sia a livello esteriorizzato (cioè, comportamentale) che a livello interiorizzato (cioè, a livello
di sintomi psicopatologici come ansia e depressione); corrispondentemente, la mancanza di
supporto sociale sembra associarsi a problemi di livello cognitivo, disadattamento e difficoltà di
apprendimento nei bambini. Ciò che non avviene, invece, ai bambini e alle madri che hanno
usufruito di un migliore supporto.
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CAPITOLO UNO
1.1 RIFERIMENTI STATISTICI: AUMENTO DELLE GRAVIDANZE IN
ADOLESCENZA.
La gravidanza in adolescenza è un tema decisamente attuale. Da un aggiornamento risalente al
16.06.2006, l'età della pubertà si è abbassata (in media 12 anni) ed i primi rapporti sessuali hanno
spesso luogo tra i 12 e i 16 anni quando l’ovulazione è ancora sporadica e i rapporti possono anche
non essere protetti dal punto di vista anticoncezionale.
Nel 50% dei casi, le prime relazioni avvengono senza contraccezioni (pillola o preservativo). Il
numero di gravidanze nelle adolescenti è dello 0,8%, delle quali il 14% riguarda ragazze con meno
di 16 anni. Stando alla Relazione sulla salute e sui diritti sessuali e riproduttivi, approvata dal
Parlamento Europeo nel giugno 2002, il tasso di gravidanze in età adolescenziale è generalmente in
aumento; negli Stati Uniti oltre un milione di adolescenti va incontro a gravidanza ogni anno; l’85%
di queste gravidanze non sono volontarie. Delle gravidanze involontarie dell’adolescenza, il 53%
esita in aborto. Il 69% delle madri adolescenti non sono sposate. Le cose non vanno molto meglio in
Europa dove, il tasso è stato stimato tra 7 e 28 gravidanze ogni 1000 ragazze tra i 15 e i 19 anni; nei
Paesi Bassi e in Belgio si registra il tasso inferiore, in Svezia, Italia, Inghilterra e Galles il tasso è
più elevato. Sono numeri che fanno riflettere e che portano con sé, in particolare per le giovani che
si trovano a vivere gravidanze in età precoce, ripercussioni negative sia economiche, sia sociali sia
sanitarie .
Un minor grado d’istruzione, l’aumentato rischio di disoccupazione e una percentuale maggiore di
gravidanze ripetute sono l’esempio più eclatante. In linea con questi dati uno studio pubblicato sugli
Archives of Pediatric and Adolescent Medicine si sofferma sull’alta percentuale di sesso “forzato”
per le adolescenti. Spesso, dice lo studio, si parte da qui per arrivare a gravidanze indesiderate e
precoci.
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1.2 VISSUTI PSICOLOGICI E FATTORI DI RISCHIO PSICOSOCIALE
ASSOCIATI ALLA GRAVIDANZA IN ADOLESCENZA.
La gravidanza in adolescenza può accompagnarsi a vissuti di confusione e ambivalenza, legati alla
non coincidenza tra maturità fisiologica e maturità psicologica. Per una ragazza è difficile rendersi
effettivamente conto di quello che le sta accadendo, potrebbe inconsciamente rifiutare la
gravidanza, minimizzando i sintomi sperando che non sia come crede, ritardando il momento della
diagnosi, un turbine di emozioni e sensazioni spiacevoli, si appropriano della ragazza. Di colpo la
futura mamma si sente proiettata nel mondo degli adulti, con problemi che fino a quel momento non
l’avevano mai toccata direttamente. Non di rado, le ragazze adolescenti possono attuare
comportamenti che sanno essere dannosi sia per la loro salute sia per quella del bambino, nella
speranza di ottenere un’interruzione di gravidanza spontanea.
L’adolescenza in se per se, porta ad una serie di cambiamenti considerati più o meno gravi, ma una
cosa è certa; la nascita di un bambino porta a trasformazioni drastiche che influiscono in maniera
profonda, non solo sugli adolescenti stessi ma anche sui loro familiari. La giovane madre viene
travolta da un turbine di domande: “Cosa posso fare? Come lo dico ai miei genitori? Il mio ragazzo
accetterà mio figlio? Devo abortire? Devo continuare la gravidanza?”. La ragazza può temere il
giudizio degli altri, la reazione dei genitori, quella del padre del bambino e l’esposizione
all’opinione dei suoi insegnanti e compagni di scuola. Non sempre le ragazze si sentono sostenute
dai genitori e se viene presa la decisione di portare avanti la gravidanza, il più delle volte i genitori
della ragazza tendono a sostituirsi ai propri figli nella funzione materna o paterna. La genitorialità in
adolescenza è un’impresa complessa: i giovani genitori devono responsabilizzarsi nei confronti del
neonato imparando ad accudirlo, a nutrirlo e ad amarlo. Non va dimenticato che la stessa attenzione
va data ai bisogni psicologici dei ragazzi, ma soprattutto alle madri che, dopo il parto possono
andare incontro a periodi di depressione, ansia e insicurezza.
Ai cambiamenti psicologici e fisici conseguenti alla gravidanza, si associa dunque la difficoltà a
volte di assumersi la responsabilità di crescere un bambino. La gravidanza del resto, porta con sé
una quota di ambivalenza e, se questo è vero per molte donne, lo è ancora di più per queste
adolescenti (Bruckner, Martin, Bearman 2004).
Alcuni autori hanno sottolineato che tanto più precoce è stata la prima esperienza sessuale della
madre, tanto più precoce lo sarà anche per la figlia (Thornton e Camburn 1987, cit. Palmonari p.
213).
L’incidenza della struttura familiare è determinante sul comportamento dei figli; genitori single,
famiglie monoparentali o genitori divorziati dimostrano essere più permissivi rispetto ai rapporti
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sessuali fuori del matrimonio ( ibidem), e dunque accettano meglio l’eventualità di una gravidanza
in adolescenza. Anche se le reazioni della famiglia sono positive, si può verificare un periodo di
crisi appena dopo l’annuncio della gravidanza.
Quando ci si trova davanti a queste situazioni, i centri di cura e assistenza (come consultori)
possono aiutare le adolescenti, prepararle al loro nuovo ruolo e sostenerle sia prima che dopo la
nascita del bambino. Come dimostrato dagli studi (Fustenberg et al. 1987) un punto importante per
queste ragazze è di poter continuare gli studi (anche seguendo un corso a distanza o serale), in
quanto questo permetterebbe alla madri di garantirsi maggiori opportunità lavorative e assicurarsi
un’indipendenza economica, nonché permettere loro di investire a livello motivazionale su un
proprio progetto. La gravidanza in sé non è una controindicazione agli studi. Le reticenze da vincere
sono numerose: le scuole possono temere la reazione degli altri allievi e dei loro genitori ma allo
stesso tempo possono considerare che questa gravidanza diventi un esempio da seguire.
La letteratura degli anni 60 e 70 era pessimista per l'avvenire di queste giovani madri e dei loro
bambini, le apparenze non erano favorevoli e le difficoltà erano numerose ma, studi più recenti
risalenti agli anni 90 hanno potuto mostrare che, per molti, l'evoluzione era tuttavia favorevole.
Alcuni fattori sembrano influenzare questo pronostico positivo, come un buon livello scolastico e la
continuità degli studi dopo la nascita, un buon controllo della fecondità in seguito, il fatto di non
essere isolate socialmente e di beneficiare di un buon sostegno. Ecco perché è molto importante
seguire questi adolescenti durante la gravidanza sia nel momento del parto che durante i primi mesi
con il bimbo.