4
sancivano il tramonto della cosiddetta politica de i notabili a favore del
nascente astro rappresentato dal partito Radicale.
Il partito radicale si pose nell arena politica argentina come soggetto espressione
di una nuova classe dirigente, simbolo di una netta cesura con la tradizione
ottocentesca latino-americana. I membri del partito radicale provenivano per lo
piø da un ceto medio che comprendeva anche la prima ondata d immigrazione
della met Ottocento, italiana e tedesca, e rimasto in larga misura estraneo alla
grande propriet terriera 3. Risulta agevole pertanto spiegare perchØ, di fronte alla
crisi profonda del progetto agro-esportatore, la nuova Ølite dirigente reagisse con
un drastico programma di riconversione del capitale verso l industria estrattiva e
di trasformazione delle materie prime. Negli anni della Grande Guerra
l esportazione di prodotti primari consent ancora al popolo argentino, affamato
di sogni di grandezza, di scorgere dietro l orizzonte un radioso futuro.
Favorita dalla guerra con la sua insaziabile fame di scorte e provvigioni,
l economia argentina restava convinta di aver trovato il suo posto di prestigio
nell ambito internazionale, proponendo il paese come dispensatore mondiale di
materie prime e parzialmente trattate, i cui proventi erano assorbiti dalle spese
d importazione crescenti per beni e prodotti nuovi che un mondo in pieno
sviluppo tecnologico faceva apparire necessari ad una societ che intendesse
definirsi moderna4.
La crisi di Wall Street del 29 mise in luce tutta la debolezza del sistema
argentino, fortemente esposto alle oscillazioni del commercio internazionale,
rivelando la necessit di un sistema produttivo int erno maggiormente
diversificato. Il crollo del sistema creditizio internazionale si rifletteva in maniera
pesante sui meccanismi dell interscambio; l inflazi one cresceva rapidamente a
3
BARBE C ., Elites politiche argentine:caratteristiche, composizione, progetti, influenze italiane, pg88,
in Studi e ricerche sulla classe politica in Italia, Messico e Argentina, a cura di FIOROT D., Cedam,
Padova 1991.
4
Ibidem, pg.96.
Fig.7-8
5
livello mondiale e il credito all esportazione e importazione diventava
insostenibile5. Il periodo 1929-1946 fece registrare un 17,5% n el volume di
interscambio, contro un aumento che aveva sfiorato +275,8% nel decennio 1898-
1913 6. La strada del protezionismo e dell indipendenza economica , sfociata in
una vera autarchia, sembrava imporsi come necessaria. Gli anni della guerra
(1940-1944) videro le importazioni incidere sul Prodotto interno Lordo per il
6,4%, indice di un grado di autarchia mai raggiunto in Europa7. I problemi della
riconversione dell intero sistema economico ebbero importanti riflessi politici.
Sono questi gli anni che il paese ricorda come la Decada infame , gli anni in cui
la crisi economica confer nuova linfa alle gerarchie militari, da sempre
favorevoli ad un isolazionismo -politico ed economico- funzionali allo sviluppo
di un autonoma potenza bellica. Le alte sfere dell esercito speravano finalmente
di poter dare avvio a quell industria pesante per la produzione bellica che aveva
reso grande la Germania nei decenni precedenti. Educati alla guerra totale da
istruttori tedeschi sin dal 1908, gli ufficiali argentini si erano tuttavia dovuti
accontentare di un confronto misto di invidia e ammirazione tra l acciaio e la
carbon-chimica dei maestri e la carne e il grano propri. Ma se dal punto di vista
del valore economico le due produzioni erano comparabili, in termini di geo-
politica il vantaggio dell industria tedesca era incalcolabile8. I militari si
lanciarono cos da soli nell impresa di creare una moderna industria pesante,
scarsamente sostenuti dal capitale privato, speranzosi di poter ricreare quelle
opportuni che a loro giudizio erano andate sprecat e nel decennio 1880-1890 per
far assurgere il paese al ruolo di potenza mondiale. Se tuttavia all epoca le
possibilit erano realistiche, almeno a livello agr icolo, negli anni 30- 40 l idea
5
GARCIA M.A., Argentina: dall indipendenza al peronismo d oggi , pg. 110, Mazzotta, Milano 1975
6GARCIA M.A., Argentina: dall indipendenza al peronismo d oggi , op. cit., pg 111, Mazzotta, Milano
1975
7
CONIL PAZ A., FERRARI G., Argentina s foreign policy 1930-1962, pg.130, Notre Dame university
press, London 1966
8
GARCIA M.A., Argentina: dall dall indipendenza al peronismo d o ggi, pg 94, Mazzotta, Milano 1975
Fig. 9-
10-11
6
somigliava ad un delirio 9. A partire dal colpo di stato del 1930 con cui il gen.
Uriburu rovesciava il governo liberale di Yrigoyen, il peso dei militari
nell ambiente politico crebbe con costanza, anche negli effimeri governi liberali
che si sarebbero affermati alla vigilia della guerra.
La classe politico-militare riusc a trarre enorme vantaggio dall instabilit e
incertezza che caratterizzarono il corso degli eventi economici mondiali del
periodo10. Personalit del mondo militare come il Col. J.D.P er n avrebbero fatto
propria la teoria della nazione in armi , gi elab orata dai teorici del militarismo
tedesco bismarckiano, sulla quale si sarebbe intessuta la politica peronista di una
giustizia sociale per superare la lotta di classe, necessaria in una guerra che si
riteneva avrebbe implicato la mobilitazione di tutte le risorse nazionali e
umane11.
9
GARCIA M.A., Argentina: dall dall indipendenza al peronismo d o ggi, op.cit., pg. 95, Mazzotta,
Milano 1975.
10
BARBE C., Elites politiche argentine:caratteristiche, composizione, progetti, influenze italiane,
pg.145, in Studi e ricerche sulla classe politica in Italia, Messico e Argentina, a cura di FIOROT D.,
Cedam, Padova 1991.
11
Ibidem, pg.148. Stesso riferimento in GARCIA M.A., Argentina: dall indipendenza al peronismo
d oggi , pg. 98, Milano 1975.
7
1.2. La politica statunitense alla vigila della seconda guerra mondiale.
La guerra civile con l enorme massa di uomini richiamati sotto le armi, lo
sviluppo tecnologico e una politica commerciale sostanzialmente ancorata ad un
ferreo protezionismo avevano garantito a larga parte del settore industriale
americano un accumulo di capitali senza precedenti, che nella seconda met
dell Ottocento reclamavano a gran voce nuovi sbocchi commerciali. Questa
somma di fattori generava un rinnovato interesse nei confronti della parte
meridionale del continente12.
Tale interesse trovava espressione in un crescendo di interventi statunitensi nelle
convulse vicende politiche dei governi latino-americani. Il 1893 vide la
presidenza del democratico Cleveland impegnata, su esplicita richiesta della
Standard Oil Company, a favore del governo ufficiale brasiliano contro un
tentativo di golpe ordito dalle monarchie europee per restaurare i diritti della casa
reale lusitana13. A distanza di un anno gli Stati Uniti intervenirono militarmente
in Cile per ribadire il diritto ad un indennit per un contingente di marinai periti
nell affondamento accidentale della USS Baltimora14.
Sul finire del XIX secolo era ancora vivo un sentimento, seppur velato, di rivalit
con la Gran Bretagna, ritenuta dagli Stati Uniti responsabile di aver violato la
dottrina Monroe a causa delle intromissioni negli affari del sud del continente,
volte a proteggere gli interessi della propria colonia in Guyana. In occasione di
una disputa sorta tra la Guyana inglese e il riottoso confinante Venezuela, dopo
forti pressioni statunitensi, il governo britannico di Lord Salisbury accettava di
arbitrate the dispute spingendosi anzi ad approvare una foundation for Anglo-
American Friendship , una soluzione che rivelava forse piø la dimensio ne delle
12
LAFEBER W., The american age: United States foreign policy at home and abroad since 1750,
pg. 149 , W.W. Norton&Company, New York 1989.
13
LAFEBER W., The american age: United States foreign policy at home and abroad since 1750,
pg. 210 , W.W. Norton&Company, New York 1989.
14
Ibidem, pg. 217
8
paure inglesi verso il riarmo tedesco e la fragilit francese che non un
riconoscimento della dottrina Monroe15.
Il passaggio del secolo, salutato dalla felice conclusione della guerra con la
Spagna che mostrava al mondo la nascita di una nuova grande potenza, segnava
un cambiamento profondo nella politica statunitense verso il continente. Aveva
inizio la dollar diplomacy , un atteggiamento nuovo che denunciava la
consapevolezza nordamericana dell avvenuto riconoscimento mondiale della
dottrina Monroe16.
Alla vigilia della prima guerra mondiale i risultati della politica del dollaro ,
ideata dal governo del presidente Taft, si manifestarono nella sostanziale
stabilizzazione economico-politica della turbolenta area caraibica con la
risoluzione di crisi come quelle che affliggevano da diversi anni Santo Domingo
o il Messico17.
Finita la guerra, la dollar diplomacy sarebbe stata la strada per la crescita degli
investimenti americani nel resto del continente. Nel corso della presidenza
Coolidge (1924-1928) gli investimenti statunitensi in Sud America crebbero da
un valore di 1500 milioni di dollari nel 1913 a 3500 milioni di dollari, un
ammontare quasi due volte maggiore ad ogni altro investimento estero
statunitense18.
La crisi economica conseguente il crollo di Wall Street fu una doccia fredda per
la politica economica statunitense; si risvegliava in Sud America uno spirito di
revanscismo che il fiume di denaro, protetto dalla presenza sul territorio di US
troops , aveva solo temporaneamente sopito19. Le ricorrenti crisi rivoluzionarie
allontanarono progressivamente gli Stati Uniti dagli esperimenti universalistici
15
LAFEBER W., The american age: United States foreign policy at home and abroad since 1750,
pg. 230, W.W. Norton&Company, New York 1989.
16
Ibidem, pg. 236.
17
Ibidem, pg. 245.
18
Ibidem, pg. 252.
19
Ibidem, pg. 278.