- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
5
identico per tutta la vita. Il modello taylor-fordista si
reggeva soprattutto su aggregati industriali di grosse
dimensioni, concepiti per una produzione su larga scala,
organizzati secondo una precisa specializzazione dei
lavori e delle competenze e gestiti grazie ad un
management di tipo piramidale (strutture gerarchiche
del lavoro e separazione tra le funzioni di design e
manifattura dei prodotti). Con il passaggio al post-
fordismo, si assiste ad un’organizzazione economica e
sociale del lavoro in cui i vecchi modelli
«standardizzati» di regolazione economica e sociale
lasciano il posto a dinamiche completamente diverse: i
nuovi modelli non garantiscono più la stabilità del
lavoro nel tempo, privilegiano la polivalenza delle
funzioni professionali, piuttosto che la
«standardizzazione» delle competenze specialistiche e
rimandano all’idea di una forza lavoro flessibile,
mobile ed eterogenea. Quindi, dopo la parentesi
fordista, il capitalismo vivrebbe oggi una nuova fase,
grazie ad un processo di innovazione tecnologica e
manageriale, fondata sull’impiego e la valorizzazione
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
6
delle conoscenze possedute dai lavoratori; viene infatti
descritto come stia emergendo un gruppo sociale
complesso, i knowledge workers. E’ questo l’oggetto
del secondo paragrafo del I capitolo, in cui vengono
analizzati i fenomeni che hanno favorito lo sviluppo dei
lavoratori della conoscenza (l’evoluzione tecnico-
scientifica, i processi di trasformazione organizzativa,
ecc), vengono descritte le attività di comunicazione che
svolgono quotidianamente, i compiti, i tipi di strumenti
di comunicazione che utilizzano ed i tipi di rapporti
hanno con i colleghi. L’ultima parte del capitolo è
dedicata a come fare per definire la qualifica o
descrivere il lavoro di un knowledge worker. Per le
aziende, il valore di un lavoratore della conoscenza è
dato infatti dalle attività che questi è in grado di mettere
in atto all’occorrenza più che da quelle di routine; dalle
sue capacità di assumere rischi, di essere
intraprendente, di raggiungere i risultati Le professioni
nelle organizzazioni come categoria emergente del
mercato del lavoro costituiscono l’oggetto del II
capitolo. Uno dei caratteri fondanti del nuovo, e non
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
7
ancora ben definito, ordine sociale è dato
dall’espansione di quelli che il senso comune e le
statistiche ufficiali definiscono “professionisti”. Le
organizzazioni che li occupano, negli ultimi anni
aspirano a individuarli, classificarli e gestirli con
approcci, metodi e soluzioni diversi da quelli adottati
tradizionalmente per il lavoro degli impiegati, degli
specialisti, dei managers. Vengono inoltre analizzati gli
obiettivi più frequenti dei professionisti nelle
organizzazioni e i contesti organizzativi e tecnologici
in cui operano. Nel guardare alle professioni, quindi, ci
troviamo di fronte ad un tipo speciale di relazione fra
pratica e teoria che impone un bilanciamento
dell’interferenza contro le procedure routinarie.
Freidson, a tal proposito, afferma che una professione
per avere successo deve instaurare un bilanciamento fra
formal Knowledge a seguito delle trasformazioni cui è
soggetta la base di conoscenze del professionista per
effetto delle particolari condizioni politiche ed
economiche esterne alla professione. L’organizzazione ,
la comunicazione e il marketing sono i saperi che
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
8
caratterizzano il nostro tempo. I mestieri e le
specializzazioni che si muovono al loro interno sono in
continua espansione ed assumono sempre più le
caratteristiche di “saperi professionali”, emergenti e
“cruciali” per qualsivoglia Istituzione od impresa. Per
questo si rafforza l’esigenza di coltivare e sviluppare
professionalità mirate con ruoli e competenze ad
altissima specializzazione in tali ambiti. Oggetto del III
capitolo sono i professionisti della comunicazione. Il
vero valore aggiunto che quest’ultimi possono offrire
all’azienda per la quale lavorano dipende, però, dalla
loro professionalità, dal loro patrimonio di conoscenze
e anche dalla loro personalità, che deve essere
propositiva, aperta alle novità, entusiasta e facile ai
rapporti umani; si procede ad analizzare la figura del
comunicatore di impresa, le competenze e le
caratteristiche per eccellere nella professione, la
formazione universitaria, il corso di laurea in Scienze
della comunicazione che crea figure professionali
pronte ad entrare in ambiti lavorativi diversificati, che
spaziano dall’editoria, alla comunicazione sociale,
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
9
pubblica e politica, alla comunicazione di impresa,
della formazione e della consulenza professionale;
viene inoltre descritto cosa significa che per fare
Scienze della comunicazione serva “una certa
predisposizione”. Oggetto di studio, descritto nel quarto
capitolo, sarà la situazione relativa ai laureati in Scienze
della comunicazione presso l’Istituto Universitario
“Suor Orsola Benincasa”, gli sbocchi professionali che
il conseguimento di questo titolo ha consentito loro
cercando di capire se riusciranno a trovare
un’occupazione retribuita, se esiste il pericolo che
l’ondata dei laureati in Scienze della comunicazione
abbia saturato il mercato e se una laurea di tal genere
conferisca effettivamente le soddisfazioni sperate. Ci
chiediamo, pertanto, cosa aspetti questi nuovi laureati,
quale futuro si prospetti loro, ma soprattutto quali siano
gli sbocchi professionali che questo tipo di facoltà
universitaria offre. L’indagine è stata rivolta a tutti i
laureati del corso di laurea triennale in “Scienze della
comunicazione” e laurea magistrale in
“Comunicazione istituzionale e di impresa” che hanno
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
10
discusso la tesi tra il 2006 e il 2007. Si è scoperto così
che le aspettative attese non sempre sono state
soddisfatte, o meglio nel caso in cui lo siano state,
soprattutto per i soggetti che subito dopo laureati hanno
trovato collocazione in un’azienda, il percorso è ancora
in salita per la difficoltà di attribuire un preciso ruolo e
definiti compiti a figure professionali così giovani.
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
11
Capitolo 1
“Le trasformazioni nel mercato del lavoro”
Introduzione
Con la crisi del taylor-fordismo sembra che stia
emergendo un nuovo ordine socio-economico. Il
sistema economico dei Paesi più ricchi si basa sempre
più sulla produzione immateriale di informazioni e sulla
loro manipolazione e rappresentazione. Infatti, mentre
per buona parte del XX secolo il meccanismo
d’accumulazione del capitale si è fondato sulla
formazione del profitto nel processo di produzione di
merci materiali e sull’espansione del loro consumo da
parte dei lavoratori stessi (fordismo), negli ultimi
decenni tale meccanismo sempre più si basa sulla
formazione del profitto nella produzione di merci non
tangibili, come l’informazione, la conoscenza, la
comunicazione, la formazione, l’intrattenimento e la
cultura
1
.
1
Touraine A. (1993), Critica della modernità, Il Mulino, Bologna
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
12
Questa produzione immateriale sta ridefinendo la
struttura occupazionale e secondo molti studiosi si
assisterebbe alla nascita di “nuovi ceti emergenti”,
“nuove professioni”, “nuovi lavoratori”. Da qui si è
sviluppato un interessante dibattito sulla
professionalizzazione del lavoro. Esso prende le mosse
dalla constatazione che, in Paesi industrializzati come
l’Italia, la razionalizzazione tecnologica e organizzativa
delle aziende, avvenuta negli ultimi tre decenni, ha
trasformato non solo il lavoro manuale ma anche quello
non manuale, con una ridefinizione delle competenze
richieste.
2
1.1 Variabili che influiscono sul mutamento
dell’organizzazione e del lavoro
La prima variabile che influisce sul mutamento
dell’organizzazione e del lavoro, è l’instaurarsi
dell’economia della flessibilità. L’economia di scala è
quella su cui le nostre economie si sono sviluppate
2
Accornero A., Il mondo della produzione, Il Mulino, Bologna, 1994
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
13
storicamente, caratterizzate dalla dominanza della
produzione sul mercato.
L’economia della flessibilità cambia radicalmente i
criteri di gestione dell’impresa anche se conserva
dentro di sé gli elementi fondamentali dell’economia di
scala, che diventano però elementi componenti e non
più criteri dominanti. Il primo criterio è quello
dell’efficacia economica. La misura principale di
efficacia economica in questo modello è
l’appropriatezza della risposta al mercato: non è
soltanto importante abbassare i costi unitari di
produzione, ma è importante anche produrre i prodotti o
i servizi appropriati nel tempo, nel luogo, nel modo in
cui essi sono richiesti dal mercato. La gestione delle
imprese prima centrata sulla produzione, viene ora
sempre più centrata sul mercato, accettando la
variabilità della domanda e la conseguente varietà di
prodotto che questo comporta. Si modifica il concetto
di efficienza. Gran parte di ciò che si è inteso per anni
per buona organizzazione era fondato su una scienza
della produzione e delle gestione delle persone che
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
14
ruotavano intorno alla riduzione dei tempi teorici di
lavoro prima e dei tempi pratici poi, per avvicinarsi a
questo tempo teorico. Nel modello di economia della
flessibilità efficienza indica invece la misura del costo
(e del tempo) che intercorre dal momento in cui nel
mercato si evidenzia un bisogno al momento in cui si
consegna fisicamente il prodotto o il servizio in mano al
cliente, o addirittura si incassa il prezzo.
1.1.1 Fenomeno della terziarizzazione
La seconda variabile che influisce sul mutamento
dell’organizzazione e del lavoro, è il fenomeno della
terziarizzazione. Il fenomeno della terziarizzazione
esterna corrisponde in maniera estremamente marcata a
ciò che avviene all’interno della stessa struttura della
grande impresa o della grande amministrazione.
Sorgono all’interno dell’impresa o sul mercato aree di
funzioni o di business diverse: cioè il modo per
“tagliare” le organizzazioni avviene sulla base del
prodotto/mercato e non più all’ottimizzazione delle
risorse come la tecnologia, il tempo, il territorio.
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
15
Competenze e professioni, individuali e di gruppo,
orientate principalmente all’integrazione diventano
molto importanti. Finisce il tempo in cui il capo, il
manager era l’unica funzione di integrazione; vi sono
specialisti, science based, che si occupano di
integrazione di sistemi: product managers, program
managers, ecc. È in corso un processo di
specializzazione e differenzazione delle operazioni e
contemporaneamente un processo di ricomposizione del
governo e del controllo, nel sistema delle imprese,
nell’impresa, negli uffici, nei reparti , nei ruoli. Questi
fenomeni che sono introdotti dal processo di
terziarizzazione interna ed esterna vengono accelerati in
maniera esponenziale dall’introduzione delle nuove
tecnologie. Queste ultime assorbono compiti di umana
trasformazione fisica simbolica, creano controlli di
processo, rendono prevalente le attività di innovazione.
Tutto ciò modifica prima di tutto l’impresa. In quasi
tutti i settori, l’impresa gigante e verticalizzata tende a
cedere il passo a reti di enti relativamente indipendenti
(direzioni/divisioni/servizi nelle strutture interne della
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
16
singola impresa; imprese autonome nel mercato) fra
loro connessi da flussi di transizioni economiche e
informative. Alle grandi piramidi societarie o
organizzative si sostituiscono “imprese transazionali”
3
,
“imprese cablate”, solar system enterprises” (Piore e
Sabel, 1984), o – come ormai si è concordi nel
chiamarle – imprese rete. In questo contesto il governo
dei fattori strategici viene concepito in “agenzie
strategiche”: alle direzioni sempre più “strategy
minded”, nelle grandi imprese; “imprese generali”
(holding, società capogruppo, general contractors ecc.)
nei sistemi di imprese autonome che operano sul
mercato. La costituzione di strutture divisionali e di
imprese autonome caratterizzate da segmenti omogenei
di prodotto/mercato sono un fenomeno antico che si è
esteso oltre il mondo delle grandi corporations
multinazionali dove era nato. In questo quadro di forte
dinamismo e di elevata nati-mortalità delle imprese
4
,
l’impresa tende ad essere sempre meno, come nel
3
Coase R.H. (1937), The nature of the Firm, Economica N.S. 4
4
Pichierri A., Il declino industriale, Rosenberg &Sellier, Torino,
1986
- Il comunicatore aziendale nel mercato del lavoro di Napoli -
17
passato, una istituzione di alto profilo “condannata
all’immortalità”, il “ contenitore del lavoro” che offre
occupazione a vita. Sono i processi economici o di
business ( che emigrano facilmente tra “market”
e“hierarchy”) che tendono irresistibilmente a divenire il
nuovo “setting”, il nuovo contesto del lavoro. Tutto ciò
provoca più incertezza nel rapporto fra imprese e
lavoratore; ma contemporaneamente diminuisce la
distanza fra erogazione del lavoro e l’attività
economica. Più stress e meno alienazione, si potrebbe
azzardare. Cambiano inoltre le strutture organizzative
in cui il lavoro viene erogato. Si diffondono nelle
grandi imprese strutture orientate a risultati economici:
divisioni, business units, profit centers. Le strutture
funzionali divengono spesso line, come i sistemi
informativi o la finanza. Alcune funzioni come
l’organizzazione, divengono prese ad alto livello di
influenza e autonomia professionale. All’orientamento
ai risultati si aggiunge spesso così l’ordinamento alla
professione. Di conseguenza si attenua sempre di più –