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PREMESSA
Aumenta, con l’autunno, il numero delle italiane che decidono di combattere le
varici. Il picco Ł atteso, per , nel periodo invernale. Lo rivelano i dati della
SICVE, la Societ Italiana di Chirurgia Vascolare e d Endovascolare. Secondo i
dati provenienti dal Registro Italiano di Chirurgia Vascolare il numero massimo
di interventi alle varici risulta essere in inverno, con picchi nei mesi di gennaio,
febbraio, marzo. Tendono, quindi, a ridursi con un picco minimo in agosto, per
poi riprendere con una forte impennata in autunno. " .Questa tendenza Ł
spiegata dal fatto che il problema varici Ł sentito’ molto di piø durante
l’estate ." afferma Carlo Spartera, Direttore U.O. di Chirurgia Vascolare ed
Endovascolare, Universit de L’Aquila.
Oggi, accanto agli interventi di chirurgia tradizionale per la cura delle varici
troviamo procedure innovative, mininvasive, quali le tecniche di ablazione
endovascolare, eco-guidata, mediante sonde laser o a radiofrequenza, che,
riducendo al minimo le cicatrici chirurgiche, riescono ad indurre nella vena delle
modificazioni biochimiche tali da chiuderla e, di conseguenza, escluderla dalla
circolazione sanguigna. Riabilitazione e stile di vita, pero , non vengono ancora
tenuti nella dovuta considerazione.
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INTRODUZIONE
Grappoli di vene piu o meno evidenti sulle gambe, caviglie gonfie e doloranti,
un senso di pesantezza che si attenua solo con il riposo. Non si puo dire che le
vene varicose siano poco fastidiose nØ che l estetica ci guadagni: ed Ł proprio
per eliminare capillari e varici bluastre che moltissimi pazienti si rivolgono al
medico, nella speranza di cancellare i segni visibili del disturbo.
Le opzioni fra cui scegliere sono oggi numerose e piu o meno invasive. In
particolare, nei casi non troppo complessi si ha una guarigione completa sia che
si prediligano le moderne tecniche di trattamento con laser o radiofrequenza, sia
che si opti per gli interventi chirurgici piu classici di legatura o stripping . Su
quali basi, allora, si puo decidere se e come intervenire per togliere di mezzo le
brutte varici? Molto dipende dallo stadio di insufficienza venosa cronica in cui si
trova il paziente. In una fase iniziale, quando non si hanno varici, ma soltanto
capillari o piccole vene reticolate, terapia medica e prevenzione la fanno da
padrone, eventualmente in associazione.
La terapia medica consiste nell assunzione di antocianosidi e flavonoidi del
mirtillo, utili per la prevenzione dell insufficienza venosa e per la cura dei primi
segni del disturbo: oltre a migliorare l aspetto della pelle, infatti, riducono il
senso di pesantezza alle gambe e il gonfiore delle caviglie. Accanto a questo, nei
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casi lievi, Ł opportuno mettere in atto una strategia preventiva: dalle modifiche
dello stile di vita (perdere peso e abbandonare la vita sedentaria), all uso delle
calze elastiche, efficaci nel ridurre la stasi venosa e consigliabili soprattutto ai
pazienti che per motivi di lavoro stanno a lungo in piedi, magari in ambienti
caldi e umidi.
L elastocompressione della gamba, con calze specifiche, Ł una vera cura: il
tessuto, infatti, Ł tale da consentire una compressione graduata, piu intensa alla
caviglia e piu leggera alla coscia, che facilita il ritorno venoso e stimola la
circolazione. Tutto cio , pero , non serve se le ve ne varicose sono ormai ben
evidenti. La scelta della tecnica di intervento, allora, dipende dalla gravit del
caso. Se il problema si trascina da anni e le varici sono molte, dilatate e tortuose,
sar piu efficace la chirurgia ablativa. Se le var ici sono dritte e non troppo
estese possono bastare approcci meno drastici come il laser, le radiofrequenze o
la terapia sclerosante. Nessuna di queste tecniche garantisce al 100% di risolvere
il disturbo e, soprattutto, intervenire con successo non significa aver cancellato il
problema per sempre. Le vene varicose sono, infatti, una malattia cronica che
tende ad evolvere, ovvero a ripresentarsi se non si modificano lo stile di vita e le
condizioni che ne hanno favorito la comparsa.
Muoversi di piu , evitare di stare nella stessa posizione troppo lungo, rimanere
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il meno possibile in luoghi caldi e umidi, tenere d occhio il sovrappeso, sono
tutte regole che Ł importante seguire se non si vuole veder tornare le varici.
Ancora oggi, tuttavia, l esercizio piu semplice e benefico per la salute delle
gambe e cioŁ camminare in acqua, in particolare in acqua di mare, non Ł tenuto
nella giusta considerazione e il Medico che lo prescrive Ł irriso. Da qui l’
importanza della Medicina Termale, perchŁ molte affezioni e numerosi
inestetismi vedono l acqua come protagonista nell ambito di molte terapie.
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capitolo 1
LA STORIA
E ben nota l elevata incidenza della patologia v aricosa degli arti inferiori nelle
societ industriali. Hobbs, su 4000 lavoratori dell industria metalmeccanica
studiati in Inghilterra, riscontro un incidenza to tale di ogni tipo e grado di varici
nel 57% degli uomini e nel 68% delle donne; l associazione di varici e segni di
insufficienza venosa cronica nel 19% degli uomini e nel 25% delle donne; le
complicanze trofiche nell 1,1 e 1,4%.
Altrettanto nota Ł la lunghezza della lista delle tecniche impiegate nel corso dei
secoli per contrastare gli effetti patologici e il disagio estetico delle vene
varicose. Nel V sec. a.c. Ippocrate intui negli u mori malevoli prodotti dal
ristagno venoso in una varice la causa di un ulcerazione malleolare di una sua
paziente e propose la prima tecnica di eliminazione del vaso varicoso mediante
l applicazione del calore. Brucio la vena con un f erro incandescente. L ustione
procuro serie conseguenze ma sembra che l ulcera g uari .
Nel II sec. a.c. Plutarco descrisse nelle Vitae Pa rallelae la prima operazione di
escissione di una vena varicosa: l illustre paziente era il 7 volte console di Roma
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Caio Mario affetto da voluminose e fastidiose varici bilaterali. Sembra che, in
seguito, il prode generale disse che: ..il gioco no n vale la candela.. e rifiuto
l intervento all altra gamba.
Nel I sec. d.c. Cornelio Celso descrisse la prima flebectomia ambulatoriale.
Nel VII sec. d.c. Paolo Arginata decise di asportare anche la safena di coscia.
Nel 1881 Trendelemburg esegu la prima legatura della safena interna alla
giunzione safeno-femorale. Nei successivi 20 anni si osservo un incidenza di
recidive tra il 22 e 72%.
Nel 1905 Keller esegu il primo stripping della safena mediante filo
endoluminale.
Nel 1906 Mayo e Babcock misero a punto uno stripper extravasale.
Negli anni 20 Homans esegu la prima safenectomia per stripping endoluminale
associata a legatura della giunzione safeno-femorale.
Nel 1951 Muller mise a punto la tecnica della flebectomia ambulatoriale per
mini incisioni.
Negli anni 60 Sigg propose il metodo della scleroterapia.
Negli anni 60 e 70 viene descritta e si impone la crossectomia con legatura e
sezione delle collaterali al golfo associata a stripping corto o lungo della safena,
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che con varie modifiche e perfezionamenti Ł oggi considerata la procedura
chirurgica di riferimento.
In seguito sono state proposte varie tecniche per la terapia delle varici che in
vario modo hanno cercato di combattere il reflusso e la stasi venosa. Tra quelle
che hanno superato il vaglio del tempo vanno ricordate:
- la safenectomia radicale o parziale interna e/o esterna
- le flebectomie multiple secondo Muller
- la S.E.P.S. (subfascial endoscopic perforators section)
- la termoablazione endoluminale laser assistita della safena interna e/o
esterna
- la valvuloplastica esterna con banding
- la C.H.I.V.A.
- la scleroterapia eco-mousse della safena e delle collaterali ectasiche
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capitolo 2
LE VARICI DEGLI ARTI INFERIORI
La malattia varicosa, anche all inizio del terzo millennio, continua a
rappresentare una delle patologie piu diffuse tra la popolazione italiana,
interessando prevalentemente il sesso femminile, per motivi costituzionali e per
stile di vita. La donna, infatti Ł esposta fin dall adolescenza, e per alcuni
decenni della sua vita, all azione degli ormoni sessuali (estrogeni e
progesterone), che hanno ripercussioni negative sulle pareti venose.
In un soggetto costituzionalmente predisposto, soprattutto per ragioni familiari,
tali ormoni sono in grado di accelerare la comparsa di vene varicose. La
gravidanza, inoltre, rappresenta un momento predisponente primario per
l insorgenza di tale patologia, associando alla citata azione ormonale sulla parete
venosa l incremento di peso legato a tale condizione e l aumento di volume del
sangue circolante. I disturbi provocati dalla presenza delle vene varicose sono
molteplici: si va dal senso di peso e di stanchezza degli arti inferiori ai crampi
notturni, dal gonfiore delle caviglie al senso di bruciore ed al prurito delle
gambe. Anche in assenza di tali sintomi, tuttavia, la donna, di qualsiasi et , si
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rivolge allo specialista perchØ, a differenza di quanto avveniva in passato, Ł
sempre piu sentita l esigenza di eliminare l evide nte problema estetico
rappresentato sia dai capillari che dalle dilataz ioni venose che alterano la
silhouette delle gambe (fig. 10).
2.1 La valutazione flebolinfologica
Nell ambito della visita medica, nell esame obiet tivo, un momento molto
importante Ł rappresentato dalla valutazione flebolinfologica. In questa fase si
effettua uno studio del sistema venoso e linfatico degli arti inferiori.
Un alterazione di questo, infatti, Ł la causa non solo di patologie specifiche, ma
anche di inestetismi. Il filtrato dal capillare arteriolare terminale passa negli
spazi extracellulari ed Ł riassorbito per 9/10 a livello del capillare terminale
venulare e per 1/10 a livello del capillare terminale linfatico. Questa funzione Ł
possibile perchØ le pareti dei capillari terminali arteriolari e venulari sono delle
membrane semipermeabili e rispondono a diversi gradienti di pressione (fig. 1).
I capillari linfatici, iniziano a fondo cieco, hanno un calibro iniziale di
circa 20-60 , sono costituiti da cellule embricate , non hanno nØ una tunica