Introduzione
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A fronte di questa situazione, ormai da tempo in diversi settori dell’ingegneria sono disponibili sofisticati
strumenti di analisi e simulazione virtuale, i quali hanno aperto nuovi scenari nell’ambito della progettazione
assistita dal calcolatore: tali strumenti permettono di realizzare un prototipo virtuale del sistema meccanico
oggetto di studio, sul quale è possibile effettuare tutta una serie di analisi e test atti a verificarne le prestazioni
funzionali, prima che sia realizzato un prototipo fisico. Un chiaro esempio riguardo all’utilizzo di tali strumenti
può essere ricercato nello studio e nell’ottimizzazione delle prestazioni dei veicoli. In questo settore, infatti, è
possibile analizzare preventivamente le performance della vettura attraverso analisi di tipo aerodinamico,
strutturali, di realizzabilità e quanto ’altro può servire allo sviluppo ottimale del progetto. Tali strumenti
comunque non si pongono in sostituzione della pratica sperimentale, ma, coniugandosi con essa, possono
condurre all’abbattimento dei tempi di progetto ed al miglioramento dei risultati ottenuti.
In questo lavoro si vuole porre l’attenzione alla rigidezza torsionale del telaio: è noto, infatti, come questo
componente sia il primario responsabile delle prestazioni globali del kart, in quanto è proprio la sua
deformazione che consente al veicolo, non dotato di normale differenziale come le autovetture, di affrontare le
curve limitando al minimo lo strisciamento del pneumatico con l’asfalto.
Il presente lavoro si articola nelle seguenti sezioni:
■ Nel primo capitolo sono evidenziati i requisiti necessari per ottenere un telaio bilanciato e la metodologia
seguita per la progettazione.
■ Il secondo capitolo analizza la dinamica del kart.
■ Nel terzo capitolo è illustrato il lavoro svolto.
■ Nel quarto e nel quinto capitolo è analizzato il progetto e la simulazione FEM del telaio, commentando i
risultati ottenuti.
Capitolo 1 Descrizione del kart
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1 - Descrizione del kart
1.1 – Introduzione
Il progetto di una vettura da competizione deve osservare un gran numero di vincoli, come ad esempio il
rispetto dei regolamenti, la riduzione delle masse, la massimizzazione dell’efficienza strutturale, la gestione
degli ingombri e la semplicità di realizzazione.
Le caratteristiche di ogni sistema del veicolo sono inoltre strettamente legate alla geometria dello chassis; per
questi motivi è necessario che il lavoro di progettazione del telaio sia inserito in un ampio ciclo iterativo
comprendente l’intera vettura.
L’analisi delle forze che si sviluppano tra ruote e terreno durante la percorrenza delle curve ha messo in luce
l’importanza della rigidezza torsionale del telaio del kart.
Una progettazione carente sotto questo punto di vista avrebbe come conseguenza un comportamento dinamico
poco prevedibile e insensibile alle regolazioni, rendendo difficoltoso il raggiungimento di un corretto
bilanciamento e la messa a punto.
Ricapitolando, i criteri fondamentali da seguire nella progettazione di un telaio per uso sportivo sono la riduzione
della massa complessiva e il raggiungimento di una rigidezza flessionale e torsionale elevata.
1.2 – Caratteristiche di un telaio da competizione
1.2.1 - Massa
La riduzione della massa di ciascun elemento è una parte fondamentale nella progettazione di una qualsiasi
vettura da competizione, come ad esempio un kart.
I principali vantaggi perseguibili sono:
ξ Migliore sfruttamento delle prestazioni fornite dal propulsore;
ξ Riduzioni delle entità delle sollecitazioni cui la vettura risulta sottoposta;
ξ Miglior efficienza frenante;
ξ Miglioramento delle prestazioni in accelerazione.
In un kart, l’intera struttura è formata da tralicci in tubi di acciaio perché essa risulta essere più conveniente
rispetto ad altre sia in termini di semplicità produttiva che economici (un telaio che partecipa ad un campionato
europeo ha un costo che si aggira attorno ai 4000-5000€ ). Nel presente lavoro, si è valutato di volte in volta le
variazioni di peso rispetto alle modifiche geometriche, cercando di ottenere il migliore compromesso tra
rigidezza torsionale e massa.
Capitolo 1 Descrizione del kart
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1.2.2 – Centro di gravità
Come tutti i corpi anche i veicoli sono soggetti alla gravità terrestre e si può sempre, conoscendo l’entità del
peso, determinare un punto nel quale considerarsi concentrata tutta la massa di un corpo di forma qualsiasi,
senza modificarne le caratteristiche meccaniche fondamentali. Questo punto è chiamato con il nome di
baricentro e la sua determinazione può risultare piuttosto difficile.
Si comprende come per un veicolo risulti molto laboriosa tale determinazione data la potenziale variabilità di
posizione cui è soggetto a causa della disposizione e dell’entità del carico. Si può comunque affermare che
l’accurata ricerca della posizione del baricentro nelle varie condizioni è importantissima, poiché da questa
dipendono gran parte delle caratteristiche fondamentali del comportamento dinamico del veicolo. Piccoli
scostamenti possono spesso dare grandi effetti. In linea generale comunque si può dire che per garantire una
buona tenuta di strada, specie in curva, conviene avere il baricentro più basso possibile. E’ noto, infatti, che,
minore è l’altezza del baricentro di un veicolo dal suolo, maggiore è l’accelerazione laterale sopportabile dallo
stesso, perciò maggiore è la sua stabilità. Tale informazione, pur essendo intuitiva, può essere facilmente
chiarificata con le figure 1 e 2:
Figura 1 Schematizzazione di un veicolo con baricentro alto.
Figura 2 Abbassamento del baricentro.
CG FC
FP
FRIS
h2
carreggiata
CG FC
FP
FRIS
h1
carreggiata
Capitolo 1 Descrizione del kart
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Notiamo come, nella figura 1, il centro di gravità CG della vettura è posizionato ad un’altezza h2> h1; in questo
modo, la risultante FRIS della forza peso FP e della forza centrifuga FC cade fuori della traccia della carreggiata,
diminuendo perciò la stabilità, cioè la capacità di mantenere la traiettoria impostata in presenza di una forza di
disturbo trasversale. In questo modo, basterà una minima perturbazione del moto del veicolo, indotta ad
esempio da una lieve correzione allo sterzo da parte del pilota o da una raffica di vento, per indurre il veicolo a
discostarsi in modo macroscopico dalla precedente condizione di marcia ( di fatto, tende a capovolgersi).
Viceversa, nella figura 2, si nota come un abbassamento del centro di gravità della vettura faccia cadere la
risultante R all’interno della carreggiata, migliorando la stabilità del veicolo e scongiurando il capovolgimento Si
vede perciò come, a parità di risultante fra forza centrifuga e peso, un veicolo con baricentro basso è meno
soggetto al ribaltamento rispetto ad uno con baricentro alto, pur avendo la stessa carreggiata.
In generale possiamo perciò dire che la stabilità di marcia di un autoveicolo è influenzata da numerosi fattori,
quali:
• Distribuzione delle masse;
• Proprietà del pneumatico;
• Sospensioni;
• Assetto.
Queste considerazioni sono valide per tutti i veicoli, compreso il kart ( eccetto il fattore sospensione), e per detto
studio occorre far ricorso a modelli adeguati dell’intero veicolo.
1.2.3 - Rigidezza
Una parte molto importante nella rigidezza del telaio è costituita dal fatto che, più esso è rigido, maggiori sono
le reazioni che si possono scaricare sulle ruote e minori sono le deformazioni (e quindi le variazioni degli angoli
caratteristici) che si hanno all’avantreno nella fase di inserimento in curva.
Dobbiamo anche fare delle considerazioni sulla rigidità dell’assale posteriore, dove è applicata la coppia
motrice, e l’assale anteriore, dove sono collocati due freni a disco che determinano l’azione frenante.
Nell’ipotesi di comportamento dell’assale analogo a quello di una molla, maggiore è la rigidità, minore è la
velocità con cui esso tende a flettersi sotto carico e maggiore quella con cui ritorna nella posizione di riposo; di
conseguenza è preferibile un assale molto rigido rispetto ad uno che lo è meno, in quanto favorisce il
sollevamento della ruota posteriore interna e il trasferimento di carico. Un assale meno rigido invece si deforma
maggiormente nella zona della ruota esterna (quella di appoggio) e, non appena termina l’azione della forza
centrifuga, rilascia l’energia accumulata sotto forma di deformazione molto velocemente, permettendo così di
far appoggiare prima al suolo il pneumatico interno, a tutto vantaggio della trazione in uscita dalla curva.
Riassumendo, gli obiettivi fondamentali che un buon telaio è chiamato a perseguire sono: una buona
deformabilità tra anteriore e posteriore, la capacità di percorrere buona parte della curva con la ruota posteriore
interna sollevata (effetto differenziale), ed una buona reattività in uscita in curva.
Capitolo 1 Descrizione del kart
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1.2.4 – Risposta a sollecitazioni flessionali
Quando un veicolo incontra delle asperità stradali, come ad esempio un dosso, può essere soggetto ad
accelerazioni verticali di notevole entità, prossime ai 3 o 4g.
Il telaio della vettura può essere schematizzato come una trave, che collega le sospensioni anteriori a quelle
posteriori, e sulla quale giace il centro di massa. In queste condizioni la trave è caricata con una forza pari a tre,
quattro volte il peso del veicolo. La vettura subisce perciò una deformazione di tipo flessionale che mette a dura
prova la resistenza strutturale del telaio. Le tensioni massime raggiunte dovranno perciò essere accuratamente
valutate e confrontate con quelle sopportabili dal materiale utilizzato; non sarà invece necessario prestare
particolare attenzione alle deformazioni, fondamentalmente per due motivi. La deformazione subita dal telaio in
queste condizioni non influenza né il trasferimento di carico longitudinale, né quello laterale, perciò, entro
opportuni limiti, il comportamento dinamico della vettura risulta “insensibile” alla rigidezza flessionale dello
chassis. Inoltre, un telaio accuratamente dimensionato dal punto di vista della rigidezza torsionale, di cui si
tratterà nel prossimo paragrafo, presenta anche un’adeguata rigidezza a flessione, rendendo superflua ogni
ulteriore verifica.
1.2.5 – Risposta a sollecitazioni torsionali
A differenza della rigidezza a flessione, che come discusso nel paragrafo precedente non influisce sul
comportamento dinamico del veicolo, un’elevata rigidezza torsionale è un requisito indispensabile per ottenere
una vettura sensibile alle regolazioni e “sincera” nel comportamento dinamico. Il telaio, infatti, può essere
schematizzato in prima approssimazione con il seguente modello a un grado di libertà, in cui due parti rigide
dotate di massa propria sono collegate fra loro tramite una molla di torsione.
Figura 3 Modello del telaio ad un grado di libertà.