7
Come avvenne questo radicale cambiamento nella percezione degli americani?
Ipotizzando che questo non dipenda completamente dall invasione dell Afghanistan e
dal supporto alle lotte di liberazione in Angola ed Etiopia, l attenzione si dovr
spostare su un cambiamento endogeno , proveniente dall interno, in grado di alterare
la percezione generale verso una crescente inflazione delle minacce.
La decostruzione dell immagine dell Unione Sovietic a come potenza totalitaria e
aggressiva, promossa nel periodo nixoniano era funzionale alla strategia di distensione.
Nixon e Kissinger avevano bisogno di proporre un immagine di un avversario che
aveva abbandonato gli aspetti piø intransigenti dell ideologia comunista per approdare
ad una visione piø ispirata ad un legittimo interesse nazionale, senza che questo
prevedesse ambizioni di rivoluzione mondiale o di abbattimento delle potenze
capitaliste.
Questa strategia, fino alla met degli anni 70, ri scontra notevoli successi sul fronte
interno: fino al 1974 gran parte della popolazione pensa che la distensione debba andare
avanti (78%) e per la prima volta i sondaggi rilevano che coloro che hanno un opinione
favorevole dell URSS sono di piø di quelli che hanno un opinione fortemente
sfavorevole .
Queste tendenze non riguardano solo la dimensione pubblica, percepita dai sondaggi e
influenzata dalle tendenze isolazioniste indotte dalla guerra in Vietnam, ma coinvolgono
anche la classe dirigente del paese e i policy makers. Consultando i documenti prodotti
dall intelligence in quegli anni, si trovano giudizi molto ottimisti circa l Unione
Sovietica come potenza soddisfatta , che ha raggi unto i suoi obbiettivi di lungo
periodo , guidata piø dal pragmatismo che dal dogm a marxista , sinceramente
impegnata nella distensione .
Dal 1974-75 questa tendenza inizia ad invertirsi. Da questo periodo in avanti guadagna
sempre piø rilievo politico la coalizione dei Cold Warriors che si oppongono alla
distensione. Questa insieme di forze politiche trova sempre piø spazio, riuscendo ad
influenzare profondamente il dibattito politico e accademico riguardante la politica anti-
sovietica e la visione stessa del rapporto bipolare.
Sicuramente, molti dei fattori di declino della detente furono di natura sistemica :
nuovo espansionismo sovietico in Medio Oriente, nell Asia Centrale e in Africa, la
persistente crescita delle capacit militari soviet iche. Tuttavia, il lungo periodo di
8
passaggio tra la Distensione e l affermazione della New Orthodoxy 1 fu animato da un
intenso dibattito interno in cui le voci degli hard liners riuscirono progressivamente a
sovrastare i fautori di strategie miste, piø complesse, ispirate ad una convivenza
competitiva e non ad uno scontro aperto.
I fattori di rinnovata conflittualit furono amplif icati e sfruttati per alterare la percezione
di pericolo esterno e per restituire alla politica estera una marcata impronta ideologica.
Nella mia tesi, ho cercato di mettere in luce il ruolo di alcuni protagonisti di questo
dibattito evidenziando come questo abbia avuto una notevole importanza nella
formulazione delle strategie di politica estera.
In quel periodo ebbe luogo una generale polarizzazione delle posizioni che rese piø
difficile il mantenimento del consenso per la strategia della Distensione, che iniziava ad
essere sottoposta a critiche sia dai conservatori che la consideravano una forma di
appeseasement sia dai liberal che condannavano la scarsa moralit della realpolitik
kissingeraina.
Un altro punto nodale di questa tesi Ł analisi della politica estera della Presidenza
Carter, sottolineando come la conflittualit intern a e l incoerenza strategica abbia
minato la credibilit delle soluzioni proposte, pre stando il fianco alle critiche dei falchi
della guerra fredda che avevano trovato un alto grado di unit e coesione ideologica e
politica.
Fin dal 1978, la politica estera di Carter si trova ad dover affrontare necessit opposte.
La necessit di marcare una discontinuit netta, in seguito alla promessa di una svolta
morale e di un ritorno ai valori americani dopo il Watergate e dopo l amoralit
kissingeriana, che confliggeva con la necessit di continuit nella Distensione; la
crociata per i diritti umani rendeva piø difficile i rapporti con Mosca; la priorit
attribuita alla dimensione Nord-Sud e l urgenza a ttribuita alla crisi energetica
stridevano con una lettura ancora largamente bipolare delle evoluzioni politiche nel
Terzo Mondo. L esempio piø evidente sar l Iran in cui fino all inizio del 1978 in cui ci
si preoccupa di una presunto pericolo comunista, ignorando l ascesa del
fondamentalismo islamico.
1
Stanley Hoffmann, American Foreign Policy in the New Cold War. Ballinger Publishing Company.
Cambridge. 1982
9
Soprattutto, per , il limite piø evidente fu la co mpresenza di diversi progetti politici e
diverse concezioni del ruolo dell America nel mondo, soprattutto per quanto riguarda la
competizione con l Unione Sovietica, che fu alla radice del conflitto tra Zbigniew
Brzezinski e Cyrus Vance.
Carter non riusc , in questo modo, a imporre una propria agenda e a guidare il dibattito
pubblico sulle proprie issue. Mentre nel breve periodo era riuscito ad imporre una
propria serie di obiettivi e a differenziarsi dai predecessori e dagli oppositori, soprattutto
attraverso la politica dei diritti umani, nel lungo periodo fu costretto a inseguire
un opinione pubblica sempre piø influenzata da temi e sentimenti dettati
dall opposizione, che riusc a amplificare il senso di debolezza americana e a
enfatizzare la minaccia posta dall Unione Sovietica.
Questo elaborato ho cercato di descrivere il ruolo di alcuni dei protagonisti del dibattito
sulla politica estera in quegli anni, in merito alla questione legata alla nuova
ideologizzazione del conflitto bipolare: innanzitutto, il Committee on Prensent Danger,
analizzando la sua composizione, le sue posizioni politiche, i suoi scopi, il suo ruolo nel
dibattito pubblico, in particolare evidenziando come la sua linea politica sia svolta su
una duplice linea, quella dell enfasi sul pericolo militare e sulla rinnovata
caratterizzazione ideologica del confronto bipolare. Torna nel vocabolario corrente la
categoria del totalitarismo che era stata dimenticata nel periodo della distensione. Il
CPD, gruppo formalmente bipartisan fu una delle esperienze che contribuirono
all avvicinamento di alcuni democratici al partito repubblicano e che cementarono la
coalizione degli hard liners.
L esperienza politica del CPD fu pesantemente condizionata dalla vicenda del Team
B . Nel 1976, il direttore della CIA George Bush as segn ad un gruppo di esperti
(formalmente neutrale, in realt un gruppo omogeneo di Cold Warriors e oppositori
della Distensione) l incarico di realizzare una valutazione alternativa della strategia
politico-militare sovietica, che doveva essere confrontato con il National Intelligence
Estimate on Soviet Union prodotto, come ogni anno, dalla CIA.
I membri principali di questo gruppo erano Richard Pipes, Paul Nitze, Paul Wolfowitz
ed Edwad Teller2.
2
Fisico che lavor ai laboratori di Los Alamos, not o come Padre della Bomba H , critico della teoria
della deterrenza e grande sostenitore del progetto Star Wars.
10
Il risultato sar un documento che descrive l Union e Sovietica come potenza totalitaria
e aggressiva, pronta a sfruttare una presunta supremazia militare e nucleare per
raggiungere i propri obiettivi. Questo rapporto sar ignorato da Carter, ma contiene tutti
i punti essenziali della scare campaign del CPD. In questo documento sono presenti
molti degli spettri che saranno agitati negli ultimi anni 70: la finlandizzazione
dell Europa, la possibile perdita dell accesso alle risorse del Medio Oriente, l inferiorit
militare.
Mi soffermer sul ruolo e sulla posizione politica di alcune figure. Ad esempio, Richard
Pipes, sovietologo di Harvard, che descrive l Unione Sovietica come una potenza
irreversibilmente aggressiva e totalitaria con cui non Ł possibile nessuna trattativa
poichØ Ł completamente estranea alla cultura e ai valori occidentali3.
Un altra figura di spicco fu Jeane Kirkpatrick, rappresentante all ONU durante la prima
presidenza Reagan, che contribu alla formulazione della dottrina del doppio standard
con il suo articolo su Commentary Dictatorship and Double Standard , in cui si
sosteneva che i regimi comunisti erano dittature totalitarie senza possibilit di riforma
con coi si poteva solo combattere, mentre le i reg imi autoritari filoamericani erano
delle proto- democrazie da sostenere.
Tra il 1977 e il 1979 ci fu, inoltre, un nuovo confronto tra George Kennan e Paul Nitze.
Si ripete lo scontro dei primi anni 50 sulla militarizzazione del Containment. George
Kennan attraverso il suo libro The Cloud of Danger critica esplicitamente l inflazione
dei pericoli causata dalla propaganda del Committe on Present Danger, aggiornando la
sua interpretazione della realt dello stato soviet ico e delle necessit della strategia
americana. Kennan mette in luce le debolezze dell URSS e ne capisce le contraddizioni
interne, invocando una strategia di ridefinizione minimalista degli interessi e delle
pericoli, per in quel momento prevarranno storico le voci allarmiste come quelle di
Paul Nitze.
Ho cercato di comparare la svolta del 1950 con il NSC 68 con la ri-militarizzazione del
Containment proposta dal CPD e poi attuata da Reagan, tentando di scorgere constanti e
elementi distintivi. Ad esempio il NIE 3-11/76 (cioŁ, il Rapporto del Team B) richiama
3
La teoria di R. Pipes sull Unione Sovietica Ł piuttosto complicata e unisce elementi di storia politica
russa, quali l autoritarismo e la mancanza della propriet privata con elementi di specificit dell UR SS,
come il ruolo della nomenclatura al carattere totalitario dell ideologia marxista.
11
molti degli elementi sia politici sia ideologici del NSC-68, quasi che gli autori del
secondo si siano ispirati al primo (l autore principale di entrambi Ł Paul Nitze).
Questo confronto sui due momenti di cesura, il 1950 con l affermazione delle posizioni
di Achenson e Nitze su quella di Kennan e sulla rinnovata ostilit che segn la fine della
Distensione, pu indurre, in chiusura, ad allargare la riflessione su quella che Stanley
Hoffmann definisce New Orthodoxy, ovvero la riproposizione di canoni prescrittivi e
descrittivi della prima guerra fredda in un periodo in cui, probabilmente, la realt del
sistema internazionale richiedeva delle ricette meno nette e manichee. Tuttavia, la
ripresa di un discorso politico di tipo eccezionalista e oppositivo si adattava bene a un
ambiente politico che il lobbying e la campagna ideologica dei falchi avevano
contribuito a creare, cercando di tornare ai good old days of Truman.
12
CAPITOLO 1.
LA FINE DEL COLD WAR CONSENSUS E LA DISTENSIONE.
I paradossi del wilsonismo e la crisi della risposta flessibile.
Pagheremo ogni prezzo, sopporteremo ogni peso, aff ronteremo ogni stento,
appoggeremo ogni amico, combatteremo ogni nemico
per assicurare la sopravvivenza e il successo della libert 4.
Il 20 gennaio 1961 l America accoglieva il Presidente della Nuova Frontiera e della
nuova generazione, nata in questo secolo, forgiata dalla guerra e da una pace
amara5 .
John Kennedy inaugur la nuova stagione con un dis corso profondamente segnato dalla
retorica wilsoniana, che, in quel momento storico, riusciva ad infiammare i cuori e le
menti degli americani. Kennedy voleva essere il Presidente capace di prendere in mano
la torcia della libert dalla generazione precede nte, ereditando la tradizione del
passato, rinnovandola attraverso una nuova fede e una ribadita convinzione nei propri
valori e nelle proprie possibilit . Quel discorso, tuttavia, racchiudeva molte delle
contraddizioni ideologiche, politiche e strategiche che avrebbero portato la politica
estera americana in uno stato di profonda crisi alla fine degli anni 60.
Questo frammento, rivisto alla luce dei fatti successivi, ci permette una duplice
riflessione, poichØ contiene, in forma piø o meno implicita, le due caratteristiche
distintive delle presidenze democratiche degli anni 60: la prima Ł di carattere ideale e
politico, ovvero l adozione del wilsonismo come paradigma per elaborare la politica
4
John Fitzgerald Kennedy. Discorso inaugurale. John F. Kennedy Library, Historical Resources, Oral
material,
http://www.jfklibrary.org/Historical+Resources/Archives/Reference+Desk/Speeches/JFK/Inaugural+Add
ress+January+20+1961.htm
5
Ibidem.
13
estera
6
. La seconda Ł di natura strategica ed Ł la realizzazione di quello che John L.
Gaddis chiama contenimento simmetrico 7.
Questi due fattori, intrecciati nella realt , ma an aliticamente distinguibili, avrebbero
portato alla crisi della politica del contenimento e ad una profonda revisione dei canoni
ideologici e politici su cui questa politica si appoggiava. Questa crisi cre le premesse e
la necessit di un agonizzante ripensamento della politica estera americana, che port
alla strategia della distensione.
Iniziamo dal primo punto: il wilsonismo come paradigma descrittivo e prescrittivo
profondamente interiorizzato in quel periodo e perseguito con coerenza durante le due
amministrazioni democratiche degli anni 60.8
Il primo cardine di questo approccio consisteva nella convinzione che il modello
americano, democratico e capitalista, fosse esportabile e che i paesi del Terzo Mondo
avrebbero presto raggiunto stadi di sviluppo simili a quelli dell Occidente, anche grazie
all aiuto degli Stati Uniti9. Ci comportava un impegno stabile e duraturo per
appoggiare lo sviluppo delle nazioni piø svantaggiate nella loro lotta contro la povert
per raggiungere gli stadi successivi . L impegno a mericano, nella tradizione
wilsoniana, doveva facilitare il progresso delle altre nazioni e, allo stesso tempo, creare
un ambiente piø favorevole per gli Stati Uniti, rendendo il mondo sicuro per la
democrazia.
Nel contesto bipolare, per , questo impegno nella l unga strada verso lo sviluppo e la
libert era minacciato dalla presenza del nemico co munista che cercava di imporre il
proprio modello e cercava di sottrarre sempre nuovi spazi al mondo libero10.
6
Frank Ninkovich, The Wilsonian Century. US Foreign Policy since 1900. Chicago University Press.
1999. Pg 216
7
John Lewis Gaddis, Strategies of Containment: A Critical Appraisal of National Security Policies
During the Cold War. Oxford University Press, New York 2005. Pg 205
8
Ninkovich per analizzare l impatto del pensiero wilsoniano sulla politica estera ricorre alla definizione
di Thomas Kuhn in Struttura delle Rivoluzioni Scientifiche. In questa accezione definisce paradigma un
quadro teorico incompleto e soggetto a modifiche, talmente inserito nel modo di pensare da contribuire a
descrivere la realt e influenzare i comportamenti dei protagonisti .
9
In particolare Kennedy si affidava molto alle teorie dello sviluppo . Walt Rostow, che ricopr il ruolo di
consigliere per la sicurezza nazionale, era uno dei principali esponenti delle teorie della convergenza, che
prevedevano un rapido sviluppo del Terzo Mondo, fino a raggiungere i livelli dei paesi occidentali.
A questo proposito, W.W. Rostow, The Stages of Economic Growth, MIT Press, 1960.
10A questo proposito JFK nel suo discorso inaugurale: To those new states whom we welcome to the
ranks of the free, we pledge our word that one form of colonial control shall not have passed away merely
to be replaced by a far more iron tyranny .
14
In questa situazione, l ideale wilsoniano prescriveva un impegno assoluto per
combattere ogni nemico e appoggiare ogni nemico , poichØ l America doveva
difendere ovunque la torcia della libert , anche se ci non coincideva con l interesse
nazionale. Inoltre, la presenza di una seconda superpotenza, portatrice di un ideale
universalistico alternativo presupponeva la validit della teoria del domino , che
prevedeva che una sconfitta per le istituzioni lib ere in una parte del mondo sia una
sconfitta ovunque11 . Quando l America avesse lasciato uno stato nelle mani dei
comunisti, allora, probabilmente, anche gli altri sarebbero caduti come le tessere di un
domino.
Questi presupposti piegano il pensiero wilsoniano, durante la guerra fredda, ad una sorta
di ossessione per la credibilit 12. Questa derivava dalla particolare rilevanza
dell opinione pubblica nel pensiero wilsoniano durante la guerra fredda. In un contesto
bipolare, infatti, l opinione pubblica doveva essere rassicurata dalla costanza
dell impegno americano nella difesa della libert . Di conseguenza, gli Stati Uniti non
potevano in alcun modo arretrare dalle loro posizioni e dai loro impegni, non importa
quanto gravosi o indifendibili, poichØ avrebbero perso la loro credibilit presso gli
alleati, rischiando di innescare l effetto domino. Questo aspetto ideologico, legato
all adattamento del wilsonismo alla logica bipolare, Ł strettamente interconnesso con
l attuazione dell approccio definito contenimento simmetrico .
La fede nel wilsonismo e l accettazione delle sue conseguenze, tra cui la teoria del
domino spiegano, infatti, l impegno delle amministrazioni democratiche nei confronti
della risposta simmetrica (symmetrical containment), secondo la quale tutti gli interessi
erano vitali, tutte le minacce pericolose e tutti i mezzi per far fonte a queste erano
utilizzabili.
Un approccio di questo tipo offriva protezione contro le minacce di tipo incrementale,
come in Vietnam, prevenendo le alterazioni dell equilibrio politico indotte dalle
conflittualit periferiche. Inoltre, offriva la pos sibilit di impiegare un ampia gamma di
risposte, nella vasta zona grigia compresa tra l escalation nucleare e la resa. Alla
rappresaglia massiccia con armi nucleari, strategia poco credibile e con alti rischi,
11
Gi nel NSC-68 Ł presente, implicitamente, la teoria del domino, poi proclamata dal Presidente
Eisenhower.
12
Frank Ninkovich, Wilsonian Century. Op. cit. 208
15
veniva preferita una serie di interventi convenzionali nel luogo in cui si svolgeva la
crisi. Questa strategia, tuttavia, concedeva all avversario il vantaggio della scelta dello
scenario in cui la competizione si sarebbe svolta. Ci implica che la potenza che doveva
contenere, cioŁ gli Stati Uniti, dovesse essere pronta a confrontarsi ovunque e ogni volta
l avversario scegliesse di iniziare lo scontro. Un approccio simile richiedeva l impiego
di risorse virtualmente illimitate, perchØ estendeva all infinito le possibilit e le
modalit dello conflitto.
Una risposta di tipo asimmetrico riconosceva, invece, la realt della scarsit delle
risorse, sottolineando la necessit di scegliere le circostanze, i tempi e i modi in cui
rispondere all aggressivit dell avversario. Il Con tenimento asimmetrico cercava di
applicare la forza ai punti di debolezza dell avversario13, dove la simmetria rispondeva
applicando la propria forza alla forza dell avversario, trovandosi a dover accettare il
confronto su un terreno sfavorevole. Come detto, l Amministrazione Kennedy non
considerava il limite delle risorse un problema reale. Sul piano economico, aveva
adottato le teorie keynesiane ed espansive dettate da consiglieri quali Paul Samuelson ,
Walter Heller e Walt Rostow, che prevedevano che, attraverso una crescita stabile, fosse
possibile produrre le risorse necessarie per qualsiasi livello di spesa militare. Le
Amministrazioni Kennedy e Johnson avevano anche la volont politica di mantenere la
credibilit degli impegni assunti, poichØ tendevano a definire l interesse americano in
termini di impegno e credibilit . Ci , per , port alle estreme conseguenze la logica
wilsoniana, che, deformata dal vincolo bipolare, mostr tra il 1961 al 1969 tutte le sue
contraddizioni e i suoi paradossi.
Questa logica politica e strategica trov nella gue rra in Vietnam la sua fine, definita da
Hoffmann estrema ma logica, assurda ma inevitabile 14. Quel conflitto mostr , infatti,
l illogicit della combinazione composta dal symmetrical containment e dal wilsonismo
della guerra fredda.
13
Gaddis considera strategie asimmetriche il Contenimento proposto da Kennan e il New Look di
Eisenhower e Dulles. Queste strategie proponevano un confronto in settori in cui gli americani erano
significativamente superiori ai sovietici, ovvero il sostegno economico, con il Piano Marshall e la
deterrenza nucleare con la rappresaglia massiccia .
14
Stanley Hoffmann, Primacy or World Order. American Foreign Policy Since the Cold War. McGraw
Hill, 1979.