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Per questo motivo il cliente è, nella gran parte dei casi, un ospite fedele che
ritorna periodicamente nella struttura e contribuisce a instaurare un passaparola
positivo all’esterno.
Nel prosieguo del lavoro il percorso seguito si richiama in sintesi i concetti di
turismo, da cosa nasce e quali sono i sentimenti umani che attirano l’uomo ad
intraprendere un viaggio per arrivare alla conclusione logica del perché sussistono e
nascono le Case per Esercizi Spirituali.
Successivamente si è cercato di spiegare il fine degli Esercizi Spirituali per
capire quali esigenze, quali bisogni e quali prospettive ha l’ospite che richiede un tale
servizio.
E’ stata descritta poi la ricerca effettuata tramite un questionario somministrato
ai direttori di tali strutture fornendo, così un quadro generale della situazione Italiana
sulla presenza di Case per Esercizi Spirituali.
In seguito attraverso i dati ricevuti dai questionari, si è voluto descrivere la
struttura con le sue proprie particolarità che la contraddistinguono da qualsiasi altro
edificio adibito all’accoglienza e al servizio ricettivo; e delineare la figura del cliente
destinatario di tutto il sistema ricettivo.
Attraverso l’analisi del cliente e della struttura delle Case per Esercizi Spirituali
ci si addentra con più facilità nella conoscenza dell’offerta turistica in una prospettiva
di marketing.
Tramite il marketing si è voluto studiare il comportamento d’acquisto
dell’ospite nelle varie fasi del suo contatto con la Casa, della posizione strategica che
può assumere, per poi, infine, analizzare le “leve di marketing” o le così definite
“quattro P”.
Con la descrizione del prodotto, nella definizione delle politiche di prezzo,
della tecnica di promozione e della distribuzione del servizio è emersa una precisa
competenza di marketing che queste Case hanno e che possono sviluppare.
L’analisi attraverso gli strumenti di marketing, ha permesso di mettere in
rilievo sia l’originalità di queste strutture ma anche le potenzialità che possono
svilupparsi in campo economico e qualitativo.
Le conclusioni sono frutto delle riflessioni personali, dopo avere concluso lo
studio tecnico su queste Case, influenzate dall’esperienza vissuta in tre anni di lavoro
all’interno di una Casa per Esercizi Spirituali; sia come soggetto destinatario e fruitore
di questo servizio.
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CAPITOLO PRIMO: IL TURISMO RELIGIOSO E LE CASE PER ESERCIZI
SPIRITUALI
1. Il viaggio secondo il WTO
Attualmente nei paesi economicamente più evoluti, l’uomo conosce vari
momenti del riposo dall’attività lavorativa: le ore libere giornaliere, la pausa
settimanale, il periodo di ferie annuali retribuite e il cosi detto fenomeno dei ponti.
Di conseguenza assume grande importanza l’organizzazione del tempo libero,
il quale può essere destinato sia alla semplice ricreazione o al turismo in senso lato.
Mentre la ricreazione si realizza nella propria abitazione o non lontano da essa (in
palestra, in piscina, in un circolo, al cinema etc.), il turismo implica spostamenti, più o
meno lunghi, compiuti sia per il bisogno di distaccarsi da una vita monotona e insieme
tumultuosa, sia per conoscere genti e luoghi diversi.2
Secondo la definizione formulata dal WTO (World Tourist Organisation)3 il
turismo è "l'attività di coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi dal
proprio ambiente abituale per un periodo non superiore ad un anno consecutivo per
svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerativa all’interno
dell’ambiente visitato". Le motivazioni che spingono il turista a spostarsi sono vari:
dal semplice leisure a motivi culturali, per lavoro, o come esigenza religiosa e
spirituale.
2. Cenni storici sull’evoluzione del fenomeno turistico
Non è facile stabilire con esattezza la data d’inizio del turismo, poiché molti
viaggi effettuati in età classica non presentano i fondamentali requisiti di diporto o di
interesse culturale. E altrettanto si può dire riguardo alle spedizioni compiute per
motivi politici o economici. Presso alcune civiltà come quella egizia, greca, romana, si
riscontra qualche tipo di spostamento, da parte di persone appartenenti alle classi
superiori, per motivi sia religiosi, di studio, sportivi o per cure termali etc. che meglio
si avvicina al nostro concetto di viaggio turistico. I greci, in particolare, dettero una
spinta decisiva ai viaggi motivati da interessi culturali e dal desiderio di emulare
“Ulisse”.
2
Sul desiderio innato nell’uomo di viaggiare cfr. B. Nice, Geografia e studi, in “ Riv . Geogr. It.”, LXXII; 3,
1965
3
L’organizzazione Mondiale del Turismo (WTO) è stata istituita nel 1925 ed ha come finalità quella
promozione delle politiche del turismo. Ha sede a Madrid. Al 2006 ad essa vi partecipano 150 paesi.
L’Italia vi ha aderito a partire dal 1978.
7
Nel periodo medievale, oltre ai pellegrinaggi dei cristiani verso i luoghi santi
(terra santa, luoghi mariani, luoghi e tombe dei santi), assunsero importanza anche i
viaggi dei musulmani verso la Mecca. Dopo la fondazione delle università si
aggiunsero i viaggi di studiosi e di studenti, favoriti, nei loro spostamenti, dalla
conoscenza del latino. In questo periodo, nei maggiori centri europei, cominciò ad
affiancarsi, agli alloggi offerti dai privati e alle foresterie delle istituzioni religiose e
dei conventi, un’organizzazione di tipo alberghiero.
Nel Rinascimento, mentre nei paesi interessati dalla Riforma scompaiono i
pellegrinaggi diretti ai “luoghi mariani” o ai “luoghi dei santi”, si manifesta il desiderio
di arricchire il proprio spirito con esperienze personali. Dal Cinquecento in poi si
hanno molti esempi di viaggi a fini culturali, oltre che per motivi commerciali e
militari, testimoniati da attente descrizioni. Alcuni di questi possono essere ricondotti
al Grand -Tour, che dalla Francia passò in Gran Bretagna, divenendo di moda per ogni
giovane gentiluomo desideroso di conoscere l’Europa continentale.4
Le mete preferite di scrittori, poeti, pittori e musicisti erano rappresentate
dall’Italia, da Parigi, i Paesi Bassi, la Germania e la Svizzera, spesso raggiunte a piedi,
a cavallo o a dorso di un mulo. Narrazioni sui viaggi si ritrovano nei patrimoni
culturali di tutti i popoli: spesso le cronache degli stessi ambasciatori, nei vari Stati,
sono costellate da annotazioni relative alle abitudini e ai modi di vita dei paesi visitati.
Tuttavia sono la rivoluzione industriale e il conseguente affermarsi della civiltà
urbana e di nuove moderne comunicazioni a provocare modificazioni profonde nel
turismo.
Decisivo per lo sviluppo del turismo a un più vasto numero di persone, fu
l’avvento della ferrovia, la diffusione della bicicletta e dell’automobile nell’ultimo
quarto dell’Ottocento. Per un’estensione del turismo da un’élite, dotata di mezzi
finanziari e di mezzi di trasporto propri, a una massa sempre più vasta di persone
occorre attendere il periodo infrabellico. Solo allora il turismo diventò un’attività
sociale, com’è dimostrato dalla nascita del turismo dopolavoristico, a sfondo più o
meno ideologico, del turismo scolastico e più in generale giovanile, del turismo
religioso, del turismo sportivo, favorito anche dal sorgere e dal diffondersi delle
agenzie di viaggio.
In tempi ancor più recenti, cioè dopo la seconda guerra mondiale, la
generalizzazione, nei paesi più evoluti, dell’automobile e l’affermazione dei voli
transcontinentali e transoceanici, già iniziati negli anni venti-trenta, permettono di
raggiungere agevolmente qualsiasi regione del mondo. Il turismo è favorito, oltre che
da un’elevazione dei redditi individuali, da migliori condizioni tariffarie e anche da
fattori politici e sociali.
A questi fattori si aggiunge l’evoluzione psicologica in atto nelle società e in
particolare nei Paesi ricchi, dove l’evoluzione serve: per superare i difetti della vita
urbana; per uscire dalla routine quotidiana; per soddisfare la domanda sempre più forte
4
G.E. Viola, Viaggiatori del Gran Tour in Italia, Tci, Milano 1987
8
di socialità; per rompere la monotonia e lo stress; per la ricerca di un senso della vita
etc.
5
3. L’imprescindibile “bisogno” di viaggiare
Mettersi in cammino è connaturato all'essere umano, l’uomo è camminatore,
viandante, nomade, viaggiatore e anche pellegrino: colui cioè che 'viaggia,
normalmente a piedi, verso un luogo sacro' per un fine alto e mezzi semplici; una
pratica universale che ritroviamo in tutte le religioni, antiche e attuali.
Il viaggio è connaturale perché è innanzitutto RICERCA: non solo di un luogo,
di una meta o di un approdo, ma anche ricerca di senso, di verità, di cambiamento.
Ricerca di quiete, di pace, bisogno di sosta, riposo, incanto. E’ connaturale perché il
viaggio è anche DOMANDA: Chi sono? Dove sto andando? Cosa voglio raggiungere?
Cosa mi aspetta? È metafora della vita. Nella grande crisi che viviamo, con la cultura
nichilista6 che domina il nostro occidente, è parere di molti osservatori, non solo di
estrazione cristiana e cattolica, che la “desertificazione” interiore dell’uomo abbia
raggiunto livelli per molti aspetti impensati e imprevedibili fino a qualche tempo fa:
ciò parrebbe proprio confermato dalla crescente diffusione dei viaggi caratterizzati
sempre più dalla ricerca di esperienze volte soddisfare il bisogno di esplorare quegli
sconfinati paesaggi dell’animo umano impregnati di bellezza, di gusto, di desiderio e
di voglia sconfinata di felicità.
Da qui l’apertura ad altri orizzonti esterni a noi: all’arte, alla cultura, alla
musica, alle tradizioni, al gusto, alla storia. Il viaggiatore, il viandante trova se stesso
al di là di se stesso. Smette di vagabondare quando trova un luogo, una méta che
diventi per lui non solo un luogo di sosta ma “casa”, “abitazione”, “famiglia” che lo
accoglie non da estraneo, non da “pollo da spennare”, ma appunto da “familiare”.
Il viaggio è connaturale perché è anche ricerca di IDENTITA’ e RADICI: chi
ha scoperto il gusto e l’arte di viaggiare sa di trovare se stesso attraverso gli altri e nel
trovare in tutte le cose il suo DIO. Questo modo di interpretare il viaggio apre l’uomo
all’esplorazione di territori nuovi, sconosciuti, sconfinati, immensi: i territori della
solitudine, dell’interiorità, del mistero. E si apre ad un altro viaggio, al viaggio
interiore, al viaggio spirituale che ogni uomo compie. Il viaggio nella vita. La
tradizione cristiana parla dei passaggi della vita come tappe di un viaggio interiore in
continua progressione, un continuo processo di crescita e di maturazione7.
5
P. Innocenti - Geografia del Turismo – NIS - Roma u.e. pag 11-14
6
Il nichilismo è la concezione secondo cui le cose vengono dal niente e ritornano nel niente.
7
Dal discorso d. Mario Lusek “ Il turismo nelle prospettive della Chiesa e il compito dell’ANSPI”