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un’apprendista insegnante a cui i percorsi formativi affrontati anche durante
i 6 mesi di lezioni teoriche in aula, hanno fornito conoscenze didattico-
pedagogiche tali da sapere che vi è una profonda differenza tra saper cosa
insegnare e sapere come insegnarlo. Partendo da tale riflessione mi è
stato facile comprendere che l’insegnamento si presenta come una
relazione educativa che non è mai un prodotto finito, ma un continuo
processo di scambio tra alunno e insegnante, due soggetti che entrano in
contatto tra loro portando con sé le proprie esperienze personali, i propri
background. Si tratta, pertanto, di una relazione che non è mai statica ma
dinamica e che va, pertanto, ogni giorno ridefinita e ricostruita. In virtù di
tali argomentazioni mi sono resa conto di quanto sia necessario, per la
formazione di un insegnante, avere l’opportunità di unire alle conoscenze
didattiche generali e disciplinari apprese in aula, una fase di tirocinio diretto
in maniera tale da cominciare ad entrare in contatto con una realtà in cui
principali attori sono, non più i docenti, ma gli alunni.
In definitiva credo di poter asserire che gli obiettivi essenziali della
formazione sia teorica, sia pratica che abbiamo ricevuto durante questo
periodo universitario, siano stati l’acquisizione di competenze didattico-
disciplinari, nonché pratico-comportamentali, senza comunque che si sia
persa di vista la riflessione che l’apprendimento della professione
insegnante non si porta mai a compimento, anzi, si arricchisce di continuo
sia con i contributi significativi provenienti dal lavoro con i colleghi, sia dal
contatto diretto con allievi le cui problematiche pongono il docente in ogni
momento di fronte a situazioni mai uguali alle precedenti affrontate. Quello
che sicuramente è imprescindibile per un insegnante di qualsiasi disciplina,
ma a maggior ragione per un insegnante di sostegno, è avere delle
conoscenze specifiche nelle discipline speciali che creino competenze tali
da riuscire a seguire adeguatamente allievi con qualsiasi tipo di disabilità,
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dalle più gravi a quelle appena percettibili. Il corso mi ha fornito
conoscenze sicuramente necessarie, sebbene non sufficienti, ma ha avuto
il merito di inserirmi in un percorso tale da consentirmi di affrontare da sola
problematiche sempre diverse e da spingermi ad approfondire situazioni e
contingenze sempre differenti, man mano che si dovessero presentare.
Penso che nessun insegnante, curricolare o di sostegno che sia, possa
asserire di aver appreso in maniera completa e totale la propria
professione. Penso, altresì, che quella dell’insegnante sia una delle
professioni più complesse e continuamente in evoluzione e che vada di
pari passo con i cambiamenti continui, non solo dei soggetti, ma anche
della società in cui sono inseriti.
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I. IL CIRCOLO DIDATTICO “ANGELO MAURI” NEL SUO TERRITORIO
§ 1.1 - OSSERVAZIONE DEL MACROCONTESTO
Il Circolo ha sede nel IV Municipio (XII Distretto scolastico) nel quartiere
Nuovo Salario è presente nel territorio da circa 40 anni. La comunità
originaria si caratterizzava per un forte disagio abitativo: per ospitare i
bambini che abitavano nelle baracche di Prato Rotondo, limitrofe a questa
zona, nel novembre del 1969 nascevano nel circolo due sezioni della Casa
dei Bambini. L’urbanizzazione del territorio è terminata da circa 20 anni. La
situazione attuale vede un elegante quartiere e un ambiente socio-
economico medio-alto, con ridotta presenza di giovani nuclei familiari.
Affluiscono alla scuola Angelo Mauri, alunni provenienti da altri quartieri
come: Serpentara, Vigne Nuove, Bufalotta, Colle Salario, Talenti.
Il Circolo lavora a stretto contatto, in rete, con le numerose associazioni
sportive, musicali, teatrali presenti nel territorio, come pure con le autorità
amministrative locali e centrali e con le scuole del territorio con le quali
condivide il conseguimento di specifici obiettivi.
La scuola si pone come obiettivi la realizzazione dell’autonomia
organizzativa, didattica, di ricerca e sviluppo per ottenere i migliori risultati
utilizzando al meglio le risorse umane, le strutture e i servizi offerti dal
territorio. Essa ritiene di fondamentale importanza la collaborazione e la
comunicazione con le famiglie, per garantire il successo formativo di ogni
bambino. A tal fine sono previsti colloqui individuali per i genitori dei
bambini neoiscritti, assemblee informative periodiche e frequenti colloqui
tra insegnanti e genitori.
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§ 2.1 - L’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA IN FUNZIONE
DELL’INTEGRAZIONE
I bambini iscritti sono 660, i disabili sono 4 per la scuola dell’infanzia e 12
per la scuola primaria ( quindi l’incidenza degli allievi disabili sul totale degli
alunni è pari al 2.4% ), mentre il rapporto insegnanti di sostegno/alunni con
disabilità è pari al 43.75%. Gli insegnanti di sostegno per la scuola
dell’infanzia sono 2, mentre per la scuola primaria 5; gli insegnanti
curricolari per la scuola dell’infanzia sono 18 ( più 1 IRC); per la scuola
primaria, invece, sono 43 più 2 IRC e 2 L2, pertanto il rapporto insegnanti
di sostegno/insegnanti curricolari (nell’intero CD) è pari a 10.6%.
Le figure AEC presenti sono 2 comunali e 6 facenti parte di una
cooperativa sociale.
I bambini disabili presenti nella scuola primaria sono: 1 affetto dalla
sindrome di Down, 1 tetraplegico, 1 autistico, e 2 dislessici; nella scuola
materna 1 autistico e 3 bambini affetti da patologie lievi (non specificate).
§ 3.1 - SERVIZI TERRITORIALI DESTINATI AI PROCESSI DI
INTEGRAZIONE E DI INCLUSIONE E RELATIVI PROGETTI ATTUATI IN
COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA
Gli enti principali con cui la scuola collabora regolarmente sono l’ASL, il
CAR e l’Istituto di Ortofonologia. Per tutti i bambini che non riescono ad
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essere inseriti, per motivi di disponibilità di posti, i genitori ricorrono a
terapie private.
Altri enti che collaborano con la scuola e le cui attività sono dirette sia ai
bambini normodotati, sia a quelli con disabilità sono: l’associazione
Insieme Per Fare (centro di arte, cultura e sport dilettantistico); Club
Nomentano e Aasport IV (centri di educazione sportiva a scuola con
progetti specifici per bambini con disabilità), Associazione Amaltea (che
elabora ed attua progetti di zooantropologia applicati alla didattica), Libreria
Di Girandola ( che realizza progetti e manifestazioni di promozione della
lettura con la partecipazione di esperti di logopedia che seguono i bambini
con difficoltà), Le Radici e le Ali (attività teatrali per bambini con difficoltà),
Le Tre Civette (organizza laboratori scolastici ed extrascolastici relativi ad
attività di comunicazione e percezione visiva), l’Associazione Altair (centro
equestre con una sezione dedicata alla ippoterapia per disabili) e altre.
Sostanzialmente tutti i progetti della scuola, come il Dirigente Scolastico ha
tenuto a sottolineare durante il colloquio che ho avuto con lui, sono diretti
sia ai bambini normodotati, sia ai bambini con disabilità di qualunque
genere. Inoltre ha evidenziato come sia uso generalizzato della scuola A.
Mauri utilizzare parte delle ore di compresenza dei docenti per il recupero
didattico nei casi in cui si osservino difficoltà o ritardi nell’apprendimento da
parte di alunni che non presentano problematiche derivanti da handicap. In
questi casi vengono attivati percorsi didattici individualizzati che, attraverso
interventi su piccoli gruppi, mirano a colmare tempestivamente le lacune
affinché non vengano compromesse l’autostima e la motivazione
dell’alunno, fattori essenziali della riuscita scolastica. Per casi
particolarmente complessi o in presenza di difficoltà specifiche che
possono richiedere anche interventi individualizzati , la scuola prevede la
possibilità di fruire di un pacchetto di ore di recupero mirato, da effettuarsi
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nell’ambito dell’orario scolastico dell’allievo. Anche i laboratori LARSA
(lavoro personalizzato, di approfondimento, recupero e sviluppo degli
apprendimenti) contribuiscono all’azione di recupero e supporto agli alunni
con difficoltà.
Come evidenziato precedentemente, dai colloqui con il DS e con
l’insegnante accogliente è chiaramente emerso il grande interesse della
scuola Angelo Mauri a tenere nella massima considerazione i principi
dell’accoglienza, della solidarietà e dell’uguaglianza delle opportunità,
rispondendo con interventi e varie strategie che hanno dato luogo a
dinamiche “coevolutive”, basati su una “pedagogia della coeducazione”
dove ciascuno è educato dall’altro e, nel contempo, lo educa. Il Circolo
Didattico, come ho potuto constatare personalmente nel corso del mio
tirocinio diretto, fa fronte alla necessità non solo degli alunni con disabilità,
ma anche delle loro famiglie, di poter essere accolti in un ambiente in cui
sperimentare percorsi di crescita personale in un clima sereno e
stimolante: il soggetto in difficoltà non è considerato come un alunno di cui
prendersi cura, ma un alunno per il quale attivare un “progetto che si
prenda carico della persona” e della sua voglia di vivere una realtà
scolastica che dia spazio alle sue peculiari potenzialità.
§ 4.1 – BREVE SINTESI DEI PRINCIPALI PROGETTI, CON
PARTICOLARE ATTENZIONE AI PROCESSI D’INTEGRAZIONE,
ATTIVATI PER L’A.S. IN CORSO
I progetti sottoelencati sono solo alcuni tra gli oltre 30 attuati annualmente
dal C.D.; essi sono destinati a tutti gli allievi, ma, per le loro caratteristiche,
quelli di seguito descritti si sono rivelati, secondo quanto affermato dal D.S.