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Premesso questo, intendo definire di seguito la suddivisione del lavoro di
tesi in sette capitoli inseriti in due parti.
La prima parte ha un approccio di carattere conoscitivo e prende in
considerazione gli indirizzi normativi e le differenti indicazioni di politica sociale
TXDOHEDVHSHUSRWHUDIIURQWDUHLOWHPDFDUGLQHGHOO¶LQFOXVLRQHVRFLDOH
Il capitolo iniziale verte sui principali scenari normativi di carattere europeo,
nazionale e a livello della regione Liguria, quale luogo di mia residenza, che fanno
GDSLODVWULQHOO¶DIIURQWDUHLOWHPDGHOO¶LQFOXVLRQHVRFLDOHGHJOLDGXOWLLQGLIILFROWj
$OO¶LQWHUQR GHO VHFRQGR FDSLWROR VL WURYDQR LQYHFH ULIOHVVLRQL GL FDUDWWHUH
JHQHUDOH ULJXDUGDQWL L SULQFLSL H L YDORUL GHOO¶ DWWXDOH VRFLHWj FKH VSHsso vengono
GLPHQWLFDWL YRORQWDULDPHQWH&Lz VL FROOHJD DXQD FULWLFDJHQHUDOH VXOO¶RSHUDWRGHO
Welfare quale sfera istituzionale, che dovrebbe rendersi più responsabile delle
conseguenze delle sue azioni. Si passa dunque attraverso una disuguale
distribuzLRQH GHOOH ULVRUVH FKH LQIOXHQ]D O¶HIIHWWLYR HVHUFL]LR GHOOD OLEHUWj H
O¶HIIHWWLYD SDULWj GHL FLWWDGLQL GL IURQWH DOOH SRVVLELOLWj RIIHUWH GDOOD VRFLHWj &Lz
comporta stati di povertà cosiddetta relativa e dunque di maggiore esclusione
sociale.
Il terzo capitolo affronta, partendo dalla riforma del welfare, la complessa
VILGD GHOO¶LQFOXVLRQH VRFLDOH QHOOD VIHUD SXEEOLFD PRGHUQD FDUDWWHUL]]DWD GD
difficoltà analitiche ed interpretative. Viene esposto inoltre un lavoro di ricerca su
Roma riguardante appunto la tematica in oggetto e infine degli spunti utili agli
RSHUDWRULVRFLDOLULVSHWWRDORJLFKHG¶LQWHUYHQWRHSUDVVLRSHUDWLYH
,OTXDUWRFDSLWRORWUDFFLDXQ¶DQDOLVLGHOFRQFHWWRGLSRYHUWjQHOOHSLGLYHUVH
VIDFFHWWDWXUH 9LHQH GLVWLQWD O¶LGHD GL SRYHUWj nel senso più ampio del termine,
quale conseguenza di una situazione, da quella di povertà estrema, vista invece
come uno stato. Si espongono inoltre alcune riflessioni relative al tema della grave
emarginazione. Esse dimostrano quanta poca differenza ci possa essere tra chi sta
bene e chi sta male, consapevolizzando come ognuno di noi possa ritrovarsi in una
FRQGL]LRQH GL ³JUDYH GLVDJLR´ H DOOR VWHVVR PRGR SRVVD WURYDUH LO VXR SHUFRUVR
G¶DLXWR
8
$VHJXLWRGHOO¶DQDOLVL WHRULFD VYROWDQHOODSULPDSDUWH VLapre una seconda
parte operativa nella quale ho fatto uso di diversi strumenti professionali.
In primo luogo sviluppo il mio progetto di tirocinio riguardante le politiche
SHUODSURPR]LRQHGHOO¶LQFOXVLRQHVRFLDOHHSHUJOLLQWHUYHQWLGLHPHUJHQ]DVRFLDOH
DOO¶LQWHUQRGHOFRQWHVWRVDYRQHVH(¶VWDWDLQIDWWLODPLDHVSHULHQ]DIRUPDWLYDFKHPL
KDGDWRO¶LQSXWSHUDYYLDUHLOODYRURGLWHVL3HUPH]]RGHLFRQWDWWLODYRUDWLYLFUHDtisi
durante lo svolgimento del tirocinio, ho inoltre avuto modo di approfondire diverse
esperienze sul campo attraverso tre interviste a operatori che in diverso modo si
occupano di promozione di inclusione sociale.
/¶intervista effettuata a una operatrice del settore adulti in difficoltà del
torinese, ha dunque portato alla parte saliente del lavoro di tesi: presentazione e
confronto delle due realtà (savonese e torinese) rispetto alle politiche degli adulti in
difficoltà.
Nella parte conclusiva, commento le differenze e le similitudini tra le due
esperienze territoriali ed espongo alcune ipotesi e proposte che, a mio avviso,
risultano rilevanti nel perseguimento delle politiche sociali.
9
PARTE I
/¶,1&/86,21(62&,$/(
UN APPROCCIO TEORICO
10
CAPITOLO PRIMO
1 Gli scenari normativi
1.1 Il contesto normativo europeo
1HOOD ULFHUFD VXL GLULWWL VRFLDOL QHOO¶8QLRQH(XURSHD HPHUJHXQD ULQQRYDWD
centralità di questo tema nel dibattito che si è aperto ± soprattutto nella seconda
metà degli anni Novanta ± tra comunità scientifiche nazionali e policy-makers
sovranazionali che sta portando, anche dopo le accese discussioni sulla
Costituzione Europea da parte di alcuni Stati, a individuare un sistema di garanzie
dei diritti sociali$JOLLQL]LGHOO¶HVSHULHQ]DFRPXQLWDULDLOGLOHPPDUXRWDYDLQWRUQR
alla inconcilLDELOLWj GHOO¶(XURSD VRFLDOH FRQ XQ PHUFDWR LQ FHUFD GL GLQDPLFKH
SHUIHWWHHGLPDVVLPDHIILFLHQ]D1HJOLDQQLLQFXLO¶HTXLOLEULRGHOPHUFDWRVLDQGz
consolidando intorno alla scelta di una moneta unica, oltre alla lenta evoluzione
delle politiche sociali WUDGL]LRQDOLVLULYHOzQHOODVXDLQWHUDGUDPPDWLFLWjO¶DVVHQ]D
GLXQDSROLWLFDSHUO¶RFFXSD]LRQH,QTXHOOHFLUFRVWDQ]HRYYHURGRSRLO7UDWWDWRGL
Amsterdam (2 ottobre 1997), il laboratorio delle politiche sociali europee aprì le
sue porte a quanti elaboravano i temi della conciliabilità tra sviluppo economico e
stabilità delle politiche monetarie da un lato e rafforzamento dei diritti sociali
GDOO¶DOWUR'RSR$PVWHUGDPVL DYYLzXQSHULRGR IHFRQGRGL DSSURIRQGLPHQWRFKH
indusse a un confronto di idee tra i diversi Stati e nella stessa Commissione
Europea.
Il carattere politico di questa operazione di rinnovamento culturale ha
SRUWDWR D XQD GLYHUVD DWWHQ]LRQH DL WHPL GHOO¶Europa sociale parallelamente
DOO¶LPSRVWD]LRQHGLVLJQLILFDWLYHULIRUPHLVWLWX]LRQDOi che hanno influenzato anche i
dibattiti nazionali. Una negoziazione, collegata ai lavori della Convenzione, ha
portato alla redazione dei diritti fondamentali inseriti nelle Carte Costituzionali.
Rilevante H¶ LO ruolo giocato dalle Carte Costituzionali degli Stati Membri che
11
hanno costituito un banco di prova importante nella redazione della Carta di Nizza
GLFHPEUH LVSLUDWD WUD O¶DOWUR DO SULQFLSLR GHOOD LQGLYLVLELOLWj GHL GLULWWL
IRQGDPHQWDOL /¶HODERUD]LRQHGHOOD&DUWD GL1L]]D q VWDWR DQFKH il risultato di un
processo aperto ai contributi della società civile e al sindacato europeo.
Successivamente, un altro grande capitolo innovativo si è avviato al Consiglio
Europeo di Lisbona (23- PDU]R FRQ O¶DGR]LRQH GHO metodo aperto di
coordinamentoFKHWURYDOHVXHRULJLQLQHOO¶DWWXD]LRQHGHOFDPSRGHOO¶RFFXSD]LRQH
DOO¶LQWHUQRGHO7UDWWDWRGL$PVWHUGDP
2
.
Questi due grandi processi riformatori sono avvenuti attraverso una procedura
guidata da soggetti istituzionali, ma aperta a tutti i contributi della società civile:
- la preparazione della Carta;
- O¶HQXQFLD]LRQHGLXQFDWDORJRGLGLULWWLVRFLDOLHIRQGDPHQWDOL
'HOOD&DUWDGL1L]]DVLSDUODFRPHGLXQ³PRGHOORRWWLPDOH´/HSROLWLFKH
occupazionali si rafforzano intorno a questo metodo aperto che, oltre a coinvolgere
i governi nazionali, interessa in modo diretto tutti i settori delle amministrazioni
degli Stati.
La consapevolezza che si è diffusa nelle strategie europee in materia di
SROLWLFKHVRFLDOLYDYHUVRXQ³OLQJXDJJLRGHLGLULWWL´FKH IDYRULVFHO¶LQWHJUD]LRQHH
avvicina i legislatori nazionali, creando la coscienza di valori condivisi. Il
laboratorio interdisciplinare e interculturale del dopo Amsterdam e le politiche
QD]LRQDOLVFDWXULWHGDOO¶DWWXD]LRQHGLTXHO7UDWWDWRKDQQRSRUWDWRDOla luce il metodo
aperto di coordinamento, quale WHFQLFDUHJRODWLYDDOWHUQDWLYDDOO¶DUPRQL]]D]LRQH;
tale metodo si va estendendo anche ad altre materie e viene da più parti auspicato
come una grande novità per gli spunti di riflessione teorica che esso offre, sia ai
JLXULVWL FKH DJOL VWXGLRVL GHOOD VFLHQ]D SROLWLFD H GHOO¶LQWHJUD]LRQH VRFLDOH 3HU
TXDQWR DWWLHQH DOOH SROLWLFKH UHODWLYH DOO¶LQFOXVLRQH VRFLDOH LQ VHQR DO VRSUDFLWDWR
Consiglio Europeo di Lisbona, sono state individuate le problematiche più rilevanti,
unitamente a possibili interventi per la loro soluzione. Dal Consiglio medesimo, è
HPHUVRLQIDWWLFKHLOQXPHURGHOOHSHUVRQHFKHQHOO¶8QLRQHYLYRQRDOGuVRWWRGHOOD
soglia di povertà e in condizioni di esclusione sociale, è inaccettabile. Occorrono
2
PSIR, Regione Liguria, 2007
12
iniziative per imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà fissando
obiettivi adeguati. La nuova società basata sulla conoscenza offre un immenso
SRWHQ]LDOH SHU ULGXUUH O¶HVFOXVLRQH VRFLDOH VLD PHGLDQWH OD FUHD]LRQH GHOOH
condizioni economiche finalizzate a una maggiore prosperità, attraverso livelli più
DOWL GL FUHVFLWD H RFFXSD]LRQH VLD PHGLDQWH O¶DSHUWXUD GL QXRYL PRGL GL
partecipazione alla società. Tuttavia, il rischio di un divario sempre più ampio tra
coloro che hanno accesso alle nuove conoscenze e quanti ne sono esclusi, è elevato
e, per cercare di evitare tale rischio e valorizzare il nuovo potenziale, occorre
compiere sforzi per migliorare le competenze, promuovere un maggiore accesso
alle conoscenze e alle opportunità e lottare contro la disoccupazione: il lavoro
FRVWLWXLVFH ODPLJOLRUH VDOYDJXDUGLD FRQWUR O¶HVFOXVLRQH VRFLDOH. Le politiche, per
combatterla, dovrebbero essere basate su un metodo di coordinamento aperto
FRPSUHQGHQWH L SLDQL QD]LRQDOL GL D]LRQH H XQ¶LQL]LDWLYD Gella Commissione per
favorire la cooperazione in questo settore.
*OL RELHWWLYL SHU O¶inclusione sociale emersi dal Consiglio Europeo di
Lisbona, possono pertanto essere così sintetizzati:
x SURPR]LRQHGLXQDPLJOLRUHFRPSUHQVLRQHGHOO¶HVFOXVLRQHVRFLDOHDWWUaverso
un dialogo costante, nonché scambi di informazioni e buone prassi, sulla
base di indicatori convenuti di comune accordo (il Gruppo ad alto livello
³3URWH]LRQHVRFLDOH´KDFRRSHUDWRDOODGHILQL]LRQHGLWDOLLQGLFDWRUL
x integrazione della promozione GHOO¶LQFOXVLRQH QHOOH SROLWLFKH GHJOL 6WDWL
membri in materia di occupazione, istruzione e formazione, sanità ed
edilizia abitativa con concomitante affiancamento, a livello comunitario, di
XQD]LRQHQHOO¶DPELWRGHLIRQGLVWUXWWXUDOLGLVSRQLELOLDELODQFLR;
x sviluppo delle azioni prioritarie indirizzate a particolari gruppi bersaglio
(gruppi minoritari, minori, anziani e disabili).
Tra gli osservatori delle politiche europee, è diffusa la convinzione che i
contributi più inventivi ed efficaci circa la possiELOLWj GL SRUWDUH ³FDPELDPHQWL´
QHOOH SROLWLFKH SHU O¶LQFOXVLRQH VRFLDOH VLDQR YHQXWL GDO PHWRGR DSHUWR GL
coordinamento. In una delle occasioni di riflessione politica e accademica promosse
dalla presidenza portoghese, il Ministro belga responsabile per gli affari sociali e le
SHQVLRQL )UDQN 9DQGHUEURXNH VHJQDOz O¶XUJHQ]D GL DSSOLFDUH WDOH PHWRGR QHOOD
13
ORWWDDOO¶HVFOXVLRQHVRFLDOH OHJDQGRORDO UDJJLXQJLPHQWRGLRELHWWLYL LQ WHUPLQLGL
risultati) più che alle valutazioni dei livelli di spesa sostenuta nHOO¶DPELWR GHOOH
politiche di Welfare dai diversi Stati europei. Venne anche proposto di basare le
scelte politiche dei governi sulla comparazione di indicatori sociali, da mettere a
SXQWR FRQJLXQWDPHQWH FRQ OH LVWLWX]LRQL FRPXQLWDULH 3HU VHJQDODUH O¶LPSRrtanza
che si intendeva attribuire a questa materia, si suggerì di trasformare il Gruppo di
Alto Livello sulla protezione sociale in Comitato per la protezione sociale, quale
organismo da inserire nel Trattato successivamente approvato a Nizza. Governance
e metodo aperto di coordinamento hanno avuto il ruolo guida nel promuovere la
cooperazione in materia di protezione sociale tra gli Stati Membri e con la
Commissione Europea. È utile valutare perché il metodo aperto di coordinamento
ha suscitato tanti consensi tra gli osservatori andando a sostituire il metodo
GHOO¶DUPRQL]]D]LRQHGLQRUPHHSLDQLWUDJOL6WDWLDIDYRUHGLXQVLVWHPDEDVDWRVX
³LQGLFDWRULGLULVXOWDWR´FRQWHFQLFKHsoft law di coordinamento, che propongono:
- miglioramento della conoscenza;
- scambio di informazioni sulle migliori prassi e sulle esperienze fatte dai
diversi Stati Membri.
6L WUDWWD GL XQD IRUPXOD FKH QRQ VL SURSRQH FRPH XQD FRPSHWL]LRQH ³DO
ULEDVVRGHJOLVWDQGDUGGLSURWH]LRQHVRFLDOH´PDXQFRRUGLQDPHQWRGHOOHHVSHULHQ]H
migliorLQHOTXDGURGHJOLRELHWWLYLSRVWLSHUO¶LQFOXVLRQHVRFLDOH1HOPHWRGRDSHUWR
di coordinamento esiste un intreccio tra competenze e tecniche regolative secondo
FULWHULGLPRGHUQLWjHGL LQQRYD]LRQHHQWUDQGR³QHOYLYRGLFRPSHWHQ]HGLIHVHFRQ
forza dagli 6WDWL0HPEUL´UHVWLLDOFDPELDPHQWRSHUYLDOHJLVODWLYDLPSRVLWLYDPD
IDYRUHYROL D XQ SURJHWWR GL ³JUDGXDOH PRGHUQL]]D]LRQH´ ,O QXRYR FOLPD GL
riflessioni e proposte, favorito dal metodo aperto di coordinamento, spiega
O¶DWWLYLVPRGHOOD&RPPLVVLRQHQHl creare consenso politico anche intorno al tema
GRYHVLGLIHQGHO¶DXWRQRPLDGHLJRYHUQLQD]LRQDOLFKHqTXHOORGHLVHUYL]LVDQLWDUL
nonché nella modernizzazione delle regole che sovraintendono la libera
circolazione dei lavoratori.
È ugualmente significaWLYR O¶LPSHJQRSURIXVRGDOOD&RPPLVVLRQH(XURSHD
nel monitoraggio del metodo aperto di coordinamento applicato alle politiche
occupazionali, volendo imprimere alle stesse una maggiore efficienza,
14
sincronizzando tali politiche con il più complesso quadro dello sviluppo
HFRQRPLFR$WDOSURSRVLWRDOO¶$JHQGD6RFLDOH-2010 fanno capo le politiche
PLUDQWLDLQFUHPHQWDUHO¶RFFXSD]LRQHFRPEDWWHUHODSRYHUWjHJDUDQWLUHDWXWWLSDUL
opportunità. Con la cooperazione dei pubblici poteri di ogni livello, da quello
nazionale a quello locale, dei rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e
GHOOH RUJDQL]]D]LRQL QRQ JRYHUQDWLYH O¶$JHQGD FRVWLWXLVFH XQ TXDGUR GHVWLQDWR D
SHUPHWWHUHDL ODYRUDWRULFKHVLVSRVWDQRGDXQ3DHVHDOO¶DOWURGLPDQWHQHUHLGLULWWL
aFTXLVLWLDSUHVWD]LRQLSHQVLRQLVWLFKHHSUHYLGHQ]LDOLDVYLOXSSDUHO¶RFFXSD]LRQHLQ
particolare dei giovani e delle donne, ad ammodernare la legislazione del lavoro
tenendo conto delle nuove forme di rapporti di lavoro, come i contratti a breve
termine, HDJHVWLUHOHULVWUXWWXUD]LRQLDWWUDYHUVRLOGLDORJRVRFLDOH/¶$JHQGDVRFLDOH
rappresenta anche un quadro di riferimento per le politiche degli Stati membri,
volte a formare i sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria, a lottare contro la
povertà, DGDIIURQWDUH LSUREOHPLRFFXSD]LRQDOLHVRFLDOL OHJDWLDOO¶LQYHFFKLDPHQWR
della popolazione, a promuovere la parità delle opportunità e a sradicare le
ineguaglianze e le discriminazioni.
La sintesi che deriva dalle nuove scelte europee, ben si adatta alla legge
della regione Liguria 12/06 che apre il tema delle politiche sociali al metodo aperto
di coordinamento, incrociando la governance tra Enti (Conferenza Permanente per
la Programmazione Sociosanitaria regionale) con la partecipazione alla formazione
di un moderno sistema di Welfare, delle istanze della società civile (famiglie,
associazioni di promozione sociale), delle parti sociali, degli Enti Confessionali e
del Terzo Settore. I ministri responsabili per le politiche sociali dei Paesi Ocse, a
Parigi, nel marzo 2005 (Ocse, 2005), individuano nei documenti preparatori uno dei
punti fondamentali sul nuovo corso delle politiche del Welfare. Nel passato, le
discussioni sul tema dello Stato sociale sono state dominate dai timori sugli effetti
del livello dLVSHVDVXOODFUHVFLWDHFRQRPLFDHVXOO¶RFFXSD]LRQHRJJLVLVHJQDODXQ
cambiamento: le politiche sociali QRQ VRQR QHFHVVDULDPHQWH XQ ³RQHUH´ SHU LO
sistema economico, ma possono rappresentare un ausilio essenziale
DOO¶DJJLXVWDPHQWR VWUXWWXUDOH H DOO¶HVLJHnza di conciliare crescita economica e
sviluppo sociale. Per assolvere tale funzione, è fondamentale che le politiche sociali
³JXDUGLQR DYDQWL´ SLXWWRVWR FKH DL PRGHOOL GHO SDVVDWR H DGHJXLQR RELHWWLYL H
15
interventi alle diverse realtà della società moderna. Si tratta di individuare, in luogo
di interventi assistenziali, politiche sociali attive che prevedano cinque grandi assi
GLLQWHUYHQWR/¶2FVHSURSRQHLQWDOLWHUPLQLXQ¶DWWHQ]LRQHSULRULWDULD
1) DL SUREOHPL GHOO¶LQIDQ]LD H DOO¶LPSRUWDQ]D GL FRQFLOLDUH le responsabilità
famigliari e professionali dei genitori che lavorano;
2) DOO¶DGR]LRQHGLVWUDWHJLHSHUFRPEDWWHUHO¶HVFOXVLRQHVRFLDOHDQFKHDWWUDYHUVR
PLVXUHFKHIDFLOLWLQRLOSDVVDJJLRGDOO¶DVVLVWHQ]DVRFLDOHDOODYRURwelfare-
to-work);
3) a favorire il sostegno sociale per coloro che hanno lavori precari (welfare-
in-work);
4) a conciliare la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici con maggiori
opportunità di lavoro;
5) DVRVWHQHUHIRUWHPHQWHXQDSROLWLFDDIDYRUHGHOO¶DXWRQRPLDGHJOLDQ]LDQL
Un altro capitolo importante è quello delle politiche a favore degli anziani.
/LPLWDUH O¶LPSDWWR GHOO¶LQYHFFKLDPHQWR GHPRJUDILFR sui sistemi pensionistici e
VDQLWDUL UHVWD XQD SULRULWj LQ WXWWL L 3DHVL GHOO¶2FVH /¶RELHWWLYR SL LPSRUWDQWH q
quello di rispondere ai bisogni degli anziani non autosufficienti. In Italia tali
ELVRJQLVRQRVWDWLWUDGL]LRQDOPHQWHDVVLFXUDWLGDOOHIDPLJOLHO¶DXPHQWRGHOWDVVRGL
occupazione delle donne e la contrazione dei componenti delle famiglie ha messo in
crisi questo modello. È necessario quindi organizzare e potenziare programmi
assistenziali a favore degli anziani non autosufficienti, che prevedano anche
O¶LPSLHJR GL QXRYH IRU]H ODYRUR DSSRVLWDPHQWH IRUPDWH DQFKH FRQ O¶RELHWWLYR GL
IDU HPHUJHUH IRUPH GL ³LPSLHJR LUUHJRODUH´ /D UHOD]LRQH GHOO¶2FVH FRPSOHWD OD
disamina sulle priorità del Welfare nei Paesi aderenti, sulla necessità di costruire i
consensi necessari per tradurre le priorità enunciate in misure concrete per le
rispettive popolazioni. Si può sottolineare come la legge regionale 12/06 nel
SURPXRYHUHXQ³VLVWHPDLQWHJUDWRGLVHUYL]LVRFLDOLHVRFLRVDQLWDUL´VLD LQVLQWRQLD
FRQOHSULRULWjGHOO¶2FVHHSURSRQJDSHUOD/LJXULDXQVLVWHPDGLSURWH]LRQHDIDYRUH
delle fasce deboli, delle famiglie, dei minori e degli anziani.
3
3
Ibidem