ENCEFALOMIELITE
Questo termine viene utilizzato per indicare una malattia acuta di tipo
demielinizzante, caratterizzata dal punto di vista anatomo-patologico dalla
presenza di numerosi focolai di demielinizzazione sparsi in tutto il cervello e
nel midollo.
Gli assoni e le cellule nervose rimangono più o meno intatti. Altrettanto
caratteristica è la reazione infiammatoria perivenulare.
Le forme più gravi di encefalomielite sono associate a un elevato tasso di
mortalità e a un'alta incidenza di deficit neurologici persistenti nei
sopravvissuti.
Nei bambini la convalescenza dopo la fase acuta è talvolta seguita da un
disturbo comportamentale permanente, ritardo mentale o epilessia;
paradossalmente, la maggior parte degli adulti in genere presenta un buon
recupero.
EZIOLOGIA E PATOGENESI
In passato una patologia simile è stata riscontrata in seguito a vaccinazione
antirabbica e antivaiolosa e, sembra, dopo somministrazione di antitossina
tetanica.
Oggi sembra comunque che la maggior parte dei casi, clinicamente e anatomo-
patologicamente indistinguibili, si manifestino in seguito a infezioni respiratorie
apparentemente banali e dopo infezioni documentate da virus Epstein-Barr,
citomegalovirus e Mycoplasma pneumoniae; occasionalmente l'anamnesi è
negativa per una malattia chiaramente definita o per una vaccinazione.
La patogenesi dell'encefalomielite non è stata ancora chiarita, nonostante la sua
evidente associazione con infezioni virali.
CASO CLINICO
Un ragazzo di 17 anni a Novembre 2008, si presenta presso il nostro ospedale
“A.O. Cardinale Panico “di Tricase, per l’insorgenza di febbre, cefalea,
diplopia e affaticamento associato alla deambulazione.
Il ragazzo viene ricoverato prima, presso il reparto di Neurologia per i sintomi
iniziali, poi per ben due volte , dapprima per stato comiziale e poi per stato
soporoso e paraplegia, nel reparto di Rianimazione.
Il 3.12.08 il paziente viene trasferito presso l’unità operativa di malattie infettive
del V. Fazzi.
Il giorno 03.01.09, il paziente viene trasferito nuovamente presso la nostra unità
operativa di Neuroriabilitazione per disponibilità di un posto letto.
Il paziente viene dimesso dall’ospedale V.Fazzi con una diagnosi di Nevrassite
di origine virale, litiasi renale e vescicale, e con l’indicazione della terapia
farmacologica.
VALUTAZIONE CLINICA
Alla visita neurologica il paziente presentava :
¾ buona vigilanza ma lieve disorientamento nel tempo e nello spazio
¾ rallentamento ideativo
¾ diminuzione della sensibilità profonda e superficiale
¾ respirazione difficoltosa
¾ anomalie oculomotorie
¾ medio ipertono spastico agli arti superiori e lieve agli arti inferiori
¾ deambulazione atassico-spastica
¾ bradicinesia
¾ Babinski a sinistra
¾ riflessi osteo-tendinei ipervivaci a sinistra
INDAGINI STRUMENTALI
Rx Torace e Rx addominale non mostrano alterazioni,
ECG non mostra alterazioni,
EEG evidenzia brevi onde theta nella
regione
temp.cent. e anomalie theta-delta
diffuse
dopo SLI,
TAC Toracica con mdc evidenzia una falda mediastinica
. antero-superiore.
TAC Addominale con mdc evidenzia una distensione vescicale,
Esame Urodinamico evidenzia una vescica ipereflessica
e una dissinergia detrusore-sfintere,
RM Encefalo con mdc evidenzia un’area di alterato segnale a
carico dei nuclei caudati e pallidi con
parziale interessamento del braccio
anteriore della capsula interna,
RM Midollo con mdc mostra una regolare morfologia e
segnale midollare.
PROCESSO DECISIONALE
A fronte di tale quadro neurofisiologico, caratterizzato dalla presenta di
sintomi e segni di un interessamento di tutto il sistema nervoso centrale
con un principale interessamento del tronco encefalico (anomalie
oculomotorie, respirazione compromessa, dissinergia detrusore
sfintere,atassia) veniva dunque posta una diagnosi di encefalomielite di
natura virale.
Il paziente il giorno 17.01.09 viene dimesso dal reparto di Neurologia con tale
diagnosi e viene trasferito nel reparto di Riabilitazione per migliorare e
intensificare i trattamenti neuro-riabilitativi.
APPROCCIO RIABILITATIVO
Stante la diagnosi di accesso in Riabilitazione e il quadro clinico
neuromotorio, il progetto riabilitativo doveva avere un approccio multi
sistemico e integrato, contemplando il trattamento dei disturbi
neuropsicologici, sensitivo-motori, respiratori, di coordinazione motoria
e del controllo degli sfinteri.
Ai fini del trattamento e quindi degli obiettivi terapeutici di questo paziente
risultavano essere fattori prognostici negativi i seguenti fattori caratteristici
SPASTICITA’
SQUILIBRIO MUSCOLARE
DEFICIT DELLA SENSIBILITA’ PRROPRIOCETTIVA
AFFATICABILITA’
DEFICIT COGNITIVI
Il progetto riabilitativo che abbiamo adottato si articola in
FASE ACUTA
intesa come il tempo che va dal
momento del trauma al momento
in cui il paziente lascia il letto ed
inizia l'attività in palestra;
FASE POST-ACUTA
che si prolunga dall'inizio
dell'attività in palestra fino
alla dimissione ed oltre.
FASE ACUTA
1- PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DELL’IMMOBILIZZAZIONE E
MOBILIZZAZIONE ATTIVA\ASSISTITA
DECUBITO LATERALE
DECUBITO SUPINO
PROCUBITO
Il posizionamento a letto deve
contribuire a prevenire nel contempo
le lesioni da pressione e gli
atteggiamenti viziati.
La mobilizzazione delle articolazioni
più colpite dalla patologia (tibio-
tarsica, ginocchia, coxofemorale e
scapolo-omerale) è stata subito
messa in atto.
Inizialmente una mobilizzazione
lenta, dolce, analitica e
pluriquotidiana per l’ampiezza
massima
Secondariamente
attivando i vari gruppi
muscolari, nelle manovre.
FISSAZIONE
INSEGUIMENTO
ACCOMODAZIONE
Abbiamo effettuato anche esercizi
attivi per riabilitare e promuovere la
motricità oculare.
Abbiamo effettuato un cateterismo ad
intermittenza per la minzione.
2- RIEDUCAZIONE ALL’ORTOSTATISMO
Per far abituare il paziente ai cambiamenti
pressori e vascolari abbiamo effettuato
graduali passaggi posturali.
Decubito laterale
Seduto a bordo letto
Verticalizzazione con
sostegno bilaterale
Verticalizzazione alle
parallele
3-STIMOLAZIONI PER IL RECUPERO SENSORIALE
Metodo Conoscitivo di
Perfetti
L’obbiettivo delle stimolazioni sensoriali è
quello di guidare il paziente a riacquistare
il controllo sui parametri di spazialità,
temporalità e intensità del movimento.
Esercizi di I° II° III°
4-LA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA
Esercizi di rinforzo di
muscoli respiratori accessori
La riabilitazione respiratoria ha come
obbiettivo quello di promuovere una
corretta e regolare respirazione e una
buona capacità funzionale, ha
compreso nel nostro caso l’utilizzo di
alcuni esercizi di rinforzo dei muscoli
respiratori accessori e l’utilizzo di
alcune tecniche di disostruzione
bronchiale.
Tecniche di disostruzione
bronchiale
Drenaggio autonomo
Tosse assistita
Drenaggio posturale
FASE POST-ACUTA
1-TECNICHE PER RIDURRE LA SPASTICITÀ E TECNICHE
NEUROMOTORIE DÌ FACILITAZIONE
2-LAVORO SPECIFICO PER IL RINFORZO DEGLI ARTI
SUPERIORI E DEL TRONCO
La riduzione della spasticità consente di
migliorare l'assistenza al paziente e di
prevenire quelle deformazioni osteo-
articolari e muscolo-tendinee, che la
esagerata contrattura dei muscoli
provoca a lungo andare.
Inizialmente veniva trattata con
sedute di stretching per
contrastare possibili retrazioni
soprattutto per i muscoli
antigravitari degli arti inferiori
(quadricipite, tricipite della sura)
In un secondo momento sono state
adottate le R.I.P. associate alle
tecniche di facilitazione, proprie della
metodica Bobath.
Il lavoro si è effettuato secondo una progressione
classica: con o senza gravità, con o senza
resistenze aggiunte, (sistemi corda-carrucola-peso,
manubri, estensori, apparecchi di rinforzo
muscolare ecc.) e seguendo un progressione di
lavoro ben precisa: decubito, seduto, in piedi tra le
parallele.
Indirizzato soprattutto ai
muscoli grande dorsale,
grande rotondo, grande
pettorale, gran dentato
deltoide, tricipite ed
estensori del polso.
Decubito supino
Decubito prono
A carponi
In ginocchio
Cavalier servente
Ortostatica
Deambulazione tra le
parallele
3-TRAINING DEL PASSO
Per la riabilitazione dello schema del passo è stato
adottato il protocollo per le atassie proposto dalla
professoressa Vannini, che si rifà alla piramide di
Bobath.
Il protocollo prevede il raggiungimento della
stazione eretta e successivamente della
deambulazione, grazie all’applicazione di esercizi
graduali a tappeto.
4-LAVORO SPECIFICO PER LA PROPRIOCEZIONE, LA
CORDINAZIONE E L’EQUILIBRIO
In concomitanza al training riabilitativo del
passo ci è sembrato opportuno, anche grazie
alla diminuzione quasi totale della spasticità
agli arti inferiori, far affrontare al nostro
assistito un lavoro specifico per migliorare la
propriocezione, la coordinazione e l’equilibrio.
Esercizi progressivi di
coordinazione alla spalliera
Esercizi su pedana
basculante e oscillante
Esercizi su bilance per la
ripartizione del carico
Deambulazione alle parallele
su superfici differenti
Percorsi ad ostacoli
CONCLUSIONI
Dopo 35 giorni di riabilitazione, il giorno 10.02.09 il paziente viene dimesso dal reparto di
Riabilitazione con la prescrizione di continuare, anche a domicilio, il percorso riabilitativo
iniziato nel nostro reparto. Prima delle dimissioni il soggetto veniva posto ad un controllo
generale delle sue condizioni fisiche con il supporto di esami strumentali. La RM encefalo
e midollo con mezzo di contrasto risultavano quasi nella norma (visibili aree di
rigenerazione tissutale). Anche l’EEG e la TAC (addominale e toracica) risultavano rientrati
perfettamente nella normalità.
All’esame urodinamico però erano ancora presenti, nella fase a medio riempimento,
contrazioni detrusoriali non inibite di elevata ampiezza che determinavano urgenza
minzionale ed incontinenza urinaria .
La comprensione di ciò che il paziente sa fare e di ciò che potrà arrivare a fare, è la base per
formulare un buon piano d'intervento.
Attraverso quello che facciamo ci realizziamo, realizzandoci come persone orientate al
prossimo, lo stesso che necessita di noi e delle nostre capacità, affinché siano lo strumento
del suo bene.
Questa è la magia della nostra professione