6
Infine, nel quarto capitolo, verranno analizzate le norme
della riforma che modificano modalità di elezione e composizione
degli organi di garanzia costituzionale. Particolare spazio verrà
dato alla figura del Presidente della Repubblica, che esce
particolarmente ridimensionato nelle sue attribuzioni.
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CAPITOLO I
LA RIFORMA IN GENERALE
1. Il dibattito intorno alla modifica della Costituzione.
Il progetto di revisione del centrodestra si colloca all’interno
di un dibattito che va avanti ormai da venticinque anni. Fin dal
1982, infatti, le forze politiche si stanno interrogando riguardo alla
necessità di meglio adattare la Carta del ’48 allo scenario politico
italiano attuale, decisamente diverso da quello di sessanta anni fa.
Il primo tentativo in questo senso fu affidato alla
Commissione Bozzi nel 1983-1985; seguirono, poi, la
Commissione De Mita – Iotti nel 1993 – 1994 e la Commissione
D’Alema nel 1997. Le tre Commissioni avevano tutte lo scopo e
l’incarico di pervenire ad un progetto di revisione della Parte II
della Costituzione.
In seno all’ultima di tali Commissioni, com’è noto, si era
arrivati ad un largo consenso tra le forze politiche in merito ad una
ampia revisione della forma di governo. In sede bicamerale si
discusse a lungo intorno a quattro ipotesi principali: la neo-
parlamentare, la presidenziale, la semi-presidenziale e il c.d.
premierato
1
.
1
Con il termine premierato o “governo del Primo ministro” si intende “una forma di governo
caratterizzata dal mantenimento del rapporto di fiducia e dallo stretto legame tra Governo e
maggioranza parlamentare, nella quale il Premier svolge un effettivo ruolo di direzione
politica in quanto leader riconosciuto del partito o della coalizione che ha vinto le elezioni”.
Cfr. M. VOLPI, Forma di governo e revisione della Costituzione, Torino, 1998, 125.
8
Dopo lunghe discussioni si arrivò ad un accordo sul progetto
di riforma in senso semi-presidenziale; tale progetto fu allora
molto criticato da parecchi costituzionalisti, visto il rischio di
instabilità che questa forma di semi-presidenzialismo “temperato”
avrebbe potuto creare
2
.
Alla fine, comunque, la riforma non passò in Parlamento,
vista la decisione dell’on. Berlusconi – del suo partito e della sua
coalizione – di bocciare il progetto che “morì” formalmente il 9
giugno 1998.
Riguardo questo primo, organico, tentativo di riforma, c’è da
segnalare che in questa occasione si è manifestata una tendenza
degli attori politici – per molti versi presente tuttora in entrambe le
coalizioni – volta a riformare la Costituzione soltanto per adattarla
alle esigenze dell’una o dell’altra parte; sembra, detto in altri
termini, che da parte dei partiti vi fosse – e vi sia – l’intenzione di
attuare una riforma che dipendesse quasi totalmente dalle esigenze
del sistema politico
3
.
2
Ibidem, 137 e ss. A riguardo delle critiche mosse alla soluzione uscita dalla bicamerale v.
anche i volumi A. BALDASSARRE, Una Costituzione da rifare, Torino, 1998; AA. VV., La
riforma costituzionale nel progetto della Commissione Bicamerale, in Dir. Pubbl., 1997; M.
FIORAVANTI, Costituzione e popolo sovrano, Bologna, 1998; F. TERESI, La strategia delle
riforme. La tormentata revisione della Costituzione repubblicana, VI ed., Torino, 1998.
3
Cfr. su questo punto G. BERTI, Illusioni e delusioni della “Bicamerale”, in AA. VV., op. cit.,
913.
9
2. La riforma costituzionale nella XIV legislatura.
Dopo il fallimento della Bicamerale e l’approvazione, da
parte dei soli parlamentari appartenenti alle forze politiche di
centro sinistra, della riforma del titolo V della Costituzione, il
dibattito intorno alla revisione della forma di governo è rimasto
aperto.
I partiti della coalizione di centro destra, dopo essere usciti
vincitori dalle elezioni politiche del 2001, si sono assunti il
compito di riformare la Costituzione, sia nell’ambito della forma di
Governo, sia nel campo delle attribuzioni legislative da
“devolvere” alle Regioni.
Anche qui, come già nella Bicamerale D’Alema, la logica
della riforma è stata fortemente determinata dall’esigenza di
soddisfare le richieste delle parti politiche, e in modo particolare,
della maggioranza
4
.
Il procedimento di revisione costituzionale è iniziato con la
presentazione di un disegno di legge di iniziativa governativa,
redatto dai cosiddetti quattro “saggi” di Lorenzago
5
.
Il disegno di legge di revisione costituzionale nel corso di
tutto l’iter parlamentare “è stato caratterizzato da un impegnativo
lavoro di elaborazione politica e tecnico-giuridica da parte di tutti i
4
È utile notare che inizialmente l’unica riforma costituzionale formulata dal centrodestra è
stato il disegno di legge di revisione dell’art. 117 c. 4 della Costituzione, presentato dal
ministro Bossi, che aveva come oggetto la sola “devoluzione”. Successivamente, viste le
pressioni di An e Udc, sono state proposte altre modifiche della Parte II del testo
costituzionale, per poter soddisfare le esigenze delle altre anime della coalizione di governo.
5
La c.d. “bozza dei saggi”, divulgata nell’agosto 2003 e poi proposta dal governo come
disegno di legge (AS 2544), è stata redatta da quattro esponenti dell’allora maggioranza di
governo: Andrea Pastore (Forza Italia), Domenico Nania (Alleanza Nazionale), Roberto
Calderoli (Lega Nord), Francesco D’Onofrio (Udc). È la prima volta che un governo si
assume il compito di presentare un progetto di revisione costituzionale di tale ampiezza.
10
livelli istituzionali coinvolti”
6
; la complessità e l’ampiezza delle
materie trattate nel ddl ha quindi comportato, durante la
discussione nelle parlamentari, l’intervento non solo di autorevoli
costituzionalisti, ma anche di molte associazioni e rappresentanze
di autorità locali e categorie professionali.
Dopo essere stato approvato dal Senato in prima lettura, il
ddl è stato trasmesso alla Camera dei deputati il 25 marzo 2004.
Nel corso del procedimento ordinario in Commissione Affari
costituzionali, terminato il 26 luglio 2004, la maggioranza ha
dedicato sempre meno attenzione alle proposte avanzate
dall’opposizione e ciò ha inevitabilmente comportato
l’approvazione della riforma da parte dei soli membri della
coalizione di centro destra
7
.
Dopo la pausa estiva, durante la quale la maggioranza ha
elaborato nuove proposte emendative al ddl, è iniziata la
discussione in aula - terminata con l’approvazione del progetto di
riforma il 15 ottobre 2004 - durante la quale si sono ulteriormente
acuiti i dissidi tra le forze politiche. La maggioranza ha infatti dato
alcuni aggiustamenti al progetto senza tenere in conto le proposte
che continuavano a venire dalle forze di opposizione; inoltre i
dibattiti in aula sono stati spesso caratterizzati da accantonamenti
di varie disposizioni, con l’evidente scopo di limitare al massimo i
6
R. CORSI, premessa al volume GRUPPO PARLAMENTARE PARTITO DELLA RIFONDAZIONE
COMUNISTA – COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI (a cura di), Revisione parte II della
Costituzione. Atti parlamentari – XIV Legislatura. Camera dei Deputati, Roma, 2006, 5. Sui
lavori parlamentari relativi alla revisione della Parte II della Costituzione v. anche gli atti
parlamentari in http://www.camera.it.
7
Gli estensori della riforma e l’intera coalizione di governo non hanno tenuto per nulla in
considerazione le proposte provenienti dall’opposizione anche quando questa ha divulgato un
testo (la c.d. “Bozza Amato”) in cui vi erano vari punti di convergenza con il ddl sottoposto
all’esame del Parlamento, quantomeno nell’ambito della forma di governo.
11
tempi della discussioni e per ragioni di opportunità politica interne
ai rapporti tra le forze di maggioranza.
Tali strategie sono andate avanti anche nelle successive
discussioni alla Camera e al Senato, fino all’approvazione del
progetto da parte di entrambi i rami del Parlamento
8
.
Indi, nonostante la riforma modificasse 49 articoli su 60
della Parte II della Costituzione e apportasse cambiamenti
significativi alla Carta fondamentale, la maggioranza di governo
non ha sentito necessario coinvolgere anche l’opposizione nella
stesura del testo. Piuttosto, la riforma appare come il risultato –
alquanto disomogeneo – di un compromesso tra le varie
componenti partitiche della maggioranza (Forza Italia, Alleanza
Nazionale, Udc e Lega Nord), in modo da soddisfarle tutte. Come
ha sottolineato Volpi
In definitiva ognuno dei quattro principali partiti della coalizione di governo
trova nel progetto […] una parte che gli consente di rivendicare un ruolo decisivo
nella elaborazione della riforma. Ma così facendo la Costituzione viene ridotta ad una
specie di grande supermercato nel quale ogni consumatore trova quello che gli serve
e ciò va inevitabilmente a scapito della natura organica e coerente che un qualsiasi
progetto di revisione dovrebbe avere
9
.
8
Il testo della legge costituzionale è stato approvato, in seconda votazione, a maggioranza
assoluta, il 20 ottobre 2005 dalla Camera dei deputati, e il 16 novembre 2005 dal Senato della
Repubblica.
9
M. VOLPI, La banalizzazione della Costituzione tra revisioni adottate e riforme progettate,
13/06/2005 (http://www.costituzionalismo.it).