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Partecipano al lavoro dell IPCC anche le Organizzazioni
internazionali piø rilevanti, siano esse intergovernative che non governative.
L IPCC ha tre gruppi di lavoro (Working Group - WG) e una Task Force:
- il Gruppo di lavoro I (WG I) sul sistema clima e sui
cambiamenti climatici;
- il Gruppo di lavoro II (WG II) sulla vulnerabilit dei sistemi
naturali e socio-economici, sugli impatti dei cambiamenti
climatici e sulle opzioni di adattamento;
- il Gruppo di lavoro III (WG III) sulla mitigazione dei
cambiamenti climatici - vale a dire la riduzione delle
emissioni dei gas effetto serra (Green House Gas - GHG);
- la Task force sugli Inventari Nazionali dei gas effetto serra,
responsabile del programma IPCC sugli Inventari Nazionali
dei gas effetto serra.
Il comitato si riunisce una volta l anno in sessione plenaria, dove
prende tutte le decisioni ufficiali riguardo l approvazione dei rapporti, la
definizione dei piani di lavoro dei WG e della Task force, le disposizioni
sul mandato, le procedure ed il budget.
I tre WG e la Task force ricevono a loro volta assistenza da apposite
Unit di Supporto Tecnico 3 finanziate da un governo del Paese
industrializzato co-presidente.
Nell ultimo Rapporto di Accertamento dell IPCC Ł stato affermato
che: La maggior parte del riscaldamento della Terr a osservato negli
ultimi 50 anni, Ł attribuibile ad attivit umane .
3 TSU: Technical Support Units.
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Figura 1: FONTE NASA GISS - Innalzamento della temperatura di
1 C negli ultimi 100 anni.
BenchØ ci siano delle incertezze nel proiettare il trend futuro a
causa di possibili errori nelle stime, l IPCC ha previsto un aumento delle
temperature da 1,4 C a 5,8 C durante il corso dei prossimi 100 anni.
L impatto del riscaldamento globale, anche se solo a livello piø basso di
questa graduatoria, sarebbe disastroso sia per l ecosistema che per gli
esseri umani. Alcune popolazioni in certe aree del pianeta potrebbero
beneficiare del cambiamento del clima, ma altre lotteranno per poterlo
affrontare nel migliore dei modi.
Occorre precisare come i Paesi in via di sviluppo, a causa della loro
mancanza di risorse, risentiranno molto piø l alterazione del cambiamento
climatico di quanto non ne risentano i Paesi sviluppati e con un economia
solida, marcando ancor piø la differenza e rendendo i Paesi meno
sviluppati piø vulnerabili alle avversit e alle em ergenze.
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CAPITOLO 1
Il Protocollo di Kyoto
1.1) La nascita del Protocollo di Kyoto
Nel giugno del 1992 a Rio de Janeiro, nell ambito della Conferenza
su Ambiente e Sviluppo promossa dalle Nazioni Unite, Ł stata approvata e
sottoscritta dai rappresentanti di diverse nazioni una Convenzione Quadro
sul Cambiamento Climatico.
Il testo firmato a Rio era frutto di un lungo negoziato internazionale
portato avanti dal Comitato Negoziale Intergovernativo per una
Convenzione sul Clima4, nonchØ il consuntivo di un ventennio di
programmi e conferenze in tema di riscaldamento globale. Questo tema Ł
ritenuto di rilevanza cruciale da tutti coloro che vedono nell aumento della
temperatura atmosferica una seria minaccia all equilibrio della Terra.
In questi ultimi anni la preoccupazione nei confronti dello stato
dell atmosfera terrestre Ł drammaticamente cresciuta: grandi problemi come
l inquinamento atmosferico, l effetto serra e l imp overimento dell ozono
atmosferico interessano ogni parte del nostro pianeta; la crescita della
popolazione mondiale, con conseguente maggior richiesta di risorse
alimentari ed energetiche, non fa che amplificare tali problematiche.
Il termine effetto serra Ł usato, in un accezione un po
particolare, per indicare l aumento del riscaldamento della superficie
terrestre e degli strati bassi dell atmosfera. L ef fetto serra Ł di per sØ un
fenomeno naturale. La Terra, come anche gli altri pianeti del Sistema
4 INCFCCC: Intergovernmental Negotiating Committee for a Framework Convention on
Climate Change.
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Solare, Ł un pianeta serra : l aria, il suolo, la vegetazione, le nubi,
emettono energia proveniente dal Sole.
L atmosfera si comporta come i vetri di questa serra: lascia
passare le radiazioni luminose provenienti dal sole intercettando per
quelle termiche emesse dalla Terra, che pu cos ma ntenersi calda.
Figura 2: Immagine che rappresenta il fenomeno dell effetto serra.
I piø importanti componenti atmosferici da cui deriva l effetto
serra sono l acqua, il biossido di carbonio e le nubi. Tuttavia negli
ultimi decenni, questo equilibrio energetico Ł stato alterato
dall immissione in atmosfera di gas che hanno la propriet di
influenzare le caratteristiche radiative dell atmosfera, catturando una
parte delle radiazioni termiche terrestri; piø aumenta la loro
concentrazione in atmosfera, piø l equilibrio dell energia radiante viene
alterato in termini favorevoli all effetto serra. La temperatura, cioŁ,
aumenta sempre piø sulla superficie terrestre e nell atmosfera inferiore.
I gas responsabili dell aumento del riscaldamento atmosferico a
bassa quota sono stati denominati, per questo stesso motivo, gas ad
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effetto serra o, piø semplicemente, gas serra . O ltre all anidride
carbonica ci sono altri 5 gas che contribuiscono a tale effetto:
- il metano CH4;
- il protossido di azoto N20;
- gli idrofluorocarburi HFC;
- i perfluorocarburi PFC;
- l esafluoro di zolfo SF6;
L insieme di tutte queste sostanze incide in maniera consistente
sull aumento della temperatura.
Basti pensare al metano che risulta essere un gas 21 volte piø
inquinante della CO2; ciononostante per indicare l indice di causa dell effetto
serra si Ł ritenuto opportuno standardizzare gli inquinanti suddetti alla
tonnellata di CO2 equivalente; parlare di gas ad effetto serra equivale oramai a
parlare di tonnellate di anidride carbonica equivalente (tCO2eq).
La prima risposta internazionale ai cambiamenti climatici va fatta
risalire alla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni
Unite (UNFCCC), svoltasi a New York il 9 maggio 1992. Tale
Convenzione definisce un quadro per le iniziative tese alla stabilizzazione
in atmosfera delle concentrazioni dei gas ad effetto serra al fine di
impedire interferenze pericolose con il clima.
La Convenzione Ł entrata in vigore il 21 marzo 1994 e i paesi
firmatari sono attualmente 189 che, annualmente, si riuniscono nelle
Conferenze delle Parti (COP). Nel dicembre 1997, le Nazioni Unite hanno
promosso una piø incisiva iniziativa sia per mitigare le emissioni sia per
migliorare i processi di assorbimento di gas-serra con il Protocollo di
Kyoto. Questo documento, ormai divenuto piø celebre dei suoi effetti,
impegna i paesi firmatari, sia quelli sviluppati che quelli con un economia
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in transizione, a ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra, nel loro
insieme del 5% rispetto ai livelli del 1990 entro il periodo 2008-2012.
L intero sistema terrestre emette 6.000 Mt di CO2, di cui 3.000 dai
paesi industrializzati e 3.000 da quelli in via di sviluppo; secondo il
protocollo di Kyoto, invece, sarebbero dovute venir immesse 5.850 Mt di
CO2 anzichØ 6.000.
Gli obiettivi specifici di riduzione variano da paese a paese; l Unione
Europea nel suo insieme si Ł impegnata a ridurre le proprie emissioni di
gas-serra dell 8% rispetto all anno 1990 entro il p eriodo 2008-2012, come
espresso dall accordo di Burden Sharing.
Successivi accordi hanno assegnato ad ognuno dei paesi membri una
percentuale specifica di riduzione di emissione; come evidente dalla tabella
successiva, gli Stati piø sani economicamente son o stati soggetti a tassi di
riduzione maggiori rispetto a quelli meno sani .
Figura 3: Rappresentazione dello scenario di emissioni europeo a 15 stati, in rosso i
paesi meno virtuosi e quindi piø in ritardo, in verde quelli piø virtuosi.
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Il Protocollo di Kyoto Ł entrato in vigore il 16 febbraio 2005,
ovvero a 90 giorni dalla ratifica dello stesso da parte della Russia,
avvenuta il 18 novembre del 2004.
Figura 4: Logo del Protocollo di Kyoto.
AffinchØ il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che
fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie e che le nazioni in
questione producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti;
quest ultima condizione Ł stata raggiunta proprio quando la Russia ha
perfezionato la sua adesione, in modo da contribuire per il 61,6% alle
emissioni globali di gas serra.
Grandi assenti restano invece gli Stati Uniti d America5, che con la
loro mancata adesione mostrano scetticismo nei confronti dei traguardi
prefissati, affermando inoltre che l adesione avrebbe danneggiato
l economia USA e avrebbe ingiustamente favorito i Paesi in via di
sviluppo; Ł importante aggiungere che da soli gli USA producono quasi il
50% delle emissioni in atmosfera di gas serra a livello mondiale.
Per quanto riguarda nazioni come la Cina e l India occorre fare un
discorso separato; tale nazioni, pur avendo ratificato il Protocollo e pur
5 Gli Stati Uniti d America, hanno inizialmente firmato il Protocollo ma successivamente si
sono rifiutati di ratificarlo.
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presentando un estensione territoriale ed una popolazione importanti, non
sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro del
presente accordo. Cina, India e altri paesi in via di sviluppo sono stati
esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyoto perchØ non sono stati
annoverati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante
il periodo di industrializzazione, ritenuto ragione principale del
cambiamento climatico. I paesi non aderenti sono responsabili del 40%
dell emissione mondiale di gas serra.
Figura 5: Adesione al Protocollo di Kyoto al febbraio 2006. In verde gli
stati che hanno firmato e ratificato il trattato, in giallo gli stati che lo
hanno firmato ma non ancora ratificato.
L Unione Europea ha ratificato il Protocollo di Kyoto durante il
Consiglio dei Ministri dell Ambiente del 25 aprile 20026; l Italia, a sua
volta, ha ratificato il Protocollo con la legge 120/2002 del 1 giugno 2002.
La genesi del Protocollo di Kyoto Ł stata particolarmente travagliata e si
parla sempre di piø di post-Kyoto .
6 Decisione 2002/358/CE del Consiglio, del 25 aprile 2002, relativa all’approvazione, in nome
della Comunit europea, del Protocollo di Kyoto all a Convenzione quadro delle Nazioni Unite
sui cambiamenti climatici e l’esecuzione congiunta degli impegni che ne derivano
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La ragione di ci Ł dovuta all ormai superamento d egli impegni
presi e, soprattutto, al fatto che pochissimi (tra gli aderenti al Protocollo)
hanno rispettato tali impegni a dovere.
Figura 6: Ripartizione di emissione di CO2 nel mondo.
1.2) Tutte le tappe: da Rio de Janeiro a Bali
Il 1992 pu essere considerato l anno in cui per la prima volta si Ł
parlato in maniera ufficiale di cambiamenti climatici; da quel momento,
per arrivare a diffondere una sensibilizzazione maggiore riguardo tale
argomento, sono stati organizzati molteplici incontri, qui di seguito
brevemente riassunti.
1995 Berlino COP-1
La Conferenza delle Parti si incontr per la prima volta
a Berlino nella primavera del 1995, ed espresse timori sull adeguatezza
delle azioni degli stati ad adempiere agli obblighi della Convenzione.