reazioni razziste.
Ho voluto sottolineare non solo le motivazioni che portano una donna a
scegliere di emigrare dal proprio paese, ma ho cercato di mettere in luce sia
le difficoltà sia le agevolazioni che una donna può incontrare nell‟accesso
ai servizi, nel trovare un lavoro, nell‟essere tutelata dalla legge del nostro
paese. Infine ho cercato di evidenziare quanto, per una ragazza di seconda
generazione, figlia d‟immigrati, sia difficile convivere tra due culture, sia
difficile mantenere la tradizione familiare da una parte, e quanto allo stesso
tempo sia difficile non rispondere al richiamo che i coetanei e la nostra
società continuano a farle. Parlare di educazione interculturale e di
integrazione significa anche riflettere su come la nostra società reagisca
alla sfida della crescita di nuove generazioni di migranti, al loro bisogno di
non sentirsi definite come estranee.
Centrale è il ruolo dell‟educazione perché è il mezzo più efficace per
raggiungere l‟integrazione a tutti i livelli. Un‟educazione a doppio senso:
verso di noi, che dobbiamo analizzare le nostre paure e le nostre chiusure
verso culture diverse dalla nostra, e verso gli immigrati, che si trovano a
dover confrontarsi con una nuova realtà.
Un percorso, una strada, quella dell‟integrazione, sicuramente non priva di
salite e difficoltà ma che è tutt‟altro che impossibile.
5
1
IL FENOMENO DELL’IMMIGRAZIONE
E LA FEMMINILIZZAZIONE DEI
FLUSSI MIGRATORI IN ITALIA
1.1 L’immigrazione in Italia: cenni sulla questione
L‟immigrazione in Italia ha assunto un carattere così marcatamente
strutturale da potersi considerare uno tra i fenomeni più significativi di
questa fase storica tale da richiedere un‟accelerazione dell‟integrazione
societaria dei nuovi venuti.
I nuovi arrivati, gli immigrati, hanno desiderio di inclusione e integrazione,
invece gli spazi di partecipazione sono scarsi sia a livello politico (per il
fatto di non avere la cittadinanza italiana) sia a livello associativo, sociale e
culturale.
I flussi migratori coinvolgono quasi in egual misura uomini e donne.
Solitamente si pensa che i protagonisti della vicenda migratoria siano
all‟inizio solo uomini e che solo in un secondo momento essi vengano
raggiunti dalle loro partner, le mogli.1
In realtà in molti paesi sono proprio le donne le prime ad emigrare e le
motivazioni migratorie sono diverse da quelle degli uomini, erroneamente
invece si attribuiscono le medesime motivazioni ad entrambi i sessi: ad
esempio il fattore economico, considerato come l‟elemento decisivo
dell‟atto migratorio, per le donne non costituisce quasi mai l‟unico motivo
di questa scelta.2
1
Pittau F., La nuova realtà socio-demografica dell’immigrazione femminile, Collana “Percorsi di donne”,
Roma, Percorsi editoriali di Carocci Editore, 2001, p. 5
2
Favaro G., Tognetti Bordogna M., Donne dal mondo. Strategie migratorie al femminile, Milano,
Guerrini e Associati, 1997, p. 19
Proprio per questo bisogna mettere in luce come la peculiarità della
migrazione femminile ha certamente gran parte delle sue motivazioni di
base riferibili ad esigenze economiche ma, a differenza della migrazione
maschile, unisce anche motivazioni intime e soggettive, come le fratture
affettive, i ricongiungimenti familiari, il disagio nella condivisione di
alcune forme e di determinati obblighi sociali appartenenti alla propria
cultura d'origine.
1.1.1 Un po’ di numeri...3
Secondo i dati forniti dal dossier Caritas/Migrantes del 2008 gli immigrati
residenti in Italia al 31 dicembre 2006 erano 2.938.922; gli stessi dati
riportano che la popolazione complessiva residente in Italia al 31 dicembre
2007 erano 59.619.290, di cui 3.690.000 sono immigrati e il 50% di questi
è di sesso femminile.
Gli immigrati presenti in Italia costituiscono il 6,2% della popolazione
complessiva e 150 sono le lingue parlate nel nostro paese.
La prima collettività straniera in Italia è rappresentata dai romeni con
1.016.000 presenze, al 31 dicembre 2007. I minori stranieri presenti in
Italia, sempre stando ai dati relativi al 31 dicembre 2007, sono 767.000.
3
Caritas Migrantes, Immigrazione. Dossier Statistico 2008. Roma, Edizioni Idos, 2008
7
Bilancio demografico anno 2007 e popolazione residente
al 31 Dicembre
Maschi Femmine Totale
Popolazione straniera
residente al 1° Gennaio 1.473.073 1.465.846 2.938.922
Acquisizioni di
cittadinanza italiana
16.606 28.879 45.485
Popolazione straniera
residente al 31 Dicembre 1.701.817 1.730.834 3.432.651
Minorenni 398.878 368.182 767.060
Nati in Italia 235.993 221.352 457.345
Famiglie con almeno uno
straniero
1.684.906
Famiglie con
capofamiglia straniero 1.366.835
Fonte: Dossier statistico CARITAS/MIGRANTES 2008
Nelle tabelle seguenti sono riportati i dati relativi alle richieste di
cittadinanza nel triennio 2005/2007, si può notare un notevole aumento: da
un totale di 20.766 richieste effettuate nel 2005, ad un totale di 39.177
richieste nel 2007.
Cittadinanza 2005-2006-2007
2005 2006 2007
Art. 5 Art. 9 Tot. Art. 5 Art. 9 Tot. Art. 5 Art. 9 Tot.
Inserite 18.770 10.240 29.010 17.341 13.232 30.573 21.257 25.261 46.518
Concesse 11.854 7.412 19.266 30.151 5.615 35.766 31.609 6.857 38.466
Respinte 615 885 1.500 514 392 906 316 395 711
TOT.
DEFINITE 12.469 8.297 20.766 30.665 6.007 36.672 31.925 7.252 39.177
Cittadinanza 2008
al 31.10.2008
Art. 5 Art. 9 Totale
Inserite 21.001 26.598 47.599
Concesse 20.054 12.184 32.238
Respinte 340 153 493
Inammissibili 243 315 558
TOT. DEFINITE 20.637 16.652 33.289
1.Art. 5: matrimonio
2.Atr. 9: residenza
9
1.2 Le cause che motivano la migrazione
Le cause o fattori che sono determinati nella scelta di emigrare sono di
diverso tipo, sia a livello micro (personale-familiare) sia a livello macro
(migrazioni che possono interessare masse di popolazioni, ad esempio)
possono essere di varia natura: i più forti nel determinare questo processo
di migrazione sono sicuramente i fattori di tipo socio-economico proprio
perché si aspira a salari più alti, a migliori condizioni di vita e ad una più
ampia disponibilità di beni di consumo; poi abbiamo i fattori di tipo
politico-sociale che sono determinanti nei casi in cui essendoci una grande
crescita demografica si trovano enormi difficoltà sia nel mercato del lavoro,
sia nella carente offerta di servizi pubblici, di assistenza sanitaria, sociale e
di accesso all‟istruzione; possiamo poi includere tra i fattori determinanti
questa importante scelta migratoria quelli di tipo ambientale e naturale, di
non poco conto, in quanto incidono pesantemente in occasione di disastri
naturali, generando migrazioni di lunghissimo tempo e a volte anche di
stabilità definitiva.4
Infine, tra tutti questi fattori non dobbiamo dimenticarci del fenomeno della
Globalizzazione, questo processo irreversibile, che non solo comprime lo
spazio e il tempo, ma sempre di più ci coinvolge tutti allo stesso modo.5
A causa di questo fenomeno le donne migranti sono anche dette donne
globali, poiché proprio dalla globalizzazione traggono opportunità ed
autonomia subendo anche perdite e sconfitte.
Le donne immigrate si fanno carico della comunicazione tra due mondi
molto diversi, sforzandosi di fare da tramite tra le due culture per impedire
sia la chiusura etnica, sia la perdita dell'identità collettiva: queste sono
quindi chiamate a costruire un ponte fra il qui del Paese ospitante e il là del
paese d‟origine.
Le ragioni che spingono le donne ad emigrare possono essere di vario tipo:
economico, politico, familiare (per ricongiungersi al marito), individuale
4
Mariti C., Donna migrante. Il tempo della solitudine e dell’attesa, Milano, Confini sociologici, FRANCO
ANGELI, 2003, pp. 54-55
5
Bauman Z., Dentro la globalizzazione, Roma, Editori Laterza, 2001
(per esplorare il mondo, per rompere con determinati legami o per sfuggire
a condizioni di vita connotate da scarsa libertà per le donne), ambientale (le
condizioni di vita in Italia: accanto a storie di successo economico, di
famiglie ricostruite e di figli inseriti, convivono storie di solitudine,
isolamento e nostalgia).
Le donne assumono un ruolo prezioso all'interno delle comunità di
immigrati perché, come in ogni luogo del mondo, per tradizione,
educazione e sapere, mantengono le redini della vita affettiva di un gruppo
(familiare, etnico, ecc.) svolgendo un compito educativo quanto mai
delicato all‟interno del nucleo familiare e spesso lo fanno sotto il peso di
duri condizionamenti da parte della cultura d‟origine.
La donna migrante vive dunque in una condizione facilmente soggetta alla
discriminazione, allo sfruttamento e alla violenza, molto più degli
immigrati di sesso maschile. Le immigrate, per il potenziale enorme che
rappresentano, non possono più essere considerate come un‟appendice
dell‟immigrazione maschile, non a caso le ricerche sulla migrazione al
femminile hanno contribuito a rivalutare il ruolo delle donne nel processo
migratorio e a collocarle come soggetti attivi di tale processo. Nelle società
d‟accoglienza queste donne, infatti, vanno sempre più assumendo un
duplice ruolo: da una parte determinante nella gestione quotidiana della
famiglia, e dall‟altra importante anche per il suo sostentamento materiale
grazie al loro impegno in veste di lavoratrici.6
L‟immigrazione femminile in Italia costituisce una realtà estremamente
diversificata, a tal proposito bisogna necessariamente sottolineare che
l'universo migratorio femminile non è un tutt'uno monolitico ma presenta
varie componenti in relazione alla provenienza rurale o urbana della
migrazione, e con riferimento specifico all‟etnia di appartenenza.
Pertanto non si può parlare in generale di donne immigrate come gruppo
sociale omogeneo, portatrici di un'unica cultura.
Data la complessità della situazione delle donne immigrate in Italia, la
possibilità dell‟integrazione e del dialogo con le donne autoctone passa per
una riflessione su quelle che sono le caratteristiche della società italiana,
nella quale il mercato del lavoro discrimina le donne immigrate,
6Pittau F., La nuova realtà socio-demografica dell’immigrazione femminile, cit., p. 6