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dei media si riduce a vantaggio dei media elettronici e digitali. Ma è soprattutto
nel settore dell’audiovisivo che lo sviluppo della tecnologia digitale produrrà una
vera rivoluzione copernicana.
Da un punto di vista “culturale” la crescita di nuovi media che hanno
conferito all’utente una grande libertà nell’accesso alle informazioni,
permettendogli al tempo stesso di divertirsi, socializzare, conoscere, secondo
percorsi e modalità sempre più personalizzati e interattivi, ha progressivamente
eroso porzioni di audience alla tv generalista.
Un fisiologico mutamento culturale della società sta, dunque, allontanando
sempre più i “consumatori di informazione” dal generalismo e dalla omologazione
dei messaggi televisivi, portando ognuno a ritagliarsi il tempo a propria
disposizione in fatto di conoscenza della realtà attraverso i media in modo più
individualistico che in passato.
Alla crisi di popolarità indotta dalla competizione con gli altri media si
affianca poi l’evoluzione tecnologica proprio del mezzo televisivo. Oggi la
televisione, dopo decenni di immutabilità tecnica, si sta trasformando per lo
sviluppo incessante della rete, del computer e della digitalità. L’adozione della
tecnologia digitale nel settore del broadcasting consente il passaggio dalla penuria
delle frequenze radiotelevisive (caratteristica della tv analogica) alla
moltiplicazione delle capacità trasmissive (siano esse terrestri, satellitari o via
cavo) e, di conseguenza, all’espansione quantitativa e alla diversificazione
dell’offerta. La televisione digitale porterà dunque ad una moltiplicazione dei
canali e ad un cambiamento moderato della fruizione dei contenuti televisivi. Ciò
5
avrà come naturale conseguenza una riduzione dei costi di trasmissione e
l’ingresso nel settore di nuovi operatori.
Questi i presupposti della cosiddetta tv tematica, la nascita cioè di una
molteplicità di canali con offerte “di nicchia” dedicati a pubblici più specifici e
ridotti. Tutti questi cambiamenti coinvolgono naturalmente anche il giornalismo
televisivo, obbligandoci a ripensare il modello tradizionale, basato su
appuntamenti fissi e deadlines definite, alla luce delle trasformazioni in atto nel
mondo dei media. Si aprono allora nuovi scenari e nuove prospettive per
l’informazione televisiva sia dal punto di vista della programmazione e della
produzione che della fruizione.
Da qui nasce l’idea che è alla base del presente lavoro. La presa di coscienza
del cambiamento in atto nel mondo dell’informazione e dell’offerta limitata dei
modelli editoriali di molti network nazionali e locali, ci ha spinto ad interrogarci
sulle possibilità che si aprono oggi per le emittenti televisive, soprattutto in
ambito regionale, e ad individuare nuove modalità attraverso cui conquistare un
ruolo importante all’interno delle comunità locali.
Si è progettata quindi la realizzazione di un’emittente all news di sola
informazione regionale, in grado di abbracciare le sfide dei nuovi modelli di
giornalismo televisivo veicolando un’informazione tempestiva, completa,
costantemente aggiornata e con modalità di presidio del territorio più agili,
flessibili e diversificate rispetto al passato.
L’idea alla base di “Campania news24” nasce dalla constatazione che sia i
quotidiani che le tv locali e nazionali, pur offrendo nell’insieme una proposta
varia ed articolata, non riescono a produrre contenuti informativi di qualità che
6
diano una rappresentazione della comunità campana in cui quest’ultima possa
riconoscersi.
L’obiettivo del presente lavoro è quello di dimostrare che esiste uno spazio
per una televisione di sola informazione locale 24 ore su 24, incentrata sul
territorio, con un palinsesto caratterizzato da produzioni di qualità e informazione
tempestiva e che risponda, nelle modalità di organizzazione e diffusione dei
contenuti, alle istanze degli attuali mezzi di comunicazione digitali.
Tenendo presente quest’obiettivo, si è svolto un accurato studio di notizie,
documenti, interviste e ricerche sull’argomento oltre ad un attento lavoro di
osservazione ed analisi sia della programmazione delle emittenti locali oggi
operanti in Campania sia dei palinsesti dei principali canali all news, nazionali e
internazionali.
Si esaminerà inizialmente il panorama dell’informazione in Italia così come
appare strutturato oggi a seguito soprattutto dell’impatto delle nuove tecnologie,
individuando tendenze, criticità e aree di sviluppo nei settori della carta stampata,
di Internet e della televisione.
Nel secondo capitolo, il campo d’indagine si focalizzerà sul medium
televisivo. Si analizzeranno dapprima i cambiamenti che lo stanno attraversando a
livello culturale e tecnologico per poi restringere l’analisi sulla realtà delle
emittenti locali in Italia e in Campania. In particolar modo si esaminerà il settore
dell’informazione regionale così come si presenta oggi per dimostrarne una
sostanziale inefficienza a coprire la domanda di informazione dei cittadini
campani circa il loro territorio di riferimento.
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Si procederà poi col mettere a fuoco il settore dell’informazione televisiva,
evidenziando l’evoluzione e i cambiamenti in atto nel modo di fare giornalismo in
tv nell’era digitale, dal declino dei telegiornali tradizionali al trionfo dei canali all
news, di cui si fornirà poi una breve rassegna.
Nel quarto ed ultimo capitolo si cercherà di coniugare gli apporti teorici e le
argomentazioni dei capitoli precedenti nell’elaborazione concreta di un progetto
per un’emittente di sola informazione locale. Oltre agli aspetti tecnologici e
grafici che caratterizzeranno la nuova emittente, ampio spazio sarà dedicato
all’ideazione e alla creazione di un palinsesto che risponda in ogni momento della
giornata alle concrete esigenze informative dei cittadini.
“Campania news24” sarà quindi un’emittente espressione del territorio che
ripensando il locale alla luce dei nuovi modelli informativi, punterà a quel “think
global, act local” che molti ritengono essere la chiave del successo nella odierna
società dell’informazione.
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Capitolo primo
LA CRISI DEL GIORNALE CARTACEO
1.1. Giornali a stampa: solo un glorioso passato?
Dal primo giornale del mondo apparso in Germania più di 350 anni fa,
l’inchiostro e la carta sono stati per più di tre secoli i protagonisti assoluti
dell’informazione. La lettura dei giornali è stata un rito quotidiano al quale non ci
si poteva sottrarre se si voleva continuare ad essere informati e in mancanza di
concorrenti, poco importava che le notizie fossero pubblicate con ritardo
1
.
Tuttavia negli ultimi decenni la comparsa di nuovi attori sullo scenario
mediale ha messo in discussione lo storico monopolio dell’informazione un tempo
attribuito ai quotidiani. Negli anni i lettori hanno affiancato al giornale stampato
la radio, la televisione e, più recentemente, internet e i nuovi media, determinando
così una progressiva disaffezione dal tradizionale prodotto cartaceo. In genere,
quando nuovi media appaiono, tendono a cambiare quelli preesistenti generando
una fase di turbolenza che si conclude solo quando un nuovo equilibrio viene
raggiunto
2
.
Nel nuovo millennio, i quotidiani sembrano a un punto di svolta. Stremati
dalla rincorsa dei ritmi della radio e della tv, incalzati dall’incessante nascita di
1
V. Sabadin, L’ultima copia del<<New York Times>>. Il futuro dei giornali di carta, Roma, Donzelli,
2007, p. 5.
2
Romagnolo S., Sottocorona C., Mediamorfosi. La metamorfosi dei mezzi di comunicazione di massa
nell’era digitale, Apogeo (ebook), Milano, 1999
9
iniziative sulla Rete e costretti a competere sul piano economico con i nuovi
modelli di free press, si trovano di fronte ad un bivio: cambiare o morire.
Il grande magnate dell’editoria Rupert Murdoch ha messo in luce la vera ragione
della crisi dei giornali e indicato forse l’unica via per uscirne: «i giornali dovranno
adattarsi, perché i loro lettori ora chiedono di ricevere notizie su una gran varietà
di piattaforme»
3
. L’errore che molti editori hanno commesso sino ad oggi è stato
quello di pensare di poter sfruttare un vantaggio di posizione. Ma la possibilità di
sopravvivenza nel nuovo ambiente mediale non è data dalla propria storia, quanto
dalla capacità di adattamento proprio nel momento in cui un nuovo concorrente
entra sulla scena.
Alf Nucifora, tra i più noti consulenti di marketing statunitensi, nell’ormai
lontano 1993 aveva raggelato una platea di editori di giornali. Le sue parole sono
ancora attuali, soprattutto in Italia: «Se rimanete legati alla sola carta siete già
estinti. O vi adeguate e diventate fornitori di notizie, e non di giornali, o è la
vostra fine. Si illudono quegli editori che pensano di andare avanti con le vecchie
rotative e i furgoncini di distribuzione come se nulla fosse».
Negli ultimi anni il dibattito sul futuro dei quotidiani cartacei ha acquisito dei
toni sempre più cupi: molti esperti e studiosi di comunicazione ritengono che i
quotidiani tra qualche decennio non esisteranno più e che il modello economico
che li ha tenuti in vita per secoli sia stato definitivamente scardinato dalle
possibilità di comunicazione offerte dalle nuove tecnologie
4
.
3
V. Sabadin. op. cit., p.4
4
Ivi, p.XIII
10
In un’inchiesta effettuata il 24 Agosto 2006, l’“Economist” parla della crisi
dell’informazione su carta stampata a partire dalla previsione di uno dei più seri e
competenti studiosi dell’editoria americana Philip Meyer, secondo il quale
l’ultima copia del “New York Times” sarà stampata nel 2043. Lo stesso editore
del “New York Times”, Arthur Sulzberger Jr, ha dichiarato di non credere che il
suo giornale sarà ancora in edicola nel 2013, data in cui l’edizione su carta sarà
completamente sostituita da quella on line.
Al di là delle più o meno rosee previsioni degli operatori del settore sul futuro
della carta stampata, un dato è tuttavia certo: da circa vent’anni i giornali perdono
copie in quasi tutto il mondo. E’ necessario pertanto interrogarsi sul perché di
questa crisi di popolarità e su quale destino attenda i professionisti della
comunicazione.
La prima risposta non può non tenere conto del nuovo che avanza: internet,
telefonia mobile, canali tematici, tv satellitari non sono solo pericolosi concorrenti
della stampa nella trasmissione di informazioni come prima lo erano stati il
telegrafo, la radio e la tv generalista. Essi hanno modificato lo stesso tessuto
sociale nel quale operano, modificandone le abitudini e scandendo il tempo in
modo diverso rispetto a prima.
Le persone oggi hanno sempre meno tempo da dedicare alla lettura dei
quotidiani, chiedono di essere informate quando, come e dove vogliono e
soprattutto le nuove generazioni, pretendono che le notizie siano gratis. Oggi
chiunque ha quotidianamente una possibilità praticamente sconfinata di accedere
alle informazioni, le nuove tecnologie dell’informazione sembrano esser state
progettate per non lasciarci mai soli, l’informazione stessa è avvolgente, in