5
più concreto e quindi permettono di entrare nel vivo dell’argomento
pedagogico.
L’intento di Steiner era di formulare una proposta educativa nel senso
originale del termine, un approccio più che un metodo che permettesse di
sviluppare nei bambini le potenzialità di cui sono portatori in vista di un
completo e libero sviluppo della persona nella sua interezza.
Lo studioso sin da giovane nutriva interesse per svariati tipi di studi,
inoltre aveva avuto abbondanti occasioni di fare esperienze pedagogiche. Il
suo primo approccio con la pedagogia fu in effetti, di carattere pratico,
poiché fin da ragazzo esercitò il ruolo di “insegnante”; dapprima si trattava
di lezioni private, che egli impartiva ai suoi compagni di studi poi, verso i
vent’anni, gli fu affidato l’incarico di istruire quattro ragazzi, figli di un
commerciante viennese. Queste prime esperienze didattiche, oltre a dargli
la possibilità di contribuire economicamente alle spese che i suoi genitori
dovevano sostenere per i suoi studi, lo arricchirono interiormente,
fornendogli i fondamenti pratici per quella che sarà poi la sua teoria
pedagogica.
In particolare, fu di grande importanza il compito che si trovò ad
affrontare nell’educare uno di quei quattro ragazzi: si trattava, infatti, di un
bambino considerato ritardato e che aveva seri problemi di apprendimento.
Steiner prese molto a cuore la sua formazione e la portò avanti con fiducia
e serietà: riuscì quindi ad instaurare un rapporto di affetto con il bambino,
6
che piano piano cominciò a sciogliersi e ad aprirsi. I risultati che egli riuscì
ad ottenere con questo ragazzo furono tali che non solo in un paio d’anni
egli fu reso idoneo ad entrare in una classe elementare di una scuola
pubblica, ma in età adulta divenne addirittura medico. Questo successo è
dovuto al particolare approccio che Steiner ebbe di fronte a questo “caso
difficile”: lo studioso, infatti, considerava il bambino nella sua globalità,
cercando di far sviluppare sia la sua spiritualità sia la sua fisicità,
mettendolo in condizione di poter crescere realmente; infatti i suoi
insegnamenti volevano stimolare le sue facoltà spirituali sopite, tramite
un’istruzione completa rivolta tanto al corpo quanto all’anima.
A tale scopo egli dedicava molta cura alla pianificazione della giornata,
alternando momenti di puro apprendimento con altri dedicati ad attività
artistiche o fisiche: in questo modo, egli voleva far maturare tutte le facoltà
del fanciullo, non solo quella mentale e cognitiva ma anche quella del
sentimento e della volontà. Bisogna dire che la conoscenza dell’uomo ed i
principi pedagogici di cui Steiner fu portatore non sono certo né solo per gli
operai della waldorf, né soltanto per gli steineriani e gli antroposofi, in
quanto la pedagogia non può essere di un singolo uomo, in quanto bene
condiviso dall’umanità. Inoltre egli è vissuto in un dato luogo ed in un
preciso momento storico e la sua proposta, per quanto nata da una
coscienza ampia e universale, è stata proprio da lui stesso contestualizzata
nella Stoccarda dei primi del Novecento.
7
Nonostante gli anni difficili in cui sorse, in pieno periodo di decadenza
tedesca, il movimento pedagogico antroposofico fu sostenuto sin dall’inizio
da un gran numero di eminenti pedagogisti e studiosi, che si riunì in breve
tempo a formare il primo collegio di insegnanti. Nel primo dopoguerra,
infatti, il problema di una riforma educativa era diventato sempre più
impellente e si sentiva la necessità di una pedagogia nuova, basata su una
conoscenza completa dell’essere umano. Egli ricordava spesso come la
pedagogia deve continuare il suo cammino iniziato nell’antichità verso uno
sviluppo moderno e attento ai nuovi tempi, occorre quindi fondare una
nuova pedagogia che tenga conto dell’evoluzione degli uomo e
dell’ambiente che lo circonda.
Fin dalle origini si è avuta una rapida diffusione del movimento pedagogico
steineriano nell’area germanica e anglosassone d’Europa: infatti dal 1919 al
1924 Steiner tenne più di quindici cicli di conferenze per gli insegnanti e
gli educatori nelle quali espose le sue idee pedagogiche fondamentali,
basate sulla antropologia antroposofica. Nei paesi mediterranei il
movimento si estese successivamente, mentre sorprendente fu lo sviluppo
nell’area est-europea subito dopo le trasformazioni conseguenti alla caduta
del Muro di Berlino.
CAPITOLO PRIMO
Rudolf Steiner: La vita e il pensiero
1.1 La vita e le opere
La vita di Rudolf Steiner è ricca di eventi significativi ed esperienze
interiori profonde. Egli stesso ha redatto un’autobiografia, nel suo libro La
mia vita, la quale soddisfa appieno le esigenze interpretative di chi desideri
comprenderne lo sviluppo e approfondirne il pensiero: infatti, non si tratta
di un’autobiografia incentrata esclusivamente sulle esperienze personali,
ma principalmente sullo sviluppo, obiettivo del suo cammino di
conoscenza, dalle prime esperienze della geometria e delle teorie
copernicane fino allo studio di Kant ed alle esperienze di uomo maturo
nell’ambito della vita meditativa. Per questo lavoro, tuttavia, si è tenuto
conto soprattutto del saggio di Enrico Pappacena
2
dedicato a Rudolf
Steiner, nonché della biografia scritta da Johannes Hemleben
3
.
2
Pappacena E., Rudolf Steiner, Edizione Andriola, Palo del Colle, 1979.
3
Hemleben J., Rudolf Steiner, Edizioni Arcobaleno, Venezia, 1989.
9
Rudolf Steiner nacque il 27 Febbraio 1861, nella cittadina di Kraljevic,
sul confine ungaro-croato. Compì i suoi studi presso la scuola tecnica di
Wiener-Neustadt e presso il Politecnico di Vienna, dove studiò scienze
naturali e materie tecniche, seguendo la decisione del padre che voleva
farne un ingegnere ferroviario. La sua insaziabile sete di conoscenza, che
fin dalla prima infanzia lo aveva spinto ad interessarsi alle più disparate
cose, dalle scienze naturali, all’organizzazione della ferrovia (dove
lavorava il padre), alla geometria o alle materie artistiche, lo spinse ad
ampliare i suoi studi. Nel periodo in cui frequentava la scuola tecnica di
Wiener-Neustadt, cominciò ad appassionarsi allo studio della matematica,
della fisica e del disegno geometrico, che spesso approfondiva in maniera
autonoma. Il giovane studente, inoltre, procuratosi un’edizione economica
della Critica della Ragion Pura, cominciò anche a leggere Kant: ne fu
colpito positivamente per il rigore logico-matematico del ragionamento.
Nel frattempo studiava anche la letteratura tedesca e la storia. Un’altra
esperienza significativa fu quella di impartire lezioni ai suoi compagni,
poiché ciò lo spingeva a trasformare le conoscenze acquisite passivamente
in qualcosa di vivo e trasmissibile ai suoi allievi; infatti, egli si proponeva
non già di inculcare nozioni, ma di risvegliare quelle stesse conoscenze in
loro. Attraverso quest’esperienza riuscì a compiere una profonda
conoscenza di se che gli sarà di grande aiuto, nel momento in cui affronterà
10
il problema dell’educazione e di una nuova pedagogia. Nel 1879 entrò al
Politecnico di Vienna, nella Facoltà di Matematica, Storia Naturale e
Chimica, dove studiò per diventare insegnante nelle scuole tecniche. Non
tralasciava, inoltre, lo studio della filosofia: si appassionò all’idealismo
trascendente di Hegel, che studiò in maniera approfondita.
Lo studio filosofico si accompagnò sempre, dunque, a quello scientifico,
senza la minima interferenza: egli infatti, non viveva la frattura fra mondo
della natura e quello dello spirito; anzi, era alla ricerca di un modo per
ricongiungere scienza e filosofia. Ciò che gli premeva più di tutto era
riuscire a dimostrare che la certezza che possediamo riguardo alla realtà
sensibile possiamo averla anche nei confronti dello spirito
4
. In questo
senso, fu fondamentale la conoscenza degli scritti di Goethe: egli, infatti
studiandone il pensiero, soprattutto quello scientifico, ritrovò quell’unità tra
mondo della natura e mondo dello spirito che da sempre aveva riconosciuta
ma che faticava a tradurre in parole, così da poterla condividere con gli
altri. Approfondendo e sviluppando tali temi, arrivò così a scrivere la sua
prima opera personale, ultimata nel 1886: Basi di una storia della
conoscenza della concezione goethiana del mondo. Essa contiene in germe
la sintesi del pensiero steineriano, che sarà poi sviluppato nelle opere
successive.
4
Cfr. Steffen A, In memoria di Rudolf Steiner, Edizioni Arcobaleno, Oriago, 1999.
11
Proprio questa sua profonda conoscenza del pensiero di Goethe fece sì
che gli venisse affidato, nel 1884, l’incarico di curare l’edizione delle opere
scientifiche goethiane, per l’editore Kurschner che stava pubblicando la
letteratura nazionale tedesca. Successivamente fu chiamato a Weimar, città
natale di Goethe, dalla Granduchessa Sofia di Sassonia, che voleva
promuovere una nuova pubblicazione completa delle sue opere: Steiner fu
incaricato dell’edizione di una parte della produzione scientifica goethiana
ancora inedita. A Weimar rimase circa sette anni.
Questo fu un periodo molto fecondo per Steiner, il compito affidatogli
gli permise, infatti, di venire a contatto con l’intera opera goethiana; si
trattava, quindi, non solo di mettervi ordine in vista della pubblicazione, ma
di porre in luce la concezione di Goethe del mondo ed il peculiare metodo
scientifico che ne costituisce le fondamenta.
5
Di tale autore Steiner divenne
ardente difensore, tanto da auspicare di rinnovarne il metodo in campo
scientifico: ma purtroppo il suo appello non fu ascoltato che da pochi
collaboratori. Egli, inoltre, continuava a dare lezioni private per procurarsi i
mezzi per vivere: per sei anni, dal 1884, fu istitutore presso la famiglia di
un commerciante viennese, di cui seguiva i quattro figlioli. Tutte queste
esperienze da pedagogo costituirono un fertile terreno per lo sviluppo
pratico dei suoi principi pedagogici, scaturiti dall’indagine spirituale che
5
Cfr. Goethe W, Le opere scientifiche di Goethe, Edizione Melita, Genova, 1974.
12
andava prendendo forma in quella che prenderà il nome di “antroposofia”,
nonché per porre anche le basi della pedagogia curativa.
Steiner, si recò poi a Berlino dove, per avere la possibilità di esporre le
idee che egli considerava veramente attuali, assunse la direzione del
Magazin für Literatur. Entrò, inoltre, a far parte del circolo letterario
“Libera società di letteratura” nel tentativo di allargare la cerchia di lettori
della rivista: tuttavia ciò non ebbe un grande esito, poiché il mondo
accademico di allora, a poco a poco, disdisse gli abbonamenti.
Questo fu, in realtà, un periodo difficile sia economicamente che
interiormente: nella sua autobiografia ha definito le vicissitudini che
attraversò in tale periodo come “prove dell’anima”
6
. Proprio in quel
momento, sentì il bisogno di riavvicinarsi al Cristianesimo non come
religione ufficiale, poiché non condivideva il sistema di dogmi proprio
della confessione cattolica; egli riteneva il mondo dello spirito accessibile
ad ogni uomo e sosteneva “il principio dell’individualismo etico”
7
. Tale
concezione è contenuta nell’opera che segna un’epoca nella storia del
pensiero di Steiner: La filosofia della Libertà, scritta nel 1894. Quando,
successivamente, la rivista passò in altre mani, poté dedicarsi
6
Ad indicare i momenti difficili che mettono a dura prova la propria esistenza. Steiner R., La mia vita,
Editrice Antroposofica, Milano, 1980, p. 37.
7
La proposta filosofica di Steiner è che l'uomo del nostro tempo, se vuole davvero avere coscienza
della vita interiore e della vita del cosmo, deve sviluppare l'individualismo etico: ossia sviluppare la
libertà interiore del pensiero, promuovere il pensare libero dei sensi come guida principale della nostra
vita dell'anima, accanto al senso della fantasia morale ispirata dall'Io.
13
completamente all’attività di scrittore
8
e conferenziere; in questo periodo
scrisse La concezione del mondo e della vita nel XIX secolo, opera che
verrà completata solo nel 1914 e pubblicata col nuovo titolo Enigmi della
filosofia: essa contiene una storia della filosofia dai pensatori jonici sino
alla teoria della relatività di Einstein.
A questo periodo risale l’ingresso di Steiner nella Società Teosofica:
infatti, nel 1902, gli fu chiesto di dirigerne la sezione Tedesca. Egli accettò
l’incarico di Segretario Generale, ma precisò da subito la sua posizione ed
il suo metodo, che ben si differenziavano rispetto alla Società stessa. Egli,
infatti, dichiarava di adottare il metodo scientifico per le indagini della vita
interiore dell’uomo, e di assumere un punto di vista storico rispetto alla
religione, quindi il Cristianesimo diventava l’evento fondamentale nella
storia dell’essere umano e pertanto doveva distinguersi dalle antiche
religioni orientali in quanto queste ultime riguardavano una fase superata
dell’evoluzione umana. Ufficialmente, possiamo dire che con l’ingresso di
Steiner nella Società Teosofica ha origine la Scienza dello Spirito, solo
temporaneamente denominata Teosofia; infatti, in seguito come si è già
accennato, sarà chiamata Antroposofia, ossia Saggezza dell’Uomo,
quest’ultimo, meglio definisce il carattere antropocentrico di questo
8
Per un’ulteriore visione di tutti gli scritti di Steiner si consiglia il Catalogo delle opere di Rudolf
Steiner, Editrice Antroposofica, Milano.