7
mente unico di comunicazione e di scambio di beni e servizi” (Mandelli, 1998). Del re-
sto lo sviluppo della rete e della sua popolarità è stato repentino ed ha sorpreso gli
stessi addetti ai lavori, soprattutto nei paesi d’oltreoceano. L’evoluzione del commercio
elettronico in Italia è in questo momento agli inizi ed è essenzialmente allo sviluppo
dell’e-commerce nel nostro paese che verrà dedicato maggior spazio nella dissertazio-
ne. Del resto l’insieme dei navigatori della rete è un mercato eccezionale, un “mercato
virtuale”. La popolazione della rete è inoltre in continua crescita e la sua propensione
all’acquisto per via digitale dovrebbe crescere nei prossimi anni in modo più che pro-
porzionale rispetto alla crescita dei cybernauti.
La discussione si articola in due parti, la prima che affronta il problema dal punto di
vista teorico ed è costituita da quattro capitoli, la seconda che espone i risultati di
un’indagine condotta sui negozi virtuali in rete, composta da due capitoli.
Nella prima parte viene proposta una breve introduzione alla realtà di Internet che ne
illustra la nascita, il funzionamento, i servizi che offre e qualche dato sulla sua evolu-
zione. Si cercherà quindi di definire le tipologie del commercio elettronico, tipologie
che investono sia il tipo di distribuzione, sia la clientela obiettivo, cercando di introdur-
re gli aspetti strategici organizzativi e di marketing che stanno alla base di un corretto
sfruttamento del media virtuale, concludendo la trattazione con alcune riflessioni ine-
renti in modo topico il sistema del commercio elettronico che si è instaurato in Italia e
le sue possibili evoluzioni.
Il commercio elettronico si trova tuttavia a dover affrontare alcuni problemi di carat-
tere strutturale soprattutto per quanto riguarda i sistemi di sicurezza legati alle transa-
zioni eseguite all’interno della rete; a questi inconvenienti rispondono i protocolli idea-
ti e programmati dalle più grandi software house mondiali interessate direttamente dal-
lo sviluppo futuro del commercio on-line.
Nella seconda parte viene sviluppato il problema dal punto di vista dell’analisi empi-
rica, con l’analisi dei dati relativi ai negozi virtuali italiani, dati che riguardano la
forma e la qualità del servizio erogata dall’esercente virtuale, il suo bacino d’utenza, la
tecnologia impiegata.
La rilevazione dei dati sui negozi virtuali italiani prevede che il negozio selezionato
consenta di completare il processo transazionale per almeno uno dei prodotti esposti
nella vetrina virtuale, non sono perciò compresi nel campione tutte quelle attività com-
8
merciali sul Web che, nonostante si autodefiniscano mall virtuali, in nessun caso con-
sentano di acquistare i prodotti o servizi on-line. Per ogni negozio si rilevano in modo
esaustivo tutte le caratteristiche richieste dai parametri preventivamente stabiliti, in
modo da avere una rilevazione uniforme delle caratteristiche che definiscono il negozio
virtuale.
A partire dalle informazioni raccolte si cercherà di fornire un quadro d’insieme della
situazione delle iniziative commerciali di vendita italiane attraverso un processo di va-
lutazione divisa in due fasi. Nella prima fase si cercherà di fornire uno spaccato gene-
rale della situazione a partire dalle semplici variabili osservate e di cogliere le eventua-
li relazioni tra di esse. Nella seconda fase, si arricchisce l’analisi dei dati attraverso la
costruzione di indicatori di efficienza mirati alla valutazione della qualità del servizio
di vendita orientata verso differenti punti di vista, tecnologico e comunicazionale per
esempio, e, infine, anche a livello globale cercando anche di individuare eventuali rela-
zioni tra i valori dei diversi indicatori e le variabili non coinvolte nel computo di questi.
L’obiettivo primario dell’analisi empirica è comunque quello di valutare l’efficienza
dei negozi virtuali e di stabilire quale sia in questo momento il genere di distribuzione
on-line, tra virtual mall, virtual store e negozi dei produttori, che riesce a garantire al
cliente la miglior qualità del servizio e all’impresa, che si dedica al business via Inter-
net, una visibilità superiore nei confronti dei navigatori della rete. In linea teorica que-
sto potrebbe essere garantito dai virtual mall che, per natura strutturale, garantiscono
le infrastrutture necessarie per il commercio elettronico, richiedendo all’impresa uno
sforzo non eccessivo.
9
Parte I
ANALISI DEL COMMERCIO ELETTRONICO IN ITALIA:
TIPOLOGIE E STRATEGIE COMMERCIALI
10
Capitolo 1
INTERNET
1.1 Come nasce e si sviluppa la rete delle reti
Negli anni ’60, in piena guerra fredda, il ministero della difesa degli USA commissio-
nò a un gruppo di scienziati dell’Università della California, la progettazione e la co-
struzione di una rete di calcolatori che permettesse di scambiare informazioni e messag-
gi anche a molti chilometri di distanza. Questa rete doveva essere robusta, ovvero non
dipendere da una unica unità centrale (horst) affinché, nel caso di un attacco nucleare,
questa rete di calcolatori, anche se in parte distrutta, si potesse riconfigurare autonoma-
mente senza far riferimento ad un horst particolare e quindi potesse continuare a funzio-
nare anche quando uno qualsiasi dei calcoltori fosse in avaria. Si richiedeva poi una cer-
ta flessibilità nei collegamenti tra nodi, in modo da poter cambiare facilmente i tragitti
di trasmissione dei dati senza perdite di efficienza della rete; inoltre ogni calcolatore
doveva avere la possibilità di collegarsi con altri calcolatori, anche se fabbricati da di-
versi produttori.
Dopo qualche tempo, quel gruppo di scienziati riuscì nell’intento e costruì una prima
rete di quattro calcolatori (tre in California e uno in Utah), denominata ARPANET.
Una delle peculiarità di questa nuova rete sta anche nel modello scelto per la trasmis-
sione dei dati; infatti, se fino ad ora la trasmissione di un qualsiasi codice tra due calco-
latori in rete avveniva attraverso una linea dedicata con un unico blocco di dati, ora i
messaggi di più calcolatori vengono frazionati in parti dette anche pacchetti (packet),
con l’indirizzo di destinazione, perciò sulla stessa linea possono viaggiare pacchetti di
messaggi diversi.
All’iniziale rete di quattro calcolatori, col passare del tempo si aggiungono altri host,
nel ’72 viene resa pubblica la rete e il suo sistema di funzionamento e sono già 50 i cal-
colatori che ne fanno parte; il traffico di dati cresce: il primo sistema di trasmissione di
dati si trova in difficoltà. Viene per questo preparato un protocollo che cura l’invio di
11
piccoli packet (al massimo 1500 caratteri) di informazioni tra le varie localizzazioni del-
la rete, selezionando ogni volta il percorso più vantaggioso, e che viene chiamato IP (In-
ternet Protocol). A fianco di questo si presenta la necessità di affiancarne un altro che si
occupi dello smistamento finale dei vari pacchetti impiegando il protocollo IP:
quest’ultimo è il protocollo TCP (Transmission Control Protocol). Questi due sistemi di
gestione del traffico funzionano insieme per cui sono noti come protocollo TCP/IP,
siamo nel 1974: questo rappresenta tuttora lo standard di trasmissione dati più usato del-
la rete.
Negli anni successivi, dopo che la rete è stata resa di pubblico dominio, vengono crea-
te altre reti sfruttando quello stesso modello il numero degli horst collegati in rete cresce
ogni anno a ritmo esponenziale (vedi tabella nel paragrafo dedicato ai numeri di Inter-
net); le varie reti però fino alla fine degli anni ’80 sono diffuse per lo più solo a livello
governativo e di ricerca scientifica.
Nei primi anni ’90 un gruppo di scienziati del CERN di Ginevra progetta e realizza il
World Wide Web (WWW) che, a seguito della diffusione di Mosaic (il primo browser
della storia dell’informatica), inizia la sua diffusione capillare anche a livello aziendale
e nelle famiglie.
Ogni host di Internet viene identificato da un codice, unico in tutto il mondo, detto in-
dirizzo IP, costituito da una serie di quattro ottetti di bit che vanno da 0 a 255 e consen-
tono perciò di identificare potenzialmente oltre quattro miliardi di macchine. Non è
molto facile ricordare a memoria l’indirizzo IP di più di un calcolatore, si è pensato allo-
ra di associare a ogni calcolatore una stringa di caratteri minuscoli detti Domain Name
Server che rendono più facile l’individuazione delle macchine.
12
1.2 I servizi di Internet
Vediamo ora però nel dettaglio quali sono i servizi forniti da Internet e cerchiamo di
conoscere un po’ meglio i più importanti. La tipologia di servizi è molto varia per uso e
funzionalità: posta elettronica (o e-mail), ftp, Telnet, WWW, Newsgroup, Archie e altri
ancora. Indubbiamente i più usati sono WWW e posta elettronica, come illustrato nel
grafico che segue.
1.2.1 E-MAIL
La posta elettronica è indubbiamente uno dei servizi più usati di Internet, già alla
comparsa di ARPANET era una delle funzionalità più frequentemente impiegata dagli
utenti della rete .
Con la posta elettronica è possibile inviare e ricevere messaggi, lettere, file di varia na-
tura (immagini, suoni, serie di dati, ecc.) in qualsiasi parte del mondo, in cui vi sia ov-
viamente qualcuno col PC connesso alla rete; tutte queste operazioni poi sono eseguibili
in pochi minuti o secondi, in base alla praticità di chi effettua l’operazione alla velocità
di trasmissione dati e alla quantità di byte inviati.
L’impiego di questo strumento è piuttosto versatile, con una e-mail si può infatti co-
municare con amici e parenti, discutere di affari con i propri partner commerciali o coi
colleghi d’ufficio, in casi estremi anche all’interno di aziende molto estese per comuni-
care da un reparto all’altro.
GRAFICO 1 :Composizione del traffico
in rete (fonte: Databank 98)
50%
25%
13%
12%
WWW
Posta
elettronica
Ftp
Altri
13
È frequente trovare, specie nei casi di utenza domestica della posta elettronica, dei
messaggi di carattere puramente commerciale, che di solito non vengono ricevuti con
molto entusiasmo dall’utente, il fenomeno prende il nome di spamming; esiste inoltre la
possibilità di iscriversi a delle mailing list. Le mailing list, in italiano gruppi di interesse
o indirizzari, sono, in termini molto semplici, delle liste di indirizzi di e-mail di persone
accomunate da professioni o da qualche interesse o passione personale, chi si iscrive a
queste mailing list riceve nella propria “casella di posta” tutti i messaggi relativi a ini-
ziative che riguardano quel tipo di interessi, esistono mailing list per docenti universita-
ri, dirigenti aziendali, appassionati sportivi per citarne alcuni.
L’e-mail è spesso impiegata anche a livello commerciale dalle società che si occupano
di commercio elettronico, ma di questo parlerò nei capitoli successivi.
La posta elettronica consente altresì di inviare gli stessi messaggi a più persone senza
doverli riscrivere; il messaggio di posta elettronica conserva per certi versi alcune ana-
logie con la posta cartacea, in effetti su ogni messaggio è necessario annotare l’indirizzo
di posta elettronica del destinatario, quello del mittente viene apposto automaticamente.
Quello che rende questa forma di comunicazione competitiva rispetto alla sua versione
cartacea è senza dubbio la rapidità con cui il messaggio giunge al destinatario, ovvero in
una manciata di secondi o in qualche minuto al massimo per le destinazioni più remote,
gli americani ormai chiamano la posta tradizionale “snail mail”, cioè posta lumaca.
Il costo della connessione è quello di una telefonata urbana (se il server a cui si è col-
legati è nella propria rete urbana), indipendentemente da dove si trovi il destinatario, sia
esso il nostro vicino di casa oppure il nostro amico che vive in California, il risparmio
finanziario perciò non è per niente trascurabile, basta pensare a qual è la spesa per
l’invio di una normale lettera per l’Italia o per l’estero o, ancora meglio di una semplice
telefonata interurbana.
Per inviare e ricevere e-mail esistono diversi software, tra i primi a essere stati creati
posso citare Mail per UNIX e Pine, ma ormai l’utilizzo di Internet è così esteso che so-
no stati prodotti diversi programmi per la gestione della posta, molte case produttrici
forniscono veri e propri kit con e-mailer, browser e tutti gli altri software necessari per
utilizzare la rete.
14
1.2.2 FTP
Tra i servizi forniti da Internet esiste ftp, questa sigla individua contemporaneamente
un protocollo e un programma. Ftp è l’acronimo per File Transfer Protocol, ovvero pro-
tocollo per il trasferimento di file; questo protocollo è stato creato nel 1971. Con ftp è
possibile collegarsi con una macchina lontana da quella con cui si sta lavorando, per
prendere da questa uno o più file tra quelli presenti in essa; da notare che non è rilevante
di che tipo sia il computer a cui ci si collega, ftp funziona comunque.
Per avere accesso a tutti i file di un calcolatore raggiungibile con ftp è necessario avere
un’account, cioè un permesso di accesso al sistema, e una password (parola segreta)
presso quell’host; in genere però sull’hard-disc di questo calcolatore vi è uno spazio vi-
sibile a tutti con file di libero accesso per chiunque vi si colleghi. L’account di questo
spazio è chiamato anonymous ed è accessibile tramite l’anonymous ftp.
Le operazioni eseguibili in ftp sono comunque un po’ limitate. Si possono visitare le
varie directories dell’host contattato, ottenere informazioni sui file in esse contenuti, ma
i file non possono essere aperti, per poterlo fare bisogna copiarli sul proprio PC (in ger-
go “scaricarli”) e quindi li si può aprire. Questa limitazione risulta determinante per gli
utenti di ftp, in quanto è necessario saper individuare subito quali sono i file più interes-
santi poiché la trasmissione dati nella rete è piuttosto lenta, di solito dell’ordine di qual-
che kbyte al secondo se si è fortunati. Del resto, se si decide di scaricare file di pro-
grammi, magari particolarmente voluminosi, è necessario prestare attenzione, infatti non
vi sono sempre informazioni dettagliate sul loro funzionamento, per cui dopo aver a-
spettato parecchi minuti per ricevere i file si potrebbe andare incontro a qualche delu-
sione.
1.2.3 Telnet
Telnet è un applicativo che consente a un qualsiasi computer abilitato della rete, di
connettersi ad un altro calcolatore, sfruttandone le risorse riguardanti Internet; in pratica
il calcolatore dell’utente diventa terminale dell’host con cui si collega.
15
Le risorse a cui si ha accesso con telnet sono vastissime, si possono consultare databa-
se sugli argomenti più disparati con telnet è possibile consultare, per esempio, gli
archivi informatici di biblioteche situate in paesi molto lontani dal nostro, ottenere in-
formazioni su organizzazioni importanti, dati relativi a sondaggi di opinione sui temi
più svariati.
Quando si fa login remoto con telnet in pratica lo si fa anche per sfruttare applicativi
che sul nostro terminale non funzionerebbero per l’inadeguatezza di piattaforme hard-
ware o software.
1.2.4 Newsgroup
I newsgroup sono dei gruppi di discussione, ossia degli spazi in cui è possibile entrare,
leggere i messaggi lasciati da altri e ai quali si può rispondere. Nascono così vere e pro-
prie discussioni che possono essere a tema libero oppure vertere su un particolare argo-
mento che può essere lo sport, la politica e anche argomenti piuttosto frivoli.
Questo strumento in realtà era nato come sistema per scambi di opinioni tra ricercatori
di vari istituti di ricerca, poi, la sua diffusione all’esterno di questi ambienti, ne ha gene-
rato la sua attuale evoluzione. In genere, le discussioni che nascono sono libere, nel sen-
so che non vi è un moderatore, una persona che controlli il comportamento corretto di
tutti i partecipanti al newsgroup, quindi può succedere che gli interventi diventino anche
provocatori o troppo disinibiti per i concetti espressi o per il linguaggio impiegato.
I newsgroup nella rete sono ormai diverse decine di migliaia. Questo sistema di comu-
nicazione può essere sfruttato anche dalle imprese che, creando dei gruppi di discussio-
ne su dei temi di loro interesse, possono cercare di capire quali sono le preferenze dei
loro clienti (effettivi e potenziali) o per raccogliere dalla gente nuove idee per prodotti
innovativi. Tali iniziative possono essere controllate dall’azienda in maniera passiva o
attiva, ovvero il newsgroup può essere tenuto sotto controllo da un agente esterno che
osserva dal di fuori le discussioni, oppure un individuo ben preparato cercherà, parteci-
pando alle discussioni, di evincere le informazioni ritenute interessanti.
16
1.2.5 Gopher
Uno dei protocolli di ricerca più popolare tra i navigatori di Internet, almeno fino a
qualche anno fa, è certamente Gopher. Preparato da un gruppo di programmatori
dell’università del Minnesota, Gopher è un sistema di ricerca a menù che riduce signifi-
cativamente i tempi dedicati alla ricerca di risorse nella rete; in effetti, lo scopo dei suoi
creatori era quello di creare uno strumento che fosse impiegabile in modo intuitivo, sen-
za bisogno di tanti chiarimenti.
Gopher è una possibile via di accesso a newsgroup, database, cataloghi di biblioteche
e altro. Esiste un software di supporto a Gopher chiamato Veronica, che semplifica le
operazioni di ricerca. La sua interfaccia rende, come già detto, più amichevole l’impatto
con la rete; Gopher può senz’altro essere considerato uno dei precursori del Web.
1.2.6 WWW
Il WWW è, assieme alla posta elettronica, il servizio di Internet più diffuso, secondo
Databank assorbe il 50% del traffico della rete. WWW è l’acronimo per World Wide
Web e costituisce il modello più conosciuto basato sull’ipertesto.
L’ipertesto può essere definito come un testo di cui alcune parti, di solito evidenziate
da sottolineature o da diversi colori, fungono da puntatori ad altri testi o ad altre parti di
quello stesso testo e vengono comunemente chiamati “link” (collegamento). Ovviamen-
te esistono alcune varianti a questa definizione, infatti possono fungere da puntatori an-
che immagini o icone. Il primo tentativo degno di nota di sfruttare l’ipertesto fu lo Xa-
nadu di Ted Nelson, che costituiva un tentativo di costruzione di una grande biblioteca
universale.
Il WWW nasce nel 1989 per iniziativa di un gruppo di ricercatori del CERN (Consi-
glio Europeo di Ricerca Nucleare) di Ginevra. L’idea era quella di creare una rete basata
sul concetto di ipertesto, il tutto per agevolare gli scienziati a mettere a disposizione de-
gli altri in modo più comodo e innovativo i risultati delle loro ricerche. Viene così crea-
to un protocollo che consentiva, a partire da un semplice testo, di creare un ipertesto con
i relativi puntatori, grazie all’utilizzo di particolari comandi detti “tag” racchiusi tra i
17
segni “<” e”>”. Il nome di questo nuovo sistema di creazione per ipertesti è HTML
(Hypertext Markup Language).
Il linguaggio HTML è abbastanza semplice e può essere acquisito alquanto rapida-
mente, per creare file HTML non sono necessari software particolari, si può sfruttare un
normale programma per la scrittura di testi come Blocco Note di Windows per scriverlo
e poi salvare il file in formato HTML. Se scritto correttamente questo file potrà essere
letto da qualsiasi browser in commercio. Da qualche anno comunque sono presenti sul
mercato software che semplificano di molto la creazione delle pagine Web. Il cui costo
di creazione di una pagina da parte di professionisti si aggira sulle 100 o 200 mila lire.
I punti di forza del Web stanno nella sua facilità di accesso, praticamente ogni calcola-
tore, anche un piccolo PC, vi può entrare, e nella semplicità con cui si possono reperire
dati e informazioni di qualsiasi genere. L’interesse per il WWW è accresciuto poi dal
fatto che le pagine di ipertesto non sono costituite solo da parole, ma quasi sempre com-
prendono anche immagini e icone fisse o animate, più raramente anche brevi filmati e
sottofondi musicali, benché i primi siano a bassa definizione e i secondi siano molto
scarni e semplici, oltre a ciò filmati e musiche rallentano spesso di molto la trasmissione
dei dati, per cui la multimedialità nelle pagine Web può risultare controproducente.
Di fondamentale importanza per il successo del Web è stata la sua struttura a ragnate-
la, creata dai link delle pagine web che potenzialmernte permette di passare senza solu-
zione di continuità da un argomento ad uno correlato, rendendo anche più agile la ricer-
ca di informazioni.
Altro punto a favore del WWW è la facilità con cui ci si muove in rete; per individuare
il calcolatore a cui ci si vuole collegare non serve conoscere l’indirizzo IP e tantomeno
il domain name server (DNS), bensì una stringa dette Unified Resource Location
(URL), ovvero una stringa di caratteri di solito minuscoli poiché la maggior parte dei
server della rete lavorano su piattaforme UNIX.
Per visitare il Web è di fondamentale importanza un applicativo particolare detto
browser, che potrebbe essere liberamente tradotto dall’inglese con sfogliatore, da to
browse brucare oppure sfogliare (un libro).
Il primo browser della storia del Web è stato Mosaic, messo a punto nel ’93 da un
gruppo di studenti del National Center for Super Computing Application (NCSA); dap-
prima il programma funzionava solo su piattaforme UNIX, poi visto il successo riscosso
18
tra utenti nuovi e vecchi di Internet, ne sono state prodotte versioni anche per altri si-
stemi operativi. A questo browser se ne sono affiancati altri, il più famoso e usato è in-
dubbiamente Navigator di Netscape, la cui popolarita poi è stata contrastata da Explorer
di Microsoft, fino alla causa legale intentata dalla Netscape al colosso di Bill Gates per
concorrenza sleale.
Su questo servizio di Internet non sussistono particolari vincoli per eventuali utilizzi
commerciali, anzi i siti di argomento commerciale, soprattutto statunitensi, portano
“.com” come suffisso finale dell’URL che indica che si tratta di un sito di natura com-
merciale (per esempio http://www.microsoft.com). Inizialmente questi siti erano dedica-
ti alla sola promozione dell’azienda e dei prodotti, poi una progressiva evoluzione ha
portato alla genesi di veri e propri negozi virtuali, completi di ogni servizio per i clienti,
dimostrandosi terreno ricco di fermenti per lo sviluppo del fenomeno chiamato “elec-
tronic commerce”.
1.3 La gestione di Internet
Finora si è parlato di Internet, dei suoi protocolli, del suo funzionamento, dei suoi ser-
vizi, ma alla fine di tutto ciò è inevitabile porsi una domanda: di chi è Internet, chi la ge-
stisce?
Come ho già avuto modo di dire più volte, Internet è una rete di reti, cioè l’insieme di
molte reti collegate tra di loro; tra queste reti però ne esistono di più o meno grandi o
potenti, collegate tra loro in una scala quasi gerarchica. Le reti più potenti sono le spine
dorsali (backbone) di Internet e a queste poi si collegano le reti minori. Le reti principali
di solito hanno carattere nazionale per gli USA e internazionale per l’Europa, quelle di
potenza media si sviluppano a livello di singolo stato per gli Stati Uniti e nazionale per i
paesi europei, mentre quelle più piccole si trovano nelle realtà locali e consentono, a chi
vi è collegato, tramite le reti di media portata di avere accesso alle backbone.
La comunicazione tra due diversi terminali di reti diverse è garantita dal fatto che ogni
rete locale si connette a quella di media potenza che verifica se il terminale di destina-
zione si trova in un’altra sua sotto rete locale, se non lo individua si connette con la rete
di grande portata, la quale ripeterà la ricerca in modo analogo negli altri rami.
19
La struttura di queste reti si potrebbe definire ad albero (vedi immagine pagina succes-
siva).
Ogni rete può entrare a far parte di Internet e mantienere la propria autonomia, deve
però aderire alle norme che questo impone ovvero gli standard e i protocolli della rete
per garantire una corretta fruizione di tutti i servizi di Internet.
Negli Stati Uniti la dorsale più nota è l’ANSnet (Advanced Networking & Service
Network) per potenza di rete ed autorità, ciononostante non è possibile affermare che
chi amministra questa rete sia chi detiene il potere di Internet. Vi sono però alcune asso-
ciazioni che vigilano sul corretto funzionamento della rete, Internet si potrebbe definire
infatti come una specie di cooperativa. Internet come insieme di reti vede ciascuna delle
proprie reti alimentata da finanziamenti pubblici, almeno nella fase di costruzione; negli
USA spesso la nascita delle reti è stata finanziata da enti governativi, poi queste sono
riuscite a finanziarsi con la vendita di accessi alla rete ai privati.
1.4 I numeri della rete
Da quando è stata creata, Internet ha conosciuto un progressiva e continua crescita di
popolarità. Si è passati dai 4 host collegati in rete del ’69 ai 36 milioni del luglio ’98 e i
numeri sono ancora destinati a crescere.
20
In ogni caso la crescita di Internet non si misura solo valutando l’aumento del numero
degli host. Il fenomeno può essere misurato facendo riferimento alle spese effettuate nel
campo dell’informatica per la rete: servizi di trasmissione e telecomunicazioni, canoni
di abbonamento per l’accesso a Internet, creazione e mantenimento di siti e pagine nella
rete, consulenze informatiche, apparecchiature hardware e software.
In alternativa si possono effettuare valutazioni sul numero di utenti del Web e qui sor-
gono i problemi: quando una persona si può definire utente della rete? Teoricamente
chiunque si trovi a lavorare con un calcolatore con accesso alla rete può sfruttare Inter-
net, si è pensato allora di dividere l’insieme degli utenti della rete in varie fasce.
La definizione più ampia comprende tutti coloro che si sono trovati a usare la rete
nell’ultimo mese o, in alternativa, che la usano ogni mese; la selezione si fa poi più re-
strittiva andando a selezionare il numero di utenti settimanali o giornalieri. È ovvio che i
numeri che ne escono sono molto eterogenei per dimensione.
Il numero degli utenti del Web potrebbe inoltre essere valutato in maniera diversa a
seconda di quali sono gli obiettivi della ricerca che richiede questi dati. Se si vuole valu-
tare il bacino di utenza dal punto di vista comunicazionale, può andar bene il tipo di va-
lutazione qui sopra illustrato, se l’analisi riguarda invece il mercato degli Internet-
providers e di chi in genere fornisce il servizio di allacciamento alla rete, interesserà va-
lutare di più il numero di abbonamenti acquistati e da chi sono acquistati: privati cittadi-
ni, aziende, scuole, pubbliche amministrazioni, ecc.
L’utenza mondiale di Internet è stimata in circa 118 milioni di persone, anche se la ci-
fra oscilla in base alle fonti di indagine e ai metodi di ricerca impiegati; il 50%
dell’utenza è statunitense.
0
2
4
6
8
Paesi
GRAFICO 2 : Milioni di utenti di internet nel
1998 (fonte: EITO)
Francia
Germania
Gran Bretagna
Italia