Introduzione
II
informazioni quali:
- Tipologia strutturale, intesa come tecnica costruttiva adoperata (a
telaio, a parete, miste, e così via);
- Geometria globale con indicazioni sulle regolarità o meno in pianta ed
in altezza, e geometria locale, per poter caratterizzare eventuali
particolarità costruttive, come nel caso dei nodi trave-pilastro, o come
nell’interazione suolo - fondazione struttura, o ancora problemi di
irregolarità legate alla rigidezza globale, come può capitare nel caso di
edifici con impalcati deformabili nel loro piano (in questo caso cade
l’ipotesi di tre gradi di libertà dinamici per piano);
- Tipologia, proprietà meccaniche e fisico-chimiche dei materiali
adoperati;
- Destinazione d’uso, per conoscere quali funzionalità deve garantire la
struttura, ma soprattutto quali sono le masse dovute ai sovraccarichi
accidentali in gioco, e come possono essere influenzati i parametri
modali, in particolar modo il fattore di smorzamento;
- Storia dell’opera, per risalire ad eventuali modifiche
architettonico/strutturali, a cambiamenti di destinazione d’uso, o
semplicemente per conoscere la storia dei carichi, per cause ambientali
e/o antropiche dovute ad esempio ad azioni sismiche, a movimenti
franosi, etc...
Le principali tipologie presenti sul territorio nazionale, si possono
suddividere in strutture in calcestruzzo armato normale e precompresso,
in muratura, in acciaio ed in legno. A queste si aggiungono strutture di
tipo misto che presentano cioè due o più tipologie costruttive, come
strutture miste in acciaio e c.a., o miste muratura e calcestruzzo e così
via.
La conoscenza della tipologia costruttiva è fondamentale perché
l’influenza sui comportamenti dinamici varia a seconda della tecnica
Introduzione
III
adoperata.
La conoscenza della geometria globale serve a capire e prevedere quale
sarà il comportamento dinamico e soprattutto di valutarne eventuali
irregolarità che possono in qualche modo far nascere anomalie nelle
forme modali e di conseguenza nelle sollecitazioni.
L’importanza della geometria locale sta nella previsione del
comportamento di eventuali punti critici della struttura in esame, come
possono essere i nodi di connessione tra travi e pilastri di diverso
materiale (travi in acciaio su pilastri in c.a.), oppure particolari sistemi di
appoggio come nel caso dei solai in legno o latero-cemento su pareti in
muratura, o ancora particolari elementi strutturali posizionati ad hoc per
la protezione antisismica, come nel caso di controventi dissipativi, e così
via.
Ovviamente, di fondamentale importanza è la conoscenza delle
caratteristiche fisico chimiche dei materiali e delle loro proprietà
meccaniche, sia in campo lineare che in campo non lineare. Questo è un
problema molto rilevante nell’ambito della caratterizzazione dinamica
della struttura o di sue parti, in quanto praticamente mai il materiale si
presenta omogeneo e perfettamente isotropo, soprattutto nel caso del
calcestruzzo armato ed ancora di più nella muratura. Alcune
approssimazioni sono d’obbligo nelle analisi dinamiche, ed anche se non
si hanno grossi problemi nelle analisi lineari, queste creano maggiori
incertezze nel caso di analisi non lineari, per esempio per valutare il
comportamento a fatica del materiale, caso in cui è richiesta una
modellazione più dettagliata e complessa.
Ultimo punto importante riguarda ovviamente la destinazione d’uso, in
quanto a seconda delle prestazioni e funzionalità che deve garantire la
struttura, si avranno comportamenti diversi per le diverse masse in
gioco, ma soprattutto verifiche differenti sia agli stati limite ultimo che
Introduzione
IV
agli stati limite di danno.
Tra le strutture in c.a. andranno sicuramente considerate, in riferimento
agli edifici, le tipologie a telaio, a parete, miste telaio e parete e altre
tipologie come per esempio i nuclei.
Le strutture in acciaio non hanno un grande impiego nell’edilizia
residenziale, ma trovano comunque largo impiego nell’edilizia industriale
e nelle grandi opere. Tra le diverse tipologie si possono incontrare
strutture a telaio, a telaio controventato con controventi eccentrici o
concentrici, a mensola, a pendolo invertito e così via.
Dalla combinazione delle due tipologie precedenti nascono una serie di
opere che devono essere valutate attentamente caso per caso,
soprattutto in quei punti in cui i due diversi materiali entrano in contatto,
perché modificano notevolmente il comportamento dinamico globale
dell’opera, in quanto creano molto spesso delle zone ad elevata
concentrazione tensionale soprattutto sotto condizioni di carico dinamico.
Tra queste categorie rientrano le strutture a telaio con travi e pilastri
composti in acciaio – c.a., e i telai in c.a. con controventi in acciaio.
Le opere in muratura, molto presenti sul nostro territorio nazionale,
rappresentano sicuramente la tipologia più complicata da caratterizzare
dinamicamente, in quanto costituite da materiali in cui le proprietà
intrinseche variano in funzione di molti parametri alcune delle quali non
identificabili con precisione. Inoltre, tali strutture, sono per loro
caratteristica progettate per resistere a carichi di tipo statico, viceversa,
se sottoposte a carichi dinamici o di tipo ciclico, mostrano un forte e
rapido degrado a fatica, molto più accentuato rispetto le tipologie
mostrate in precedenza.
Le opere in legno non riscontrano un forte interesse in ambito dinamico
perché come tecnica costruttiva non è molto utilizzata se non in piccole
realtà localizzate, inoltre tali strutture essendo di modeste dimensioni e
Introduzione
V
caratterizzate da materiale piuttosto elastico non causano gravi
preoccupazioni dal punto di vista del rischio sismico. Una successiva
distinzione da fare è in riferimento a strutture di nuova costruzione e
strutture già esistenti.
Nel primo caso è evidente che con l’introduzione delle nuove ordinanze
sismiche come la 3274/03 e le successive modifiche ed integrazioni, le
strutture di nuova costruzione sono realizzate basandosi su aspetti
prestazionali, e quindi alle problematiche dinamiche, includendo nella
maggior parte dei casi la presenza di un modello FEM per l’analisi
modale, non obbligatorio ma quasi sempre presente per la versatilità e
rapidità di calcolo che oggi offrono i programmi per le analisi alle
modellazioni finite. Ultimo punto è ovviamente sulle minori incertezze
che si hanno rispetto le caratteristiche e le proprietà dei materiali
adoperati, dovendo essere opportunamente testati e certificati secondo
norma.
Nel caso delle strutture esistenti, gioca molto l’epoca in cui sono state
realizzate, in quanto in passato le normative sismiche erano meno
efficaci se non del tutto inesistenti, inoltre di sicuro non vi sarà la
presenza di modelli FEM di supporto ed anzi in molti casi, per opere
molto vecchie, si riscontra la mancanza di tavole di progetto dettagliate.
Inoltre può capitare di non conoscere le caratteristiche dei materiali o in
caso contrario, sicuramente avranno subito un degrado nel tempo non
sempre valutabile con precisione.
In ultima analisi andranno considerate anche strutture di nuova
costruzione dotate di sistemi antisismici, come isolatori alla base o
sistemi dissipativi, per i quali non esiste una normativa per il collaudo in
fase di esercizio soprattutto per la seconda categoria.
CAPITOLO 1
Rilievo geometrico e determinazione
delle caratteristiche strutturali
1.1 Premessa
Le indagini preliminari sono state suddivise in quattro fasi distinte.
Nella prima è stato eseguito il rilievo geometrico e strutturale dell’ edificio
accompagnato da una documentazione fotografica dello stesso, nella
seconda sono state eseguite le indagini diagnostiche tradizionali, nella
terza fase le indagini geologiche (svolte dalla CMG di Avellino), ed infine
nella quarta sono state eseguite le due campagne di prove di
caratterizzazione dinamica, la prima esaminando la struttura al suo stato
iniziale, la seconda esaminando la struttura in assenza dei tompagni
esterni.
Ognuna di queste fasi ha avuto un obbiettivo mirato. I rilievi effettuati
sono stati fondamentali per la ricostruzione dell’esatta geometria della
struttura e dello schema strutturale, informazione fondamentale per le
successive prove dinamiche che hanno poi concluso la attività di
conoscenza della struttura.
Le indagini diagnostiche sono state mirate all’ottenimento di un elevato
livello di conoscenza della struttura, in termini strutturali e di qualità dei
materiali impiegati.
Le indagini geologiche, determinando le caratteristiche del terreno,
hanno permesso di modellare l’interazione del suolo con le fondazioni, in
questo modo si è potuto ottenere un modello di calcolo che tenga conto
della struttura comprensiva di fondazioni.
Capitolo 1
2
Ed infine le prove dinamiche, informazioni fondamentali per calibrare il
modello agli elementi finiti ed ottenere le successive informazioni per
l’esecuzione degli interventi di adeguamento sismico previsti nel
progetto.
1.2 Descrizione della struttura e rilievo fotografico
La struttura in oggetto è stata realizzata nella fine degli anni ‘60 e
non è mai stata completata. Dal punto di vista strutturale, la tipologia è in
cemento armato con tetto a falde anch’esso dello stesso materiale.
La struttura conta 3 livelli e 2 impalcati. Il primo livello, è un piano
seminterrato con terrapieno, sorretto da pareti in c.a. adiacenti agli
elementi portanti verticali, ma ad essi non collegati strutturalmente come
hanno evidenziato i rilievi diagnostici. Il secondo livello è un piano
rialzato, mentre il terzo è un sottotetto.
La struttura presenta un evidente stato di degrado sottolineato dall’
assenza di copriferro e dalla forte ossidazione delle barre di armatura.
Non sono presenti tramezzi divisori ne pavimentazioni, mentre sono
presenti i tompagni esterni realizzati in muratura di tufo sia al piano
rialzato che nel sottotetto. La struttura non conta nessun tipo di infisso,
inoltre le aperture lasciate nelle pareti sono state, in epoca successiva
alla realizzazione della struttura, rimodulate, restringendole o
occludendole completamente con blocchi di lapilcemento, su tutta la
superficie delle pareti, sia dal lato interno che da quello esterno non è
presente intonaco.
Infine si segnala come al piano seminterrato manchi completamente sia
la pavimentazione che il massetto, facendo si che il piano di calpestio sia
costituito da terreno.
Capitolo 1
3
In pianta vengono riportati punti dai quali sono state effettuate le foto:
Posizione scatti foto
Foto N. 1 Foto N. 2
Foto N. 3 Foto N. 4
Capitolo 1
4
Altra caratteristica da segnalare è il livello del terreno: esso non è uguale
su entrambi i lati della struttura, dal momento che sul lato frontale arriva
quasi all’altezza del primo impalcato, mentre su quello posteriore parte
dal livello appena superiore alla trave di fondazione, creando in questo
modo un’azione di contenimento della struttura non simmetrica.
1.3 Rilievo geometrico
La struttura presenta dimensioni in pianta piuttosto contenute
(13.40 m x 11.10 m) così come in altezza (circa 8.80 m alla linea di
colmo). Di seguito si riportano (fuori scala) le piante ed i prospetti ricavati
dal rilievo geometrico eseguito, mentre per i dettagli si rimanda alle
tavole grafiche allegate:
Pianta piano rialzato
Capitolo 1
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Pianta sottotetto
Prospetto frontale
Prospetto posteriore
Capitolo 1
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1.4 Rilievo strutturale
Dal punto di vista strutturale si tratta di un edificio in cemento armato
con solai, di piano e di copertura, in latero-cemento. Gli elementi portanti
verticali (pilastri) presentano una sezione quadrata 40x40 cm al piano
seminterrato e al piano rialzato, mentre nel sottotetto la sezione è 40x30
cm. La struttura presenta una doppia orditura degli elementi portanti
orizzontali (travi) alcune a spessore e alcune emergenti.
Si presentano due particolarità. La prima è rappresentata dal fatto che
alcune travi siano estradossate, mentre la seconda è rappresentata
dall’eccentricità di alcuni nodi della maglia delle travi rispetto agli
elementi portanti verticali.
Al piano seminterrato sono presenti delle pareti in c.a. a sostegno del
terreno. È stato indagato l’eventuale collegamento di queste pareti ai
pilastri, ma non è stato riscontrata nessuna connessione tramite barre di
armatura, ed inoltre la realizzazione delle pareti è avvenuta in un
momento differente alla realizzazione dei pilastri in quanto non si è
riscontrata alcuna continuità di getto tra i due elementi.
Pareti cls– pilastri Parete lapil cemento-pilastri
(piano seminterrato) (piano seminterrato)
Capitolo 1
7
Lo schema delle fondazioni è stato ricostruito sulla base dei saggi
effettuati in corrispondenza dei pilastri 3 e 5. In tali punti sono stati
riscontrati dei plinti piramidali a base quadrata. È stata rinvenuta anche
la presenza di elementi di collegamento tra i plinti in una sola direzione,
con delle travi a sezione rettangolare correnti lungo il perimetro della
costruzione ed al centro, lungo la direzione maggiore.
La seguente sequenza fotografica riporta le fasi dall’esecuzioni dei saggi
eseguiti in fondazione:
Plinto di fondazione pilastro N. 3 Plinto di fondazione pilastro N. 5
Da questo rilievo effettuato in fondazione, si sono confermate le ipotesi
fatte nella prima fase e si sono potute effettuare rilievi più precisi e
dettagliati che hanno permesso di ricostruire lo stato delle fondazioni
riportate nel modello finale.
1.5 Indagini diagnostiche
Sono state eseguite una serie di indagini sugli elementi strutturali
dell’edificio al fine di ottenere un elevato grado di conoscenza della
struttura. Lo scopo fondamentale di tali indagini è quello di caratterizzare
Capitolo 1
8
i materiali come il calcestruzzo e l’acciaio d’armature. In particolare sono
state svolte le seguenti indagini:
• Prova pacometrica;
• Prova sclerometrica;
• Indagini ultrasoniche;
• Carotaggi;
• Prelievi di armatura;
• Prove di carbonatazione.
1.5.1 Prova pacometrica
Con questa prova è possibile ricostruire la maglia delle armature di
acciaio in ciascun elemento nonché
determinare la profondità e il
diametro dei ferri stessi. La posizione
dei ferri è determinata muovendo una
particolare sonda a induzione
magnetica sulla superficie della
struttura in esame, sino ad
individuare la direzione di massimo
assorbimento elettromagnetico che
corrisponde all’orditura dei ferri.
Il valore del copriferro è stimato in funzione dell’entità dell’assorbimento
elettromagnetico mediante la lettura di un apposito diagramma di
correlazione.
Per ottenere il diametro delle barre corretto è preferibile effettuare una
calibrazione attraverso una spicconatura in determinati punti.