sì e no quel suo verde sospiro di luce in terra che par perdutamente
lontano. Così io vi caddi quella notte di giugno, che tant'altre lucciole
gialle baluginavano su un colle dov'era la città [...]2
Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 a Girgenti (odierna
Agrigento) da Stefano e Caterina Ricci-Gramitto. La famiglia era di
agiata condizione borghese grazie al commercio e all'estrazione dello
zolfo e aveva tradizioni risorgimentali.
L'infanzia di Pirandello non fu sempre serena ma caratterizzata dalla
difficoltà di comunicare con gli adulti, in specie con i genitori, in
modo particolare con il padre. Tutto ciò stimolò l'autore ad affinare le
sue capacità espressive e a studiare il modo di comportarsi degli altri
per cercare di corrispondervi al meglio.
Dopo l'istruzione elementare impartitagli da maestri privati, andò a
studiare in un istituto tecnico e poi al ginnasio. Qui si appassionò
subito alla letteratura, infatti a soli undici anni scrisse la sua prima
opera, Barbaro, andata perduta.
Le tensioni in famiglia porteranno la sorella maggiore di Luigi, Lina,
ad avere nel periodo della pubertà, manifestazioni di follia. Luigi fu
molto colpito dal fatto. Lina sosteneva di non vedere esseri umani, ma
animali (il padre stesso sarà per lei un lupo).
Qualche tratto di questa follia particolare Pirandello lo trasporterà nel
personaggio di Dianella Salvo in I Vecchi e i giovani3.
Questo è il primo e straziante incontro di Pirandello con la pazzia.
Aveva conosciuto in precedenza altri casi di follia avvenuti nella
provincia di Girgenti; infatti tra la seconda metà dell'Ottocento e i
primi trent'anni del '900 la provincia conterà, in percentuale, il più alto
numero di malati mentali di tutta Italia.
Per un breve periodo, nel 1886, aiutò il padre nel commercio dello
zolfo e si fidanzò con la cugina, Lina, di quattro anni più vecchia di
lui, della quale era molto innamorato. In questo periodo poté
conoscere direttamente il mondo degli operai nelle miniere e quello
dei facchini delle banchine del porto mercantile; tutto ciò gli fornì
spunti per novelle come Il fumo4, Ciàula scopre la Luna5 e per alcune
2 M.L. AGUIRRE D'AMICO, Album Pirandello, Mondadori, Milano 1992, pp. 8-9.
3 L. PIRANDELLO, I vecchi e i giovani, Garzanti, Milano 2002.
4 L. PIRANDELLO, Novelle per un anno, Giunti, Firenze 1994
5 Ibidem
6
pagine del romanzo I vecchi e i giovani.
Compì i suoi studi classici a Palermo, in seguito si recò a Roma dove
continuò i suoi studi di filologia romanza. Nel 1889 pubblicò a
Palermo, presso la Libreria Internazionale L. Pedone Lauriel, la
raccolta di versi Mal giocondo6, testimonianza tangibile dei suoi
interessi artistico-letterari.
In quello stesso anno a causa di un contrasto con il preside, il latinista
Onorato Occioni, fu costretto a lasciare l'Università di Roma e si
trasferì a Bonn per proseguire gli studi. Il soggiorno in Germania, che
durò quasi tre anni, segnò un momento importante della sua vita, gli
permise infatti di ampliare le sue conoscenze culturali. In quegli anni
pubblicò il libro di liriche Pasqua di Gea7 (1891), dedicato a una
ragazza tedesca, Jenny, di cui si era innamorato, nonostante il
fidanzamento con Lina.
Nel 1891 a Bonn si laureò con una tesi su Voci e sviluppi di suoni nel
dialetto di Girgenti in filologia romanza.
In questo periodo compì un passo decisivo, maturato negli anni
trascorsi a Bonn: ruppe il fidanzamento con la cugina Lina, che aveva
avuto una crisi nervosa e Luigi aveva assistito alle manifestazioni del
male.
Si può dire che tre diversi ambienti influenzarono la formazione
psicologica e culturale di Pirandello: siciliano, tedesco e romano.
L'ambiente siciliano in particolare contribuì a determinare la
fisionomia sociale e politica dello scrittore. Venne educato al
patriottismo e al culto dei valori rinascimentali pur avendo un rapporto
conflittuale col padre (da cui deriva un senso d'inettitudine, simile a
quello di Tozzi e Svevo). Il tema della Sicilia ritorna spesso nella sua
opera come metafora della memoria e dell'infanzia, fondamentale
quindi per un'interpretazione psicologica dell'autore.
Tornò in Italia nel 1892 e si trasferì a Roma, dove poté mantenersi
grazie agli assegni mensili inviati dal padre; scelse la Roma piccolo-
borghese mantenendo le distanze dalla città barocca cara ad altri
6 L. PIRANDELLO, Mal giocondo, Libreria Internazionale L. Pedone Lauriel, Palermo 1889
7 L. PIRANDELLO, Pasqua di Gea, Libreria editrice Galli, Milano 1891
7
artisti.
Qui conobbe Luigi Capuana, il teorico e maestro del verismo italiano;
a contatto con lui, Pirandello scoprì e definì la propria vocazione di
narratore, avvicinandosi alla grande esperienza del verismo. Questo
incontro gli aprì le porte dei salotti intellettuali dove ebbe modo di
conoscere giornalisti, scrittori, artisti e critici. Pubblicò la prima
raccolta di novelle, Amori senza amore8.
Nel 1892 scrisse il suo primo romanzo, L'esclusa9: fino ad allora
aveva scritto solo versi e drammi.
A venticinque anni egli era a Roma quando ricevette una lettera dal
padre che gli proponeva di fidanzarsi con Antonietta, la figlia del suo
socio in affari, Calogero Portulano. Sul finire del 1893 tornò a
Girgenti e la conobbe. I giovani si piacquero e avvenne il
fidanzamento. Antonietta, rimasta senza la madre, era cresciuta con il
padre che l'aveva affidata alle suore di San Vincenzo. In Calogero,
uomo molto geloso (si pensi che la moglie era morta durante il parto
di Antonietta perché il marito non permise al medico di visitarla)
nacque un'avversione verso il futuro genero al pensiero che la bella e
giovane figlia sarebbe finita tra le sue braccia.10 Il fidanzato riuscì a
vedere la futura sposa poche volte e sempre in presenza di altre
persone. Pirandello visse sempre con disagio il rapporto con la fragile
e inquieta moglie, avvertendo in lei il forte peso delle norme
comportamentali risalenti alle radici siciliane.
Luigi tornò a Roma per approntare la casa che li avrebbe ospitati dopo
sposati, scrivendo quasi ogni giorno alla fidanzata: fu soprattutto
grazie alla dote della moglie che i due poterono pensare di trasferirsi
nella capitale e godere di una situazione molto agiata.
Si sposarono a Girgenti nel 1894. Tra i due coniugi, negli anni, nacque
veramente l'amore e la passione. Proprio a ridosso del matrimonio
Pirandello aveva cominciato a scrivere i quattro Dialoghi tra il Gran
Me e il piccolo me11, che costituiscono la prima trasposizione narrativa
dello stato di divisione schizoide. L'impulso a scrivere questi dialoghi
lo ebbe con l'inizio della vita coniugale (il primo s'intitola Nostra
8 L. PIRANDELLO, Amori senza amore, Bontempelli, Roma 1894.
9 L. PIRANDELLO, L'esclusa, Mondadori, Milano 1979.
10 http://archiviostorico.corriere.it/
11 L. PIRANDELLO, M. COSTANZO, Novelle per un anno II, Mondadori, Milano 2007, p. 1063
8
moglie): è l'eros infatti che mette in crisi gli equilibri emotivi di chi
dubita della consistenza unitaria del sé.
Nel 1895, nacque il primogenito, Stefano, che sarebbe diventato
anch'egli romanziere e commediografo; nel 1897 nacque Rosalia
(Lietta) e infine nel 1899 fu la volta di Fausto, che sarebbe diventato
un noto pittore.
Luigi e Antonietta con il loro primogenito Stefano. La sorella Lina con il marito
Calogero e le loro bambine Linuccia e Giuseppina. 1896.
Lo scrittore iniziò una fitta collaborazione con i giornali e le riviste
letterarie di Roma, sulle quali pubblicò una ricca e vasta produzione
narrativa; lavorò ai suoi primi testi teatrali che tuttavia non riuscirono
ancora a raggiungere le scene.
9
Nel 1897 accettò di sostituire G. Mantica nell'Istituto Superiore di
Magistero Femminile di Roma, come insegnante di Letteratura
italiana; qui rimase per oltre vent'anni (dal 1897 al 1922).
Dal 1901 al 1903 uscirono: L'esclusa12, Il turno13, e alcuni volumi di
novelle come Beffe della morte e della vita14 e Quand'ero matto15.
Nel 1903, nel pieno di questa intensa attività letteraria, Pirandello fu
colpito da una sciagura: la miniera di zolfo del padre, in cui era
impegnata tutta la dote della moglie Antonietta, si allagò a causa di
una frana, privandolo così di tutto il suo patrimonio. Egli si trovò a far
fronte non solo all'emergenza economica ma anche a dover curare la
moglie, che alla notizia della sciagura era caduta in una grava forma di
paranoia.
Questo fu il periodo in cui Pirandello scrisse Il fu Mattia Pascal16, il
più celebre dei suoi romanzi, che uscì a puntate sulla rivista “Nuova
Antologia” riscuotendo un grande successo. Scriveva questo romanzo
di sera, dopo le lezioni al Magistero e quelle private, vegliando la
moglie malata, trasponendo il suo dramma personale in quello del
protagonista e cercando nel perenne contrasto con il mondo della
moglie, i motivi della fuga dalla propria identità del personaggio
stesso.
Fin da questo primo romanzo di successo, Pirandello affronta un
argomento che sembra ossessionarlo: il problema dell’identità
dell’individuo. Ognuno di noi, dice lo scrittore, è qualcuno solo se ci
sono gli altri a riconoscerlo come tale.
Per dimostrare tale tesi inventa una trama decisamente insolita: la
storia di un uomo che decide di rifarsi una vita e un'identità fino a
scoprire che sottrarsi ai rapporti con gli altri vuol dire diventare
“nessuno”, cioè non avere più un'identità e un passato.
Nel 1906 Luigi è in rotta col padre per via della dote di Antonietta e
sentimenti ancora più ostili li nutre verso il suocero Calogero
12 L. PIRANDELLO, L'esclusa, Mondadori, Milano 1901
13 L. PIRANDELLO, Il turno, Giunti, Firenze 1994.
14 L. PIRANDELLO, Beffe della morte e della vita, F. Lumachi, Firenze 1903.
15 L. PIRANDELLO, Novelle per un anno, Mondadori, Milano 1932, p.147
16 L. PIRANDELLO, Il fu Mattia Pascal, Giunti, Firenze 1994.
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