Grande Progetto di Montagna
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durante gli ultimi trent anni ha visto diminuire la presenza umana e ha contato la
chiusura di numerose attivit legate al patrimonio rurale.
Il cuore del progetto Ł rappresentato dagli interventi di recupero che
interessano varie aree del comprensorio lariano ed Ł quindi logico che essi
ricevano ampio spazio all interno dell elaborato; ma il GPM non Ł soltanto
questo, dato che Ł stato pensato come il punto di inizio per sviluppare un
progetto assai piø ampio e di lungo respiro: gli interventi di recupero in ambito
montano sono necessari e come si avr modo di osser vare, riguardano
numerosi aspetti della vita economica e sociale di chi vive in montagna, ma il
titolo Grande Progetto vuole significare un nuovo inizio per questo ambiente e
per i suoi abitanti, i quali avranno modo di sfruttare le caratteristiche del
territorio per connettersi a varie reti e quindi dare il via a collaborazioni e
occasioni che inneschino un nuovo motore di sviluppo. Un esempio di tutto ci
Ł rappresentato dalla D.I.M.A.F., evento che sar a ffrontato sotto vari aspetti e
che ha portato a risultati postivi per una delle zone interessate dal GPM.
Coloro che hanno dato forma e vita ai progetti, collaborando e ben
utilizzando i fondi messi a disposizione, credono molto nelle potenzialit del
Grande Progetto di Montagna, di essere un buon viatico per lo sviluppo.
Nonostante sia prematuro trarre delle conclusioni e ragionare sui risultati, credo
sia doveroso sottolineare l importanza del progetto in sØ e le capacit degli
attori che attorno ad esso gravitano.
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2 Inquadramento dell area di studio
2.1 Inquadramento geografico
La provincia di Como si colloca al margine meridionale della catena alpina,
fungendo da ideale ponte tra quest ultima e la pianura lombarda. Il territorio
provinciale si estende per 1288 kmq, di cui il 67% in montagna, il 26% in collina
e solo il 7% in pianura.
La provincia di Como confina a nord-ovest con la Svizzera, a nord-est con
la provincia di Sondrio, a est con la provincia di Lecco, a sud con la provincia di
Milano e a ovest con quella di Varese.
Il territorio pu essere suddiviso in alcune grandi aree omogenee sotto il
profilo geografico e paesaggistico: il numero varia a seconda della bibliografia,
ma sostanzialmente possiamo distinguere sette zone.
Partendo da nord troviamo l Alto Lario Occidentale, poi le Alpi Lepontine
Meridionali, il Lario Intelvese, il Triangolo Lariano, la zona di Como e dintorni,
l area dell Olgiatese ed infine la Brianza Comasca.
Le aree che maggiormente ci interessano corrispondono al territorio
amministrativo delle quattro Comunit Montane della Provincia di Como ed Ł
quindi opportuno presentarle brevemente.
La Comunit Montana dell Alto Lario Occidentale occ upa la porzione piø
settentrionale della provincia e, con una superficie di 23.935 ettari, comprende i
comuni di Consiglio di Rumo, Cremia, Domaso, Dongo, Dosso del Liro,
Garzeno, Gera Lario, Germasino, Gravedona, Livo, Montemezzo, Musso,
Peglio, Pianello del Lario, Sorico, Stazzona, Trezzone, Vercana. La comunit
confina a sud con quella delle Alpi Lepontine, a est con i comuni della provincia
di Lecco, a nord con la provincia di Sondrio e a ovest con la Svizzera.
Il territorio Ł caratterizzato da numerose valli scavate da torrenti che
sfociano nel lago di Como: la valle di Livo, di Liro e di Albano presentano una
bassa densit abitativa che ha garantito la preserv azione del territorio. La
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conformazione montana culmina nella catena montuosa della Mesolcina
Meridionale che supera i 2.000 metri s.l.m.
La Comunit Montana del Lario Intelvese occupa una superficie di 26.119
ettari e annovera i comuni di Argegno, Blessagno, Brienno, Casasco d Intelvi,
Castiglione d Intelvi, Cerano d Intelvi, Cernobbio, Claino con Osteno, Colonno,
Dizzasco, Laino, Lanzo d Intelvi, Lenno, Mezzegra, Moltrasio, Ossuccio, Pellio
Intelvi, Ponna, Ramponio Verna, Sala Comacina, San Fedele Intelvi,
Schignano, Tremezzo.
Dal punto di vista morfologico, Ł possibile dividere il territorio in tre
sottozone: il Basso Lario, la Tremezzina e la Val d Intelvi.
Il Triangolo Lariano, con una superficie pari a 26.119 ettari, comprende i
seguenti comuni: Albavilla, Albese con Cassano, Asso, Barni, Bellagio, Blevio,
Brunate, Caglio, Canzo, Caslino d Erba, Castelmarte, Civenna, Erba, Eupilio,
Faggeto Lario, Lasnigo, Lezzeno, Longone al Segrino, Magreglio, Nesso,
Pognana Lario, Ponte Lambro, Proserpio, Pusiano, Rezzago, Sormano,
Tavernerio, Torno, Valbrona, Veleso e Zelbio.
Il territorio Ł caratterizzato da un buon equilibrio nella morfologia,
rimanendo racchiuso tra i rami di Como e Lecco, mentre a sud confina con la
bassa collina che conta la presenza di ben tre laghi: Alserio, Pusiano e Annone.
L ultima zona ad essere presentata Ł la Comunit Mo ntana delle Alpi
Lepontine, la quale Ł entrata a far parte del GPM in un momento successivo
rispetto alle altre tre. L area si estende su 20.288 ettari e comprende i comuni di
Bene Lario, Carlazzo, Cavargna, Corrido, Cusino, Grandola ed Uniti, Griante,
Menaggio, Plesio, Porlezza, San Bartolomeo, Val Cavargna, San Nazzato Val
Cavargna, San Siro, Val Rezzo e Valsolda. Si snoda lungo la valle che collega
Menaggio e Porlezza e intorno al lago Ceresio e da questo asse principale si
sviluppano varie valli laterali. Sono presenti due bacini idrografici che
convogliano le acque verso il Lario e il Ceresio.
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Aree provinciali
Comuni
Superficie
Abitanti
Densit
Pianura e collina 72 399,76 419.277 1049
Triangolo Lariano 31 261,19 73.874 283
Lario Intelvese 26 184,89 27.872 151
Alto Lario Occidentale 18 239,35 17.608 74
Alpi Lepontine 15 202,88 22.310 110
Totale
162
1288,07
560.941
1667
Tabella 1- Riassunto della superficie della Provincia di Como
Situate nella zona montana della provincia di Como, le aree attualmente
interessate dal progetto occupano una superficie di 240 kmq, con una
popolazione, al 31 dicembre 2003, di 22.399 abitanti.
Concluderei questa breve panoramica sulla geografia della provincia
comasca, con una presentazione sintetica dell elemento che maggiormente
caratterizza il paesaggio: il Lago di Como. Noto anche come Lario, Ł uno dei
piø grandi laghi glaciali posti a sud della catena alpina Ł il terzo per estensione
con i suoi 146 kmq e detiene il primato nazionale in quanto a profondit il
punto piø depresso misura infatti 410 metri . La sua formazione risale
probabilmente a 5 milioni di anni fa quando si verific un abbassamento del
livello di base dell erosione dei fiumi a causa della chiusura dello stretto di
Gibilterra e del conseguente prosciugamento del Mediterraneo.
I corsi d acqua, in seguito all abbassamento del mare, hanno pertanto
scavato profondi canyons nella roccia che in un secondo tempo, furono
parzialmente colmati da sedimenti provenienti dalla degradazione dei rilievi
della catena alpina. Il successivo modellamento operato dai ghiacciai, ci ha poi
consegnato il paesaggio come ora possiamo osservarlo. Ne consegue che il
Lario presenta sponde per lo piø scoscese, mentre le conoidi originate dai
torrenti al loro sbocco nel lago, sono generalmente occupate da aree
urbanizzate.
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2.2 Inquadramento agricolo
Dalla rilevazione censuaria dell anno 2000 la superficie agricola totale
(SAT) copre un estensione di circa 34 mila ettari, pari a circa il 26% del territorio
provinciale e la superficie agricola utilizzata (SAU) pari a 25 mila ettari1.
Le caratteristiche morfologiche del territorio portano la Provincia di Como
ad avere uno degli indici di SAU piø bassi rispetto alle altre provincie lombarde,
ma in linea con Lecco e Varese che presentano le medesime caratteristiche
orografiche.
I dati evidenziano un forte calo generalizzato in tutta la regione, sia per
quanto riguarda l estensione della superficie agricola, sia nel numero di aziende
che operano nel settore. Tuttavia, il dato maggiormente rilevante non Ł tanto la
variazione della SAU, che risulta contenuta attestandosi a -2,3%, quanto la
diminuzione del numero delle aziende agricole: nel periodo 1990-2000, la
variazione si attesta a -47,6%.
Nei documenti ufficiali si legge che le cause che hanno portato
all abbandono delle attivit legate all agricoltura , sono connesse ad un calo
degli investimenti, alla riduzione della forza lavoro dovuta alla semplificazione
produttiva, ma non solo. I dati mostrano che il 63% delle aziende nella provincia
di Como, occupano una superficie inferiore a 5 ettari e lavorano meno del 10%
della SAU e questo fatto porta ad un basso rendimento dell attivit di fronte ad
alti costi di gestione: le uniche aziende che riescono a sopravvivere sono quelle
che occupano una considerevole superficie e che quindi sono in grado di
massimizzare gli investimenti.
La situazione piø grave Ł presente nelle aree montane, dove gli
appezzamenti sono di piccole dimensioni e di scarsa resa, inoltre i costi di
gestione risultano piø elevati che in pianura a causa delle difficolt poste dalla
morfologia del territorio. Nelle zone collinari e pianeggianti l agricoltura pu
sfruttare maggiormente le economie di scala, ma la progressiva scomparsa di
terreno agricolo, dovuta prevalentemente all elevata urbanizzazione, complica
1
Dati tratti dal Piano Agricolo Triennale 2007-2009, redatto dalla Provincia di Como, settore
Agricoltura
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una situazione gi precaria. In una situazione che appare gi critica, un ulteriore
erosione della superficie destinata al settore primario, rischia di condurre
l agricoltura comasca sotto la dimensione minima necessaria per la
sopravvivenza2.
Provincie
Aziende
Variazione
SAT
Variazione
SAU
Variazione
Como 2.008 -47,6% 34.062,4 -18,1% 22.224,1 -2,3%
Lecco 1.241 -59,2% 14.902,2 -29% 12.042,7 -15,5%
Varese 1.663 -57,7% 20.613,6 -35,3% 14.431,3 -23,7%
Tabella 2- Censimento dell agricoltura3 dal 1990 al 2000 estrapolazione di alcuni record
Per quanto riguarda l allevamento, esso risulta tutt oggi uno dei settori
trainanti dell agricoltura comasca, in particolare citiamo l allevamento di bovini,
sia da carne che da latte, di capre e pecore.
Purtroppo anche in questo settore Ł da sottolineare una brusca frenata,
infatti le aziende specializzate nell allevamento dei bovini hanno subito un calo
delle presenze negli ultimi dieci anni che si attesta a -47,2% con una
conseguente perdita del 23,9% del numero di capi. La situazione non Ł migliore
per il settore ovi-caprino, che subisce un arretramento superiore al 50%.
Ultimamente la tendenza negativa nelle zone di pianura, sembra essersi
arrestata, ma destano preoccupazione i dati inerenti alla zootecnia montana:
nei territori prealpini sono rimasti complessivamente meno di 600 allevamenti,
con un patrimonio bovino di poco superiore a 6.000 capi4. La zootecnia
montana svolge un ruolo di cerniera che riunisce aspetti produttivi di alta
qualit , a quelli di salvaguardia dell ambiente mon tano e delle sue
caratteristiche paesaggistiche e storico-culturali.
Analizzando le informazioni che riguardano le zone sulle quali Ł presente il
GPM, le perdite piø elevate negli allevamenti di bovini sono da registrare nel
2
Fonte Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale , Provincia di Como, 2006.
3
Fonte Piano Agricolo Triennale 2007-2009 , Provincia di Como, settore Agricoltura, 2006
4
Fonte Piano Agricolo Triennale 2007-2009 , Provincia di Como, settore Agricoltura, 2006
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Triangolo Lariano e sull Alto Lario Occidentale, quest ultimo soffre anche della
perdita di numerose strutture che ospitano gli ovini.
La sorte negativa che tocca all allevamento e piø in generale
all agricoltura, coinvolge anche il settore di trasformazione e
commercializzazione dei prodotti alimentari, che da qualche anno sta
attraversando un periodo di crisi: diminuiscono le produzioni lattiero-casearie e
di conseguenza le strutture legate alla trasformazione del latte. I consorzi non
sono in grado di mantenere con le loro sole forze una struttura per la
lavorazione delle materie prime e gli elevati costi e la bassa produttivit ,
spingono gli addetti al settore agro-alimentare, ad abbandonare la produzione.
In questo modo si perdono posti di lavoro, scompaiono produzioni tipiche delle
zone comasche perdendo persino la memoria di attivit presenti da sempre
nelle zone piø o meno rurali della provincia.
Nel corso degli anni sono nate associazioni, emanate leggi e creati loghi
volti a valorizzare e proteggere la tipicit di pro dotti locali. In questo modo,
alimenti e processi di produzione, sono stati preservati da contaminazioni: per
moda o per convinzione, si nota un aumento della sensibilit da parte dei
consumatori, verso cibi piø sani, disposti a qualche sacrificio economico pur di
portare in tavola prodotti tipici e garantiti nella qualit .
Proteggere e diffondere un prodotto considerato tipico, raro, prezioso Ł un
percorso virtuoso e va lodato, ma credo che gli Enti e la popolazione non
dovrebbero dimenticare che vanno protetti non solo i prodotti di nicchia, quelli
che vantano un processo produttivo particolare o quelli che sono ormai simbolo
dell italianit nel mondo, ma va tutelato ogni metr o quadro che Ł legato
all agricoltura. ¨ inoltre auspicabile che maggiore attenzione sia riservata per
quelle attivit che sono svolte con fatica e sacrif ici in zone che non offrono la
comodit di terreni pianeggianti: la zootecnia in a mbito montano Ł un bene
prezioso che va protetto, poichØ si basa su un legame che la societ ha da
sempre con il proprio territorio. La zootecnia delle valli comasche Ł il filo che ha
tenuto unito il tessuto rurale per secoli ed Ł stata spesso la base dell economia
di molte zone prealpine, ma non solo.
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La presenza di un attivit in montagna previene l a vanzata del bosco e
quindi mantiene l equilibrio fra zone boscate e pascoli, aiuta a prevenire dissesti
idrogeologici e rende viva la montagna, mantenendo un patrimonio
paesaggistico e culturale che favorisce il turismo.
Al fine di proteggere tutto questo, sono necessarie azioni di sviluppo e aiuti
concreti per coloro che si occupano di agricoltura, per evitare in futuro di
leggere statistiche ancora peggiori di quelle presentate in questo capitolo. La
legge nazionale e comunitaria ha disposto vari strumenti e aiuti indirizzati al
settore agricolo, ma spesso tali strumenti risultano essere burocraticamente
complessi o insufficientemente promossi per agricoltori che non riescono a
sfruttare i finanziamenti a loro indirizzati; gli Enti Pubblici che si occupano del
settore agro-alimentare e le associazioni di categoria potrebbero fare da
mediatori in modo che le risorse vadano arrivino a destinazione.
2.3 Inquadramento socio-economico
A livello provinciale, l occupazione non presenta aspetti critici dato che il
tasso di disoccupazione risulta pari a 2,7%, inferiore alla media regionale che Ł
3,6%, che non raggiunge un livello tale da destare preoccupazione.
L occupazione si attesta al 52% ed Ł in linea con la media regionale5.
Da un indagine dell ISTAT sulla forza lavoro, risulta che l agricoltura
assorbe l 1,6% degli occupati, dato tra i piø bassi tra le provincie lombarde, e
l industria il 48,6%, mentre il terziario si attesta a 48,8%. Le cifre basse che
interessano il settore primario sono dovute alla situazione di abbandono
dell agricoltura che vede continuamente ridotto il territorio di competenza e
diminuito il numero di addetti a favore di settori piø remunerativi e che
richiedono meno sacrifici. Tra le attivit piø rile vanti si notano l industria
manifatturiera e il settore edile, anche se si tratta prevalentemente di attivit
artigianali o a conduzione familiare.
5
Informazioni tratte dall analisi dell impatto socio-economico redatto da Sali